caribe1999
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mercoledì 2 gennaio 2013
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un film di fantascienza come dovrebbe essere
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Tanti film di fantascienza contemporanei propongono un "futuro" come pretesto per inserire un sacco di esplosioni realizzate con effetti digitali e alla fine il film è bello esteticamente, ma privo di originalità. "In Time" invece è stata una gradevole scoperta.
Il futuro che ci viene presentato è quasi indistinguibile dal nostro presente, anzi è un mix di passato e futuro con qualche dettaglio futuristico, ma anche i telefoni pubblici che non vediamo più sulle nostre strade. È un'ottima scelta perché in questo modo possiamo concentrarci sulla "visione", ovvero l'orologio genetico a cui tutti devono sottostare, senza rimanere abbagliati da mezzi volanti o teletrasporti.
L'orologio è l'elemento attorno a cui ruota la storia e l'ipotetica società.
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Tanti film di fantascienza contemporanei propongono un "futuro" come pretesto per inserire un sacco di esplosioni realizzate con effetti digitali e alla fine il film è bello esteticamente, ma privo di originalità. "In Time" invece è stata una gradevole scoperta.
Il futuro che ci viene presentato è quasi indistinguibile dal nostro presente, anzi è un mix di passato e futuro con qualche dettaglio futuristico, ma anche i telefoni pubblici che non vediamo più sulle nostre strade. È un'ottima scelta perché in questo modo possiamo concentrarci sulla "visione", ovvero l'orologio genetico a cui tutti devono sottostare, senza rimanere abbagliati da mezzi volanti o teletrasporti.
L'orologio è l'elemento attorno a cui ruota la storia e l'ipotetica società. Il film fa un accenno alle cause e alla situazione globale che di conseguenza si è venuta a creare e verrebbe voglia di scoprire dell'altro, ma secondo Hollywood un film deve durare solo un'ora e mezza e così abbiamo semplicemente la storia dell'eroe che di corsa sconvolge il sistema grazie alla sua generosità e al suo coraggio.
Insomma "In Time" è un film da vedere per poi fermarsi a pensare a cosa si potrebbe fare nell'ultimo giorno della propria vita. I bei film di fantascienza devono fare questo effetto.
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cenox
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venerdì 24 agosto 2012
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il tempo al posto del denaro!
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In un mondo futuristico in cui tutte le persone sono programmate geneticamente per non invecchiare più dell'età di 25 anni, e in cui tutto si paga col tempo, il protagonista è Timberlake, un ragazzo che abita nel ghetto, in mezzo alle persone più povere di tempo, che vivono alla giornata. L'incontro con un immortale (che equivale ad un soggetto molto ricco) stanco della vita gli aprirà un mondo a lui sconosciuto, infatti egli gli cederà tutto il suo tempo a titolo gratuito. Il protagonista attraverserà tutti i confini che lo separano dalla vita degli immortali, ma sarà seguito dai guardiani del tempo (una sorta di tutori dell'ordine) convinti che lui abbia rubato tutto il tempo che ha a disposizione.
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In un mondo futuristico in cui tutte le persone sono programmate geneticamente per non invecchiare più dell'età di 25 anni, e in cui tutto si paga col tempo, il protagonista è Timberlake, un ragazzo che abita nel ghetto, in mezzo alle persone più povere di tempo, che vivono alla giornata. L'incontro con un immortale (che equivale ad un soggetto molto ricco) stanco della vita gli aprirà un mondo a lui sconosciuto, infatti egli gli cederà tutto il suo tempo a titolo gratuito. Il protagonista attraverserà tutti i confini che lo separano dalla vita degli immortali, ma sarà seguito dai guardiani del tempo (una sorta di tutori dell'ordine) convinti che lui abbia rubato tutto il tempo che ha a disposizione. Buon film con un ottima idea di fondo, che forse poteva anche essere sfruttata meglio, ma tutto sommato raggiunge un risultato di tutto rispetto.
