gianleo67
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lunedì 22 agosto 2016
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manitù, manitù sotto al letto guardaci tu...
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Al ritorno da una escursione nel Grand Canyon, una famiglia californiana viene assediata dagli spiriti malevoli evocati dagli amuleti votivi che il più piccolo di casa ha portato inconsapevolmente con sè. Tra una crisi coniugale incipiente, un figlio affetto da autismo ed una carriera professionale alla prova del nove, il capofamiglia dovrà fare gli straordinari per proteggere il focolare domestico dall'assedio delle misteriose entità inferiche.
Tra gli 'Echi mortali' di case infestate dagli spiriti ed i 'Dark Skies' di un'adduzione aliena formato famiglia, il plot di questo quarto lungo dell'australiano McLean finisce per ripetere lo schema di un assedio domestico alla Tob Hooper (Poltergheist) in cui l'unità minima del modello ideale del sogno americano viene messo a dura prova da forze misteriose e potenti che vorrebbero disgregarlo.
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Al ritorno da una escursione nel Grand Canyon, una famiglia californiana viene assediata dagli spiriti malevoli evocati dagli amuleti votivi che il più piccolo di casa ha portato inconsapevolmente con sè. Tra una crisi coniugale incipiente, un figlio affetto da autismo ed una carriera professionale alla prova del nove, il capofamiglia dovrà fare gli straordinari per proteggere il focolare domestico dall'assedio delle misteriose entità inferiche.
Tra gli 'Echi mortali' di case infestate dagli spiriti ed i 'Dark Skies' di un'adduzione aliena formato famiglia, il plot di questo quarto lungo dell'australiano McLean finisce per ripetere lo schema di un assedio domestico alla Tob Hooper (Poltergheist) in cui l'unità minima del modello ideale del sogno americano viene messo a dura prova da forze misteriose e potenti che vorrebbero disgregarlo. Ovviamente non stiamo parlando delle tentazioni fedifraghe di un marito alle prese con una avvenente collaboratrice nè della problematica gestione di un figliolo introverso con il pallino per il collezionismo di cianfrusaglie, ma di pericolosi spiriti Anasazi in grado di metterti a soqquadro la cucina ed aprirti un portale nel soggiorno in collegamento diretto con l'aldilà. Solo un pretesto purtroppo per una storia più che telefonata dove i pochi soprassalti della paura sono annegati nel mare di noia di un minutaggio neanche troppo lungo (solo 92') ed in cui la banalità delle soluzioni visive viene amplificata dall'insipienza di un montaggio che fa la spola tra le scene d'ufficio e quelle di casa, tra una corsa al pronto soccorso ed una chiamata ai vigili del fuoco, tra i sassi sotto al letto ed i murales sulla parete attrezzata. Roba da augurarsi lo sterminio purtroppo improbabile di una famiglia destinata a salvarsi dalle maledizioni indiane attraverso il solito rituale di interazione multimediale con una dimensione parallela quando c'è chi intorno a loro rischia grosso (la suocera) o finisce per rimetterci le penne (il vicino). Insomma una sit-com a sfondo horror che si dimentica ben presto degli spazi aperti con cui era iniziata (dall'autore di Wolf Creek c'era da aspettarsi di più) per tuffarsi anima e corpo nella rivalsa eroica di un pater familias che si fa perdonare inadempienze e scappatelle con i generosi slanci di un sacrificio personale di cui non ci sarà ovviamente bisogno. Non bastasse la piattezza di dialoghi e situazioni, ad aggravare le cose un casting particolarmente stereotipato tra l'avvenenza di una ancora piacente quarantenne come Radha Mitchell e l'impietoso cerone che non riesce a camuffare l'imminente ingresso nelle senescenza per un decotto tombeur de femmes come Kevin Bacon; tra le fregole della solita adolescente di Lucy Fry e la chiusura emotiva del giovane David Mazouz, caso clinico di particolare antipatia per cui si è indecisi tra il lettino dello psichiatra ed i paramenti di un buon esorcista. Si rifà ampiamente del suo al box office, ma viene giustamente stroncato dalla critica; e vorrei vedere.
Manitù, manitù sotto al letto guardaci tu...
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ashtray_bliss
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martedì 18 ottobre 2016
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caccia agli spiriti (indiani).
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Banale e scontato fanta-horror, che vede come protagonista per l'ennesima volta la tipica famiglia americana provata dalla crisi coniugale e di mezz'età e dal crescere dei figli. Qui infatti il male arriva, puntuale come un orologio, per mano del figlio più piccolo che si impossessa di alcune pietre nelle quali venirono rinchiusi potenti spiriti malvagi un tempo venerati dalla civiltà di indiani (nativi) Anasazi. Il tutto avviene durante il più tipico dei weekend famigliari nei pressi del Grand Canyon. Ovviamente da quel momento in poi gli spirti sono determinati a tornare e distruggere i poveri malcapitati di turno aprono un portale, del quale però è a conoscenza solo il figlio più piccolo Mikey, affetto da autismo e insensibile alla paura.
