tim_darkshadows
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martedì 6 agosto 2013
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medriocre rivisitazione di una favola classica
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Poche favole classiche non sono state ancora sfruttate da questo filone che rilegge le classiche favole in chiave gotica e moderna, “Jack e il Fagiolo Magico” è una di quelle, e il regista Bryan Singer (autore delle pellicole X-Men 1 e 2, Operazione Valchiria e Superman Returna)ha colto l’occassione di sfruttare questa favola, neanche molto famosa, per trarne un film stile Alice in Wonderland, Biancaneve e il Cacciatore e Il Grande e Potenze Oz. Mi dispiace però dire che è uscito un film pacchiano, decisamente scadente e mediocre, un banale mix della classica favola e il banalissimo film d’azione.
In un regno prospero, anni prima una pianta di fagioli che arrivava fino oltre le nuvole, permise ad una popolazione di giganti di invadere la terra, ma grazie ad una corona forgiata appositamente per governarli, che lì sottomettette costringendoli a tornare nel loro mondo, la pianta venne tagliata e i semi malefici assieme alla corona sepolti alla morte del re assieme a lui nel suo loculo.
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Poche favole classiche non sono state ancora sfruttate da questo filone che rilegge le classiche favole in chiave gotica e moderna, “Jack e il Fagiolo Magico” è una di quelle, e il regista Bryan Singer (autore delle pellicole X-Men 1 e 2, Operazione Valchiria e Superman Returna)ha colto l’occassione di sfruttare questa favola, neanche molto famosa, per trarne un film stile Alice in Wonderland, Biancaneve e il Cacciatore e Il Grande e Potenze Oz. Mi dispiace però dire che è uscito un film pacchiano, decisamente scadente e mediocre, un banale mix della classica favola e il banalissimo film d’azione.
In un regno prospero, anni prima una pianta di fagioli che arrivava fino oltre le nuvole, permise ad una popolazione di giganti di invadere la terra, ma grazie ad una corona forgiata appositamente per governarli, che lì sottomettette costringendoli a tornare nel loro mondo, la pianta venne tagliata e i semi malefici assieme alla corona sepolti alla morte del re assieme a lui nel suo loculo. Peccato che il meschino consigliere del re, nonchè promesso sposo della principessa, li desideri così ardentemente, è disposto a tutto pur di possederli per i suoi malefici fini, ovvero quello di scatenare una guerra tra umani e giganti, per poi prendere in possesso la corona e dominarli, sfruttandoli per dominare altre terre, ma i mistici fagioli vengono rubati da un monaco che gli affida ad un misero contadino Jack, che crede che i giganti esistano solo nelle vecchie leggende, disgraziatamente egli annaffierà involontariamente i fagioli, facendo nuovamente crescere la pianta, che trascina con se la casa di Jack (sorgente della pianta), che in quel momento ospitava la principessa Isabel in fuga dalla noiosa vita regale, Jack però si salva e non viene trascinato dai giganti, ma la principessa si. Il re organizza una spedizione, a cui partecipano sia il consiglere che Jack per riportare la donzella a casa, ma questo riaccenderà la vecchia guerra, e dopo che la donzella è stata salvata, con l’aiuto del consiglere del re i giganti fanno ritorno sulla terra, riaccendendo quella guerra placata molto tempo prima.
Il Cacciatore di Giganti, è un mix, mal realizzato, della favola e di un film d’azione alla Bruce Willis e Tom Cruise, iper stereotipato, con una sceneggiatura che dire scarna e orribile sono due arci complimenti, nella quale alcuni passaggi sono accennati o proprio saltati, il tutto mixato da un cupo 3D, che pur rendendo qualche scen gradevole non basta per coprire i numerosissimi buchi di trama. Unici pregi di questo film orribile sono: le scenografie, i costumi e la performance da mattatore di Stanley Tucci. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che questo film, da vedere sgranocchiandosi pop-corn con gli amici, troverà un vasto pubblico, e purtroppo un grande successo. Voto finale: 4.5 .
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il gatto con gli stivali
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lunedì 8 aprile 2013
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i fagioli magici approdano sul grande schermo!
