Party Girl |
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Un film di Marie Amachoukeli-Barsacq, Claire Burger, Samuel Theis.
Con Angélique Litzenburger, Joseph Bour, Mario Theis, Samuel Theis.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Francia 2014.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 2 ottobre 2014.
MYMONETRO
Party Girl
valutazione media:
2,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Si può vendere l'amore a un marito?di Nicola BarberaFeedback: 8884 | altri commenti e recensioni di Nicola Barbera |
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martedì 30 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Probabilmente molte lo fanno; Angélique non se la sente. Anche se per il mestiere "notturno" che pratica da decenni non dovrebbe avere problemi... Un conto però è un "cliente", altra cosa quello che dovrebbe essere il compagno della vita. In un film che corre su un sottile confine tra finzione e verità, Angélique - anziana entraineuse piena di rughe - è rimasta dentro di sé una ragazzina romantica. Dorme tra le bambole in una camera in soffitta e sogna per sè l'amore grande e bello; potrà accettare come marito il cliente abituale e "buon partito" Michel, che pure la adora, la accoglie con sè in una abitazione grande e luminosa, ospita (quasi) senza battere ciglio i quattro figli di lei? Tutto farebbe pensare di sì, ma quando dopo una bella giornata arriva il momento di andare a letto ecco appunto che Angèlique si irrigidisce, si ritrae, rimanda il contatto fisico a quando le nozze saranno celebrate. Di non essere realmente innamorata si rende conto, e lo dice: alle amiche, al figlio di cui più si fida. Ma si convivìncerà a concedere comunque a un marito quello che ha già concesso allo stesso uomo in veste di cliente? E' questo a mio avviso il quesito principale posto dal film, e sarà sciolto solo nelle ultime scene. Un altro tema di rilievo - che si intreccia ovviamente col precedente - riguarda il tipo di vita condotto dalla protagonista, abituata da sempre a vivere di notte e in piena libertà; Angèlique ha evidentemente nostalgia del night club, delle amiche-colleghe, dei comportamenti sguaiati o licenziosi, delle mangiate e delle bevute collettive. Eppure sembra disposta, sia pure a fatica, a staccarsi da tutto questo per avere un'esistenza più sicura, certo, ma soprattutto per dare ai figli l'immagine di una donna finalmente "seria", rinata a nuova vita. Esiste quindi nel film anche il dilemma della scelta fra "matrimonio-gabbia" e "lavoro-libertà", ma - ripeto - per me non è questo il punto decisivo, quello che determinerà la scelta finale. Infine il terzo tema conduttore risiede nel singolare rapporto tra Angèlique in quanto madre e i suoi figli, a loro volta piuttosto diversi l'uno dall'altro. E qui il discorso si farebbe più sottile ma sarebbe anche lungo, mi limito a consigliare a chi vedrà il film di fare caso ai differenti caratteri e alle reazioni di ciascuno dei quattro figli alla "bella notizia" del matrimonio. Sarà davvero quello "che la capisce di più" a intuire quale sarà la fine della storia? In conclusione, penso che Party girl sia un film forse non del tutto riuscito (manca un po' di ritmo, e soprattutto qualche "colpo d'ala") ma tutto sommato interessante; certamente più complesso nelle sue implicazioni di quello che la trama - apparentemente piuttosto banale - lascerebbe immaginare.
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