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Banale e scontato fanta-horror, che vede come protagonista per l'ennesima volta la tipica famiglia americana provata dalla crisi coniugale e di mezz'età e dal crescere dei figli. Qui infatti il male arriva, puntuale come un orologio, per mano del figlio più piccolo che si impossessa di alcune pietre nelle quali venirono rinchiusi potenti spiriti malvagi un tempo venerati dalla civiltà di indiani (nativi) Anasazi. Il tutto avviene durante il più tipico dei weekend famigliari nei pressi del Grand Canyon. Ovviamente da quel momento in poi gli spirti sono determinati a tornare e distruggere i poveri malcapitati di turno aprono un portale, del quale però è a conoscenza solo il figlio più piccolo Mikey, affetto da autismo e insensibile alla paura. Il resto della famiglia invece percepisce queste strane manifestazioni che vanno aumentando, finchè la madre non si convinca che sono (mis)fatti paranormali e risalga alla fonte del problema. Peccato che mentre si segue questa vicenda, che poteva avere anche un certo mordente ed essere sviluppata meglio, si assista soltanto alla lineare, monotona e stantia quotidianità della famiglia e dei loro problemi con qualche disparato segno di manifestazione soprannaturale inserito qua e là. La storia non decolla, per essere un horror è assolutamente priva di ogni elemento tipico del genere: non c'è ansia, mistero, suspense, niente. Anche i protagonisti sono tremendamente blandi, insipidi e indifferenti che non riescono a legare con il pubblico e instaurare un certo senso di empatia. Kevin Bacon con questo film è arrivato ai suoi minimi storici e ciò non è un buon segnale (già Elephant White era terribilmente mediocre). Se un attore del suo calibro si riduce a riempire dei vuoti in film di questo genere e senza manco riuscire a sollevare in qualche modo la pellicola è indice dell'inizio della fine.
Tornando alla trama: il tutto prosegue in maniera assolutamente piatta e statica. Nessun brivido, nessun sussulto nè sobbalzo dalla sedia e i segni disseminati dalle entità vengono addirittura snobbati dai protagonisti anzichè allarmarli, almeno un po'. Scontata e oserei dire caricaturale la presenza della medium, che ricopre un ruolo stereotipato e forzatamente inserito nello script, probabilmente per portare un po' di folklore o bandire critiche di razzismo.
La scena conclusiva poi, quella del portale, ridefinisce gli standard del grottesco e imbarazzante per un film che si autoproclama 'horror'. Per tutto il film si finisce per tifare gli spiriti degli indiani che metessero la parola fine agli antipatici protagonisti del film ma ahimè, come da copione, gli indiani sono ancora una volta brutti e cattivi e l'uomo bianco riesce a sconfiggerli (di nuovo).
Finale edificante in perfetto stile happy ending all'americana ove tutti si riappacificano e vissero felici e contenti. Mi dispiace dover stroncare in tal modo un film, che generalmente non lo faccio, ma questo è pieno zeppo di tutti i più ecclatanti, stucchevoli e ridondanti stereotipi che ormai conosciamo nel suddetto genere e ci hanno, giustamente stancato. Scommessa persa in partenza, dunque, questa pellicola ingenua e innocua che viene travestita come un horror, della quale non si salva assolutamente niente (regia, interpretazioni, personaggi, situazioni horrorifiche, ritmo...nada).
Evitabile. Felicemente evitabile.
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eugen
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venerdì 9 settembre 2022
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non disprezzabile, salvo il finaloe , un po''"mosci
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"The Darkness"(Gregor Mc Lean, autore anche della sceneggitura, con Shayne Armstrong e S.P.Krause, 2016), racconta di una famiglia in cirsi, per motivi diversi dai soliti, dove uno dei figli e¿un ragazzino autistico, la tagazze entra in crisi per disturbi alimentari, ma tutto inizia durante una visita al Gran Canyon, dove il ragazzino raccoglie 5 pietre con immagini sovrimpresse. I fenomeni "strani", aranormali" in casa si verificano sempre piu'di frequente, Si sentono consgigli degli amici di lui(piu'0che della moglie)che parlano di una sorta di"medium", comunque del fatto che nella casa ci sarebbe "quaclosa". Notizie sparse, ma sempre piu0convetrgenti verso un0'ipotesi, finche'viene coinvolto una"veggente"che parla solo spagnolo e che accenna agli Anasazi, antichisismo popolo reisdente nel lugo da cui erano state asportate le peitre, il Grand Canyon.
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"The Darkness"(Gregor Mc Lean, autore anche della sceneggitura, con Shayne Armstrong e S.P.Krause, 2016), racconta di una famiglia in cirsi, per motivi diversi dai soliti, dove uno dei figli e¿un ragazzino autistico, la tagazze entra in crisi per disturbi alimentari, ma tutto inizia durante una visita al Gran Canyon, dove il ragazzino raccoglie 5 pietre con immagini sovrimpresse. I fenomeni "strani", aranormali" in casa si verificano sempre piu'di frequente, Si sentono consgigli degli amici di lui(piu'0che della moglie)che parlano di una sorta di"medium", comunque del fatto che nella casa ci sarebbe "quaclosa". Notizie sparse, ma sempre piu0convetrgenti verso un0'ipotesi, finche'viene coinvolto una"veggente"che parla solo spagnolo e che accenna agli Anasazi, antichisismo popolo reisdente nel lugo da cui erano state asportate le peitre, il Grand Canyon. Prova terribile, che riuscira'al ragazzino autistico, comunque., salvando il padre e tutta la famiglia. Decisamente un tema interessnate, che da un prologo comunqque gia'ineressante, si sviluppa con una serie di "crescendo", di"picchi"che innalzano la tensione e l'attesa di qualcosa di terribile, finche'i segnali rivelatori.-"sintomi"si accumulano, dando luogo a qualcosa di intarrestabile,. che ha il suo"apice"(o meglio potrebbe averlo)nella tragedia, se non ci fosse l'intervento"provvidenaile"dlela"medium"o comunque la si chiami. Gli/le interpreti, da Kevin Bacon a Radha Mitchell8I genitori)a David Mazouz aLucy Fry( figli)supportano la tensione non disprezzabile che nel film si trova. Certo,il soggetto non e'novo, la tematica ipresfruttata(volendo da"The exorcism"ma anche da prima,, diremmo....), ma lo svolgimento si lascia apprezzare abbastanza bene. El Gato
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