millu
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martedì 10 aprile 2012
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carinissimo :) ogni tanto un film che ti fa fare due risate ci vuole....si sono tre idioti, si offende l'intelligenza umana, si c'è di meglio si si si a tutto quello che volete dire a questo film carinissimo simpatico alternativo.
Io lo consiglio a tutti quelli che vogliono passare quell'oretta e mezza con il sorriso sulle labbra accompagnato da qualche sonora risata..
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olgadik
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sabato 18 febbraio 2012
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un terzetto un sacco... alternativo
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Sboccato, un pò indecente, trash ma con “gusto”, già visto per alcuni aspetti ma travolgente nel ritmo e scritto da uno sceneggiatore (Dean Craig ) che, pure a livello demenziale, sa creare caratteri quasi veri: questo il nuovo film di Stephan Elliot. E in tutto ciò anche una pecora o meglio una specie di ariete superlanoso (simbolo della fortuna economica e politica del padre della sposa ) coinvolto in episodi del tutto disdicevoli per un “mito”del casato. L’ evento centrale è un matrimonio, argomento che il regista ha nel proprio Dna, visto che a quattordici anni ha iniziato a usare la cinepresa facendo filmini nuziali per molto tempo. Il penultimo lungometraggio, “Un matrimonio all’inglese “, venuto molti anni dopo “Priscilla, regina del deserto” (con al centro una squinternata e simpatica drag-queen), trattava in modo socialmente scorretto un matrimonio con relativa cerimonia in Inghilterra.
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Sboccato, un pò indecente, trash ma con “gusto”, già visto per alcuni aspetti ma travolgente nel ritmo e scritto da uno sceneggiatore (Dean Craig ) che, pure a livello demenziale, sa creare caratteri quasi veri: questo il nuovo film di Stephan Elliot. E in tutto ciò anche una pecora o meglio una specie di ariete superlanoso (simbolo della fortuna economica e politica del padre della sposa ) coinvolto in episodi del tutto disdicevoli per un “mito”del casato. L’ evento centrale è un matrimonio, argomento che il regista ha nel proprio Dna, visto che a quattordici anni ha iniziato a usare la cinepresa facendo filmini nuziali per molto tempo. Il penultimo lungometraggio, “Un matrimonio all’inglese “, venuto molti anni dopo “Priscilla, regina del deserto” (con al centro una squinternata e simpatica drag-queen), trattava in modo socialmente scorretto un matrimonio con relativa cerimonia in Inghilterra. In “Tre uomini e una pecora”, dopo le primissime sequenze, la scena è trasferita in Australia, ma ancora di nozze si tratta. Dopo una vacanza di sogno David inglese e Mia australiana decidono di sposarsi. Alla vigilia della data fatidica lo sposo arriva nella tenuta con sullo sfondo le magnifiche Blue Mountains e scopre che la futura moglie è ricchissima, con genitori snob per niente legati tra loro e una sorella obesa che si finge lesbica per fare rabbia all’insopportabile genitore. Al seguito di David, i tre amici del cuore, facenti funzione della famiglia che il giovane non ha essendo orfano. Due di loro dovranno anche essergli testimoni, giacché il terzo, piantato dalla sua donna, è perennemente sbronzo. Da questo punto in poi il terzetto per ingenuità, per gelosia, per rozzezza, ne farà di tutti i colori in un incredibile carosello con battute spesso spinte, scene volutamente esagerate che spaziano dall’horror alla farsa totale, trascinando lo spettatore tra l’incredulità e il riso. I fatti si succedono a ruota libera, a volte l’esito è scontato, ma il tutto è sorretto da un’interpretazione piacevolmente cinica o francamente comica dei personaggi principali. Si veda al riguardo quello della madre della sposa, l’attrice compagna di John Travolta in Grease, e qui scatenata e scanzonata madre infelice che sniffa cocaina e balla appesa a un lampadario durante il ricevimento, trasformato in una specie di arena. Ovvio il lieto fine, ma senza dimenticare anche nel finale un po’ di sadica cattiveria. Gli interpreti dei tre ragazzacci inglesi sono grotteschi e paradossali al punto giusto. Più sfocato il personaggio dello sposo (Xavier Samuel) che ha soprattutto funzione di raccordo tra le varie sequenze. Bellissima e angelicata, tra tanto caos e sberleffi all’ipocrisia sociale, la sposa Mia (Kris Marshall) che sfoggia modi e acconciature da primavera botticelliana.
