Cuori puri |
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Un film di Roberto De Paolis.
Con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 114 min.
- Italia 2017.
- Cinema
uscita mercoledì 24 maggio 2017.
MYMONETRO
Cuori puri
valutazione media:
3,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Storie di periferia
di Emiliano Morreale L'Espresso
Dopo A ciambra di Carpignano e L'intrusa di Di Costanzo, il terzo film italiano presentato alla Quinzaine des Realisateurs conferma l'ottimo stato di salute di un cinema ormai riconoscibile: basato sull'osservazione diretta e approfondita della realtà, su una riscrittura sul campo e sulla ricerca di drammi non borghesi, secondo la lezione del miglior cinema documentario. Una lezione che non riguarda solo la superficie di realismo o di verosimiglianza, ma anche la costruzione interna a ogni scena, la maniera di montare, la scelta di cosa tenere dentro e fuori campo. De Paolis ha smontato e ricucito la trama del film negli anni, attraverso il confronto diretto con la realtà di Tor Sapienza, periferia Est di Roma, quest'opera di adattamento, di correzione dello sguardo, diventa potenza drammaturgica, con dialoghi che nessuno sceneggiatore potrebbe ideare a tavolino, attori trascinanti che fanno tutt'uno col ruolo, location mai pretestuose. Tanto è vero che verso la fine, quando la storia deve pur sempre procedere in maniera tradizionale, gli avvenimenti si affastellano un po'. Ma se si avvertono queste stonature, è proprio perché il resto del film ha invece una resa perfetta, da cui traspare l'amore del regista per i personaggi, rivendicato fin nelle ultime immagini.
Stefano e Agnese sono due ragazzi di 25 e 18 anni: lui faceva la vigilanza in un supermercato, e quando ha beccato lei che rubava un cellulare, l'ha lasciata andare ed è stato cacciato. La rincontra nel suo nuovo lavoro, custode di un parcheggio che è una specie di terra di nessuno confinante con un campo rom, e tra i due nasce l'amore. La cosa che cattura lo spettatore e lo appassiona è la credibilità con cui sono raccontati i rispettivi ambienti dei due protagonisti: una famiglia disperata quella da cui proviene lui, con genitori disoccupati e poi sfrattati, ai margini della società. Lei invece di estrazione borghese e cattolicissima, anzi membro di una comunità di fondamentalisti che fanno voto di castità fino al matrimonio, ma sono anche molto attivi nel sociale: in un certo senso diversi e non integrati anche loro. È proprio questo secondo aspetto quello più nuovo, con la migliore descrizione del mondo cattolico che il cinema italiano ci abbia dato da decenni in qua: splendida la scena di una recita didattica sulla lapidazione (con la macchina da presa che si distrae e si sofferma sui primi piani di Agnese), e la predica iniziale di Stefano Fresi, molto bravo nel ruolo del prete. Ma a portare avanti il gioco sono i due giovanissimi e straordinari interpreti non professionisti, Selene Caramazza e soprattutto Simone Liberati. Timida e tormentata lei, aggressivo, pieno di energia lui, insieme i due instaurano una relazione tutta fisica, che la macchina da presa segue con grande attenzione alla fisicità (a un certo punto, in una scena in cui gli innamorati avvertono la mancanza reciproca, sembra di avvertire una citazione nascosta da un film lontanissimo da questo, Prima della rivoluzione cli Bertolucci).
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