Kung Fu Panda 2

Suppongo che questo film, come il primo, abbia molteplici chiavi di lettura: l'azione e le gag per il divertimento e la psicologia e l'introspezione, i forti connotati umoristici e drammatici delle scene, il messaggio morale, il rapporto fra i personaggi ed il perfetto arrangiamento musicale che si sovrappone alle immagini. La famosa scena del "katà della goccia"  e la scena dello scontro finale sono in questo senso esemplificativi del fatto che quest'opera non è solo un film d'animazione per bambini. Mi soffermerò su queste due parti, poiché personalmente hanno saputo strappare a me ed a qualche altro un brivido e una forte emozione.
Il lottare con il proprio passato, per poi riuscire ad accettarlo a superare i traumi, viene descritto sapientemente con un katà che ha il suo culmine nel passo musicale che si puo' rivivere anche nel primo film (durante il recupero della pergamena del drago da parte del maestro Shifu, solo molto piu' accennato). Il traguardo arriva con l'aiuto da parte della saggia pecora (che sostituisce simbolicamente la tartaruga Oogay), che fa ricordare al panda i ricordi piacevoli della propria vita che lo hanno fatto diventare poi il guerriero dragone e gli amici per cui tornare a combattere (malgrado il disaccordo avuto precedentemente coi 5 e i maestri crok e rino).
Un altro esempio è lo scontro finale: fra quello che era un tempo solo un "piccolo Panda" (usando le parole amorevoli di Mr. Ping) ed una schiera di cannoni e palle infuocate di Shen, dove ogni altro guerriero ormai è sfinito ed  in cui anche il personaggio di "tigre" (simbolo di forza e coraggio) viene messo al riparo, spinto lontano dal guerriero dragone. Da solo egli decide di provare a resistere, fino a quasi sacrificarsi per i propri amici, contro una flotta che sembra essere molto piu' forte di lui . Cio' che lo aiuterà, non sarà però il kung fu, ma sarà proprio quella tanto agognata Pace interiore, (che in fondo ognuno di noi cerca...) un'arma che permette di rilanciare la rabbia e le armi del nemico contro lo stesso. Se infatti come Shen rifiutiamo il passato in nome della vendetta, dell'odio autodistruttivo (alla fine è lui stesso ad essere sconfitto per mano sua piu' che di Po se facciamo attenzione), che ci dona la forza e il potere delle armi e della guerra, una guerra che vogliamo portare fuori di noi, poiché è in noi forse che ha origine radicata e ci fa soffrire. E' fare la pace con noi stessi, con il nostro passato, con le "ferite", in nome della compassione, della pace, che lo stesso orso Po (simboleggia l'uomo forse?) nella sua semplicità offre a Shen, un pavone (simbolo di regalità in Cina) distrutto ed accecato dal suo stesso odio, una via per la Pace.
E come disse Oogay: il caso non esiste... Tutto pare avere un senso in questo secondo episodio... E chissà magari in un terzo quali altri emozioni ci potrà regalare.
Grazie Kung fu panda!