dandy
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lunedì 13 novembre 2023
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il valore del tempo.
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Thriller fantascientifico che sfrutta abilmente il tema principale rielaborando i classici discorsi su disuguaglianze sociali e lotta contro il potere(con insoliti rimandi a Robin Hood e Bonnie & Clyde).C'è qualche forzatura e la love story tra i protagonisti è fin troppo ovvia come la contrapposizione tra ricchi e poveri(spregevoli i primi,umani i secondi)ma al pari del protagonista il film sfrutta bene il tempo a sua disposizione restando spedito e avvincente.E anche la riflessione di fondo sul tempo che fugge e come impiegarlo al meglio non è banalizzata dalla scelta di un finale che vede il trionfo umanistico sulla logica capitalista implacabile.Bravi gli interpreti.
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Thriller fantascientifico che sfrutta abilmente il tema principale rielaborando i classici discorsi su disuguaglianze sociali e lotta contro il potere(con insoliti rimandi a Robin Hood e Bonnie & Clyde).C'è qualche forzatura e la love story tra i protagonisti è fin troppo ovvia come la contrapposizione tra ricchi e poveri(spregevoli i primi,umani i secondi)ma al pari del protagonista il film sfrutta bene il tempo a sua disposizione restando spedito e avvincente.E anche la riflessione di fondo sul tempo che fugge e come impiegarlo al meglio non è banalizzata dalla scelta di un finale che vede il trionfo umanistico sulla logica capitalista implacabile.Bravi gli interpreti.Scarso successo di critica e pubblico.Niccol cura anche il sogetto e la sceneggiatura.
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matteo
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venerdì 29 novembre 2019
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tempo sprecato
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Il tempo è vita. Il tempo è denaro. Per silogismo la vita è denaro. Metafora del capitalismo che viviamo sulla nostra pelle quotidianamente, questo film parte da premesse più che discrete ma non arriva da nessuna parte. Stereotipata e fuori tema la critica al sistema, non parliamo poi del suo possibile superamento. Basta svaligiare le banche per cambiare il mondo? Fosse così facile... Come la possibile traccia esistenziale appena accennata. La sceneggiatura è al pari degli attori un po' scarsina, fatta eccezione per gli occhi della Seyfried. Un po' pochino. Insomma, a mio parere, tempo sprecato.
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darkglobe
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mercoledì 13 dicembre 2017
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la riappropriazione del tempo
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Forse uno dei più convincenti film di fantascienza mai visti, perché incarna nella narrazione dei fatti una visione del mondo in cui sfruttamento dell’uomo e del suo tempo cavalcano iperbolicamente la feroce critica ad uno sfrenato e cinico capitalismo finanziaro, nel quale pochi sono i beneficiari di una ricchezza che nasce dall’annichilimento di tanti.
Regista e sceneggiatore è Andrew Niccol, che ambienta la trama in un ipotetico anno 2169 nel quale tutti gli esseri umani sono programmati per vivere serenamente fino a 25 anni: da quella data in poi si ferma il loro invecchiamento fisico ma scatta un orologio biologico, marcato sul braccio con icone digitali, che va continuamente ricaricato come “tempo di vita residua”, ottenuto tramite lavoro sottopagato o con attività criminali.
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Forse uno dei più convincenti film di fantascienza mai visti, perché incarna nella narrazione dei fatti una visione del mondo in cui sfruttamento dell’uomo e del suo tempo cavalcano iperbolicamente la feroce critica ad uno sfrenato e cinico capitalismo finanziaro, nel quale pochi sono i beneficiari di una ricchezza che nasce dall’annichilimento di tanti.
Regista e sceneggiatore è Andrew Niccol, che ambienta la trama in un ipotetico anno 2169 nel quale tutti gli esseri umani sono programmati per vivere serenamente fino a 25 anni: da quella data in poi si ferma il loro invecchiamento fisico ma scatta un orologio biologico, marcato sul braccio con icone digitali, che va continuamente ricaricato come “tempo di vita residua”, ottenuto tramite lavoro sottopagato o con attività criminali.
