flyanto
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lunedì 22 giugno 2015
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riti ancestrali ed usanze cittadine alquanto deplo
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Un film decisamente interessante e nuovo nel panorama cinematografico che si discosta dall'essere un documentario ma che funge da testimonianza diretta di terre lontane e poco conosciute. L'andamento lento e ben scandito è proprio quello di un documentario e riflette la vita monotona e senza fretta che le popolazioni guatemalteche degli altopiani vicini, appunto, ad un grosso e superstiziosamente adorato, nonchè temuto, vulcano conducono inesorabilmente coltivando la terra o, più precisamente, le piantagioni di caffè. Tra gli individui di queste piantagioni vi è una ragazza, di nome Maria, la quale aiuta i genitori nei campi e che si è invaghita, ricambiata, di un giovane bracciante locale.
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Un film decisamente interessante e nuovo nel panorama cinematografico che si discosta dall'essere un documentario ma che funge da testimonianza diretta di terre lontane e poco conosciute. L'andamento lento e ben scandito è proprio quello di un documentario e riflette la vita monotona e senza fretta che le popolazioni guatemalteche degli altopiani vicini, appunto, ad un grosso e superstiziosamente adorato, nonchè temuto, vulcano conducono inesorabilmente coltivando la terra o, più precisamente, le piantagioni di caffè. Tra gli individui di queste piantagioni vi è una ragazza, di nome Maria, la quale aiuta i genitori nei campi e che si è invaghita, ricambiata, di un giovane bracciante locale. Essendo però promessa sposa al più vecchio di lei padrone della piantagione, ella ha difficoltà a portare avanti una relazione amorosa col suo amato che peraltro ha il progetto di abbandonare quelle terre quanto prima alla volta degli Stati Uniti e di cercare lì una possibile migliore vita ed, in conclusione, lasciare sicuramente Maria. Da un incontro occasionale con lui, Maria nel frattempo rimane incinta e, dovendo nascondere il suo stato al futuro sposo che ovviamente la pretende vergine, escogita con l'aiuto dei propri familiari ogni mezzo al fine di disfarsi del nascituro. Tenta così una pratica inusuale e poco ortodossa per procurarsi un aborto, fallendo, decide di affidarsi a dei riti "magici" in onore del sovrastante vulcano, finchè dovrà arrendersi alla realtà di far nascere il "frutto del peccato", che si rivelerà poi essere una bimba, e, dopo svariati avvenimenti, andarne anche alla ricerca, essendo stato venduto dall'ospedale ad una famiglia impossibilitata a procreare.
Quello che è più interessante di tutta la pellicola è proprio la rappresentazione diretta di un mondo lontano e poco conosciuto, che vive ancora secondo delle credenze e dei rituali ancestrali che hanno a che fare direttamente con le forze della natura. Il regista Jayro Bustamante, qui al suo primo lungometraggio, confeziona in maniera perfetta e ben scandita un'opera quanto mai interessante che funge, come sopra enunciato, da testimonianza diretta di realtà ancora poco conosciute. Ma la sua pellicola non si risolve, appunto, essere un freddo ed asettico, sia pure interessante, documentario, bensì un'opera lirica in tutte le sue parti che induce direttamente lo spettatore a riflettere ed a prendere coscienza di realtà superate e considerate nell'epoca contemporanea quanto mai assurde nonchè misteriose. Anche la non troppo velata denuncia che Bustamante fa a tutto il sistema ospedaliero e legale riguardo le adozioni dei nascituri induce a pensare molto profondamente su come le classi cittadine più colte si approfittino della povera gente ignorante e proveniente da aree desolate ed ancora legate ad uno stile di vita, se non primitivo, sicuramente ampiamente superato.
Ottima la regia, ottima la giovane che interpreta il personaggio di Maria, insomma un vero e piccolo gioiello di film che mi sento di consigliare vivamente a chi è interessato al genere.
