riccardoroma
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venerdì 11 agosto 2017
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film sorprendente. da vedere e rivedere.
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Non va ricercato nel film d'esordio di una regista brava e volenterosa la mirabolante kermesse di una Roma rappresentata "realisticamente" e non in stile "Grande bellezza".
Non era quello l'intento, né, certamente, la possibilità.
Il pregio del film è il contenuto: in un contesto divertente e pieno di ironia, si rivela mano a mano profondo, attuale, amaro.
L'alternanza degli incontri con personaggi seri e comici, isterici e rassegnati, improvvisati e presuntuosi, alimentati da una Roma in preda ad un turismo massificato e distratto, disegna una "giornata tipo" di una attività impensabile fino a qualche anno fa e divenuta ancora di salvezza e sopravvivenza in attesa di qualcosa di nuovo e sognato.
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Non va ricercato nel film d'esordio di una regista brava e volenterosa la mirabolante kermesse di una Roma rappresentata "realisticamente" e non in stile "Grande bellezza".
Non era quello l'intento, né, certamente, la possibilità.
Il pregio del film è il contenuto: in un contesto divertente e pieno di ironia, si rivela mano a mano profondo, attuale, amaro.
L'alternanza degli incontri con personaggi seri e comici, isterici e rassegnati, improvvisati e presuntuosi, alimentati da una Roma in preda ad un turismo massificato e distratto, disegna una "giornata tipo" di una attività impensabile fino a qualche anno fa e divenuta ancora di salvezza e sopravvivenza in attesa di qualcosa di nuovo e sognato.
Non ha quasi rilevanza la professione della protagonista, effimera e provvisoria come l'effimero susseguirsi degli episodi di contorno ad una esistenza senza prospettiva, comune a molti giovani e non più tanto giovani, che non trovano una vera strada da seguire.
Come la "Vespa", protagonista non tanto in omaggio a Moretti, quanto mezzo di trasporto "di necessità" quasi obbligatorio in una città caotica, più che frenetica.
Anche il mondo del cinema, cui Maria aspira, è strumentale alla metafora dell'esistenza illusa/delusa di chi non trova il suo approdo, proiettata verso un futuro senza punti di riferimento, dove gli strumenti e le aspirazioni fornite dalla famiglia d'origine hanno perduto efficacia.
Il finale, amaro e positivo al tempo stesso, mostra una consapevolezza orgogliosa che rifiuta l'occasione degradante, che pur avrebbe potuto risolvere se non la vita, almeno una notte.
Per nulla "esilino".
Piuttosto grave e profondo, il film induce alla riflessione amara sul disgregamento di un tessuto sociale che mina la società odierna anche negli strati teoricamente benestanti, che scivolano verso condizioni di precarietà inaspettata, individuando nelle nuove generazioni le vittime, non rassegnate, del cambiamento epocale.
Ottimo film da vedere e rivedere.
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fabiofeli
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mercoledì 5 luglio 2017
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cercare maria per roma
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Maria (Karen Di Porto) è una bella ragazza che vive a Roma e coltiva un sogno: fare cinema. La seguiamo nei suoi giri nell’arco di una giornata dall’alba al tramonto, impegnata in un lavoro precario nel quale presta il suo fresco aspetto fisico e la sua parlantina in inglese ad una agenzia che affitta appartamenti ai turisti per brevi vacanze nella Città Eterna, in incontri con la madre antiquaria e con un amico, Cesare (Andrea Planamente), ed infine in un provino cinematografico. La accompagna Bea che trova posto nel cestino del suo vespone, una cagnolina meticcia che solo con molta fantasia può essere classificata in una nobile razza canina.
