eugenio98
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lunedì 29 giugno 2015
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un'azione interiore che punta in alto
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Sono tempi duri per il genere umano: un virus trasforma gli uomini in zombie. Per evitare che l'epidemia si diffonda ulteriormente, gli infettati vengono portati in zone di quarantena, aspettando l'attesa fine. Molti vivono gli ultimi istanti con le loro famiglie; così è per Maggie, una ragazza sedicenne, riportata a casa dal padre Wade. Una parabola di vita e morte, di amore e odio, di pace e rabbia, conduce gli ultimi giorni di un'adolescente, destinata ad andarsene come nessuno vorrebbe. Interessante la scelta di Schwarzenegger come attore protagonista insieme ad Abigail Breslin; un divo del cinema spettacolare è ora al centro di una vicenda diversa dalle aspettative. Il vecchio Terminator vive una lotta interiore, sempre in bilico tra fare ciò che deve essere fatto e stare con la sua bambina.
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Sono tempi duri per il genere umano: un virus trasforma gli uomini in zombie. Per evitare che l'epidemia si diffonda ulteriormente, gli infettati vengono portati in zone di quarantena, aspettando l'attesa fine. Molti vivono gli ultimi istanti con le loro famiglie; così è per Maggie, una ragazza sedicenne, riportata a casa dal padre Wade. Una parabola di vita e morte, di amore e odio, di pace e rabbia, conduce gli ultimi giorni di un'adolescente, destinata ad andarsene come nessuno vorrebbe. Interessante la scelta di Schwarzenegger come attore protagonista insieme ad Abigail Breslin; un divo del cinema spettacolare è ora al centro di una vicenda diversa dalle aspettative. Il vecchio Terminator vive una lotta interiore, sempre in bilico tra fare ciò che deve essere fatto e stare con la sua bambina. Contagious si libera da ogni pretesa spettacolare e affonda le unghie in un soggetto terrificante ed esistenziale nel quale si scorge una luce di speranza, riscrivendo così il genere dell'horror. Una pietra miliare del cinema contemporaneo è nata, non soltanto grazie ad un'ottima sceneggiatura e ad una buona interpretazione, ma anche per l'ottima regia che riesce ad alternare, e in certi casi a fondere, attimi delicati e di pura poesia con quelli di estrema suspense. Schwarzenegger rivela con questa performance il suo lato sensibile, dimostrando di non essere il consueto killer o mercenario, ma di saper anche commuoversi di fronte allo "Attimo fuggente" della vita. Emerge così l'eroe, un salvatore che non combatte facendo a pezzi l'estraneo, bensì abbracciandolo.
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bericopredieri
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lunedì 29 giugno 2015
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lo schwarzenegger che non ti aspetti.
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Il Governatore Schwarzenegger si prende una pausa dalla politica e torna al cinema. Ma non è più il Terminator di antica memoria, è un padre invecchiato e segnato dalle rughe è questa volta il nemico non viene dallo spazio ma dalla terra sotto forma di un virus che si trasmette mordendo i propri simili. E la lotta è con se stesso perché la persona contagiata è la figlia e col progredire della malattia deve decidere se internarla in quarantena da dove sa non uscirà più viva o porre termine lui stesso alla sua vita. L'unico zombie che vediamo è all'inizio del film, per il resto il film si snoda non fosse per la malattia in un tranquillo menage familiare, prevalgono i buoni sentimenti, l'intimismo, i dialoghi sussurrati, la giusta dose di commozione soprattutto nelle scene finali.
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Il Governatore Schwarzenegger si prende una pausa dalla politica e torna al cinema. Ma non è più il Terminator di antica memoria, è un padre invecchiato e segnato dalle rughe è questa volta il nemico non viene dallo spazio ma dalla terra sotto forma di un virus che si trasmette mordendo i propri simili. E la lotta è con se stesso perché la persona contagiata è la figlia e col progredire della malattia deve decidere se internarla in quarantena da dove sa non uscirà più viva o porre termine lui stesso alla sua vita. L'unico zombie che vediamo è all'inizio del film, per il resto il film si snoda non fosse per la malattia in un tranquillo menage familiare, prevalgono i buoni sentimenti, l'intimismo, i dialoghi sussurrati, la giusta dose di commozione soprattutto nelle scene finali. Cose che difficilmente potevamo aspettarci da Mister Muscolo, tutto sommato però una buona interpretazione per un film che smonta il solito cliché dei tanti film su zombie e morti viventi.
