La cura dal benessere |
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Un film di Gore Verbinski.
Con Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Celia Imrie.
continua»
Titolo originale A Cure for Wellness.
Thriller,
durata 145 min.
- USA, Germania 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 23 marzo 2017.
- VM 14 -
MYMONETRO
La cura dal benessere
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Su e giù tra i generi lo spettatore depistato da Verbinski il visionario
di Roberto Nepoti La Repubblica
Regista della versione americana di The Ring, poi dei primi tre episodi della serie Pirati dei Caraibi, Gore Verbinski torna al thriller orrorifico con una trama di misteri ambientata sulle Alpi svizzere. Lockhart, giovane e ambizioso executive di una grande società newyorkese di servizi finanziari (Dane DeHaan, bravo a risultare antipatico come la parte esige), è inviato dai superiori alla ricerca dell'amministratore delegato della sua azienda, che sembra sparito in uno strano centro benessere. Giunto a destinazione, si vede ostacolare dal personale e soprattutto dall'ambiguo dottor Volmer (Jason Isaacs). Trasformato in paziente da un incidente, il visitatore apprenderà le macabre verità nascoste dietro le apparenze del castello-casa di cura. Che sembra un paradiso lindo e confortevole per ricconi desiderosi di rimettersi in forma, ma in realtà contiene apparecchiature degne del laboratorio del barone Frankenstein; inclusi dispositivi viscidamente brulicanti di anguille dove lo sventurato Lockhard subirà trattamenti-shock.
Che a Verbinski piaccia giocare con i codici di genere era già evidente dalla celebre serie con Jack Sparrow, "pastiche" di repertori dal film di cappa e spada all'horror; e Rango, il suo western d'animazione, non aveva fatto che confermarlo. All'inizio l'andamento narrativo è quello del thriller psicologico (viene subito in mente Shutter Island di Martin Scorsese), dove sull'orrore prevale un clima di angoscia e mistero; poi però l'atmosfera vira al gotico - variante Crimson Peak - con tanto di castello alla Mary Shelley, vergine in pericolo (che ha l'aspetto preraffaellita di Mia Goth), scienziati diabolici, esperimenti infernali e misteriosi filtri contenuti in boccette di cobalto. Fino a che, aggiungendo gradualmente dosi robuste di inquietanti allucinazioni, si va a parare in un finale "di paura" grandguignolesco tra il ballo dei vampiri e la maschera di cera. Proprio la discontinuità di chiavi narrative vale a rendere interessante il film, che si diverte a depistare lo spettatore introducendo riferimenti noti per poi deviarli sistematicamente dal loro percorso abituale. Come se rifiutasse di prendersi troppo sul serio. Chissà? È probabile che Verbinski trovi i centri benessere qualcosa di mostruoso di per sé, senza bisogno che siano costruiti sulle rovine di un castello. Né il regista si mostra meglio disposto verso gli esponenti della finanza internazionale: forse altrettanto pericolosi, di certo più cinici di tutti i mostri della tradizione orrorifica.
In ogni caso il suo film, salutato con pareri contrastanti dalla critica americana e accolto tiepidamente al botteghino, è più sottile e raffinato di quanto appaia a prima vista. A nuocergli è stata, verosimilmente, proprio la resistenza che oppone a chi voglia incasellarlo in un filone preciso, come è facile fare di tanti filmetti horror circolanti per gli schermi. Peccato, perché la regia di Verbinski è competente, fatta di punti di vista non banali e, malgrado la durata insolitamente lunga (quasi due ore e mezza) del film, riesce a mantenere costantemente allertato l'interesse.
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