Maria per Roma |
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Un film di Karen Di Porto.
Con Karen Di Porto, Andrea Planamente, Bruno Pavoncello, Mia Benedetta.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- Italia 2016.
- Bella Film
uscita giovedì 8 giugno 2017.
MYMONETRO
Maria per Roma
valutazione media:
2,94
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film sorprendente. Da vedere e rivedere.di RiccardoromaFeedback: 103 |
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venerdì 11 agosto 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non va ricercato nel film d'esordio di una regista brava e volenterosa la mirabolante kermesse di una Roma rappresentata "realisticamente" e non in stile "Grande bellezza".
Non era quello l'intento, né, certamente, la possibilità.
Il pregio del film è il contenuto: in un contesto divertente e pieno di ironia, si rivela mano a mano profondo, attuale, amaro.
L'alternanza degli incontri con personaggi seri e comici, isterici e rassegnati, improvvisati e presuntuosi, alimentati da una Roma in preda ad un turismo massificato e distratto, disegna una "giornata tipo" di una attività impensabile fino a qualche anno fa e divenuta ancora di salvezza e sopravvivenza in attesa di qualcosa di nuovo e sognato.
Non ha quasi rilevanza la professione della protagonista, effimera e provvisoria come l'effimero susseguirsi degli episodi di contorno ad una esistenza senza prospettiva, comune a molti giovani e non più tanto giovani, che non trovano una vera strada da seguire.
Come la "Vespa", protagonista non tanto in omaggio a Moretti, quanto mezzo di trasporto "di necessità" quasi obbligatorio in una città caotica, più che frenetica.
Anche il mondo del cinema, cui Maria aspira, è strumentale alla metafora dell'esistenza illusa/delusa di chi non trova il suo approdo, proiettata verso un futuro senza punti di riferimento, dove gli strumenti e le aspirazioni fornite dalla famiglia d'origine hanno perduto efficacia.
Il finale, amaro e positivo al tempo stesso, mostra una consapevolezza orgogliosa che rifiuta l'occasione degradante, che pur avrebbe potuto risolvere se non la vita, almeno una notte.
Per nulla "esilino".
Piuttosto grave e profondo, il film induce alla riflessione amara sul disgregamento di un tessuto sociale che mina la società odierna anche negli strati teoricamente benestanti, che scivolano verso condizioni di precarietà inaspettata, individuando nelle nuove generazioni le vittime, non rassegnate, del cambiamento epocale.
Ottimo film da vedere e rivedere.
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