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Ennesima rivisitazione in chiave moderna di una fiaba piuttosto famosa.Questa volta stiamo parlando del racconto popolare inglese "Jack e la pianta di fagioli".Chi di noi non ne ha mai sentito parlare,almeno uno volta,durante il periodo della propria fanciullezza?Sovvengono subito alla mente piacevoli ricordi narrativi,prima del bacio della buonanotte,forieri di sogni incantati ed avventurosi.Qui il regista,pur tenendo fede,grossomodo,alla trama originale,non si esime dal proporre tutta una serie di libere interpretazioni personali,utili a convogliare meglio l'opera in un contesto di spettacolarizzazione cinematografica.Il campionario di cliché c'è tutto:un florido regno lontano,antico e sperduto.
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Ennesima rivisitazione in chiave moderna di una fiaba piuttosto famosa.Questa volta stiamo parlando del racconto popolare inglese "Jack e la pianta di fagioli".Chi di noi non ne ha mai sentito parlare,almeno uno volta,durante il periodo della propria fanciullezza?Sovvengono subito alla mente piacevoli ricordi narrativi,prima del bacio della buonanotte,forieri di sogni incantati ed avventurosi.Qui il regista,pur tenendo fede,grossomodo,alla trama originale,non si esime dal proporre tutta una serie di libere interpretazioni personali,utili a convogliare meglio l'opera in un contesto di spettacolarizzazione cinematografica.Il campionario di cliché c'è tutto:un florido regno lontano,antico e sperduto...un grande castello medievale,dalle chiare ed imponenti mura...l'immancabile re,tanto saldo nei principi etici,quanto miope nelle scelte dei suoi più stretti collaboratori...il cattivone di turno,furbo al punto giusto da irretire la fiducia di tutti,tranne quella dello spettatore,fin dalle prime mosse...una principessa piuttosto annoiata e ribelle...un giovane contadino desideroso di riscattare il suo irrilevante status sociale con inaspettati gesti di coraggio,eroismo ed altre impensabili nobili virtù...e,in ultimo,il piatto forte del menù,quello che da il sapore all'intero banchetto,i tanto cattivi quanto grottescamente sgangherati,giganti...Che dire,quindi,del risultato finale?I personaggi,alquanto infantili nelle caratterizzazioni(il tema,d'altronde,si prestava con naturalezza a tali aspettative),paiono purtroppo poco convincenti,anche se ben sorretti da una trama semplice,certo,ma sicura ed impostata.Talune situazioni,stilizzate e prevedibili,sono valorizzate dall'uso sapiente (e pertinente) degli effetti speciali,con conseguente gradevole fluidità nell'incedere degli eventi.Si notano,qua e la,non pochi riferimenti alla saga de "il signore degli anelli" (ovviamente con meno ispirazione epica),ma anche a pellicole di animazione come "la leggenda di Beowulf" (in una chiave di lettura deliberatamente più soft e politically correct).Film nient'affatto esaltante,dunque,ma nel complesso scorrevole,cadenzato,di buon ritmo e piuttosto godibile.Consigliato alle famiglie ed a tutti coloro che intendono trascorrere un paio d'orette di sana evasione,senza troppi pensieri o pretese concettuali al riguardo.
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donni romani
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sabato 30 marzo 2013
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favola divertente e piena di ritmo
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Nell'ultima stagione ad Hollywood vanno di moda i cacciatori: ha iniziato il buon vecchio Lincoln alla caccia di vampiri, stanno per arrivare anche in Italia Hansel e Gretel cresciuti ed armati a caccia di streghe (entrambi colossali delusioni) e per Pasqua i distributori hanno scelto di divertire grandi e piccini con il giovane contadino Jack a caccia di giganti. Nettamente migliore dei primi due il fantasy liberamente ispirato alla leggenda di Jack e i fagioli magici è una favola divertente e ricca di avventura che non brilla per originalità - ormai effetti speciali e 3D non possono più essere citati fra i motivi di stupore di una pellicola - ma che ha una trama a uno svolgimento avvincente, con personaggi simpatici e un'ambientazione dark quanto basta per intrigare gli spettatori.