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brian77
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martedì 30 giugno 2015
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veramente mortale
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Non capisco perché Schwarzenegger abbia interpretato un film così mortalmente noioso, e anche piuttosto insulso. Sembra una di quelle cose pretenziose che fanno gli indipendenti americani per essere selezionati dai festival... Forse anche il nostro Schwarzy ha finito per essere sedotto dalla banalità del prodotto fintamente artistico? Qui c'è un'agonia di un'ora e mezza, sempre con lo stesso tipo di fotografia, sempre con la stessa recitazione, sempre con gli stessi tempi lentissimi. Visti cinque minuti si può star tranquilli che non ci sarà nessun'altra idea di regia o di racconto. Ah sì, signoora mmmia, cooome è arrrrtistico...
[+] recensione perfetta!!!
(di filippotognoli)
[ - ] recensione perfetta!!!
[+] un'analisi un po' sintetica.
(di khouran)
[ - ] un'analisi un po' sintetica.
[+] ma questo è un film indipendente!!!
(di the thin red line)
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kismet
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mercoledì 1 luglio 2015
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una metafora melensa e strappalacrime
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La scena si apre molto lentamente su ambienti gotici dalle sfumature che rievocano alla lontana quello che è lo scenario della prima/seconda stagione della serie tv di “The Walking Dead”, una fattoria, immersa nel verde, un cielo perennemente ricoperto da nubi, il tutto immerso in colori neutri che vanno dal grigio al beige.
Il sound è drammatico, sempre presente, incessantemente.
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La scena si apre molto lentamente su ambienti gotici dalle sfumature che rievocano alla lontana quello che è lo scenario della prima/seconda stagione della serie tv di “The Walking Dead”, una fattoria, immersa nel verde, un cielo perennemente ricoperto da nubi, il tutto immerso in colori neutri che vanno dal grigio al beige.
Il sound è drammatico, sempre presente, incessantemente.I dialoghi sono molto ridotti, specialmente quelli tra i protagonisti principali e le battute sono banali e prevedibili.
La storia si gira introno ad un’adolescente di nome Maggie, contagiata da una strana (ma neanche troppo) malattia causata da un necro-virus. Bene, nel giro di 30 secondi capisco che è un film sugli zombie. Ma non gli zombie che ci immaginiamo tutti, questa è piuttosto una metafora di un qualcosa d’altro, di una malattia, ad esempio il cancro o dell’ebola, chissà. I ragazzi contagiati vengono visti in modo diverso, esclusi, accusati di essere pericolosi per l’intera società ma non emarginati, si cerca in tutti i modi di mantenere quella parvenza di società civile che non discrimina, almeno all’apparenza.
Dopo la prima mezz’ora, impreco, chiedendomi per quale motivo la visione dei non morti dovrebbe provocare nei sopravvissuti tutti quei sensi di colpa e rigurgiti drammatici. Il piagnisteo dell’avvicinarsi della morte, la paura di causare dolore a chi si vuole bene, la tenerezza del padre nel continuare ad amare la figlia nonostante l’imminente trasformazione, la sua noncuranza per la sicurezza degli altri componenti della sua famiglia, mi rievocano si, qualcosa di “The Walking Dead”, qualcosa di “non normale”: il rapporto del Governatore con la figlia ormai diventata Zombie.
L’obiettivo però qui non è quello di creare un horror movie, bensì quello di utilizzare la metafora del virus della “morte” che oggi va tanto di moda e che può vantare un vastissimo pubblico, per raccontare la storia drammatica dell’addio di un padre alla figlia morente.
Bene, per gli amanti del genere horror, particolarmente legato alla categoria zombie, lo sconsiglio. Assolutamente noioso dall’inizio alla fine, non che la serie tv di The Walking Dead non lo sia, ma molto, molto peggio.
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muttley72
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lunedì 13 luglio 2015
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sconsigliato ai depressi, ridondante nel tema
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Il film segue solo apparentemente il tema (che negli USA è un da sempre un "must", usato anche in modo furbesco per la vendita di merci di vario genere) degli Zombie...in realtà dei film sugli zombi classici c'è poco o nulla. Solo inizialmente si intuisce che nel mondo o comunque negli USA un virus sta infettando le persone che, morse, si ammalano e più o meno lentamente si trasformano in cannibali. Siccome cure non ce ne sono la Polizia monitora i contagiati e li viene poi a prendere per portarli in quarantena (dove inevitabilmente moriranno, ma senza mordere e infettare parenti o vicini).
Tutti sono consapevoli di tale "procedura" ma molti non vogliono consegnare i propri cari nell'ora "X".
