carloalberto
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mercoledì 12 settembre 2018
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la rivolta di un uomo
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In una Polonia plumbea, oppressa dalla burocrazia e dalla povertà (ma la storia potrebbe essere ambientata anche in Italia) il regista greco Alexandros Avranas dirige un convincente Jim Carrey, nel suo primo vero ruolo drammatico, nella tragedia universale e contemporanea dell’uomo onesto che cerca un impossibile riscatto, in questo caso nel suo lavoro di poliziotto, ma potrebbe essere quello di un qualsiasi funzionario statale o dirigente di una grande impresa, in una società dove dominano gruppi organizzati che parlano esclusivamente il linguaggio del denaro e del potere. Schiacciato tra l’indifferenza della famiglia ed il gioco degli interessi contrapposti di criminali e funzionari apparentemente onesti, ma convergenti nell’eliminazione di chi ostacola i loro fini, Jim Carrey alias Tadek, finirà per soccombere nel modo più banale e crudele.
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In una Polonia plumbea, oppressa dalla burocrazia e dalla povertà (ma la storia potrebbe essere ambientata anche in Italia) il regista greco Alexandros Avranas dirige un convincente Jim Carrey, nel suo primo vero ruolo drammatico, nella tragedia universale e contemporanea dell’uomo onesto che cerca un impossibile riscatto, in questo caso nel suo lavoro di poliziotto, ma potrebbe essere quello di un qualsiasi funzionario statale o dirigente di una grande impresa, in una società dove dominano gruppi organizzati che parlano esclusivamente il linguaggio del denaro e del potere. Schiacciato tra l’indifferenza della famiglia ed il gioco degli interessi contrapposti di criminali e funzionari apparentemente onesti, ma convergenti nell’eliminazione di chi ostacola i loro fini, Jim Carrey alias Tadek, finirà per soccombere nel modo più banale e crudele. Il protagonista si muove meccanicamente, come una marionetta, tra uomini e donne che ne muovono i fili, spingendolo ad agire secondo i loro piani. I burattinai sono Kozlov, lo scrittore maledetto, interpretato da Marton Csokas, presunto colpevole di un delitto avvenuto anni prima, perché lo ha descritto nei minimi particolari in un suo romanzo di successo, la moglie di questi, Kasia, interpretata da Charlotte Gainsbourg, vittima e carnefice al contempo di una rete di prostituzione sadomaso, ed i colleghi che lo spingono a indagare per puro tornaconto personale. Burocrati carrieristi e delinquenti senza scrupoli sono omologati da Avranas, in questo noir-sociale pessimista e claustrofobico, nel grigiore di un mondo cinico, soffocante e anafettivo, privo di etica e di ideali, destinato a prevalere con la brutalità dolce del quotidiano trantran affaristico, nel nome del dio denaro e della sua nuova religione che spopola nel mondo post-nichilista, su ogni conato di affermazione, seppur isolato ed individuale, di disperata giustizia. Jim Carrey rende magnificamente questa disperata illusione, è l’unico personaggio che piange, l’unico a mostrare di avere sentimenti, di essere Uomo in un mondo disumanizzato di formiche cacciatrici e parassite che stanno depredando ed impoverendo culturalmente e spiritualmente la nostra società.
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flyanto
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giovedì 13 settembre 2018
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indagando nel torbido
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In “Dark Crimes” la prima cosa che colpisce immediatamente lo spettatore è il ruolo, assai differente dagli usuali a cui si è abituati a vederlo, che l’attore Jim Carrey riveste e, cioè, quello di un personaggio (peraltro debitamente truccato in una maniera del tutto irriconoscibile) cupo, enigmatico ed ossessionato a ricercare la verità a tutti i costi.
Ambientato in una grigia e fredda città della Polonia, quest’opera cinematografica del regista greco Alexandros Avranas racconta di un poliziotto (Jim Carrey, appunto) onesto e sospeso temporaneamente dal proprio servizio per una colpa che non viene ben specificata, che, al fine di riconquistarsi la posizione professionale che aveva in precedenza, è quanto mai deciso a scoprire l’assassino che ha ucciso anni prima un uomo che, insieme ad altri personaggi appartenenti alle più alte cariche politiche del Paese, trascorrevano piacevolmente le proprie serate in ’festini’ molto particolari in una sorta di costruzione abbandonata, denominata ‘La Cage’, facendo sesso di tutti i tipi, anche violento, con delle belle e giovani ragazze.
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In “Dark Crimes” la prima cosa che colpisce immediatamente lo spettatore è il ruolo, assai differente dagli usuali a cui si è abituati a vederlo, che l’attore Jim Carrey riveste e, cioè, quello di un personaggio (peraltro debitamente truccato in una maniera del tutto irriconoscibile) cupo, enigmatico ed ossessionato a ricercare la verità a tutti i costi.
