nicola barbera
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martedì 30 settembre 2014
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si può vendere l'amore a un marito?
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Probabilmente molte lo fanno; Angélique non se la sente. Anche se per il mestiere "notturno" che pratica da decenni non dovrebbe avere problemi... Un conto però è un "cliente", altra cosa quello che dovrebbe essere il compagno della vita.
In un film che corre su un sottile confine tra finzione e verità, Angélique - anziana entraineuse piena di rughe - è rimasta dentro di sé una ragazzina romantica. Dorme tra le bambole in una camera in soffitta e sogna per sè l'amore grande e bello; potrà accettare come marito il cliente abituale e "buon partito" Michel, che pure la adora, la accoglie con sè in una abitazione grande e luminosa, ospita (quasi) senza battere ciglio i quattro figli di lei? Tutto farebbe pensare di sì, ma quando dopo una bella giornata arriva il momento di andare a letto ecco appunto che Angèlique si irrigidisce, si ritrae, rimanda il contatto fisico a quando le nozze saranno celebrate.
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Probabilmente molte lo fanno; Angélique non se la sente. Anche se per il mestiere "notturno" che pratica da decenni non dovrebbe avere problemi... Un conto però è un "cliente", altra cosa quello che dovrebbe essere il compagno della vita.
In un film che corre su un sottile confine tra finzione e verità, Angélique - anziana entraineuse piena di rughe - è rimasta dentro di sé una ragazzina romantica. Dorme tra le bambole in una camera in soffitta e sogna per sè l'amore grande e bello; potrà accettare come marito il cliente abituale e "buon partito" Michel, che pure la adora, la accoglie con sè in una abitazione grande e luminosa, ospita (quasi) senza battere ciglio i quattro figli di lei? Tutto farebbe pensare di sì, ma quando dopo una bella giornata arriva il momento di andare a letto ecco appunto che Angèlique si irrigidisce, si ritrae, rimanda il contatto fisico a quando le nozze saranno celebrate. Di non essere realmente innamorata si rende conto, e lo dice: alle amiche, al figlio di cui più si fida. Ma si convivìncerà a concedere comunque a un marito quello che ha già concesso allo stesso uomo in veste di cliente? E' questo a mio avviso il quesito principale posto dal film, e sarà sciolto solo nelle ultime scene.
Un altro tema di rilievo - che si intreccia ovviamente col precedente - riguarda il tipo di vita condotto dalla protagonista, abituata da sempre a vivere di notte e in piena libertà; Angèlique ha evidentemente nostalgia del night club, delle amiche-colleghe, dei comportamenti sguaiati o licenziosi, delle mangiate e delle bevute collettive. Eppure sembra disposta, sia pure a fatica, a staccarsi da tutto questo per avere un'esistenza più sicura, certo, ma soprattutto per dare ai figli l'immagine di una donna finalmente "seria", rinata a nuova vita. Esiste quindi nel film anche il dilemma della scelta fra "matrimonio-gabbia" e "lavoro-libertà", ma - ripeto - per me non è questo il punto decisivo, quello che determinerà la scelta finale.
Infine il terzo tema conduttore risiede nel singolare rapporto tra Angèlique in quanto madre e i suoi figli, a loro volta piuttosto diversi l'uno dall'altro. E qui il discorso si farebbe più sottile ma sarebbe anche lungo, mi limito a consigliare a chi vedrà il film di fare caso ai differenti caratteri e alle reazioni di ciascuno dei quattro figli alla "bella notizia" del matrimonio. Sarà davvero quello "che la capisce di più" a intuire quale sarà la fine della storia?
In conclusione, penso che Party girl sia un film forse non del tutto riuscito (manca un po' di ritmo, e soprattutto qualche "colpo d'ala") ma tutto sommato interessante; certamente più complesso nelle sue implicazioni di quello che la trama - apparentemente piuttosto banale - lascerebbe immaginare.
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flyanto
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mercoledì 8 ottobre 2014
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una donna troppo in ritardo per cambiare vita
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Film in cui si racconta di una non più giovane prostituta, di nome Angélique, la quale decide di cambiare vita andando a convivere e poi a sposarsi con un suo cliente che si è perdutamente innamorato di lei. Nel frattempo, la donna riallaccia anche i rapporti, saltuari o addirittura interrotti, con i suoi quattro figli avuti da quattro uomini diversi. Ma l'epilogo non sarà positivo come sperato... [+]
Film in cui si racconta di una non più giovane prostituta, di nome Angélique, la quale decide di cambiare vita andando a convivere e poi a sposarsi con un suo cliente che si è perdutamente innamorato di lei. Nel frattempo, la donna riallaccia anche i rapporti, saltuari o addirittura interrotti, con i suoi quattro figli avuti da quattro uomini diversi. Ma l'epilogo non sarà positivo come sperato...