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Nell'ultima stagione ad Hollywood vanno di moda i cacciatori: ha iniziato il buon vecchio Lincoln alla caccia di vampiri, stanno per arrivare anche in Italia Hansel e Gretel cresciuti ed armati a caccia di streghe (entrambi colossali delusioni) e per Pasqua i distributori hanno scelto di divertire grandi e piccini con il giovane contadino Jack a caccia di giganti. Nettamente migliore dei primi due il fantasy liberamente ispirato alla leggenda di Jack e i fagioli magici è una favola divertente e ricca di avventura che non brilla per originalità - ormai effetti speciali e 3D non possono più essere citati fra i motivi di stupore di una pellicola - ma che ha una trama a uno svolgimento avvincente, con personaggi simpatici e un'ambientazione dark quanto basta per intrigare gli spettatori. Jack ed Isabel sono due bambini appassionati di favole, soprattutto quella che narra la lotta fra il popolo dei giganti ed il re Erik che riuscì a sottometterli e ad esiliarli in un regno oltre le nuvole. Una volta cresciuti i due bambini, un povero contadino lui, nientemeno che la principessa lei, si incontrano casualmente in paese e da lì ha inizio un'avventura incredibile che parte con un sacchettino contenente i fagioli magici custoditi nei secoli dai monaci, continua con la scalata della immensa pianta che li porterà nel regno dei giganti e termina con una scenografica lotta fra giganti ed umani - la forza bruta contro l'intelligenza - e atri bambini incantati dalla fiaba dei fagioli e dei giganti. Il fascino principale di una storia simile sta nel seguire diligentemente gli stilemi della favola, con un eroe impacciato e povero (Jack ha paura dell'altezza ma sfida la pianta di fagioli per amore di Isabel) una principessa ribelle e coraggiosa, mostri buffi, scatologici e divertenti, un serrato confronto fra buoni e cattivi - dove i cattivi non necessariamente sono i giganti - e una storia d'amore delicata e destinata a passare attraverso innumerevoli percoli prima di poter trionfare. Bryan Singer, decisamente lontanissimo qui per tematiche dal suo capolavoro "I Soliti Sospetti" gira con mano capace e con senso dell'ironia le scene d'azione, si sofferma quanto basta nei momenti intimi per dar respiro alla trama e anche se il lieto fine è d'ordinanza lo condisce con professionale spettacolarità. Il cast partecipa con divertimento e slancio - il cattivo Stanley Tucci e il suo assistente fanno perfettamente eco alle tante coppie di villain e fool al seguito della storia del cinema e della letteratura - Ewan mc Gregor è un perfetto capo delle guardie, il re di Ian Mc Shane è amorevole e autoritario e i due giovani protagonisti sono freschi e spontanei. Merita una menzione a parte il gigante a due teste, mix ironico e tenero fa il capo della resistenza di Total Recall - prima versione naturalmente - e il buon gollum Smeagol del Signore degli Anelli.
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tonysamperi
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venerdì 12 luglio 2013
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lo sfarzo del fagiolo magico
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SULLA SCENEGGIATURA
Dalla più classica delle fiabe la penna di Christopher McQuarrie (Che ha recentemente collezionato la sua seconda regia, stando dietro le macchine da presa di "Jack Reacher - La prova decisiva" uscito il 3 gennaio) ricava un film niente male.
Senza distorcerlo o depauperarne la sostanza, McQuarrie ha rivisitato questo racconto popolare in chiave moderna, con sfumature più adulte e un ambiente medievale, tetro quanto basta nei punti giusti.
Non si manca però di rendere meno spaventosi i giganti, conferendo loro un'aria non proprio sveglia e alle volte capigliature strane.
In questo calderone sono quindi inseriti temi come le classi sociali, il pregiudizio, la superstizione, la leggenda.
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SULLA SCENEGGIATURA
Dalla più classica delle fiabe la penna di Christopher McQuarrie (Che ha recentemente collezionato la sua seconda regia, stando dietro le macchine da presa di "Jack Reacher - La prova decisiva" uscito il 3 gennaio) ricava un film niente male.
Senza distorcerlo o depauperarne la sostanza, McQuarrie ha rivisitato questo racconto popolare in chiave moderna, con sfumature più adulte e un ambiente medievale, tetro quanto basta nei punti giusti.
Non si manca però di rendere meno spaventosi i giganti, conferendo loro un'aria non proprio sveglia e alle volte capigliature strane.
In questo calderone sono quindi inseriti temi come le classi sociali, il pregiudizio, la superstizione, la leggenda.
