Se si pensa che Levinson sia un bravo regista perlomeno quando s'appoggi'a bei plot e script, può far ricredere "The Humbling", il suo maltrattamento del libro di Roth. L'ammasso caotico d'idee e stimoli finisce con l'appiattir'e vanificare sia l'emotività che la riflessione, in un pessimo mumblecore da 72enne dove Greta Gerwig, l'eroina del movimento egoreferenziale, ruota sterilmente attorn'a Pacino alle prese con la propria morte com'attor'e come uomo, sul palco e nella vita, nella finzion'e nella realtà, nel corpo e nella psiche. Metaracconto, bisessualità, deriv'incestuose, pedofili, omicid'impantanati nell'enfatiche lungaggini del protagonista mattatore a briglia sciolte, one man show iperminimalista sui bilanci al tramonto dell'esistenza, quasi un unico monologo poco commedia e poco dramma, poco farsa e poco tragedia, per farla breve poco cinema.
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Se si pensa che Levinson sia un bravo regista perlomeno quando s'appoggi'a bei plot e script, può far ricredere "The Humbling", il suo maltrattamento del libro di Roth. L'ammasso caotico d'idee e stimoli finisce con l'appiattir'e vanificare sia l'emotività che la riflessione, in un pessimo mumblecore da 72enne dove Greta Gerwig, l'eroina del movimento egoreferenziale, ruota sterilmente attorn'a Pacino alle prese con la propria morte com'attor'e come uomo, sul palco e nella vita, nella finzion'e nella realtà, nel corpo e nella psiche. Metaracconto, bisessualità, deriv'incestuose, pedofili, omicid'impantanati nell'enfatiche lungaggini del protagonista mattatore a briglia sciolte, one man show iperminimalista sui bilanci al tramonto dell'esistenza, quasi un unico monologo poco commedia e poco dramma, poco farsa e poco tragedia, per farla breve poco cinema. La crisi di talento e carisma di Simon Axler viene ricalcata dal film, anonimo e indifferente tranne ch'in sporadiche sequenze. Pellicol'a bassissimo costo, girat'a casa di Levinson, ma non è una valida scusante.
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