francescoterranegra94
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martedì 19 novembre 2013
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voglio parlare il giraffese!
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Il Paradiso degli orchi: titolo tradotto (male) in italiano, dal francese Au Bonheur des Ogres… Le Bonheur Parisienne è il ‘centro commerciale’ in cui la storia prende forma. Degli orchi perché tanto tempo fa diversi bambini vi sono spariti (e nessuno è riuscito a trovarli). Scomparse quelle che sono la chiave drammatica di tutto il film; scomparse che suscitarono nel nemico di turno (Sainclair – dirigente assoluto del grande magazzino) una reazione troppo forte. “Sei cinico” dice Benjamin a Sainclair in una scena del film “devi aver avuto un passato difficile: gioisci per così poco!”. E in effetti il nostro antagonista è disturbato, vuole cancellare in maniera brutale gli errori di suo padre (il capo degli Orchi), uccidendo quelli che un tempo erano complici di suo padre.
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Il Paradiso degli orchi: titolo tradotto (male) in italiano, dal francese Au Bonheur des Ogres… Le Bonheur Parisienne è il ‘centro commerciale’ in cui la storia prende forma. Degli orchi perché tanto tempo fa diversi bambini vi sono spariti (e nessuno è riuscito a trovarli). Scomparse quelle che sono la chiave drammatica di tutto il film; scomparse che suscitarono nel nemico di turno (Sainclair – dirigente assoluto del grande magazzino) una reazione troppo forte. “Sei cinico” dice Benjamin a Sainclair in una scena del film “devi aver avuto un passato difficile: gioisci per così poco!”. E in effetti il nostro antagonista è disturbato, vuole cancellare in maniera brutale gli errori di suo padre (il capo degli Orchi), uccidendo quelli che un tempo erano complici di suo padre. La storia ci viene srotolata poco per volta, con efficacia, grazie all’utilizzo di brevi, ma utilissimi flashback, e grazie anche agli omicidi equidistanti, tramati nell’ombra dallo stesso Sainclair, la cui colpa sembra ricadere sul povero ingenuo protagonista Pennacchiano: Benjamin. Un interruttore “sovraccarico”, una carta magnetica “esplosiva”, una macchinina radiocomandata a distanza; tutto sembra contro di lui, per non parlare dell’assurdo lavoro che svolge: Capro Espiatorio (sarà una cosa che difficilmente dimenticheremo, di questo film). Ma se vogliamo, la storia madre di questo bellissimo film, non è quella drammatica; è quella che si svolge sui tempi della commedia: tutto parte dalla famiglia Malaussène: 5 fratelli, senza madre e di padri diversi, che si aiutano a vicenda, ognuno con i propri problemi e caratteristiche: dal piccolino, dotato di un apparecchietto per l’udito da spegnere non appena cominciano a volare parolacce, all’altro maschio, ideatore di bombe, alla sorella chiromante, che prevede una morte, ma alla fine una vita felice, alla sorella grande, incinta non si sa di chi, ma che accetterà le avance del poliziotto…. E poi le fantastiche storie raccontate dal fratellone, su eccellenti note musicali, che ci fanno capire che in questo mondo siamo tutti un po’ bambini e vogliamo esser riempiti le orecchie e gli occhi di favole, magari inventate! Magari piacerebbe anche a noi credere che una giraffa vaghi in un negozio; ci piacerebbe saper parlare Giraffese! E questo film è una favola, girata in modo accurato (anche se il montaggio è un po’ frenetico), giocata sul paradosso e sul surreale (non a caso le riprese panoramiche riprendono molto lo stile burtoniano): una favola fuori dal tempo, degna di rimanere per un bel po’ nei nostri cuori appena scaldati.