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darkglobe
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mercoledì 13 dicembre 2017
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la riappropriazione del tempo
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Forse uno dei più convincenti film di fantascienza mai visti, perché incarna nella narrazione dei fatti una visione del mondo in cui sfruttamento dell’uomo e del suo tempo cavalcano iperbolicamente la feroce critica ad uno sfrenato e cinico capitalismo finanziaro, nel quale pochi sono i beneficiari di una ricchezza che nasce dall’annichilimento di tanti.
Regista e sceneggiatore è Andrew Niccol, che ambienta la trama in un ipotetico anno 2169 nel quale tutti gli esseri umani sono programmati per vivere serenamente fino a 25 anni: da quella data in poi si ferma il loro invecchiamento fisico ma scatta un orologio biologico, marcato sul braccio con icone digitali, che va continuamente ricaricato come “tempo di vita residua”, ottenuto tramite lavoro sottopagato o con attività criminali.
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Forse uno dei più convincenti film di fantascienza mai visti, perché incarna nella narrazione dei fatti una visione del mondo in cui sfruttamento dell’uomo e del suo tempo cavalcano iperbolicamente la feroce critica ad uno sfrenato e cinico capitalismo finanziaro, nel quale pochi sono i beneficiari di una ricchezza che nasce dall’annichilimento di tanti.
Regista e sceneggiatore è Andrew Niccol, che ambienta la trama in un ipotetico anno 2169 nel quale tutti gli esseri umani sono programmati per vivere serenamente fino a 25 anni: da quella data in poi si ferma il loro invecchiamento fisico ma scatta un orologio biologico, marcato sul braccio con icone digitali, che va continuamente ricaricato come “tempo di vita residua”, ottenuto tramite lavoro sottopagato o con attività criminali.
Tutto, dal cibo fino ai trasporti, si paga cedendo parte del proprio tempo di vita residuo, con l’inconveniente che i costi della vita aumentano e i salari diminuiscono progressivamente, schiacciando inesorabilmente le vite umane e costringendole prima o poi alla morte... con l’eccezione di una casta di ricchi possessori del bene prezioso, che possono vivere praticamente in eterno.
Chi prova a smontare questo meccanismo è Will Salas (Justin Timberlake), potenziale Robin Hood del 22esimo secolo, che vive in un “ghetto” sociale con la bella madre cinquantenne.
Will salva per caso generosamente uno strano individuo, Henry Hamilton (Matt Bomer), che sta sperperando in un bar i propri 116 anni offrendo da bere a tutti, stanco della sua inutile vita, su cui hanno posato gli occhi i “Minutemen”, una banda di criminali dedita a depredare del bene temporale le persone indifese: Henry, colpito dalla generosità e dall’altruismo di Will, dopo aver tarscorso la notte al riparo, gli lascia silenziosamente in regalo i suoi anni e sparisce. Will, turbato per l’accaduto e per la sopravvenuta scomparsa della madre Rachel (Olivia Wilde), decide di avventurarsi a New Greenwich, la zona dei capitalisti, sfidando dapprima a poker al Casinò il ricco signor Weis (Vincent Kartheiser) e vincendo altri 800 anni; fuggendo poi con la sua irrequieta e ribelle figlia Sylvia (Amanda Seyfried) quando il Guardiano del Tempo Raymond Leon (Cillian Murphy) lo raggiungerà ad una sontuosa festa in casa Weis, accusandolo di aver rubato gli anni di Hamilton.
E’ da là che inizia una tumultuosa fuga di Will e Sylvia, già presi l’uno per l’altra, tra inseguimenti, nascondigli, furti, pestaggi e rapine colossali alle banche del tempo.
Sylvia, trascinata nel ghetto da Will, prende progressivamente coscienza della sua vita ovattata ed apre gli occhi sulla sua condizione di privilegiata e sulla anormalità della apatica vita eterna sua e dei suoi simili: i due riescono a rubare un milione di anni distribuendoli alla gente del posto in modo da scardinare l’odioso sistema di asservimento e progettando oltretutto imprese ancora più ambiziose.
