no_data
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giovedì 10 settembre 2015
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ottimo film italiano alla mostra di venezia
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Concordo con una recensione di un critico che dice "ll regista napoletano regala al Festival di Venezia 2015 uno dei pochi gioielli della Mostra di quest'anno." Il film è emozionate ed estremamente sentito. Si ispira a vicende vere e riesce a comunicare la complessità emotiva di situazioni in cui si trovano bambini contesi da genitori di diverse nazionalità. Il film, nonostante l’argomento, riesce a non cadere nel melodrammatico e ha anche un ritmo interessante nella parte della ricerca del bambino, diventando quasi un thriller. Ottimo film, sicuramente da vedere
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flaw54
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domenica 27 settembre 2015
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un argomento attuale
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Poco pubblicizzato, presente in una sola sala a Firenze:tufto lasciava pensare ad una mazzata pazzesca e invece le cose non stanno così. È un buon gilm, triste, talvolta disperato che ritrova la prima luce, come sostiene il mio amico Andrea, solo nel finale in mezzo al grigiore di una Santiago povera e periferica. È il dramma delle separazioni, definiamole internazionali. Scamarcii dà corpo ad un avvocato barese che non riesce a dare vivacità alla sua famiglia e si ritrova a ricercare moglie e figlio in un mondo lontano e ostile. Si dimostra bravo, anche se con una recitazione senza guizzi, anche se forse è questa la volontà del regista. È un film fatto di silenzi, che hanno in questo caso i n senso perché mettono in evidenza da un latoil vuoto d una famiglia e dall'altro il profondo dexiderio ci ricomporre qualcosa che si sta frantumando.
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siebenzwerg
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sabato 26 settembre 2015
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antropologico
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Film duro, che affronta il tema dei figli contesi, nei matrimoni misti, tra due nazionalità ma soprattutto è sull'odio distruttivo che c'è nelle relazioni d'amore e che travolge i malcapitati figli di quell'amore. Lo fa con passione e misura al tempo stesso. Scamarcio è ben calato nel personaggio, la moglie Ramirez un po' monocorde nel suo essere testarda e insensibile, il bambino perfetto. Resto nelle 3 stelle perché ho trovato la regia in definitiva priva di slanci, anche in situazioni emotivamente di spicco, inquadrature e fotografia quasi televisive, senza negarle il merito di aver seguito sempre con partecipazione, nei piccoli movimenti, come nel ritmo del montaggio, le sfumature del percorso tormentato del protagonista.
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Film duro, che affronta il tema dei figli contesi, nei matrimoni misti, tra due nazionalità ma soprattutto è sull'odio distruttivo che c'è nelle relazioni d'amore e che travolge i malcapitati figli di quell'amore. Lo fa con passione e misura al tempo stesso. Scamarcio è ben calato nel personaggio, la moglie Ramirez un po' monocorde nel suo essere testarda e insensibile, il bambino perfetto. Resto nelle 3 stelle perché ho trovato la regia in definitiva priva di slanci, anche in situazioni emotivamente di spicco, inquadrature e fotografia quasi televisive, senza negarle il merito di aver seguito sempre con partecipazione, nei piccoli movimenti, come nel ritmo del montaggio, le sfumature del percorso tormentato del protagonista. Interessante il finale, che non anticipo, ma di cui dico solo che può risultare ben diverso da quello che appare, in una gamma che va dalla distensione alla disperazione. Se non sapessimo che questi fatti e questi comportamenti si verificano di continuo, quando coesistono l'amore per il figlio e l'avversione per il partner - e il film non fa che riproporli realisticamente - guardandoli qui con un minimo di distanza, sembrano follia, completamente fuori da un equilibrio di umanità, eppure forse è il meglio che in casi simili riusciamo a a fare...
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vanessa zarastro
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sabato 4 febbraio 2017
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solitudini specchiate
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Marco e Martina hanno un figlio Mateo e vivono insieme a Bari dove lui fa l’avvocato. Qui i due abitano in un appartamento moderno con il terrazzo che guarda il mare, arredato con mobili e oggetti di design. Ma ciò non basta a Martina:è sudamericana e si sente infelice in una realtà in cui non s’identifica e con un uomo che probabilmente non ama più e che è troppo prese dal suo lavoro per accorgersi della tristezza di lei. Pertanto decide di tornare nel suo paese a Santiago. Parte quasi di nascosto portandosi via il bambino nonostante il padre non fosse affatto d’accordo. Infatti, Marco si rivolge ai legali e alla fine va anche lui in Cile alla ricerca di Mateo e Martina che nel frattempo aveva fatto perdere tutte le tracce.