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luciacinefila
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martedì 19 novembre 2013
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una favola di oggi sotto un cielo azzurro
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Bello per gli occhi, bello per il cuore, bello per l'umore.Da vedere assolutamente!!! Un film che riesce a divertire senza mai scadere nella volgarità.Il tempo scorre veloce anzi velocissimo e al termine dell'ultimo fotogramma ti scopri incredibilmente affezionato a a questa simpatica e insostituibile famiglia Malaussene.Gli attori dal canto loro sono degli ottimi interpreti a partire dal piccolo di casa dotato naturalmente di una espressività rara da rinvenire in attori consumati.Tutto è dosato alla perefezione come in una torta bellissima da vedere e anche ottima da mangiare.La fotografia è eccezionale............. come scordarsi le fiabesche inquadrature sui tetti di Parigi..... i colori i personaggi tutto è armonia in questo film ed anche la sceneggiatura si distingue per la sua originalità.
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Bello per gli occhi, bello per il cuore, bello per l'umore.Da vedere assolutamente!!! Un film che riesce a divertire senza mai scadere nella volgarità.Il tempo scorre veloce anzi velocissimo e al termine dell'ultimo fotogramma ti scopri incredibilmente affezionato a a questa simpatica e insostituibile famiglia Malaussene.Gli attori dal canto loro sono degli ottimi interpreti a partire dal piccolo di casa dotato naturalmente di una espressività rara da rinvenire in attori consumati.Tutto è dosato alla perefezione come in una torta bellissima da vedere e anche ottima da mangiare.La fotografia è eccezionale............. come scordarsi le fiabesche inquadrature sui tetti di Parigi..... i colori i personaggi tutto è armonia in questo film ed anche la sceneggiatura si distingue per la sua originalità.Una trasposizione cinematografica dei romanzi di Pennac a parer mio ben riuscita anzi si tratta in di uno di quei casi in cui chi non ha letto i romanzi dell'autore viene invogliato a scoprire Pennac proprio grazie alla ottima realizzazione del film ad alla sua storia trattata con così tanta delicatezza e fantasia. Viene spontaneo davvero affezionarsi ai personaggi che compongono questa assurda ma quanto mai unita famiglia e non mancano neppure spunti per spontanee e felici risate.Mi piacciono moltissimo i film così e devo riconoscere che Il cinema Francese è Maestro nella produzione di tali lungometraggi.Mi preme inoltre sottolineare come Mai e sottolineo Mai la sceneggiatura rischi di cadere in un mieloso e sdolcinato racconto da fanciule in erba ma il tutto è sempre e comunque sorretto da una vena inconfondibile di ironia e divertimento.Piacevolissimo e divertente!!!!!!! Buona Visione
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linus2k
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mercoledì 27 novembre 2013
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deliziosa commedia a tinte gialle
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Pennac non è mai stato un autore particolarmente fortunato al cinema, nonostante la sua più che prolifica produzione letteraria, sul grande schermo le sue opere sono apparse poco e con scarsa fortuna.
Ci provò Patrice Luchini nel 1987 con "La fata carabina", ma con scarso successo.
Ci riprova ora Nicolas Bary partendo dal primo romanzo del ciclo di Malaussène "Il Paradiso degli Orchi", con un cast di tutto rispetto, partendo dalla ormai (per fortuna) onnipresente Bérénice Béjo, forte di un periodo particolarmente fortunato sul campo internazionale, passando per Emir Kusturica fino ad una enorme attrice, caposaldo della grande scuola francese, che appare in un piccolo cameo alla fine del film (taccio sul nome per preservare la sorpresa).
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Pennac non è mai stato un autore particolarmente fortunato al cinema, nonostante la sua più che prolifica produzione letteraria, sul grande schermo le sue opere sono apparse poco e con scarsa fortuna.
Ci provò Patrice Luchini nel 1987 con "La fata carabina", ma con scarso successo.
Ci riprova ora Nicolas Bary partendo dal primo romanzo del ciclo di Malaussène "Il Paradiso degli Orchi", con un cast di tutto rispetto, partendo dalla ormai (per fortuna) onnipresente Bérénice Béjo, forte di un periodo particolarmente fortunato sul campo internazionale, passando per Emir Kusturica fino ad una enorme attrice, caposaldo della grande scuola francese, che appare in un piccolo cameo alla fine del film (taccio sul nome per preservare la sorpresa).
