Pietà |
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Un film di Kim Ki-Duk.
Con Jung-Jin Lee, Jo Min-Su
Titolo originale Pieta.
Drammatico,
durata 104 min.
- Corea del sud 2012.
- Good Films
uscita venerdì 14 settembre 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Pietà
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Poteva essere tutto ma è stato di tutto un po'di Barone2000Feedback: 605 | altri commenti e recensioni di Barone2000 |
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martedì 10 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un giovane sudcoreano violento, satiriasico e ridicolo. Cresciuto senza la madre, cioè senza amore, e per questo violento e satiriasico. E' uno strozzino che invalida i debitori per riscuotere i soldi dell'assicurazione e così appianare i debiti (contratti stupidamente) con un interesse pari al mille per mille. La madre di un giovane debitore suicida si fa passare per la madre dello strozzino dando il via alla scia di ripensamento e piantando il seme della citata pietà per poi distruggere la sua opera con la premeditata vandetta. Alla fine si suicidano tutti. Non riesco davvero ad unirmi alla schiera degli incensatori di questa assurdità. Davvero ho provato ad apprezzare qualcosa, e alla fine ce l'ho fatta, ma la non curanza con cui Kim Ki-Duk scivola nella banalità fa davvero perdere peso a questo esercizio di stile. Non nego l'espressività delle immagini e talvolta la poeticità della sceneggiatura, che ho apprezzato molto, ma nel complesso credo che sia un'opera steriotipata. Kim Ki-Duk voleva una critica al capitalismo selvaggio, ma il risultato è un grande miscuglio di idee, cioè l'incompresibilità. Su questo minestrone stravince la vendetta portata a termine da una madre disperata che non teme di togliersi la vita pur di ottenerla. La madre, interpretata dalla perla più grande di questo film, Jo Min-Su, è lo scorcio della pietà che poi lei stessa rinnega. Allora questa non è pietà. Come dicevo sono i troppi alti e bassi a non convincere: si passa da scene di una ossessione sessuale agghiacciante a momenti davvero poetici quale la medre piangente sul proprio figlio, per non citarne altri. Insomma, un finale lirico, potente e struggente, il canto dell'eterno Kyrie Eleison, Christe Eleison sulla nostra decadente umanità, non sufficit a risollevare le sorti di questo film che poteva essere tutto ed è stato, invece, di tutto un po'.
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