Ambientato in una grigia e fredda città della Polonia, quest’opera cinematografica del regista greco Alexandros Avranas racconta di un poliziotto (Jim Carrey, appunto) onesto e sospeso temporaneamente dal proprio servizio per una colpa che non viene ben specificata, che, al fine di riconquistarsi la posizione professionale che aveva in precedenza, è quanto mai deciso a scoprire l’assassino che ha ucciso anni prima un uomo che, insieme ad altri personaggi appartenenti alle più alte cariche politiche del Paese, trascorrevano piacevolmente le proprie serate in ’festini’ molto particolari in una sorta di costruzione abbandonata, denominata ‘La Cage’, facendo sesso di tutti i tipi, anche violento, con delle belle e giovani ragazze. Nel corso delle sue indagini il protagonista è convinto che l’omicida sia un noto ed ambiguo scrittore di libri gialli molto cruenti in cui viene descritto nei minimi particolari un crimine molto simile a quello avvenuto realmente. Svariati avvenimenti si succederanno conducendo alla scoperta del tanto ricercato colpevole ….
“Dark Crimes” è un noir molto intrigante nella trama (che, peraltro, si rifà ad un caso realmente accaduto in Polonia anni addietro) e con dei personaggi misteriosi, violenti e corrotti, che rendono ancor più torbido l’ambiente e lo svolgimento dei fatti. Ma la regia per la maggior parte della durata della pellicola risulta nel suo complesso piuttosto confusa e poco esplicativa degli eventi tale da renderne, in un primo momento, allo spettatore addirittura difficile la comprensione. In seguito il film acquista maggiore padronanza e diventa più lineare sino al finale inaspettato e ben congegnato che lo risolleva del tutto.
Gli attori risultano ben calati nella loro parte e sono per lo più tutti polacchi (già visti in precedenti pellicole di produzione nazionale), eccezion fatta per, appunto, il canadese Jim Carrey, che sovrasta notevolmente su tutti, e la francese Charlotte Gainsbourg nel ruolo di donna con un passato ed ormai alla deriva.
Affatto deprecabile ma sicuramente c’è di meglio. Peccato!
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luca scialo
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venerdì 19 giugno 2020
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un assurdo caso di cronaca in una cupa polonia
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Dopo il discreto Miss Violence, il regista greco Alexandros Avranas si conferma buon traspositore di storie di cronaca tanto drammatiche quanto assurde. E quindi, ottimo materiale per il Cinema, quello coinvolgente e intrigante. Nella fattispecie, Avranas propone, su una sceneggiatura di Jeremy Brock, un assurdo caso di cronaca raccontato in un lungo articolo sul New York Times. Dove vittime e carnefici si fondono e si confondono. Dove la verità viene poco a poco a galla e si rivela sconcertante. Protagonista è Tadek, detective degradato ad impiegato per errori professionali, ma che non si arrende nella ricerca della verità. In particolare, di un omicidio commesso dallo scrittore Kozlow, che ha raccontato il medesimo caso di cronaca in un suo romanzo.
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Dopo il discreto Miss Violence, il regista greco Alexandros Avranas si conferma buon traspositore di storie di cronaca tanto drammatiche quanto assurde. E quindi, ottimo materiale per il Cinema, quello coinvolgente e intrigante. Nella fattispecie, Avranas propone, su una sceneggiatura di Jeremy Brock, un assurdo caso di cronaca raccontato in un lungo articolo sul New York Times. Dove vittime e carnefici si fondono e si confondono. Dove la verità viene poco a poco a galla e si rivela sconcertante. Protagonista è Tadek, detective degradato ad impiegato per errori professionali, ma che non si arrende nella ricerca della verità. In particolare, di un omicidio commesso dallo scrittore Kozlow, che ha raccontato il medesimo caso di cronaca in un suo romanzo. Tuttavia, il caso presenta tanti vuoti e poche prove. Che il poliziotto dedito al lavoro fino all'ossessione e al perdere la famiglia, colma man mano. Anche grazie alla compagna di Kozlow, Kasia. Non senza colpi di scena. La Polonia si presta molto bene alle ambientazioni cupe delle quali la storia necessita. Così come gli attori protagonisti. Il volto freddo e lacerato dai pensieri di Jim Carrey (Tadek). La sofferenza fisica e morale di Kasia (Charlotte Gainsbourg). Il volto misterioso di Marton Csokas (Kozlow). Anche gli altri attori sono ottimi comprimari, pezzi di un puzzle che una volta montato, dà un'altra immagine rispetto a quella che ci si aspettava quando si è cominciato.
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