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Marco e Martina hanno un figlio Mateo e vivono insieme a Bari dove lui fa l’avvocato. Qui i due abitano in un appartamento moderno con il terrazzo che guarda il mare, arredato con mobili e oggetti di design. Ma ciò non basta a Martina:è sudamericana e si sente infelice in una realtà in cui non s’identifica e con un uomo che probabilmente non ama più e che è troppo prese dal suo lavoro per accorgersi della tristezza di lei. Pertanto decide di tornare nel suo paese a Santiago. Parte quasi di nascosto portandosi via il bambino nonostante il padre non fosse affatto d’accordo. Infatti, Marco si rivolge ai legali e alla fine va anche lui in Cile alla ricerca di Mateo e Martina che nel frattempo aveva fatto perdere tutte le tracce.
Sarà una lunga e lenta ricerca, con contrapposizioni verbali e anche legali: Martina pur di ottenere la custodia esclusiva del figlio accusa Marco di violenza. Finirà con una sorta di compromesso in cui non ci sono né vincitori né vinti, solo tanta amarezza per un amore finito così e per il dispiacere di vedere un bambino di sette anni sballottato e triste. Bravi tutti e tre gli interpreti.
Vincenzo Marra, dopo aver lavorato come fotografo e anche con registi come Martone e Bechis, con questo film ci vuole mostrare due solitudini in due realtà urbane diverse (e anche due sistemi giuridici differenti) dal mare di Bari alla metropoli di Santiago del Cile. Al disagio di Martina in Italia, perfino in un contesto dimensionalmente controllabile come quello della provincia del meridione, fa da controcanto la solitudine di Marco in una città di più di sei milioni di abitanti cresciuta a dismisura tra grattacieli e callampas (le baraccopoli cilene) che presenta modalità diversi dell’abitare.
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flyanto
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mercoledì 30 settembre 2015
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quanto è dolorosa una separazione
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Quanto possa essere doloroso e difficile un divorzio e quanto per l'amore di un figlio si possa accettare e sopportare è ben evidenziato nel film di Vincenzo Marra "La Prima Luce" .
Il protagonista è un avvocato italiano (Riccardo Scamarcio) che vive a Bari con la moglie sudamericana (Daniela Ramirez) ed il loro figlio di circa otto anni. In seguito ad alcune incomprensioni comuni di coppia la moglie decide di ritornare nel proprio paese natio e di portare con sè il figlio, nonostante l'ovvia opposizione del padre, che peraltro è molto attaccato affettivamente al bambino. La donna riesce comunque a raggiungere il suo paese ed a nascondere il figlio al padre quando questi li raggiunge in loco.
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Quanto possa essere doloroso e difficile un divorzio e quanto per l'amore di un figlio si possa accettare e sopportare è ben evidenziato nel film di Vincenzo Marra "La Prima Luce" .
Il protagonista è un avvocato italiano (Riccardo Scamarcio) che vive a Bari con la moglie sudamericana (Daniela Ramirez) ed il loro figlio di circa otto anni. In seguito ad alcune incomprensioni comuni di coppia la moglie decide di ritornare nel proprio paese natio e di portare con sè il figlio, nonostante l'ovvia opposizione del padre, che peraltro è molto attaccato affettivamente al bambino. La donna riesce comunque a raggiungere il suo paese ed a nascondere il figlio al padre quando questi li raggiunge in loco. Inizia così una lunga ed estenuante battaglia legale tra i due coniugi sull'affidamento e le visite riguardanti il figlio che culminano con delle richieste piuttosto severe a favore della madre. Ma per amore del figlio, l'uomo, sebbene riluttante all'inizio, deciderà di arrendersi e di accettare le suddette condizioni impostegli perchè così si verifica essere la soluzione migliore per tutti, per il bambino in primis.
Vincenzo Marra in maniera quanto mai lucida e lineare presenta la situazione critica e difficile della separazione tra due coniugi. Egli analizza con precisione i punti di vista di due individui, evidenziando l'egoismo e la durezza, in questo caso, della donna, e la disponibilità e l'amore sconfinato per il figlio dell'uomo. Il regista non si schiera con nessuno apertamente, ma sicuramente avendo tratteggiato un ritratto di uomo come quello che si evince dalla pellicola, risulta evidente che stia un poco più dalla parte di quest'ultimo, ma quello che è più importante in tutta la vicenda è la conclusione e cioè la decisione di accettare la soluzione più ottimale ai fini del bene della prole che poi è quella che soffre di più e che soprattutto non possiede alcuna colpa.
Bravo e naturale nella sua recitazione Riccardo Scamarcio ed efficace anche Daniela Ramirez che consegna un ritratto di donna piuttosto scostante e freddo.
Interessante.