Questa storia, girata a tre mani da uno dei reali protagonisti che impersonanoi figli di Angélique insieme a due collaboratrici, è molto forte e delicata allo stesso tempo: si evince chiaramente da come con toccante sensibilità viene presentato il dramma vissuto da Angélique che la pellicola conta della presenza di due figure femminili che ben vi si addentrano e ben lo presentano. Al di là della storia in sè che può risultare una comune vicenda, ciò che rende pregevole la pellicola sono, appunto, il dramma ed i sentimenti combattuti e sinceri, ma uno contrario all'altro, che turbano profondamente la protagonista la quale, si intuisce, essere una donna che ha tanto sofferto e che si è sempre arrangiata come meglio ha potuto per non soccombere. Qui, il personaggio di Angélique non è quello, tutto sommato sereno, della prostituta Irina Palm interpretata da Marianne Faithfull nell'omonimo film, ma un personaggio dolente, solo, che trova la propria sicurezza interiore solo dentro le quattro mura dello squallido locale di lap dance dove lavora, tra colleghe/amiche anch'esse duramente provate dalla vita. Ed un personaggio così strutturato non può che giustificare l'unico e possibile epilogo che si accorda quanto mai allo spirito ed alla vicenda in generale di quest'opera. Quello, infatti, che all'inizio potrebbe far sembrare e sperare allo spettatore in un finale risolutivo positivo, in realtà non avviene e molto realisticamente (e qui, a mio parere, sta il pregio del film che così si discosta dall'essere un feuilleton contemporaneo) la vicenda termina con una soluzione estrema, inevitabile ed ovviamente dolorosa e fortemente drammatica.
Da rimarcare l'ottima interpretazione di Angélique Litzenburger che impersona la prostituta Angélique, rendendo credibile il proprio personaggio misto di sensibilità, buon cuore, sfiducia, dolore ed amarezza allo stesso tempo. Ma anche Joseph Bour non risulta da meno nel ruolo dello spasimante e futuro marito di Angélique, solo, di buon cuore e forse troppo ingenuo e fiducioso. I figli di Angélique sono interpretati dagli stessi figli della Litzenburger e da qui si giustifica la naturale ed evidente empatia esistente tra loro.
Un piccolo gioiello.
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angelo umana
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martedì 4 novembre 2014
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nunn'è cosa
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Sai che d’è, nunn’è cosa cantavano in una vecchia canzone napoletana. Nunn’è cosa che Angélique, intrattenitrice di uomini in un night, dalla lunga carriera, ormai sfiorita e sfiorente di sigarette e alcol, ridotta ad aspettare al banco del bar qualche raro cliente ([+]
Sai che d’è, nunn’è cosa cantavano in una vecchia canzone napoletana. Nunn’è cosa che Angélique, intrattenitrice di uomini in un night, dalla lunga carriera, ormai sfiorita e sfiorente di sigarette e alcol, ridotta ad aspettare al banco del bar qualche raro cliente (per strada più nessuno ha freddo e cerca più di te cantava Battisti), possa accettare di cambiar completamente vita e sposare Michel, ex minatore in pensione, ricco di amici per bevute e per il tiro al piattello, prima frequentatore del locale e poi solo spasimante sincero e generoso per l’anziana Private Dancer(canzone di Tina Turner). Lui vorrebbe fare tutto a assieme a lei, la spesa, dormire, godere del tanto tempo libero e perfino scorreggiare.
Lei racconta alle colleghe, che presto dovrà salutare in un addio commovente per trasferirsi a casa del fidanzato, di aver abitato in tutta la strada, per via della compagnia fatta a clienti che la desideravano per la notte. Molto bella era Angélique, si vede dalle foto di quando era più giovane, molto belli restano i suoi occhi verdi, e dolce e gentile o non sguaiata è la persona, salvo quando l’alcol le fafare azioni non esatte (dalla canzone Sognando di Don Backy, e fa quattro citazioni musicali).
Nonostante i suoi dubbi il matrimonio infine si è celebrato, forse la cerimonia e la festa che ne segue è – come per molte donne o uomini – ‘il giorno più bello della vita’. Così è stato per la nostra – ispira affetto e tenerezza il personaggio – Party Girl: le dediche e gli auguri che al ristorante le hanno fatto i suoi quattro figli erano un sincero atto d’amore, pure se Angélique li ha avuti da padri diversi di cui nemmeno si ricorda. L’ultima figlia ha solo 16 anni, le fu tolta e data a una famiglia affidataria quando la piccola aveva sei anni. Deve essere stato un giorno molto bello, quello delle nozze, perché è riuscita a raccoglierli e rivederli tutti assieme, coi nipotini e le amiche del night-club: in questo è consistito il ‘suo’ privato giorno più bello. Già la notte successiva alle nozze confessa a Michel di non amarlo. La rivediamo nel finale andarsene sola a piedi nella notte e ballare poi in un locale con sconosciuti al suono proprio della canzone Party Girl, quella in fondo era la sua vita, da gabbiano libero, senza affetti singoli e forse coartanti, ai quali non ha mai avuto l’abitudine.
Le scene conclusive potrebbero da sole valere più di tutto il film (Camera d’Or al festival di Cannes 2014), mai troppo empatizzante con lo spettatore. Ambientato nella Francia dei confini con Belgio Olanda e Germania, diretto da tre registi: uno è Samuel Theis, giusto il figlio della protagonista Angélique Litzenburger.
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