La trama è convincente, il pathos sempre presente nonostante alcune piccole ingenuità ed inevitabili lungaggini del plot. Forse qualche arricchimento scenografico avrebbe ulteriormente sorretto la storia, ma si sarebbe corso il rischio di spingere troppo sulla spettacolarizzazione.
Molto riuscita la recitazione dei protagonisti, su cui si regge il grosso del film, in cui spiccano ovviamente il cupo Will, la seducente Sylvia e l’implacabile Leon (che ammicca col suo look all’immaginifico di Matrix) in un contesto nel quale è la coralità dei ruoli a contribuire alla perfetta coesione narrativa.
Il messaggio veicolato, che accompagna il film dall'inizio fino alla sua conclusione, trasuda di senso di oppressione, ingiustizia e malinconia e viene resa emotivamete percepibile l'incapacità dell’uomo comune di riappropriarsi della propria esistenza, quando un invalicabile meccanismo di asservimento si sublima nella tagliola temporale, che da un lato appare come anelito ed illusione di eternità e dall’altro si manifesta come il peggior strumento di furto delle integrità umane.
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alfonso nero
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venerdì 9 marzo 2012
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in time un mondo nel film
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C’è una cosa che anche degli ipotetici detrattori di Andrew Niccol non potrebbero negare: il regista neozelandese non si preoccupa solo di creare film, bensì mondi. Lasciando un attimo da parte la loro credibilità, basta dare un rapido sguardo alla sua filmografia. Qualunque sia la pellicola in cui, a vario titolo, appare il suo nome, il contesto è sempre il vero protagonista della scena. Questo è il suo marchio di fabbrica.
Ad avallare tale tesi, vi è una manifesta e manifestata attenzione per i dettagli afferenti proprio alle ambientazioni attorno alle quali ruotano le sue storie. In Gattaca abbiamo un imprecisato futuro in cui la selezione della razza è pratica comune, ampiamente accettata e legalizzata.
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C’è una cosa che anche degli ipotetici detrattori di Andrew Niccol non potrebbero negare: il regista neozelandese non si preoccupa solo di creare film, bensì mondi. Lasciando un attimo da parte la loro credibilità, basta dare un rapido sguardo alla sua filmografia. Qualunque sia la pellicola in cui, a vario titolo, appare il suo nome, il contesto è sempre il vero protagonista della scena. Questo è il suo marchio di fabbrica.
Ad avallare tale tesi, vi è una manifesta e manifestata attenzione per i dettagli afferenti proprio alle ambientazioni attorno alle quali ruotano le sue storie. In Gattaca abbiamo un imprecisato futuro in cui la selezione della razza è pratica comune, ampiamente accettata e legalizzata. Si tratta di uno scenario che ci viene esplicitamente descritto, ma con un po’ più di fatica ci saremmo potuti arrivare anche solo attraverso le immagini. In S1m0ne vengono mescolati due elementi decisamente attuali di lì a venire: i livelli raggiunti dalla tecnologia informatica ed il retropalco della patinata Hollywood tutta lustrini.
Ma potremmo andare avanti, citando il lampante caso di un film di cui ha scritto solo il soggetto, ossia The Terminal. Qui c’è poco da approfondire con dovizia di particolari: il Terminal dell’aeroporto JFK di New York funge proprio da padrone di casa, il quale ospita l’assurda vicenda Viktor Navorski, nonché quelle più ordinarie delle persone in cui si imbatte. E via discorrendo, portando altri due esempi come The Truman Show e Lord of War. In Time, attenendoci a questo sottile fil rouge, si colloca esattamente nel gruppo di questi illustri predecessori.
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(di weach )
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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marx aveva ragione!
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Nell'anno 2169, le persone sono geneticamente programmate per invecchiare soltanto fino a 25 anni: dopodiché un timer che tutti hanno sul braccio inizia un conto alla rovescia, che dura solo un altro anno, al termine del quale l'individuo morirà all'istante. Questo limite può essere esteso lavorando. In pratica "il tempo è denaro", infatti viene utilizzato anche come valuta per acquistare beni di consumo.