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greatsteven
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lunedì 7 agosto 2017
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nozze australiane all'insegna del ritmo frenetico!
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TRE UOMINI E UNA PECORA (AUSTRAL/UK, 2011) diretto da STEPHAN ELLIOTT. Interpretato da XAVIER SAMUEL, TIM DRAXL, LAURA BRENT, OLIVIA NEWTON-JOHN, REBEL WILSON, STEVE LE MARQUAND
David Lockin è un orfano britannico la cui famiglia son da sempre stati gli amici conosciuti per strada: lo scapestrato Tom, l’imbranato Graham e il depresso Luke. Durante una vacanza a Tuvalù, conosce la dolce e simpatica australiana Mia Ram, di cui s’innamora ricambiato. I due, dopo soli dieci giorni trascorsi assieme sulla spiaggia esotica, decidono di sposarsi, e il matrimonio verrà celebrato nella tenuta sontuosa dei genitori di lei, a Yester, nelle Blue Mountains.
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TRE UOMINI E UNA PECORA (AUSTRAL/UK, 2011) diretto da STEPHAN ELLIOTT. Interpretato da XAVIER SAMUEL, TIM DRAXL, LAURA BRENT, OLIVIA NEWTON-JOHN, REBEL WILSON, STEVE LE MARQUAND
David Lockin è un orfano britannico la cui famiglia son da sempre stati gli amici conosciuti per strada: lo scapestrato Tom, l’imbranato Graham e il depresso Luke. Durante una vacanza a Tuvalù, conosce la dolce e simpatica australiana Mia Ram, di cui s’innamora ricambiato. I due, dopo soli dieci giorni trascorsi assieme sulla spiaggia esotica, decidono di sposarsi, e il matrimonio verrà celebrato nella tenuta sontuosa dei genitori di lei, a Yester, nelle Blue Mountains. La trasferta in Australia fa sperare a David di conquistare i favori della famiglia Ram, composta dal severo capofamiglia Jim, senatore che prevede anche per la figlia una promettente carriera in politica. Purtroppo per David, la presenza dei suoi amici troppo pasticcioni, vivaci e combina-guai trasforma la cerimonia in un susseguirsi di imbarazzanti incidenti, cui i famigliari moralisti e rigorosi di Mia reagiscono con evidente repulsione. Ma l’amore, alla fine, vince su tutto, e nulla può allontanare la ragazza dal suo autentico amore, e lui riesce a riacquistarne la fiducia grazie al video sincero e affettuoso che han girato, vacanza permettendo, col telefonino di David. Ovviamente il matrimonio è il pretesto ben mascherato dal talentuoso S. Elliott per imbastire una commedia slapstick che sa puntare su una concatenazione di gag talvolta originali e pungenti, talaltra ripetitive e ormai vecchie come il cucco, ma tutte pensate per far progredire i tempi comici con una dilatazione il cui scopo consiste nel mantenere saldo il divertimento fine a sé stesso. La storia dei tre uomini (che poi sono quattro, imprecisione imperdonabile del titolo italiano!) e della pecora gira, com’è logico supporre dopo un’attenta visione della pellicola, attorno al prezioso e imperscrutabile ruminante che viene custodito con esilarante gelosia dal padrone di casa, tesoro che non si deve toccare e che naturalmente il quartetto scriteriato strappa con immediatezza alla sorveglianza durante l’ubriachezza obbligatoria dell’addio al celibato: l’idea funziona abbastanza bene, ma l’ammucchiarsi quasi infinito di trovate scatologiche e prevedibili, alla lunga infastidisce e stucca. Meno male che gli attori provvedono a rimediare al resto dei vuoti: un Samuel divorato da uno stupore cui non vorrebbe assistere per nulla al mondo; una L. Brent carina e delicata, ma convinta nella recitazione; e