Il risultato è una classica avventura, in cui il protagonista deve soccorrere la principessa: così facendo dimostra il suo coraggio, nonchè di non essere il contadinotto che per preconcetto tutti ritenevano.
Con queste premesse abbiamo un plot abbastanza vispo, c'è azione e adrenalina e un piccolo climax nel finale.
Il film riesce e non annoia, ma senza brillare particolarmente.
Spiccano delle ottime realizzazioni grafiche, specialmente col supporto della visione stereoscopica.
Due pecche sulla pellicola: da un lato la totale assenza di immagini in prima persona, ci sono solo pochi secondi in prima persona nel passaggio da un fusto all'altro durante l'arrampicata; dall'altro l'eccessiva stabilità delle immagini, non ho percepito handycam o steadycam, col cui utilizzo si sarebbe potuto maggiormente coinvolgere il pubblico.
SUL CAST
Il primo personaggio da elogiare è sicuramente Stanley Tucci, che, staccandosi dagli ultimi ruoli interpretati al cinema, interpreta il villain con grande caparbietà.
Segue Nicholas Hoult, che tenta una ripresa dopo il colossale fallimento di "Warm Bodies", forse interpretare film più seri fa bene alla sua salute artistica.
Ultimo ma non meno importante Ewan McGregor, che interpreta il capo dell'esercito reale con grande eleganza.
Poi segnalerei Ewen Bremner (che non vedevo da "Pearl Harbor"), Eddie Marsan (che avevo visto nei due episodi di Sharlock Holmes), un irriconoscibile Bill Nighy e Warwick Davis (Entrambi dal set di Harry potter).
Un punto negativo invece per Eleanor Tomlinson, che dell'avventuriera proprio l'impressione non dà.
SUL DOPPIAGGIO
Massimiliano Manfredi doppia Ewan McGregor, Luca Biagini doppia Stanley Tucci e il grande Rodolfo Bianchi doppia il sovrano Brahmwell.
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felicity
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mercoledì 5 aprile 2023
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la classica fiaba di jack e dei fagioli magici
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Il Cacciatore di Giganti ha una narrazione a capitoli, fatta di compartimenti stagni che si inseguono, presentando molteplici autoconclusioni fini a se stesse che accompagnano lo spettatore verso il vissero felici e contenti. Quella che Bryan Singer si ritrova a dover gestire è una sequenzialità scomoda, malferma, che nuove gravemente al ritmo narrativo, rendendolo monotono e altisonante. E a peggiorare la situazione ci si mettono anche dialoghi che appaiono pericolosamente come scimmiottamenti delle grandi saghe che tutti ormai conosciamo a menadito, personaggi che non sono in grado di prendersi sul serio e una colonna sonora dalle risonanze quasi tolkeniane.
Il Cacciatore di Giganti sembra insomma un calderone nel quale qualcuno, forse un po’ distratto, ha buttato dentro pezzi sparsi di altri progetti, nemmeno troppo compiuti.
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Il Cacciatore di Giganti ha una narrazione a capitoli, fatta di compartimenti stagni che si inseguono, presentando molteplici autoconclusioni fini a se stesse che accompagnano lo spettatore verso il vissero felici e contenti. Quella che Bryan Singer si ritrova a dover gestire è una sequenzialità scomoda, malferma, che nuove gravemente al ritmo narrativo, rendendolo monotono e altisonante. E a peggiorare la situazione ci si mettono anche dialoghi che appaiono pericolosamente come scimmiottamenti delle grandi saghe che tutti ormai conosciamo a menadito, personaggi che non sono in grado di prendersi sul serio e una colonna sonora dalle risonanze quasi tolkeniane.
Il Cacciatore di Giganti sembra insomma un calderone nel quale qualcuno, forse un po’ distratto, ha buttato dentro pezzi sparsi di altri progetti, nemmeno troppo compiuti. Le naturali sezioni del progetto cinematografico non si incastrano, creando un collage bizzarro, uno stile che non si sa bene dove inserire. Un po’ come nei costumi, bloccati in un limbo temporale e di linguaggio che non appartiene ancora a nessuno, ma che non è abbastanza forte per autodefinirsi.