Tutto, dal cibo fino ai trasporti, si paga cedendo parte del proprio tempo di vita residuo, con l’inconveniente che i costi della vita aumentano e i salari diminuiscono progressivamente, schiacciando inesorabilmente le vite umane e costringendole prima o poi alla morte... con l’eccezione di una casta di ricchi possessori del bene prezioso, che possono vivere praticamente in eterno.
Chi prova a smontare questo meccanismo è Will Salas (Justin Timberlake), potenziale Robin Hood del 22esimo secolo, che vive in un “ghetto” sociale con la bella madre cinquantenne.
Will salva per caso generosamente uno strano individuo, Henry Hamilton (Matt Bomer), che sta sperperando in un bar i propri 116 anni offrendo da bere a tutti, stanco della sua inutile vita, su cui hanno posato gli occhi i “Minutemen”, una banda di criminali dedita a depredare del bene temporale le persone indifese: Henry, colpito dalla generosità e dall’altruismo di Will, dopo aver tarscorso la notte al riparo, gli lascia silenziosamente in regalo i suoi anni e sparisce. Will, turbato per l’accaduto e per la sopravvenuta scomparsa della madre Rachel (Olivia Wilde), decide di avventurarsi a New Greenwich, la zona dei capitalisti, sfidando dapprima a poker al Casinò il ricco signor Weis (Vincent Kartheiser) e vincendo altri 800 anni; fuggendo poi con la sua irrequieta e ribelle figlia Sylvia (Amanda Seyfried) quando il Guardiano del Tempo Raymond Leon (Cillian Murphy) lo raggiungerà ad una sontuosa festa in casa Weis, accusandolo di aver rubato gli anni di Hamilton.
E’ da là che inizia una tumultuosa fuga di Will e Sylvia, già presi l’uno per l’altra, tra inseguimenti, nascondigli, furti, pestaggi e rapine colossali alle banche del tempo.
Sylvia, trascinata nel ghetto da Will, prende progressivamente coscienza della sua vita ovattata ed apre gli occhi sulla sua condizione di privilegiata e sulla anormalità della apatica vita eterna sua e dei suoi simili: i due riescono a rubare un milione di anni distribuendoli alla gente del posto in modo da scardinare l’odioso sistema di asservimento e progettando oltretutto imprese ancora più ambiziose.
La trama è convincente, il pathos sempre presente nonostante alcune piccole ingenuità ed inevitabili lungaggini del plot. Forse qualche arricchimento scenografico avrebbe ulteriormente sorretto la storia, ma si sarebbe corso il rischio di spingere troppo sulla spettacolarizzazione.
Molto riuscita la recitazione dei protagonisti, su cui si regge il grosso del film, in cui spiccano ovviamente il cupo Will, la seducente Sylvia e l’implacabile Leon (che ammicca col suo look all’immaginifico di Matrix) in un contesto nel quale è la coralità dei ruoli a contribuire alla perfetta coesione narrativa.
Il messaggio veicolato, che accompagna il film dall'inizio fino alla sua conclusione, trasuda di senso di oppressione, ingiustizia e malinconia e viene resa emotivamete percepibile l'incapacità dell’uomo comune di riappropriarsi della propria esistenza, quando un invalicabile meccanismo di asservimento si sublima nella tagliola temporale, che da un lato appare come anelito ed illusione di eternità e dall’altro si manifesta come il peggior strumento di furto delle integrità umane.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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marx aveva ragione!
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Nell'anno 2169, le persone sono geneticamente programmate per invecchiare soltanto fino a 25 anni: dopodiché un timer che tutti hanno sul braccio inizia un conto alla rovescia, che dura solo un altro anno, al termine del quale l'individuo morirà all'istante. Questo limite può essere esteso lavorando. In pratica "il tempo è denaro", infatti viene utilizzato anche come valuta per acquistare beni di consumo.
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Nell'anno 2169, le persone sono geneticamente programmate per invecchiare soltanto fino a 25 anni: dopodiché un timer che tutti hanno sul braccio inizia un conto alla rovescia, che dura solo un altro anno, al termine del quale l'individuo morirà all'istante. Questo limite può essere esteso lavorando. In pratica "il tempo è denaro", infatti viene utilizzato anche come valuta per acquistare beni di consumo.
