Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi
"Il cinema mente, lo sport no", dice Godard, segnando la distanza tra l'immagine e il gesto. E Julien Faraut parte dalla graffiante traccia di quest'affermazione, dissepolta da una vecchia intervista a L'Équipe, per condurre il suo fenomenale viaggio tra lo sguardo cinematografico e lo sport. Due campi di gioco in cui la realtà e l'illusione, i limiti materiali e le utopie entrano in rotta di collisione, in un modo o nell'altro. Al principio c'è il ritrovamento, tra gli archivi polverosi dell'INSEP, l'Institut National du Sport, de l'Expertise e de la Performance, di ore e ore di vecchi filmati di Gil de Kermadec, sportivo e regista, votato sin dalla fine degli anni '50 alla didattica del tennis attraverso le immagini, l'analisi dei movimenti e lo spettro della loro perfetta riproducibilità. [...]
di Aldo Spiniello, articolo completo (5271 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 6 maggio 2019