un’improbabile Newton-John nel ruolo della suocera all’apparenza ligia alle norme, ma in gran segreto spregiudicata e amante delle tirate di cocaina. Un buon gioco di squadra fra gli interpreti (il trio degli amici, incorreggibile masnada di lazzaroni sciagurati, vale da solo il prezzo del biglietto ed è gustoso dalla prima all’ultima scena in cui appaiono con la loro abitudine di stravolgere ogni contesto rispettabile) risolleva la vicenda dalle lacune di sceneggiatura, che dopo la prima mezz’ora tende a reiterare meccanismi spiritosi che la fanno precipitare in vacuità piuttosto imbarazzanti. Nel complesso, un piacevole viaggio nelle terre incontaminate del Nuovo Continente, remoto paesaggio di foreste tropicali e montagne di roccia e sabbia, in cui può succedere di imbattersi in cerimonie che vanno a scatafascio per invitati non troppo beneducati, o in pusher di eroina dall’arrabbiatura facile, che vanno alla ricerca di un feeling con acquirenti ingenui e poi, quando capita che uno di questi confonda la propria borsa con quella in cui conserva pistola e droga, irrompono nel pieno della festa sbraitando propositi omicidi. Che ci vogliamo fare? Sarà un’altra stupida commedia, ma questa volta, almeno, la provenienza non vanta un blasone statunitense, e di questo va reso merito. Intendiamoci: la produzione anglo-australiana non migliora granché il prodotto finale, ma quantomeno allontana il giudizio dalla maggiore fucina che sforna questo genere cinematografico e consente uno sguardo più rasserenato sulle risate che comunque arrivano, proprio perché l’inventiva non è troppo vacillante e l’impegno è ben lungi dal rasentare l’autocommiserazione o la pigrizia. Distribuisce Lucky Red.
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elgatoloco
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mercoledì 1 luglio 2020
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simpoaitoc iflm comico"irrituale"
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"The Few Best Men"(2011, Stephen Elliott, non autore dlela sceneggiatura)è un film comico"atipico": commedia degli equivoci e degli errori(la valivgia lasciata dallo spacciatore dove acquistavano un "innocuo"joint per festeggiare il matrimponio dell'amico e scmbiata con la ben più"periolcosa"valigia dell'juomo, che contiene la droga pesante, cocaina, la pecora che mangia la droga-cocaina, uscite ed entrate fuori luogo), questo film di cui il titplo italiano recepisce una parte importante, ma non il tutto("Tre uomini e una capra")è invece un film comico irrituale: differenze tra Britsh Men e "isolani australiani", con l'esplicito riferimento di uno dei tre amcii dello sposo , testimome chiamato a fare il discorso al fatto che poco dopo la scoperta dell'Australia da parte di Cook, iniziò un sevaggio colonialismo-imperialistmo britannico che spodestò dli Aborieini della loro terra, iancora alla questione che i primi Inglesi inviati in Australia furuono, notoriamente, ergastolani, molte altre punzecchiature volute o meno; si aggiunga che il capofamiglia padre della sposa è un vero dittatore, politico non poco corrotto, che invece la moglie, che gli rimpovera di essere diventato così dopo una giovinezza da"utopista"(testuale), si scatena in ogni senso dopo aver scoperto la cocaina, che lo spaccitatore è un potenziale assassino, oscillante tra euforia e richiesta di amiciza, depressione nera con tratti aggresivi, che questi irrompe nella festa di matorimonio nudo e rivednciando"violnemente"i suoi presunti diritti, molto anltro ancora.