Faccio subito mea culpa ed ammetto di non aver letto questa fortunatissima saga (mi riprometto di recuperare presto!), e mi affido al giudizio di chi ha visto il film con me per poter dire che, nonostante la necessaria riduzione, abbia rispettato l'opera originaria..
"Il Paradiso degli Orchi" è una deliziosa commedia gialla, narrata con quella leggerezza e quell'umorismo tipico del tratto di Pennac, e che forse solo l'attuale cinema francese ne può garantire il rispetto in termini di ritmo e atmosfera.
I misteriosi eventi che avvengono all'interno di un grande magazzino (che ricalca, nella forma, il famosissimo "Samaritane") si intrecciano con delicata ironia tra le immagini oniriche che narrano l'aspirazione del protagonista e la tragicomica realtà.
In compagnia di una splendida giornalista, Benjamin Malaussène, di professione "capro espiatorio", insieme alla scalcagnata famiglia, cerca di risolvere il complicato enigma.Sul finale la comparsa di un personaggio chiave nel futuro del ciclo fa sperare... ci saranno anche gli altri episodi? Francamente lo spero.
Naturalmente i gialli non si svelano, ma di sicuro posso rivelare che il film è una piacevole scoperta e una leggera ma intelligente alternativa a tante mediocri commedie specie di italica origine.
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melvin ii
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mercoledì 6 agosto 2014
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una favola moderna con riuscito tocco di giallo
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Il biglietto d’acquistare per “Il paradiso degli orchi” 4)Ridotto
Il paradiso degli orchi è un film francese del 2013 tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Pennac del 1985, diretto da Nicolas Bary, scritto da Nicolas Bary, Jérôme Fansten, Serge Frydman. Con: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Guillaume de Tonquedec.
Non è veramente estate se non si guarda un film in una arena. Così ieri sera ho inaugurato la stagione del cinema con lo sfondo delle stelle e della Luna con un film che confesso quest’inverno avevo snobbato ritenendolo noioso dalla sola locandina e dal titolo.
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Il biglietto d’acquistare per “Il paradiso degli orchi” 4)Ridotto
Il paradiso degli orchi è un film francese del 2013 tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Pennac del 1985, diretto da Nicolas Bary, scritto da Nicolas Bary, Jérôme Fansten, Serge Frydman. Con: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Guillaume de Tonquedec.
Non è veramente estate se non si guarda un film in una arena. Così ieri sera ho inaugurato la stagione del cinema con lo sfondo delle stelle e della Luna con un film che confesso quest’inverno avevo snobbato ritenendolo noioso dalla sola locandina e dal titolo.Ovviamente non ho mai letto mai un rigo di Daniel Pennac e quindi non sapevo cosa aspettarmi. Le critiche viste rapidamente erano positive e così mi sono accesso il mio sigaro e ho incrociato le dita. Sono stato proiettato nella bella ed elegante Parigi, dove ho fatto la conoscenza di Benjamin Malaussène(Personnaz) trentenne impiegato dei Grandi Magazzini, ufficialmente , con la qualifica di responsabile tecnico, ma presto si scopre quale è il suo vero ruolo: “capro espiatorio” per i clienti delusi e inferociti. Si infatti il nostro ingenuo e sognatore Benjamin per mantenere la sua numerosa famiglia di sorellastre e fratellastri abbandonati da una madre in perenne stato da Peter Pan, ogni giorno accetta di subire le urla del suo caporeparto davanti ai clienti. Ti aspetti quindi d’assistere a una favola moderna e forse melensa e surreale, invece si inserisce, a sorpresa, l’elemento giallo con delle improvvise e misteriose esplosioni all’interno del Grande Magazzino dove perdono la vita alcuni impiegati. Le indagini della polizia, dopo un iniziale pista terroristica, si indirizzano su lo stesso Benjamin considerato,ingiustamente, l’autore delle bombe. Già nel passato i Grandi Magazzini sono stati al centro di un drammatico e irrisolto caso per la