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giovedì 21 gennaio 2016
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una ragazza maya
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Un' opera prima di grande bellezza.
Il regista Bustamante racconta la storia vera di una ragazzina di origine Maya che vive in campagna con i genitori alle pendici di un vulcano attivo,
lavorando in una piantagione di caffè e sognando di andare con Pepe a vivere in città.
I genitori hanno organizzato per lei un matrimonio con un uomo più grande ma Pepe la mette incinta e parte.
Maria avrà una bambina che sarà venduta.
Il regista da bambino ha vissuto nelle zone guatemalteche abitate dai Maya, conosce i linguaggi , i rituali e le tradizioni immutabili che da sempre si tramandano di madre in figlia ed è riuscito ad infondere al suo lungometraggio la forza del realismo e a documentarne la vita quotidiana primitiva ma di profondo legame di quella gente con il vulcano locale.
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Un' opera prima di grande bellezza.
Il regista Bustamante racconta la storia vera di una ragazzina di origine Maya che vive in campagna con i genitori alle pendici di un vulcano attivo,
lavorando in una piantagione di caffè e sognando di andare con Pepe a vivere in città.
I genitori hanno organizzato per lei un matrimonio con un uomo più grande ma Pepe la mette incinta e parte.
Maria avrà una bambina che sarà venduta.
Il regista da bambino ha vissuto nelle zone guatemalteche abitate dai Maya, conosce i linguaggi , i rituali e le tradizioni immutabili che da sempre si tramandano di madre in figlia ed è riuscito ad infondere al suo lungometraggio la forza del realismo e a documentarne la vita quotidiana primitiva ma di profondo legame di quella gente con il vulcano locale.
Un film ambientato in Guatemala che affronta le contraddizioni del mondo contemporaneo, della civiltà delle nostre città dove incombe un destino di sfruttamento perfino peggiore e denuncia il traffico dei bambini.
Il regista filma tutto con lo stesso sguardo contemplattivo e insieme partecipe.
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Un' opera prima di grande bellezza.
Il regista Bustamante racconta la storia vera di una ragazzina di origine Maya che vive in campagna con i genitori alle pendici di un vulcano attivo,
lavorando in una piantagione di caffè e sognando di andare con Pepe a vivere in città.
I genitori hanno organizzato per lei un matrimonio con un uomo più grande ma Pepe la mette incinta e parte.
Maria avrà una bambina che sarà venduta.
Il regista da bambino ha vissuto nelle zone guatemalteche abitate dai Maya, conosce i linguaggi , i rituali e le tradizioni immutabili che da sempre si tramandano di madre in figlia ed è riuscito ad infondere al suo lungometraggio la forza del realismo e a documentarne la vita quotidiana primitiva ma di profondo legame di quella gente con il vulcano locale.
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Un' opera prima di grande bellezza.
Il regista Bustamante racconta la storia vera di una ragazzina di origine Maya che vive in campagna con i genitori alle pendici di un vulcano attivo,
lavorando in una piantagione di caffè e sognando di andare con Pepe a vivere in città.
I genitori hanno organizzato per lei un matrimonio con un uomo più grande ma Pepe la mette incinta e parte.
Maria avrà una bambina che sarà venduta.
Il regista da bambino ha vissuto nelle zone guatemalteche abitate dai Maya, conosce i linguaggi , i rituali e le tradizioni immutabili che da sempre si tramandano di madre in figlia ed è riuscito ad infondere al suo lungometraggio la forza del realismo e a documentarne la vita quotidiana primitiva ma di profondo legame di quella gente con il vulcano locale.
Un film ambientato in Guatemala che affronta le contraddizioni del mondo contemporaneo, della civiltà delle nostre città dove incombe un destino di sfruttamento perfino peggiore e denuncia il traffico dei bambini.
Il regista filma tutto con lo stesso sguardo contemplattivo e insieme partecipe.
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