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Il film segue solo apparentemente il tema (che negli USA è un da sempre un "must", usato anche in modo furbesco per la vendita di merci di vario genere) degli Zombie...in realtà dei film sugli zombi classici c'è poco o nulla. Solo inizialmente si intuisce che nel mondo o comunque negli USA un virus sta infettando le persone che, morse, si ammalano e più o meno lentamente si trasformano in cannibali. Siccome cure non ce ne sono la Polizia monitora i contagiati e li viene poi a prendere per portarli in quarantena (dove inevitabilmente moriranno, ma senza mordere e infettare parenti o vicini).
Tutti sono consapevoli di tale "procedura" ma molti non vogliono consegnare i propri cari nell'ora "X". Uno di questi è Schwarzenegger che, vivendo in campagna, rimane fino all'ultimo con la figlia che via via peggiora sempre di più. Il film quindi (salvo pochissime scene) non fa vedere nulla dei tipici film sugli zombi (sparatorie, inseguimenti, ecc) ma si basa solo della tensione provocata dal fatto che prima o poi la figlia (in casa) sarà pericolosa e incontrollabile e andrà uccisa (dal padre anziché dai medici) oppure si suiciderà (per sua scelta) prima.
Il film fa perno anche sul sentimento di amore e angoscia di chi ha un malato incurabile in casa condannato a morte (e contagioso) quindi a parte il fantasioso virus....funzionerebbe anche con altre reali malattie. Ben girato il film si svolge sempre sotto un cielo plumbeo (mai al sole) e in scenografie desolanti.
Non discuto sulla qualità del film (ben girato) o sugli attori, tutti degni del ruolo incluso Arnold, ma..... il film non mi è piaciuto: si trascina sempre sullo stesso tema (per l'intera durata della pellicola), con un finale scontato (tra i 2 o 3 possibili) e non regala azione ma solo attesa .......di qualcosa di atteso e prevedibile (il finale). Se lo avessero girato con un'altra malattia non fantasiosa, ma reale sarebbe stato lo stesso.....che senso ha fare uno pseudo- film sugli zombi trattando di un tema drammatico che si avrebbe anche con una malattia reale? Si vuole forse far riflettere sul fatto che quando si è un malato incurabile e poi "terminale" si soffre ad accettare il proprio inevitabile destino e soffrono anche amici e parenti....lo sapevamo già...magari per esperienze di vita vere... Film sconsigliato a chi tende alla depressione
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[+] e quindi.... quattro stelle
(di chris75)
[ - ] e quindi.... quattro stelle
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chris75
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martedì 30 giugno 2015
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e se toccasse a noi?
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Questo film si gioca sui volti.
Il volto del padre, scolpito dal tempo e dal dolore.
Il volto della "madre" assente e distaccata.
Il volto della ragazza, la cui carne è la tela su cui si dipinge una storia che marcia inesorabilmente verso la fine.
Il volto degli altri.
In mezzo ci stanno i sentimenti, le paure, le ansie dei personaggi nelle quali alla fine ci rispecchiamo anche noi.
Il percorso è quasi claustrofobico: non c'è spazio che per un unico finale, non c'è colpo di scena, non c'è effetto speciale: c'è solo l'affetto di un padre per una figlia e l'affetto di una figlia per il padre.
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Questo film si gioca sui volti.
Il volto del padre, scolpito dal tempo e dal dolore.
Il volto della "madre" assente e distaccata.
Il volto della ragazza, la cui carne è la tela su cui si dipinge una storia che marcia inesorabilmente verso la fine.
Il volto degli altri.
In mezzo ci stanno i sentimenti, le paure, le ansie dei personaggi nelle quali alla fine ci rispecchiamo anche noi.
Il percorso è quasi claustrofobico: non c'è spazio che per un unico finale, non c'è colpo di scena, non c'è effetto speciale: c'è solo l'affetto di un padre per una figlia e l'affetto di una figlia per il padre.
Auguriamoci di non vivere mai una tale situazione: se tocasse a noi cosa faremmo?
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[+] e quindi...... quattro stelle?
(di muttley72)
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fluturnenia
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sabato 24 ottobre 2015
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now i'm feeling zombified
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Trama melodrammatica costruita su tematiche horror. Si ma la trama qual'è? Ragazza malata terminale cessa la sua esistenza tra le mura domestiche piuttosto che in un lazzaretto. Storia di vite quotidiane con una nota di ''colore'' il morbo ti zombifica. A parte qualche non morto qua e là e la putrescenza che avanza della protagonista, qui di horror non ce n'è, al massimo un leggero disgusto. Il dramma poi si consuma tra sguardi sbiaditi, qualche pianto sommesso e silenzi interminabili, incorniciati da sfondi monocromatici di paesaggi decadenti. Interazioni personali assenti, introspezione e analisi dei caracters zero. Gli unici intercalari pregni di passione presenti sono i mugugni e grugnii degli zombi arruolati per rari cameo.