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"The Few Best Men"(2011, Stephen Elliott, non autore dlela sceneggiatura)è un film comico"atipico": commedia degli equivoci e degli errori(la valivgia lasciata dallo spacciatore dove acquistavano un "innocuo"joint per festeggiare il matrimponio dell'amico e scmbiata con la ben più"periolcosa"valigia dell'juomo, che contiene la droga pesante, cocaina, la pecora che mangia la droga-cocaina, uscite ed entrate fuori luogo), questo film di cui il titplo italiano recepisce una parte importante, ma non il tutto("Tre uomini e una capra")è invece un film comico irrituale: differenze tra Britsh Men e "isolani australiani", con l'esplicito riferimento di uno dei tre amcii dello sposo , testimome chiamato a fare il discorso al fatto che poco dopo la scoperta dell'Australia da parte di Cook, iniziò un sevaggio colonialismo-imperialistmo britannico che spodestò dli Aborieini della loro terra, iancora alla questione che i primi Inglesi inviati in Australia furuono, notoriamente, ergastolani, molte altre punzecchiature volute o meno; si aggiunga che il capofamiglia padre della sposa è un vero dittatore, politico non poco corrotto, che invece la moglie, che gli rimpovera di essere diventato così dopo una giovinezza da"utopista"(testuale), si scatena in ogni senso dopo aver scoperto la cocaina, che lo spaccitatore è un potenziale assassino, oscillante tra euforia e richiesta di amiciza, depressione nera con tratti aggresivi, che questi irrompe nella festa di matorimonio nudo e rivednciando"violnemente"i suoi presunti diritti, molto anltro ancora... un vero festival dell'anti-.polically correct, questo film, che dopo anni, ci fa riscoprire, tra l'altro, un0Olivia Newton .John in forma, nel rjuolo della madre della ragga-sposa(Laura Brent, bravina)e della sorella(Rebel Wilson, , che si finge lesbica ma convolerà presto a nozze con uno degli amici di David(lo sposo, impersonato da Xavier Samuel), ancora gli amici, che sono ben tre e molto diversi tra loro, ben resi da tutti gli interpreti, un clima complessivo che mette a confronto due culture che, nonsotante la formale "osservanza"australiana all'United Kingdom, sono orami diversissime, per non dire in qualche misura praticamente"opposte". Un film che, oltre ad assicurare il divertimento con i migliori ingredienti della comicità anche e soprattutto di tradizione teatrale, sburgiarda luoghi comuni e mette a confronto con intelligenza e"sagacia". El Gato
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purplerain
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sabato 19 gennaio 2013
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commedia al miele.
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tre uomini una pecora e un matrimonio. Ci sono tutti gli ingredienti perchè il film sembri banale: una bella coppia di giovani che si sposa dopo non molto tempo essersi conosciuti, degli amici svitati e un padre, di lei, autoritario e importante, oltre che ricco. Sembra il classico clichè holliwoodiano, e se vogliamo lo è, perchè il film non si discosta molto dai classici temi di commedie sui matrimoni: gli amici dediti alla droga che rischiano di far saltare il matrimonio, lo sposo che deve affrontare le "Forche Caudine" dell'esame suocero, lo spacciatore derubato, eccetera!! Eppure la commedia scorre veloce che è un piacere, dà a tutti i personaggi il giusto spazio e la giusta importanza, non relega al protagonista il ruolo primario
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tre uomini una pecora e un matrimonio. Ci sono tutti gli ingredienti perchè il film sembri banale: una bella coppia di giovani che si sposa dopo non molto tempo essersi conosciuti, degli amici svitati e un padre, di lei, autoritario e importante, oltre che ricco. Sembra il classico clichè holliwoodiano, e se vogliamo lo è, perchè il film non si discosta molto dai classici temi di commedie sui matrimoni: gli amici dediti alla droga che rischiano di far saltare il matrimonio, lo sposo che deve affrontare le "Forche Caudine" dell'esame suocero, lo spacciatore derubato, eccetera!! Eppure la commedia scorre veloce che è un piacere, dà a tutti i personaggi il giusto spazio e la giusta importanza, non relega al protagonista il ruolo primario, ma sembra quasi che sia lo sposo il vero comprimario, poichè le gag non nascono dalle sue battute, ma da quelle dei suoi svitati compagni!! Il regista, pur collegandosi abbastanza ad altri film sul genere, ci regala una trasferta in terra australiana simpatica e mai noiosa, ma srutta poco l'effetto paesaggio chiudendosi quasi subito nell'intimità della casa e non lasciandoci gustare abbastanza le bellezze paesaggistiche tipiche di quella meravigliosa terra, che la sceneggiatura si sarebbe dovuto preoccupare di mostrarci!! Resta comunque divertente e dolce!!! Da vedere!!
