flyanto
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giovedì 12 settembre 2013
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come sia impossibile non tenere conto del proprio
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Film in cui si narra di un uomo (Colin Firth) il quale decide, in seguito a molte delusioni personali e ad una vita conseguentemente poco soddisfacente, di cambiare radicalmente la propria esistenza, arrivando a costruirsi, simulando addirittura un suicidio, una nuova identità, col nome appunto di Arthur Newman. Nel corso del suo viaggio verso una nuova città, egli incontra una giovane donna sbandata (Emily Blunt) di cui all'inizio si prende cura e con cui poi decide di condividere le proprie giornate. Tale strano rapporto, che sfocerà poi in un sincero e profondo amore, insegnerà pian piano ad entrambi quanto sia impossibile e poco costruttivo cancellare definitivamente il proprio passato scomodo e quanto invece sia necessario, al fine di iniziare una nuova e reale esistenza su basi più solide, riprenderlo e sistemarlo.
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Film in cui si narra di un uomo (Colin Firth) il quale decide, in seguito a molte delusioni personali e ad una vita conseguentemente poco soddisfacente, di cambiare radicalmente la propria esistenza, arrivando a costruirsi, simulando addirittura un suicidio, una nuova identità, col nome appunto di Arthur Newman. Nel corso del suo viaggio verso una nuova città, egli incontra una giovane donna sbandata (Emily Blunt) di cui all'inizio si prende cura e con cui poi decide di condividere le proprie giornate. Tale strano rapporto, che sfocerà poi in un sincero e profondo amore, insegnerà pian piano ad entrambi quanto sia impossibile e poco costruttivo cancellare definitivamente il proprio passato scomodo e quanto invece sia necessario, al fine di iniziare una nuova e reale esistenza su basi più solide, riprenderlo e sistemarlo. Il tema di questa pellicola risulterebbe in sè molto interessante da sviluppare ma la sua realizzazione pratica lo è molto meno. Essa denuncia le incertezze dell' opera prima come regista di lungometraggi da parte del regista pubblicitario Dante Ariola e così tutta la vicenda si snoda in maniera un pò prolissa, poco approfondita e nonchè poco credibile, e con dei dialoghi piuttosto banali che non vengono affatto in supporto ad una migliore realizzazione. Colin Firth è bravo nel suo ruolo ma qui non dà il meglio di sè come invece in altre sue performances precedenti in quanto tutta la struttura e la realizzazione del film non glielo permette. La sua spalla inoltre, Emily Blunt, si rivela molto banale nella sua interpretazione e pertanto egli risulta come l'unico elemento degno di nota in tutta la realizzazione dell'opera. Peccato: un'occasione sprecata!
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no_data
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martedì 11 marzo 2014
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preferisco il fu mattia pascal
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Questo film è la provaprovata che non bastano due attori famosi e una buona professionalità per fare un bel film .. Se l' idea di partenza , certo non particolarmente originale , del voler sparire simulando un suicidio può creare un interesse , il seguito non mantiene le promesse e il regista le prova tutte per coinvolgere lo spettatore . Crisi di autostima , patologie familiari , sindrome abbandonica, cleptomania ,sessualità distorta, nostalgia del nido , riconquista di una genitorialità negata . Troppo ! Nemmeno i grandi romanzieri dell' 800 avrebbero potuto stare dietro a un tale coacervo di di evenienze . Nè la recitazione aiuta perchè non va al di là dell' esercizio di scuola .
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Questo film è la provaprovata che non bastano due attori famosi e una buona professionalità per fare un bel film .. Se l' idea di partenza , certo non particolarmente originale , del voler sparire simulando un suicidio può creare un interesse , il seguito non mantiene le promesse e il regista le prova tutte per coinvolgere lo spettatore . Crisi di autostima , patologie familiari , sindrome abbandonica, cleptomania ,sessualità distorta, nostalgia del nido , riconquista di una genitorialità negata . Troppo ! Nemmeno i grandi romanzieri dell' 800 avrebbero potuto stare dietro a un tale coacervo di di evenienze . Nè la recitazione aiuta perchè non va al di là dell' esercizio di scuola .Colin Firth , grande e splendido attore in altri film qui , nelle scene d' amore, ha la sensibilità di un tronco e la Blunt si compiace di sè e del suo bel fisico....
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vincenzo iennaco
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giovedì 19 settembre 2013
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il mondo degli sfigati arthur e mike
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Arthur Newman in passato non è riuscito ad entrare nel circuito professionistico del golf, e si ritrova così in un presente che lo ha portato sempre più verso una deriva esistenziale che ha visto naufragare il suo matrimonio ed il rapporto con il figlio adolescente che lo ignora come se non esistesse, un lavoro impiegatizio inappagante ed una fidanzata che lo fa sentire piuttosto inadeguato. Decide così di dare una svolta drastica a tutto ciò. Si compra una nuova identità e dopo aver simulato il proprio suicidio parte alla volta della Golf House di Terre Haute, dove gli è stato promesso un ruolo come istruttore di golf. Ma l'incontro con la giovane Mike, altrettanto dissestata esistenzialmente, li porterà a percorrere le strade d'America travolti da una passione crescente e dalla morbosa complicità di un "gioco di ruolo" che li porterà ad intrufolarsi nelle esistenze e nelle abitazioni di coppie scelte a caso e di cui ne "affitteranno" le identità per i loro fugaci giochi erotici.
