Quasi nemici - L'importante è avere ragione |
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Un film di Yvan Attal.
Con Daniel Auteuil, Camélia Jordana, Yasin Houicha, Nozha Khouadra.
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Titolo originale Le brio.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Francia 2017.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 11 ottobre 2018.
MYMONETRO
Quasi nemici - L'importante è avere ragione
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Figlia e padre, entrambi adottati.di cardclauFeedback: 11499 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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sabato 13 ottobre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parliamo del film di Yvan Attal, Quasi nemici – l’importante è aver ragione, perché benfatto, frizzante, divertente, da non perdere. Gli attori sono bravissimi: Pierre Mazard (Daniel Auteuil) un professore della Facoltà di Giurisprudenza, che per una storia che dovete scoprire da voi, “deve” preparare, suo malgrado, una sua allieva, quasi extra-comunitaria, di ascendenze marocchine, Neïla Salah (Camélia Jordana), per una gara nazionale di retorica. Lui che si sente più francese dei francesi. Il viaggio che i due compiono assieme, pieno di colpi di scena, è ricchissimo non solo della loro storia psicologica, ma anche dei contributi di coloro che ci hanno preceduto, cito tra gli altri il Julius Caesar di William Shakespeare, e L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi di Arthur Schopenhauer. È un viaggio sorprendente attraverso la conoscenza, mai inutile, né caratterizzata da facili scorciatoie, perché l’essere umano può essere sorprendente, anche per questo. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza … (Dante Alighieri dal Canto XXVI dell’Inferno). Neïla Salah ha il vantaggio della formidabile apertura al mondo della gioventù, manca di esperienza, ma è in grado, sorridendo, di tollerare la frustrazione alla grande, quando esposta alla diversità, quindi di apprendere. Pierre Mazard ha una solidissima esperienza, ma è rinchiuso nella rigidità di chi non è più giovane, di chi è solo senza una compagna con cui condividere la vita, di chi è solo senza figli che ti fanno comunque barcollare. A vedere la madre di Pierre in ospizio, in apparente stato catatonico preda del morbo di Alzheimer, invece piena di livore nei confronti di supposti torti subiti da un figlio a lei non ottemperante, uno sarebbe portato a pensare che Pierre abbia sviluppato una qualche cattiveria, e che sia fondamentalmente anaffettivo. Non è così, Pierre per quanto burbanzoso, ha bisogno di affetto, di sentirsi in qualche modo “padre” per i suoi allievi, e utilizza il suo sapere, la sua conoscenza, a questo scopo, sebbene non sempre a proposito. Il miracolo del film è che Neïla Salah permette a Pierre di farle da padre, e lo riconosce, e a Mounir, il suo ragazzo (Yasin Houicha) di farle da compagno, e lo riconosce. Insomma un pasticcino con cui addolcirti la vita, anche se hai il diabete, con creanza.
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