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Maria (Karen Di Porto) è una bella ragazza che vive a Roma e coltiva un sogno: fare cinema. La seguiamo nei suoi giri nell’arco di una giornata dall’alba al tramonto, impegnata in un lavoro precario nel quale presta il suo fresco aspetto fisico e la sua parlantina in inglese ad una agenzia che affitta appartamenti ai turisti per brevi vacanze nella Città Eterna, in incontri con la madre antiquaria e con un amico, Cesare (Andrea Planamente), ed infine in un provino cinematografico. La accompagna Bea che trova posto nel cestino del suo vespone, una cagnolina meticcia che solo con molta fantasia può essere classificata in una nobile razza canina. Karen segue i consigli del padre morto giovane, perché guadagna il minimo per mantenersi quando consegna le chiavi ai turisti in cambio della firma per un breve contratto di locazione e della loro carta di credito. Quando è in ritardo per una consegna, l’aiutano una amica che lavora per la stessa agenzia o Cesare, chiaramente innamorato di lei, aspirante attore anche lui, che si arrangia a racimolare un po’ di denaro travestito da Gesù Cristo tra i centurioni che stazionano tra i Fori e il Colosseo. Il provino di Maria andrà bene nonostante la stanchezza di una giornata frenetica? …
In questa opera prima, che deve avere molto di autobiografico, Karen di Porto–Maria ha la camera cinematografica puntata su di lei; visto che Karen firma anche la regia, ha utilizzato un aiuto alla regia ed un operatore esperti e collaborativi che la assecondano e la valorizzano nei due ruoli. Anche il montaggio trasmette l’affanno della giornata. Cercare Maria per Roma è un detto popolare che significa avere una missione impossibile: sono tante le Marie nella Città Eterna e la protagonista gira come la pallina nel flipper; per trovarla bisogna avere fortuna indovinando le sue traiettorie. E’ come volersi recare in una via, piazza o vicolo S. Maria senza ulteriori specificazioni dato che nello stradario cittadino figurano più di 30 toponimi con lo stesso nome e diversi attributi. La vicenda sembra esile e leggera, ma il personaggio è verosimile e non esita a scoprire le carte truccate – compromessi o “vendita” - che tanti giovani, ragazze e ragazzi, pescano dal mazzo per trovare un vero lavoro, che non sia precario e in nero e che in un lontano futuro offra loro una pensione non di fame. L’amaro si stempera nel sorriso; già questo è un discreto risultato.
Valutazione ***
FabioFeli
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vanessa zarastro
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sabato 29 luglio 2017
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le nuovi professioni
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Per l’esordiente Karen Di Porto, il riferimento del giro in vespa è un tributo al cinema di Nanni Moretti, ciononostante Maria per Roma è un film decisamente esilino.
Nel mondo delle varie nuove professioni dei giovani rientra anche quella del key-holder e cioè di colei che avendo le chiavi di varie case-vacanza, mostra gli appartamenti agli affittuari e ne incassa i ricavi. Il suo è un mestiere che le permette di mantenersi senza dover chiedere alla madre antiquaria, in grave crisi economica peraltro, un aiuto economico. ma la vera ambizione di Maria è quella di recitare. Fa vari origini ed è sempre in attesa di qualche chiamata da registi o produttori.
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Per l’esordiente Karen Di Porto, il riferimento del giro in vespa è un tributo al cinema di Nanni Moretti, ciononostante Maria per Roma è un film decisamente esilino.
Nel mondo delle varie nuove professioni dei giovani rientra anche quella del key-holder e cioè di colei che avendo le chiavi di varie case-vacanza, mostra gli appartamenti agli affittuari e ne incassa i ricavi. Il suo è un mestiere che le permette di mantenersi senza dover chiedere alla madre antiquaria, in grave crisi economica peraltro, un aiuto economico. ma la vera ambizione di Maria è quella di recitare. Fa vari origini ed è sempre in attesa di qualche chiamata da registi o produttori.
Il film mostra cosa sia la precarietà, la ricerca continua di qualcosa, la mancanza di riferimenti sia affettivi (la famiglia non lo è più) sia come modelli di vita.
La cagnetta Bea, un’anzianotta meticcia Jack Russel, è la compagna fedele delle scorribande della protagonista che non si ferma mai e continua ad andare su e giù tra Campo D4 Fiori, Trastevere, Piazza Navona e i Lungoteveri.
Roma d’estate è centrale e protagonista, peccato che non vengono sufficientemente sfruttati i colori e le luci (e cioè le ombre) che cambiano a seconda delle ore del giorno.
In un certo senso è una fotografia di un certo tipo di gioventù attuale: frenetica, superficiale, inconsistente.
Forse il mondo del cinema può rappresentare ancora una modalità di espressione che ha ancora a che vedere con la creatività.
Peccato che la regista e protagonista non abbia visto sufficientemente film da cui imparare. L’inizio promette qualcosa che invece non arriva nel rallenty del primo incontro tra Maria e l’agente immobiliare, quasi una parodia del western all’italiana di cui poi nel film non v’è più traccia.
Le occasioni di incontro con le tipologie di turisti stranieri potevano essere altrettante occasioni di comicità, ma i tratti sono appena accennati.
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(di riccardoroma)
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