Se dovessimo cercare qualcosa da salvare ne Il Cacciatore di Giganti sarebbe forse il desiderio del regista di portare sullo schermo un suo sogno d’infanzia e di aver ingaggiato per esso un grande cast. Peccato che, mancando gli strumenti ottimali con i quali interagire, persino Ewan McGregor, Bill Nighy e Stanley Tucci appaiono macchiettistici. Per non parlare di Nicholas Hoult che dimostra di essersi allenato molto nella recitazione monoespressiva. Le basi di questo film crollano al suolo come i rami della pianta di fagioli tagliata dal Re per salvare il suo regno: fanno rumore, molta polvere, uccidono anche qualcuno nel loro incedere eppure non riescono a salvarci dal gigantesco senso di sgomento finale, quando fai fatica a mettere insieme i pezzi di quello che hai appena visto.
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salvo gulizia
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domenica 7 aprile 2013
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quando una fiaba in pellicola ci stupirà?
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Rivisitazione cinematografica (firmata Bryan Singer) della celeberrima fiaba popolare inglese "Jack e la pianta di fagioli" (o "Jack e il fagiolo magico"), con la variante significativa che, anziché la gallina dalle uova d'oro, in cima alla pianta risiede un popolo di bruti e sanguinari giganti, da secoli in guerra e in odio con la razza umana. Il film è ottimo per trascorrere una piacevole serata, ma la storia si rivela spesso scontata e a volte esageratamente pro-buoni: in sostanza rimane una bella fiaba, un film per ragazzi e famiglie.
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Rivisitazione cinematografica (firmata Bryan Singer) della celeberrima fiaba popolare inglese "Jack e la pianta di fagioli" (o "Jack e il fagiolo magico"), con la variante significativa che, anziché la gallina dalle uova d'oro, in cima alla pianta risiede un popolo di bruti e sanguinari giganti, da secoli in guerra e in odio con la razza umana. Il film è ottimo per trascorrere una piacevole serata, ma la storia si rivela spesso scontata e a volte esageratamente pro-buoni: in sostanza rimane una bella fiaba, un film per ragazzi e famiglie. Volti "nuovi" del cinema impersonano Jack (Nicholas Hoult, che abbiamo visto in "Warm Bodies") e la principessa Isabella (Eleanor Tomlinson, che abbiamo visto in "Educazione Siberiana"), ma non riescono ad entrare bene nella parte, soprattutto lui, che rimane un adolescente in jeans e felpa in mezzo ad un mondo di giganti e cose soprannaturali con l'espressione e l'atteggiamento pacato di chi va a fare la spesa. Per il resto il cast è ottimo e nulla ho da ridire ad attori come Evan McGregor e Stanley Tucci. Il 3D non dispiace, anche perché (a differenza di molti altri film) ti accompagna per ogni scena, e non ci sono scene in 2D. Certo: inutile dirvi che la potenza del 3D si manifesta in certe scene in particolare, e ancora si dimostra come una tecnologia poco ottimizzata, che è riuscita a sorprendermi soltanto in Avatar di J. Cameron. Singer non riesce, però, a stupire. Ha di certo fatto film migliori (I Soliti Sospetti, X-men 1 e 2, Operazione Valchiria), ma nel genere "fiaba rivisitata" (che oggi va tanto di moda: Biancaneve e il cacciatore, Il grande e potente Oz e, tra poco, Hansel e Gretel) non lascia il segno, come nessuno d'altronde sta facendo. Ci aspettiamo tutti una fiaba che lasci lo spettatore (che molto probabilmente conosce già la favola) più sbalordito, e credo che perché ciò riesca bisogna spostarsi molto di più dalla storia originale, e imprimere nel racconto conclusioni e insegnamenti che vadano ben al di là del classico "e vissero felici e contenti".
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the thin red line
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venerdì 7 marzo 2014
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un'overdose di eroismo e basta...
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Quando ho visto questo film ho pensato subito si potesse fare meglio con il materiale a disposizione. D'accordo è una fiaba con il suo lieto fine ma così proprio non ci siamo. Sono rimasto deluso. Non mi dilunghero sulla trama visto che la storia dei fagioli magici la conosciamo un pò tutti però poteva essere riscritta in modo migliore e più adatta al cinema del terzo millennio. Diciamoci la verità, questo lungo e appassionante viaggio nel mondo dei giganti dura pure troppo. Quasi due ore di film in cui il giovane protagonista non riesce a uscire dal suo involucro e non convince per niente. Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è aver letto il nome del regista: un "certo" Brian Singer autore di cult movie come "I soliti Sospetti" che resterà vivo per sempre nei nostri cuori oltre ad altri ottimi prodotti come X men e via dicendo.