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maumauroma
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giovedì 1 ottobre 2015
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la prima luce
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A Bari,Martina,giovane madre sudamericana ha avuto un figlio,Mateo,da Marco,avvocato.Stanca di tutto,del compagno.del suo lavoro,della citta' in cui vive,decide di tornare nel paese natale portandosi via il figlio.A Marco non restera' altro che imbarcarsi in un difficilissimo viaggio alla ricerca del figlio.Il film di Vincenzo Marra non spiega (o non vuole spiegare) a sufficienza le ragioni che spingono Martina a questa decisione.Allo spettatore Marco appare un bravo padre,affettuoso con il figlio,e anche tutto sommato con la madre,per cui il comportamento insopportabilmente anaffettivo della compagna nei suoi confronti e il suo rancore esistenziale (lo accusa di ogni nefandezza)appare incomprensibile e incongruente.
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A Bari,Martina,giovane madre sudamericana ha avuto un figlio,Mateo,da Marco,avvocato.Stanca di tutto,del compagno.del suo lavoro,della citta' in cui vive,decide di tornare nel paese natale portandosi via il figlio.A Marco non restera' altro che imbarcarsi in un difficilissimo viaggio alla ricerca del figlio.Il film di Vincenzo Marra non spiega (o non vuole spiegare) a sufficienza le ragioni che spingono Martina a questa decisione.Allo spettatore Marco appare un bravo padre,affettuoso con il figlio,e anche tutto sommato con la madre,per cui il comportamento insopportabilmente anaffettivo della compagna nei suoi confronti e il suo rancore esistenziale (lo accusa di ogni nefandezza)appare incomprensibile e incongruente.Forse,ma non lo sapremo mai,Marco ha una seconda vita nascosta e illegale,(usura?,violenza?).Comunque il film risulta piacevole,ben interpretato e diretto e,soprattutto nella seconda parte ambientata a santiago(?) quasi avvincente.Certo,raramente si e' vista una figura di avvocato cosi'ingenua e sprovveduta come quella di Marco.
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stefanocapasso
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domenica 18 giugno 2017
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una separazione che può far crescere
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Marco e Martina vivono a Bari ed hanno un figlio di 7 anni. Lui avvocato sempre occupato dal lavoro, lei sola in un paese straniero, viene dal sud America. Il loro rapporto è ormai gelido, e Martina pensa solo a tornare ne suo paese. Ma c’è il problema del bambino che il padre non vuole assolutamente lasciare andare. Martina decide di fuggire con il figlio e per Marco comincerà un lungo viaggio alla sua ricerca.
Film avvincente questo di Vincenzo Marra, che parla di un dramma abbastanza comune, quello delle separazioni e della ricaduta sui figli. Il tono narrativo rimane sempre molto asciutto, raccontando in modo neutro, senza mai prendere le parti dei protagonisti, il dramma esistenziale di due persone che si trovano ad affrontare un periodo della vita cosi complicato come quello della separazione.
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Marco e Martina vivono a Bari ed hanno un figlio di 7 anni. Lui avvocato sempre occupato dal lavoro, lei sola in un paese straniero, viene dal sud America. Il loro rapporto è ormai gelido, e Martina pensa solo a tornare ne suo paese. Ma c’è il problema del bambino che il padre non vuole assolutamente lasciare andare. Martina decide di fuggire con il figlio e per Marco comincerà un lungo viaggio alla sua ricerca.
Film avvincente questo di Vincenzo Marra, che parla di un dramma abbastanza comune, quello delle separazioni e della ricaduta sui figli. Il tono narrativo rimane sempre molto asciutto, raccontando in modo neutro, senza mai prendere le parti dei protagonisti, il dramma esistenziale di due persone che si trovano ad affrontare un periodo della vita cosi complicato come quello della separazione. Momento difficile che può diventare anche un periodo di crescita interiore, come succede per il protagonista che alla fine riesce a capire quanto sia importante l’ascolto dell’altro e tentare di vivere in armonia con le differenze esigenze di chi gli sta vicino. Cambiando cosi il modo di soddisfare i propri bisogni
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no_data
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lunedì 28 settembre 2015
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un film molto coraggioso
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E' il primo film che tratta un dramma purtroppo molto comune: la sottrazione di un bambino ad opera di uno dei genitori. Marra ha avuto il coraggio di rompere un tabu' consolidato e mostrare il livello di incredibile violenza psicologica che si fa anche sull'altro genitore, quello che subisce la sottrazione. Riccardo Scamaracio si rivela per me come un attore drammatico di grande levatura, perche' interpreta il ruolo di un perdente. Un padre annichilito dalla scomparsa del figlio. Svuotato, incapace di costruire un presente ed un futuro. Non so davvero come sia riuscito d entrare in un ruolo cosi' vero, perche' di padri cosi' non se ne parla mai, nelle nostre societa'. Eppure ne esistono migliaia, soltanto in Italia.
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