purplerain
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sabato 19 ottobre 2013
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vederlo è tempo specato!!!
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Eccoci di fronte all’ennesima commedia italiana mal riuscita. Peccato perché le premesse sembravano buone e la presenza di un simpaticone come Pannofino mi aveva convinto che poteva esserci qualcosa di buono!! Mi sbagliavo!! Rapiti da un gruppo di improbabili pirati, i quattro italiani si trovano a dover gestire una situazione difficile in attesa che lo stato italiano faccia qualcosa per liberarli. Inutile dire che i pirati erano tutt’altro che credibili; un gruppo di zulu che non sapevano neanche tenere un fucile, ci sarebbe quasi da parlare di razzismo. Taciamo poi sulle presunte qualità recitative della Surina, la quale non abbina la sua smisurata bellezza ad una performance recitativa che lascia il tempo che trova e molto a desiderare: sembra quasi che di fronte ai mitra le scappi da ridere anziché altro.
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Eccoci di fronte all’ennesima commedia italiana mal riuscita. Peccato perché le premesse sembravano buone e la presenza di un simpaticone come Pannofino mi aveva convinto che poteva esserci qualcosa di buono!! Mi sbagliavo!! Rapiti da un gruppo di improbabili pirati, i quattro italiani si trovano a dover gestire una situazione difficile in attesa che lo stato italiano faccia qualcosa per liberarli. Inutile dire che i pirati erano tutt’altro che credibili; un gruppo di zulu che non sapevano neanche tenere un fucile, ci sarebbe quasi da parlare di razzismo. Taciamo poi sulle presunte qualità recitative della Surina, la quale non abbina la sua smisurata bellezza ad una performance recitativa che lascia il tempo che trova e molto a desiderare: sembra quasi che di fronte ai mitra le scappi da ridere anziché altro. Per quanto riguarda la coppia di napoletani, il tutto si riduce ad un tentativo, davvero poco riuscito, di emulare i vari Salemme o Siani parlando in dialetto e buttando qua e là qualche battuta sporadica spesso rivolta a chi il napoletano non lo parla sperando di far nascere sorrisi, senza riuscirci, per coprire vuoti di sceneggiatura e di narrazione, oltre che pecche di recitazione!!Compito fallito perché ormai le battute in dialetto napoletano sono stantie e bisogna saperle fare, la storiella dell’italiano medio che cerca di approfittare di una situazione per rubare soldi regge per poco poiché probabilmente in quella situazione forse anche uno straniero avrebbe agito così, e non c’è una sola scena che faccia scattare il sorriso, ma ci sono invece molte scene che fanno scattare un solo pensiero: ma quando finisce?
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marzia rosa
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domenica 6 ottobre 2013
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l'italia?meglio l'africa
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ho visto il film, piangevo dalle risate,ironico e realistico,mostrando come si fatica a sbarcare il lunario,le raccomandazioni e la disoccupazione,comunque con un lieto fine
i due professori che ammettono i loro sentimenti e decidono di tornare a casa,i due napoletani(lui sposato e con figlio)di rimanere in africa a godersi la vita,una scena che
mi ha fatto molto ridere il sequestratore gay innamorato di Catello(il napoletano) e la giovane professoressa che sembrava lilli gruber. voto 8 al film e agli attori.
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(di marzia rosa)
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gigin1002
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lunedì 8 luglio 2013
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un film fatto bene !!
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Trama carina . Bel cast . Film organizzato e recitato bene . Un finale non 'tototruffa' ma sorprendentemente carino e incandescente . Un buon grado di comicità e si ride con gusto ed intelligenza . Il film fa vedere , rispecchia diciamo , l'ingenuità dell italiano .
voto 4\5 e 8\10 .
Bello .
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rfmcenci
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venerdì 3 maggio 2013
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recensione: sono un pirata sono un signore
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Sono un pirata, sono un signore è un mix tra un cine-panettone alla De Sica figlio ed una commedia/tragedia napoletana con un finale che è un tentativo di tototruffa.
La storia è ambientata in una località non specificata dell’Africa: i pirati parlano inglese, anche se stentato, con i rapiti e tra di loro comunicano in una lingua che non è il francese, quindi escludendo la zona francofona africana e, dati i tratti somatici, la zona araba, rimane l’africa sub-sahariana dalla Nigeria in giù.
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Sono un pirata, sono un signore è un mix tra un cine-panettone alla De Sica figlio ed una commedia/tragedia napoletana con un finale che è un tentativo di tototruffa.
La storia è ambientata in una località non specificata dell’Africa: i pirati parlano inglese, anche se stentato, con i rapiti e tra di loro comunicano in una lingua che non è il francese, quindi escludendo la zona francofona africana e, dati i tratti somatici, la zona araba, rimane l’africa sub-sahariana dalla Nigeria in giù. Dato che due dei quattro protagonisti sono arrivati con una barchetta a vela, davvero hanno circumnavigato mezza Africa? Ma soprattutto, perché questa domanda se la pone un critico cinematografico e non lo sceneggiatore?
Gli africani sono caratterizzati esattamente come qualsiasi becero luogo comune vuole: hanno tutti le treccine, tutti fumano, tutti hanno vestiti larghi e colorati, sono armati, strillano, nel muoversi sembrano scimmioni, strattonano, si spingono e mettono le mani addosso alle donne; ma il fatto che non abbiamo l’anello al naso è un notevole passo avanti per la cinematografia italiana.
Sebbene nessuno si aspetti niente da Pannofino, la sua ottima prestazione nella serie tv Boris farebbe pensare ad un’evoluzione. Neanche a dirlo. Veronica Mazza ed Eduardo Tartaglia comunicano solo in dialetto napoletano, tanto che la maggior parte dei dialoghi serve a spiegare che cosa si sono appena detti: questo rende lo svolgimento della storia molto più lento del necessario. Maurizio Mattioli con la sua classe, con la sua eleganza e le sue innate doti artistiche corona il quadro del cast.
Una commedia per essere tale deve far ridere, ma in questo film le battute “divertenti” sono così banali, volgari e prive di alcun senso che nelle rare occasioni in cui riescono a far sorridere lo spettatore lo fanno vergognare per la bassezza di quello che sta vedendo.
Voto: n.c.
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mammut
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venerdì 19 aprile 2013
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e' troppo brutto, mezza stella e' anche troppo
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Piccolo tentativo, riuscito, di pennichella al primotempo, secondo tentativo ancora andato a buon fine inizio secondo tempo e finale russando. Non si può, si ammazza il cinema e la commedia italia. Ma chi è lo sceneggiatore?Pazzesco
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