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Quando ho visto questo film ho pensato subito si potesse fare meglio con il materiale a disposizione. D'accordo è una fiaba con il suo lieto fine ma così proprio non ci siamo. Sono rimasto deluso. Non mi dilunghero sulla trama visto che la storia dei fagioli magici la conosciamo un pò tutti però poteva essere riscritta in modo migliore e più adatta al cinema del terzo millennio. Diciamoci la verità, questo lungo e appassionante viaggio nel mondo dei giganti dura pure troppo. Quasi due ore di film in cui il giovane protagonista non riesce a uscire dal suo involucro e non convince per niente. Ma la cosa che più mi ha lasciato perplesso è aver letto il nome del regista: un "certo" Brian Singer autore di cult movie come "I soliti Sospetti" che resterà vivo per sempre nei nostri cuori oltre ad altri ottimi prodotti come X men e via dicendo. Ho trovato fin troppo fastidioso come Singer abbia descritto i Giganti, veri protagonisti della storia, attenendosi troppo al racconto fiabesco che però è esclusivamente per bambini. La stupidità e l'inettitudine del mondo dei giganti ne destabilizza la figura terrorifica e ne toglie interesse. Francamente per tutta la durata della pellicola la regia sembra confusa su quale strada percorrere: quella fiabesca oppure ( e forse sarebbe stato meglio) una rilettura più dark e quindi più adatta ad un pubblico meno selezionato. Il cast ci prova in tutte le maniere ma sembra imbarazzato e, come già detto, serviva un protagonista con attributi migliori e magari qualche anno in più sulle spalle. La storia del cinema insegna quanto sia difficile riportare sullo schermo avventure fiabesche e renderle visibili ad un pubblico anche adulto. Ma francamente Singer poteva fare molto meglio e riscrivendo la sceneggiatura a livello più cinematografico avrebbe potuto confezionare un buon prodotto. A mio avviso "Il cacciatore di giganti" è finito ben presto nel dimenticatoio e non lascia altro che una buona favoletta prima della nanna. Ma non bastava già il libro per questo?
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elgatoloco
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domenica 2 ottobre 2016
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riscoperta della fiaba
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"Jack the Giant Slayer"("Il Cacciatore di Giganti")di Bryan Singer, ispirato alla fiaba, stampata in epoca romantica(1800, inizio del secolo)"Jack and the Beanstalk"("Jack e la pianta di fagioli"), di autore quasi certamente ignoto, ma ambientata in epoca medievale, come poi il film, è un tentativo molto riuscito di modernizzare la fiaba(dato che il film è la fiaba trasposta al cinema), di adattarla al nostro tempo(i giganti e il loro"regno"realizzati con mezzi prettamente telematici, il che fino all'inizio degli anni Novanta del 1900 non sarebbe praticamente stato possibile). Molti temi nella fiaba e nel film: A)l'atavica paura dei"giganti", esseri"mostruosi"e iperdimensionati, che si trova nel"Kalevala"come nell'"Edda", nel"Mahabaratha"come nell'"Epos di Gilgamesh"come anche poi nella Bibbia("E i giganti conobbero le figlie degli uomini".