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Trama melodrammatica costruita su tematiche horror. Si ma la trama qual'è? Ragazza malata terminale cessa la sua esistenza tra le mura domestiche piuttosto che in un lazzaretto. Storia di vite quotidiane con una nota di ''colore'' il morbo ti zombifica. A parte qualche non morto qua e là e la putrescenza che avanza della protagonista, qui di horror non ce n'è, al massimo un leggero disgusto. Il dramma poi si consuma tra sguardi sbiaditi, qualche pianto sommesso e silenzi interminabili, incorniciati da sfondi monocromatici di paesaggi decadenti. Interazioni personali assenti, introspezione e analisi dei caracters zero. Gli unici intercalari pregni di passione presenti sono i mugugni e grugnii degli zombi arruolati per rari cameo. Insomma qui che cosa abbiamo? Pomposo non è, ampolloso nemmeno. Ethos si, logos ni, pathos no !
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the thin red line
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venerdì 3 luglio 2015
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sconvolgentemente realistico
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La popolazione degli Stati Uniti è colpita da un virus terribile che consuma e mangia la pelle degli uomini fino a trasformarli in zombie assetati di sangue da abbattere come bestie rabbiose. Un padre, sconvolto dal contagio della figlia prediletta, affronterà inerme l'evoluzione dell'invincibile virus ai danni dell'amata figlia.
Contagious, per la regia dell'esordiente Henry Hobson, non è un film sugli Zombie come tanti altri, a dirla tutta se non fosse per le sembianze assunte dai malati del virus trasformatisi in vaganti ghiotti di pelle e sangue umani, probabilmente non staremmo nemmeno parlando di film horror. Infatti Contagious punta decisamente l'obiettivo sul rapporto padre - figlia malata terminale ed è cosi che va a svolgersi fino all'epilogo.
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La popolazione degli Stati Uniti è colpita da un virus terribile che consuma e mangia la pelle degli uomini fino a trasformarli in zombie assetati di sangue da abbattere come bestie rabbiose. Un padre, sconvolto dal contagio della figlia prediletta, affronterà inerme l'evoluzione dell'invincibile virus ai danni dell'amata figlia.
Contagious, per la regia dell'esordiente Henry Hobson, non è un film sugli Zombie come tanti altri, a dirla tutta se non fosse per le sembianze assunte dai malati del virus trasformatisi in vaganti ghiotti di pelle e sangue umani, probabilmente non staremmo nemmeno parlando di film horror. Infatti Contagious punta decisamente l'obiettivo sul rapporto padre - figlia malata terminale ed è cosi che va a svolgersi fino all'epilogo. Gli ultimi giorni di vita vissuti in famiglia per gentile concessione di un amico dottore, convinto da un padre disperato ad aiutarlo per poter passare con lei ancora degli attimi felici, nella speranza che qualcosa di miracoloso possa accadere. La pellicola di Hobson raggiunge picchi altissimi di sensibilità grazie anche al pathos instaurato da padre e figlia, nonostante pecchi di una innaturale lentezza inabituale per il genere trattato. Gli innumerevoli temi toccati poco hanno a che fare con i clichè di questo cinema: l' Eutanasia, l'emarginazione e la solidarietà alzano il livello emotivo dello spettatore riuscendo a farlo immedesimare nella difficilissima posizione del padre, contadino dalle spalle larghe e cuore grande, incapace di accettare la terribile sorte della figlia, malata lucida e spalla consolante per il genitore afflitto. L'assoluta mancanza di inseguimenti al cardiopalma e di scene splatter schifide non cozzano con il vero punto focale della sceneggiatura. Non si ode sparo che non sia di sollievo da una morte dolorosa, v'e costante presenza di solidarietà tra vicini di casa e conoscenti, vittime di perdite dolorose, contrapposta alla paura che tutto ciò non si possa fermare se non vengono prese decisioni abominevoli.
La pellicola di Hobson, parliamoci chiaro, trae grossi vantaggi dalla presenza di un invecchiato Schwarzenegger, la cui carriera di attore, distante anni luce da vecchi stereotipi muscolari, prende strade più consapevoli per la sua età e ne nobilita la prova d'attore, credibilissima e lodevole. L'instancabile Barbaro e l'invincibile cyborg Terminator lasciano spazio per un momento all'uomo giusto, che con l'ottima coadiuvante Breslin forma un duo ben affiatato.
Coraggiosamente riuscito
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