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Nell'anno 2169, le persone sono geneticamente programmate per invecchiare soltanto fino a 25 anni: dopodiché un timer che tutti hanno sul braccio inizia un conto alla rovescia, che dura solo un altro anno, al termine del quale l'individuo morirà all'istante. Questo limite può essere esteso lavorando. In pratica "il tempo è denaro", infatti viene utilizzato anche come valuta per acquistare beni di consumo.
Per tutti coloro che non sanno chi è Andrew Niccol, sappiate solo che il genio che ha scritto la sceneggiatura di The Truman Show (regia di Peter Weir) e che ha all'attivo degli ottimi film quali Gattaca - La porta dell'universo (1997) e S1m0ne (2002).
Con In Time, firma sicuramente il suo film più dichiaratamente politico, dove viene mostrata una società stratificata in cui i poveri mantengono i ricchi e dove il problema della sovrappopolazione viene risolto alzando i prezzi dei beni primari.
Tuttavia l'aspetto ideologico si mescola perfettamente con il cinema di genere: i due protagonisti sono dei moderni Bonnie e Clyde che svaligiano banche per ridistribuire il tempo ai cittadini.
Ottimo anche il finale, dove la rivoluzione dal basso porta al crollo dell'economia imperante, preludendo all'instaurazione di un nuovo modello sociale, non ci è dato sapere se migliore o peggiore.
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jacopo b98
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domenica 15 settembre 2013
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un ottimo film di fantascienza
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In un futuro non precisato gli uomini crescono fino a venticinque anni e poi smettono di invecchiare perché sul loro braccio si attiva un cronometro a tempo. Quando quest’ultimo si esaurisce la persona muore. Bisogna perciò guadagnarsi tempo lavorando. Ogni cosa; cibo, vestiti, pedaggi autostradali; costa tempo. Il venticinquenne, da tre anni (quindi ventottenne) Will (Timberlake) riceve in regalo da un miliardario vecchio di oltre cento anni un secolo di vita. Il seguito alla morte del miliardario, la polizia si mette sulle tracce del giovane che intanto si trasferisce nella parte dei ricchi della città per un solo scopo: recuparare il tempo rubato dai ricchi per restituirlo ai poveri.
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In un futuro non precisato gli uomini crescono fino a venticinque anni e poi smettono di invecchiare perché sul loro braccio si attiva un cronometro a tempo. Quando quest’ultimo si esaurisce la persona muore. Bisogna perciò guadagnarsi tempo lavorando. Ogni cosa; cibo, vestiti, pedaggi autostradali; costa tempo. Il venticinquenne, da tre anni (quindi ventottenne) Will (Timberlake) riceve in regalo da un miliardario vecchio di oltre cento anni un secolo di vita. Il seguito alla morte del miliardario, la polizia si mette sulle tracce del giovane che intanto si trasferisce nella parte dei ricchi della città per un solo scopo: recuparare il tempo rubato dai ricchi per restituirlo ai poveri. Se il film di Andrew Niccol finisse entro la prima ora, sarebbe un quasi capolavoro, ma così non è: se la prima parte ci regala un folgorante ritratto di un mondo distopico ed alcune sequenze sono davvero grande cinema (la corsa per evitare la morte della madre [Wilde] che morirà tra le braccia di Will). Ma il film nella seconda parte rallenta un po’ e nonostante alcune belle scene si trasforma in un semplice e classico Robin Hood ambientato nel futuro. Non è brutta la seconda parte di In Time, è solo più banale della prima, così abbagliante, tesa e potente. Contribuiscono molto al tutto la regia fluida di Niccol (anche sceneggiatore e produttore), le musiche di Craig Armstrong e la fotografia di Roger Deakins, ma anche gli interpreti, capitanati da due giovani star hollywoodiane come Timberlake (The Social Network), che conferma il suo carisma di attore, e la Seyfried (Mamma mia!, Cappuccetto rosso sangue) che si dimostra attrice magnetica e (molto) sensuale.
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ultimoboyscout
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sabato 12 gennaio 2013
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vivere o morire...di tempo!
