Il figlio di Saul |
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Un film di László Nemes.
Con Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Todd Charmont.
continua»
Titolo originale Saul Fia.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 107 min.
- Ungheria 2015.
- Teodora Film
uscita giovedě 21 gennaio 2016.
MYMONETRO
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ŁSiamo giŕ morti"
di FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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lunedě 25 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ attonito, stolido, apparentemente indifferente il volto di Saul (Geza Rohrig) che riempie lo schermo per metà film. Saul è un ebreo del Sonderkommando di Auschwitz: deve convincere le vittime a spogliarsi per una doccia e una zuppa calda e spingerle nelle camere a gas. Poi deve ripulire gli spogliatoi, vuotare le tasche dei deportati in cerca di denaro e gioielli, caricare gli “Stűcke”, i “pezzi”, vale a dire i cadaveri ridotti a oggetti per portarli alla cremazione. Se questo è un uomo, scrive Primo Levi. Quello che si svolge attorno a lui si intravede, si intuisce: si sentono gli ordini secchi delle guardie, gli spari delle esecuzioni sommarie e le mani frenetiche delle vittime che battono contro le porte di ferro delle camere a gas. Saul non collabora con gli altri malcapitati del Sonderkommando; è al termine dei quattro mesi e conosce la sua sorte ormai vicina. Dice: “Siamo già morti”. Si scuote solo al vedere un ragazzo, nel quale crede di ravvisare suo figlio, che respira ancora all’uscita della camera a gas; un medico, però, soffoca il fanciullo e Saul si prefigge solo uno scopo: trovare un rabbino per l’orazione funebre, che lo aiuti nella sepoltura. E’ il solo modo di ribellarsi che gli sembra possibile … L’orrore del lager viene mostrato quasi fuori campo: una catena di montaggio della fabbrica industriale della morte, organizzata a perfezione, con lo smaltimento dei “pezzi” e il recupero degli oggetti utili come sottoprodotti. Il regista Laszlo Nemes sembra voler dire che l’orrore è irrappresentabile. Si tratta solo di una fabbrica insensata, quasi come a volte si rivela quella dell’industria capitalistica, perché la morte non finisce mai e allo stesso modo la produzione industriale si inceppa con la saturazione del mercato. La tecnica di ripresa in close-up sul viso, sulla fronte, sulla nuca di Saul ricorda lo stile dei Dardenne. Un solo sorriso illumina il volto di Saul, quando vede un altro ragazzo del quale potrebbe essere padre. C’è ancora una scintilla di sentimento umano in lui e smorza in parte, solo in parte, l’amarezza della vicenda. Un’opera prima: un grandissimo film. Da non mancare.
Valutazione **** FabioFeli
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