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Arthur Newman in passato non è riuscito ad entrare nel circuito professionistico del golf, e si ritrova così in un presente che lo ha portato sempre più verso una deriva esistenziale che ha visto naufragare il suo matrimonio ed il rapporto con il figlio adolescente che lo ignora come se non esistesse, un lavoro impiegatizio inappagante ed una fidanzata che lo fa sentire piuttosto inadeguato. Decide così di dare una svolta drastica a tutto ciò. Si compra una nuova identità e dopo aver simulato il proprio suicidio parte alla volta della Golf House di Terre Haute, dove gli è stato promesso un ruolo come istruttore di golf. Ma l'incontro con la giovane Mike, altrettanto dissestata esistenzialmente, li porterà a percorrere le strade d'America travolti da una passione crescente e dalla morbosa complicità di un "gioco di ruolo" che li porterà ad intrufolarsi nelle esistenze e nelle abitazioni di coppie scelte a caso e di cui ne "affitteranno" le identità per i loro fugaci giochi erotici.
Un "on the road" agrodolce dove nel viaggio è racchiusa e simbolizzata la ricerca di un'identità dalla quale i due protagonisti stanno principalmente fuggendo; e senza addentrarsi in lunghe tirate socio-filosofiche il film, per quanto ben sorretto dalle interpretazioni di Firth e la Blunt, accusa una sceneggiatura sotto tono e dai ritmi blandi che appiattisce e svilisce due anime confuse e perse in semplici sfigati della vita.
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danylt
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martedì 17 settembre 2013
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una vita alternativa poco coinvolgente
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Il mondo di Arthur Newman è la visione personale di ogni persona che sogna una vita alternativa a quella che ha. Siamo tutti un po’ Wallace (il suo vero nome) abbiamo tutti almeno una volta sognato di avere un'altra identità; un po’ per scappare dalla monotonia quotidiana delle nostre giornate oppure più profondamente per scappare dalle piccole delusioni che la vita ci riserva. Non tutti però avrebbero il coraggio di prendere le cose essenziali per sopravvivere, come soldi e una carta d’identità falsa, una valigia con pochi vestiti e scappare letteralmente da tutti gli affetti, il lavoro e le abitudini di una vita ordinaria. Infatti, quello che spinge Wallace a scappare sono soprattutto i rapporti umani falliti che ha alle spalle: un divorzio, un figlio al quale non riesce a esprimere il suo amore e un nuovo rapporto con una donna fredda e distante.
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Il mondo di Arthur Newman è la visione personale di ogni persona che sogna una vita alternativa a quella che ha. Siamo tutti un po’ Wallace (il suo vero nome) abbiamo tutti almeno una volta sognato di avere un'altra identità; un po’ per scappare dalla monotonia quotidiana delle nostre giornate oppure più profondamente per scappare dalle piccole delusioni che la vita ci riserva. Non tutti però avrebbero il coraggio di prendere le cose essenziali per sopravvivere, come soldi e una carta d’identità falsa, una valigia con pochi vestiti e scappare letteralmente da tutti gli affetti, il lavoro e le abitudini di una vita ordinaria. Infatti, quello che spinge Wallace a scappare sono soprattutto i rapporti umani falliti che ha alle spalle: un divorzio, un figlio al quale non riesce a esprimere il suo amore e un nuovo rapporto con una donna fredda e distante. Così dopo aver inscenato la sua scomparsa, Wallace che all’inizio sembra un po’ titubante, incontra lo sguardo di una donna sconosciuta che sta per essere arrestata per aver rubato una macchina in uno stato di evidente disagio. Trucco sbavato, parole sbiascicate ma che gli fanno capire che non è nuova a questi atti e che creeranno immediatamente una sorta di legame tra la vita che vorrebbe e quella che ha lasciato dietro di se. I due affronteranno il viaggio insieme ma mentre per Arthur la fine del viaggio ha un suo preciso scopo: rispondere a una vecchia offerta di lavoro di un giocatore di golf al quale un giorno Wallace aveva aiutato a fare un colpo perfetto. Per la ragazza sconosciuta il viaggio è un alibi per scappare dalla responsabilità verso la sorella gemella malata di schizofrenia e alla paura di poter essere un giorno malata anche lei che la porterà in uno stato di eterna solitudine.
Durante le diverse tappe s’immedesimeranno nelle vite di alcune coppie che incontrano per la strada, entrando nelle loro case in loro assenza e divertendosi a personificare il loro probabile momento d’intimità. Quindi il loro percorso non è più fisico ma è una sorta di ricerca del proprio essere, di ritrovare in se stessi le eccitazioni e le fantasie che probabilmente prima in loro erano solo nascoste e bramose di venire allo scoperto o che semplicemente mancavano del tutto, messe in gabbia da una vita monotona per lui e senza futuro per lei.
Colin Firth e Emily Blunt sono perfetti nella parte ma non riescono a donare interpretazioni eccellenti come ci si aspetta da entrambi forse penalizzati da tutta la struttura del film che non riesce del tutto a coinvolgere lo spettatore. I personaggi non sono approfonditi quanto basta per averli a cuore, per immedesimarsi in loro nel profondo. Forse di più si riesce a sentire nel personaggio della Blunt riesce a trasmettere empatia, perché viene descritta e analizzata proprio dal personaggio di Firth “ tu non sei una statistica, tu sei una persona che non sa difendersi dalle sensazioni più brutte, tu senti cose da cui le persone scappano, cose che molti di noi sono troppo repressi per sentire” è qui che avviene il vero legame tra i due e forse la scena dove anche noi riusciamo a congiungersi a loro. Un legame che avrà il suo culmine quando i due si uniranno in un momento dove sono loro stessi e nel loro vero mondo che forse sta per essere ritrovato ma sicuramente rinnovato. Da qui, la strada che li porterà ad aver la consapevolezza che non hanno più nulla da trasmettersi l’un l’altro e saranno costretti a fare delle scelte personali ma con una prospettiva rinnovata verso la vita.
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