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annu83
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domenica 1 aprile 2012
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american pie e una pecora
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Non è mia abitudine scrivere commenti su film di questo tipo, ed è pure vero che raramente mi permetto il lusso di spendere/sprecare due ore per guardarne uno. Ma tant'è... e stavolta ci sono cascato.
David e Mia si conoscono su una misteriosa spiaggia esotica, si innamorano e decidono di sposarsi. La location del matrimonio sarà l'Australia, nella tenuta dei genitori di Mia. Sembrerebbe tutto facile, se non ci fosse un problema: la famiglia "acquisita" di Dave sono tre amici sbandati e combina casini, un po' grezzi, un po' sfigati e parecchio volgari che vengono incaricati di seguire lo sposo in Australia. E allora via alle situazioni ambigue, roba impensabile e al limite (e oltre) del demenziale.
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Non è mia abitudine scrivere commenti su film di questo tipo, ed è pure vero che raramente mi permetto il lusso di spendere/sprecare due ore per guardarne uno. Ma tant'è... e stavolta ci sono cascato.
David e Mia si conoscono su una misteriosa spiaggia esotica, si innamorano e decidono di sposarsi. La location del matrimonio sarà l'Australia, nella tenuta dei genitori di Mia. Sembrerebbe tutto facile, se non ci fosse un problema: la famiglia "acquisita" di Dave sono tre amici sbandati e combina casini, un po' grezzi, un po' sfigati e parecchio volgari che vengono incaricati di seguire lo sposo in Australia. E allora via alle situazioni ambigue, roba impensabile e al limite (e oltre) del demenziale.
Ci sarebbero, insomma, tutti gli ingredienti per il classico e inutile film da blockbuster che serve solo a impoverire il mercato cinematografico.
Beh, diciamo che il film non si discosta molto da questa premessa, ma in compenso ci sono sprazzi di assoluta comicità e, a tratti, si riescono a contenere volgarità e scene trash (a parte quella del braccio nel culo della pecora, che si poteva tranquillamente evitare e che fa perdere mezzo voto al film), e questo risulta sicuramente un sollievo.
In un film in cui il matrimonio sta al nodo del discorso come lo sposo sta ad un attore marginale, i veri protagonisti sono i 3 amici e la mamma della sposa, che sale in cattedra verso la fine, ma val la pena aspettare. Pioggia di risate e seppelliti i brutti presagi iniziali. I veri protagonisti, come dicevamo, risultano i tre testimoni dello sposo (in realtà due perchè Luke, dopo essere stato scaricato dalla fadanzata vive in perenne stato di ebbrezza), tra cui spicca un ottimo Kris Marshall nei panni di Tom, una sorta di cerebroleso estraneo al mondo reale. E' proprio lui a tenere in piedi il film creando le freddure migliori, e a far ricordare, a tratti, ed è un complimento, il quasi coetaneo Seann William Scott famoso per essere stato Stifler nella saga degli "American Pie" riusciti. E in effetti, guardando questo "tre uomini e una pecora", il pensiero non può non andare a "American Pie 3 - Il matrimonio", col quale condivide molti aspetti.
Ci sarebbe anche una pecora, ma di quella parlerà qualcun altro...
In definitiva, per essere un "blockbuster style", un film per lo meno accettabile.
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