scomparsa di alcuni bambini che tolgono il sonno e la serenità al vecchio responsabile della sicurezza Stojil(Kustrurica), nonché fraterno amico del protagonista. Benjamin trova un aiuto inesperto e importante per evitare le ingiuste accuse in Zia Giulia(Bejo) affascinante e intraprendente giornalista dai bei capelli rossi. Il film quindi alterna momenti di favola a fasi di vero thriller, ma sempre presentati con toni grotteschi e ironici. Lo spettatore non può sorridere e rimanere coinvolto dalle avventure del protagonista, nel doppio ruolo di cantastorie e investigatore. La sceneggiatura è ben scritta e fluida, riuscendo a mescolare con abilità grottesco e suspense garantendo un buon pathos narrativo. I dialoghi sono frizzanti e ben costruiti. La regia si dimostra adeguata e capace di regalare allo spettatore un buon numero di risate, forse, il ritmo nella seconda parte del racconto perde di forza e incisività. La scenografia con il supporto fondamentale di Parigi, regala dei piccoli affreschi che l’occhio del pubblico non può non gradire. Il cast è nel complesso meritevole di menzione per le capacità interpretative mostrate, anche se non si può non sottolineare ancora una volta la bellezza oltre che la bravura d’attrice di Bérénice Bejo. Il finale dovendo coniugare contemporaneamente thriller e favola è nel complesso coerente e godibile. Faccio miei i commenti degli spettatori mentre uscivano dall’Arena” Nel pattume di quest’estate, è un film che si può vedere.. Due risate due mi li fici fare”. In fondo essere”un capro espiatorio” ha i suoi vantaggi, non credete?
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flyanto
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mercoledì 20 novembre 2013
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strane vicende intorno ad un giovane uomo che di m
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Pennac in cui vengono rappresentate le vicende del giovane Benjamin Malaussène che lavora presso degli importanti grandi magazzini come capro espiatorio e che deve col suo lavoro mantenere la propria famiglia composta da numerosi fratelli e sorelle di svariate fasce di età. Nel corso delle molteplici vicende in cui avvengono strani scoppi di bombe ad orologeria e conseguenti morti di vari individui, egli conoscerà un' intraprendente giornalista di cui si innamorerà e con cui intreccerà una relazione amorosa. Questa pellicola risulta in generale come una favola: a parte l' irreale vicenda anche le scenografie dove predominano i colori pastello e gli ambienti strutturati come come se fossero le case delle bambole o gli interni tratti da qualche striscia di cartoons ne confermano il genere e la accomunano un pochino ad altre precedenti, quali "Il favoloso mondo di Amèlie".
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Pennac in cui vengono rappresentate le vicende del giovane Benjamin Malaussène che lavora presso degli importanti grandi magazzini come capro espiatorio e che deve col suo lavoro mantenere la propria famiglia composta da numerosi fratelli e sorelle di svariate fasce di età. Nel corso delle molteplici vicende in cui avvengono strani scoppi di bombe ad orologeria e conseguenti morti di vari individui, egli conoscerà un' intraprendente giornalista di cui si innamorerà e con cui intreccerà una relazione amorosa. Questa pellicola risulta in generale come una favola: a parte l' irreale vicenda anche le scenografie dove predominano i colori pastello e gli ambienti strutturati come come se fossero le case delle bambole o gli interni tratti da qualche striscia di cartoons ne confermano il genere e la accomunano un pochino ad altre precedenti, quali "Il favoloso mondo di Amèlie". Nel complesso il film risulta piacevole ed assai divertente grazie anche agli spiritosi dialoghi di cui è infarcito, mentre non posso pronunciarmi sulla sua più o meno fedeltà al testo originale in quanto da me non letto, Insomma, leggero, spiritoso e con un lieto fine assicurato diventa quanto mai adatto per un puro svago di quasi due ore e nulla più.
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