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Neozelandese trapiantato ad Hollywood, Andrew Niccol ha immaginato un futuro non troppo lontano in cui solo i ricchi restano giovani e vivi per sempre. Ma la ricchezza non rappresentata dal denaro, bensì dal tempo. Come la maggior parte delle sue storie, Niccol racconta di una società distopica in cui si smette di invecchiare a 25 anni, un caffè costa una manciata di minuti e Justin Timberlake, figlio bastardo di Gattaca, cerca un'utopica equalizzazione, aiutato da una bella e ricca ereditiera che decide di rischiare con lui e per lui la propria debordante quota di immortalità. Idea bellissima, originale ma costosa, cosa che dalle parti di Hollywood non va granchè bene ed è un binomio spesso perdente.
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Neozelandese trapiantato ad Hollywood, Andrew Niccol ha immaginato un futuro non troppo lontano in cui solo i ricchi restano giovani e vivi per sempre. Ma la ricchezza non rappresentata dal denaro, bensì dal tempo. Come la maggior parte delle sue storie, Niccol racconta di una società distopica in cui si smette di invecchiare a 25 anni, un caffè costa una manciata di minuti e Justin Timberlake, figlio bastardo di Gattaca, cerca un'utopica equalizzazione, aiutato da una bella e ricca ereditiera che decide di rischiare con lui e per lui la propria debordante quota di immortalità. Idea bellissima, originale ma costosa, cosa che dalle parti di Hollywood non va granchè bene ed è un binomio spesso perdente. E' un ottimo action thriller fantascientifico che condivide molto col già citato "Gattaca - La porta dell'universo" dello stesso Niccol, che va avanti spinto da motti tipo il tempo è denaro e chi ha tempo non aspetti tempo ma pensi a come spenderlo e viverlo e che denuncia un sistema gonfio di anomalie e ingiustizie. Si tratta di puro intrattenimento, non completamente riuscito ma piuttosto intelligente, Niccol ha qualche difficoltà con le sequenze action ma quegli avambracci numerati fanno pensare e perdonano più di qualche pecca. Ciò che comunque piace e colpisce (forte, molto forte!) è l'idea di base che scopre orizzonti sociologici a dir poco inquietanti e momenti di riflessione profonda e un tantino preoccupante, le deformazioni che il regista isola sono svariate e le deviazioni di quel genere umano sono i riflessi della nostra società. Al suo quarto lavoro da regista, Niccol, che è anche sceneggiatore di successo, si pone al centro dell'attenzione perchè, se gli attori non convincono del tutto e il film non passerà di certo alal storia, lui ha comunque vinto grazie alla sua visionaria idea che è una favolosa genialata.
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kondor17
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martedì 15 aprile 2014
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bell'idea ma realizzata maluccio
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Bella l'idea della vita a tempo, con tanto di timer sottopelle (ma, neanche una parola al riguardo?). 25 anni massimo a meno che non ti guadagni prolungamenti lavorando, o rubando. Ma l'età fisica si blocca comunque a 25 anni, anche se ne hai 100. Vieni pagato in minuti ore anni e nei casinò ti giochi i millenni o gli eoni. Eh si perchè ci sono gli immortali, la casta, i bancari del tempo e poi i guardiani del tempo, i timekeeper, che controllano i movimenti di tempo, quindi di denaro, su mega pannelli digitali, per trovare i ladri temporali e soprattutto per garantire l'impermeabilità del quartiere "bene", quello in cui quelli del ghetto non possono entrare, per intendersi.