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"Jack the Giant Slayer"("Il Cacciatore di Giganti")di Bryan Singer, ispirato alla fiaba, stampata in epoca romantica(1800, inizio del secolo)"Jack and the Beanstalk"("Jack e la pianta di fagioli"), di autore quasi certamente ignoto, ma ambientata in epoca medievale, come poi il film, è un tentativo molto riuscito di modernizzare la fiaba(dato che il film è la fiaba trasposta al cinema), di adattarla al nostro tempo(i giganti e il loro"regno"realizzati con mezzi prettamente telematici, il che fino all'inizio degli anni Novanta del 1900 non sarebbe praticamente stato possibile). Molti temi nella fiaba e nel film: A)l'atavica paura dei"giganti", esseri"mostruosi"e iperdimensionati, che si trova nel"Kalevala"come nell'"Edda", nel"Mahabaratha"come nell'"Epos di Gilgamesh"come anche poi nella Bibbia("E i giganti conobbero le figlie degli uomini"., Genesi 6, 2)e comunque in tutto Il patrimonio mitico-leggendario; B)il tema della conquista , allora riferita ai >Vikinghi, ma in generale radicata nel mondo antico, in quello medievale e nella conseguente ripresa da parte della cultura romantica. Oggi magari parleremmo, giustamente, di"Imperialismo", che però alll'epoca era connaturaro alle culture europee senza alcuna esclusione. Dapprima in forma imperiale-sovranazionale(1500-1600 Carlos V, "l'impero su cui non tramonta mai il sole", poi in forma nazionale-imperialistica(1800, appunto "romantico"), il tutto si radica in una dimensione molto positiva per i"dominanti", ignorando le istanze dei dominati. Il che implica un colonialismo, realizzato, paradossalmente, anche "in buona fede"... ;C)quello della regalità, che deriva dalla saggezza, emblematizzata dalla corona, che poi può essere attribuita non solo a un aristocratico, ma estesa, per meriti particolari(eroismo)anche a un esponente delle classi popolari, come nel caso di Jack, appunto.La regalità, peraltro, ancorata a Dio e alla trascendenza. Anche qui "religio ut instrumentum regni"ma, per qualcuno, in buona fede... Tematiche che, con pochi"slittamenti"semantici e "spostamenti", però inessenziali, si ripropongono sempre, senza grandi e comunque senza sostanziali mutamenti. L'uso della tecnologia qui riesce perché rinuncia ad effetti bombastici e comunque ridondanti, perché Singer sa riportare il tutto alla "semplicità" relativa delle tematiche fiabesche, senza forzature di sorta. Gli(le)interpreti sono assolutamente confacenti ai rispettivi ruoli, per cui il film non solo"si lascia vedere", ma riesce a fare ciò , come si suol dire, "piacendo", il che non è sempre scontato, in operazioni simili. El Gato
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trimegisto85
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domenica 31 marzo 2013
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una favola buona prima di dormire
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Il Cacciatore di Giganti è una reinterpretazione cinematografica della classica favola di Jack e la pianta di fagioli.
Jack viene mandato dallo zio a vendere cavallo e carro per rimediare alle loro difficoltà economiche ma il ragazzo viene convinto da un monaco fuggiasco a vendergli il carro per dei fagioli magici; ovviamente, al suo ritorno, lo zio non è molto contento e butta i fagioli nell'acqua, provocando la crescita di una pianta che sale fino al cielo, là dove vivono i giganti mangia uomini, che già nei tempi antichi erano scesi sulla terra per conquistarla senza riuscirci.
Jack e la principessa Isabelle sono testimoni della crescita prodigiosa della pianta che porterà tra le nuvole la principessa; al mattino il re Brahmwell, giunto presso la pianta, organizza una spedizione per salvare sua figlia.
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Il Cacciatore di Giganti è una reinterpretazione cinematografica della classica favola di Jack e la pianta di fagioli.
Jack viene mandato dallo zio a vendere cavallo e carro per rimediare alle loro difficoltà economiche ma il ragazzo viene convinto da un monaco fuggiasco a vendergli il carro per dei fagioli magici; ovviamente, al suo ritorno, lo zio non è molto contento e butta i fagioli nell'acqua, provocando la crescita di una pianta che sale fino al cielo, là dove vivono i giganti mangia uomini, che già nei tempi antichi erano scesi sulla terra per conquistarla senza riuscirci.
Jack e la principessa Isabelle sono testimoni della crescita prodigiosa della pianta che porterà tra le nuvole la principessa; al mattino il re Brahmwell, giunto presso la pianta, organizza una spedizione per salvare sua figlia.
Giunti in cima c'è l'incontro con i giganti e si innesca una serie di fughe, tradimenti e lotte da cui solo i "buoni" riusciranno a uscire incolumi, lasciando il mondo dei giganti prima che la pianta venga abbattuta sulla terra.
Tuttavia i Giganti entrano in possesso dei fagioli e possono scendere sulla terra, dove avverrà lo scontro finale con gli uomini.