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Bella l'idea della vita a tempo, con tanto di timer sottopelle (ma, neanche una parola al riguardo?). 25 anni massimo a meno che non ti guadagni prolungamenti lavorando, o rubando. Ma l'età fisica si blocca comunque a 25 anni, anche se ne hai 100. Vieni pagato in minuti ore anni e nei casinò ti giochi i millenni o gli eoni. Eh si perchè ci sono gli immortali, la casta, i bancari del tempo e poi i guardiani del tempo, i timekeeper, che controllano i movimenti di tempo, quindi di denaro, su mega pannelli digitali, per trovare i ladri temporali e soprattutto per garantire l'impermeabilità del quartiere "bene", quello in cui quelli del ghetto non possono entrare, per intendersi. Ma Will Salas-Timberlake (meglio come cantante, comunque) ci riesce. Poco dopo aver visto la madre "scadere", incontra infatti nel bar del quartiere un malcapitato riccone, con 105 anni in saccoccia, anzi sul braccio, che fa bel vanto in pubblico di cotanta ricchezza. I ladri lo indivuano e lo braccano, ma Will lo salva dandogli rifugio in un palazzo semideserto. Durante la notte il riccone, stufo di una vita senza capo ne coda, regala tutto il suo tempo trasferendolo a Will, tenendosi giusto quei dieci minuti per andare a spegnersi sopra un ponte. Inizia così la "vendetta" di Will, che, improvvisamente ricco, riesce ad entrare nella città proibita; in un ristorante, mangiando n fretta, viene subito adocchiato da due occhi verdi e luminosi, quelli di Sylvia Weis, figlia e coetanea (sono tutti al massimo 25enni) di Philip Weis, il magnate del tempo, produttore e distributore dei caricatori temporali, distribuiti su larga scala dalle banche del tempo. In una memorabile mano di poker, Will toglie a Weis circa un millenniio, che gli viene però poco dopo confiscato dai timekeeper, in quanto il soggetto è sospettato di furto ed omicidio, non credendo alla storia del regalo. Will però si rifiuta di tornare nel ghetto e scappa prendendo in ostaggio Sylvia, con la quale era iniziata un'intensa relazione, e facendone quindi merce da riscatto. Inizia così una fuga tanto turbinosa quanto fumettara, con inseguimenti mozzafiato e voli impossibili, e loro senza un graffio; i due si danno poi all'assalto alle banche, alla Bonnie e Clyde, e alla distribuzione robinhoodiana del tempo tra la gente.
Soggetto 7; Attori 6-; Regia e sceneggiatura: 5+ Comunque nel complesso film guardabile.
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martalari
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mercoledì 8 febbraio 2012
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molto fiko !!
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VISTO "IN TIME" esce il 17 MOLTO FIKO !!
"Who Wants To Live Forever....Chi Vuol Vivere Per Sempre? " Cantavano i Queen
Il tempo e' diventato un lusso e "In time" e' un film cosi' intenso che usciti dalla sala nasconderete ogni sveglia e vi darà fastidio vedere ogni altro orologio digitale che avete in casa.
"In time" parla di un futuro dove il caffè si paga scalando sullo scanner della cassa 4 minuti della propria vita, una cena con mancia costa qualche settimana, una macchina qualche mese...un futuro dove tutti hanno un timer che rappresenta gli anni che vivrà ancora, rimanendo sempre giovane...
"In time" e' un fanta-action con Amanda Seyfed (Ex Mamma mia!) e Justin Timberlake (qui molto bravo per la prima volta) che si trasformano un po' in Bonnie e Clyde per le loro azioni, un po' Diabolik ed Eva Kent per la fotografia quasi da fumetto (apparentemente fredda ma intensa) che ci aveva gia' conquistato nel precedente film di Andrew Niccol a noi piaciuto molto "Gattaca".
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VISTO "IN TIME" esce il 17 MOLTO FIKO !!
"Who Wants To Live Forever....Chi Vuol Vivere Per Sempre? " Cantavano i Queen
Il tempo e' diventato un lusso e "In time" e' un film cosi' intenso che usciti dalla sala nasconderete ogni sveglia e vi darà fastidio vedere ogni altro orologio digitale che avete in casa.
"In time" parla di un futuro dove il caffè si paga scalando sullo scanner della cassa 4 minuti della propria vita, una cena con mancia costa qualche settimana, una macchina qualche mese...un futuro dove tutti hanno un timer che rappresenta gli anni che vivrà ancora, rimanendo sempre giovane...
"In time" e' un fanta-action con Amanda Seyfed (Ex Mamma mia!) e Justin Timberlake (qui molto bravo per la prima volta) che si trasformano un po' in Bonnie e Clyde per le loro azioni, un po' Diabolik ed Eva Kent per la fotografia quasi da fumetto (apparentemente fredda ma intensa) che ci aveva gia' conquistato nel precedente film di Andrew Niccol a noi piaciuto molto "Gattaca". (Il direttore della fotografia è lo stesso di Non è un paese per vecchi, The Reader...)
Un film che offre azione ma anche tanti spunti sull'importanza della vita di tutti i giorni, su come la ricchezza può' diventare un boomerang se non gestita bene, la conferma che chi ha tutto e non sa gestirlo non produce nulla di utile per la società', sull'ossessione di rimanere sempre giovani trasformandosi nell'aspetto sempre più in mostri (in giro per le strade nelle città è pieno di derivati da pessima chirurgia plastica), sull'egoismo di chi ha sempre un prezzo per nascondere quello che la gente non deve sapere,
sul fatto che passiamo il tempo in continuo stato "multitasking" tra ipod,iphone,ipad e continuiamo a lamentarci a voce di un mondo che non conosciamo.... perché non abbiamo il tempo (time) di alzare lo sguardo...
Il regista famoso per aver anche girato spot celebri padroneggia con la macchina da presa con scene sorprendenti associate a dialoghi ad effetto come fossero "claim" pubblicitari che entrano dentro e fanno ragionare...
Il regista di "in Time" Andrew Niccol è abituato a lanciare domande al proprio pubblico, in passato ha anche scritto e prodotto "The Truman Show" e "S1m0ne" e questa volta vi chiede : "se da povero diventassi improvvisamente ricco/a come ti comporteresti nei confronti di chi conosci da sempre e di chi non conosci e che potresti comunque aiutare?"
La risposta in sala ......"in Time" è un film da vedere per chi ama la fantascienza quella storica alla Asimov e Philip K. Dick che ha sempre preso spunto dal verosimile per raccontare un futuro che appare tecnologicamente avanzato ma totalmente alienato e mentalmente distaccato dalla realtà dalla quale il progresso ci allontana inevitabilmente...
Voto 7
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amefuccino
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martedì 6 marzo 2012
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bel film, trama unica e recitazione meritevole.
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Il film cattura l'attenzione dall'inizio alla fine, la trama è unica e coinvolgente e gli attori sono più che bravi. Peccato che il doppiaggio lasci un pò a desiderare, ovvero i discorsi sono un pò troppo piatti e privi di pathos ma gli attori sono comunque molto bravi e i doppiatori italiani come sempre sono tra i migliori al mondo. Un ottimo Justin Timberlake che si conferma sempre più attore oltre che cantante ed un Amanda Seyfried in un ruolo davvero azzeccato soprattutto come trucco. Lo consiglio davvero a tutti sia grandi che piccoli dato che per i piccini è un ottimo film di avventura mentre per i grandi fa riflettere su valori come la vita e su cosa valga la pena lottare per essa. Sono rimasto piacevolmente molto colpito, è uno di quei film che ti fanno fantasticare a lungo anche una volta tornati a casa.
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Il film cattura l'attenzione dall'inizio alla fine, la trama è unica e coinvolgente e gli attori sono più che bravi. Peccato che il doppiaggio lasci un pò a desiderare, ovvero i discorsi sono un pò troppo piatti e privi di pathos ma gli attori sono comunque molto bravi e i doppiatori italiani come sempre sono tra i migliori al mondo. Un ottimo Justin Timberlake che si conferma sempre più attore oltre che cantante ed un Amanda Seyfried in un ruolo davvero azzeccato soprattutto come trucco. Lo consiglio davvero a tutti sia grandi che piccoli dato che per i piccini è un ottimo film di avventura mentre per i grandi fa riflettere su valori come la vita e su cosa valga la pena lottare per essa. Sono rimasto piacevolmente molto colpito, è uno di quei film che ti fanno fantasticare a lungo anche una volta tornati a casa. Da vedere! E da vedere un paio di volte aggiungerei..
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