La storia in sè è ben nota e la regia rimane molto fedele allo scorrere degli eventi, tuttavia senza innovazioni o interpretazioni particolari: non ci sono particolari piani di lettura per raccontarci una morale che vada al di là della pura storia; c'è la principessa che cerca emancipazione (rifiuto del ruolo della moglie da corte, diritto alla scelta di sposare chi si ama, desiderio di avventura lecito anche per le donne) o il povero valoroso che cerca riscatto ma sembra troppo poco per un film colossale nella tecnica cinematografica (alcune scene sono molto ben fatte e spettacolari) e nella durata. Non ci sono scene di violenza, non c'è il cupo immaginifico di Burton, niente colpi di scena né un crescendo di emozioni che renda partecipi del film. Si tratta di un buon prodotto dove tutto è fatto bene ma niente e nessuno risaltano; dà tanto l'impressione che questo film si perderà nella memoria con il passare di un paio di mesi: si tratta di un film gradevole, un'avventura da seguire ma che a tratti sembra piatta perché la storia e il finale la conosciamo tutti e non ci viene proposto niente di nuovo a cui aggrapparci: per un regista (Bryan Singer) che ci ha offerto "I soliti sospetti" - unico - e film d'azione dalla storia nota come "X-men 1-2" e "Operazione Valchiria" era lecito aspettarsi qualcosa di più originale ed emozionante e meno scolastico.
Forse l'unico gigante che è uscito veramente malconcio dall'incontro con Jack è prioprio Singer!
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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il cacciatore di giganti di singer - interessante
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Jack (Hoult), povero contadino, fa accidentalmente bagnare uno dei fagioli che fanno crescere un enorme pianta che collega la terra con il regno dei giganti. Dovrà aiutare le guardie del re (McShane) a salvare la principessa Isabelle (Tomlison), di cui naturalmente si innamorerà ricambiato. I giganti invaderanno il regno e sarà di nuovo il ragazzo a salvare la situazione. Rivisitazione kolossal della fiaba di Jack e il fagiolo magico, è un film che segue la moda del momento, lanciata da Biancaneve e il Cacciatore e seguita a ruota da mezza Hollywood. Tuttavia mentre il film di Rupert Sanders era una vera e propria ventata d’aria fresca nel genere e ci regalava una versione dark, discretamente violenta e spaventosa e supportata dalla memorabile strega cattiva Charlize Theron, il film di Synger non è che non diverta e impressioni con un apparato scenografico di tutto rispetto (anche se francamente i costumi sono un po’ ridicoli) e numerose scene di grande spettacolo (vedi l’assalto al castello), ma non è altro che la brutta copia di queste rivisitazioni che vanno tanto di moda.
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Jack (Hoult), povero contadino, fa accidentalmente bagnare uno dei fagioli che fanno crescere un enorme pianta che collega la terra con il regno dei giganti. Dovrà aiutare le guardie del re (McShane) a salvare la principessa Isabelle (Tomlison), di cui naturalmente si innamorerà ricambiato. I giganti invaderanno il regno e sarà di nuovo il ragazzo a salvare la situazione. Rivisitazione kolossal della fiaba di Jack e il fagiolo magico, è un film che segue la moda del momento, lanciata da Biancaneve e il Cacciatore e seguita a ruota da mezza Hollywood. Tuttavia mentre il film di Rupert Sanders era una vera e propria ventata d’aria fresca nel genere e ci regalava una versione dark, discretamente violenta e spaventosa e supportata dalla memorabile strega cattiva Charlize Theron, il film di Synger non è che non diverta e impressioni con un apparato scenografico di tutto rispetto (anche se francamente i costumi sono un po’ ridicoli) e numerose scene di grande spettacolo (vedi l’assalto al castello), ma non è altro che la brutta copia di queste rivisitazioni che vanno tanto di moda. Inoltre, mentre in Biancaneve e il Cacciatore la storia era interessante e non sempre scontata, qui il destino di tutti i personaggi è già scritto e chiaro allo spettatore sin dall’inizio. Non contribuisce certo il prologo, girato con una tecnica quasi da cartone animato. Il 3D dà spettacolo, ma ai fini della storia è inutile. Gli attori sono un po’ ridicoli, su tutti Tucci, il cui parrucchiere si dovrebbe vergognare.
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