Per tutti coloro che non sanno chi è Andrew Niccol, sappiate solo che il genio che ha scritto la sceneggiatura di The Truman Show (regia di Peter Weir) e che ha all'attivo degli ottimi film quali Gattaca - La porta dell'universo (1997) e S1m0ne (2002).
Con In Time, firma sicuramente il suo film più dichiaratamente politico, dove viene mostrata una società stratificata in cui i poveri mantengono i ricchi e dove il problema della sovrappopolazione viene risolto alzando i prezzi dei beni primari.
Tuttavia l'aspetto ideologico si mescola perfettamente con il cinema di genere: i due protagonisti sono dei moderni Bonnie e Clyde che svaligiano banche per ridistribuire il tempo ai cittadini.
Ottimo anche il finale, dove la rivoluzione dal basso porta al crollo dell'economia imperante, preludendo all'instaurazione di un nuovo modello sociale, non ci è dato sapere se migliore o peggiore.
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dario
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venerdì 1 luglio 2016
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furbo
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Idea banale, ma ben presentata e sorretta. Manca uno sviluppo adeguato. La sceneggiatura si limita a copiare stilemi classici, da western. Regia in qualche modo disperata, per la pochezza dello script. Salvezza, parziale, nelle scene. Interpretazione modesta.
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thecheig
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venerdì 15 agosto 2014
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il cinema delle idee
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a me è piaciuto molto, Andrew Niccol uno dei pochi veri innovatori rimasti
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cic99
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martedì 8 luglio 2014
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questo film rappresenta quello che è oggi e domani
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Ho guardato il film molte volte ma soprattutto ho ascoltato le colonne sonore del film stesso!... Non molti capiranno il vero concetto di tempo perche la loro mentalità non ha il TEMPO di pensarci su!. È vero che i ricchi potranno avere un futuro stabile e felice mentre malamente i poveri o comuni mortali penseranno al vivere di giorno in giorno nella vita sperando forse a una furtuna trovata anche per strada. Non c'è e non ci sara uno come WILS SALAS, un uomo di così tanta fiducia nel proprio destino! Concludo eloggiando Andrew Niccol che con questo film non ha voluto solo un successo ma l esprimersi del suo pensiero sull' oggi e domani della vita e lo CONDIVIDO CON ENORME COMPASSIONE... da ragazzo di soli 13 anni avrò un obbiettivo nella vita : cercare di condividere IN TIME alle persone
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Ho guardato il film molte volte ma soprattutto ho ascoltato le colonne sonore del film stesso!... Non molti capiranno il vero concetto di tempo perche la loro mentalità non ha il TEMPO di pensarci su!. È vero che i ricchi potranno avere un futuro stabile e felice mentre malamente i poveri o comuni mortali penseranno al vivere di giorno in giorno nella vita sperando forse a una furtuna trovata anche per strada. Non c'è e non ci sara uno come WILS SALAS, un uomo di così tanta fiducia nel proprio destino! Concludo eloggiando Andrew Niccol che con questo film non ha voluto solo un successo ma l esprimersi del suo pensiero sull' oggi e domani della vita e lo CONDIVIDO CON ENORME COMPASSIONE... da ragazzo di soli 13 anni avrò un obbiettivo nella vita : cercare di condividere IN TIME alle persone più care o meno! ASPETTO CON ANZIA IL SECONDO CAPITOLO "IN TIME II"!
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kondor17
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martedì 15 aprile 2014
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bell'idea ma realizzata maluccio
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Bella l'idea della vita a tempo, con tanto di timer sottopelle (ma, neanche una parola al riguardo?). 25 anni massimo a meno che non ti guadagni prolungamenti lavorando, o rubando. Ma l'età fisica si blocca comunque a 25 anni, anche se ne hai 100. Vieni pagato in minuti ore anni e nei casinò ti giochi i millenni o gli eoni. Eh si perchè ci sono gli immortali, la casta, i bancari del tempo e poi i guardiani del tempo, i timekeeper, che controllano i movimenti di tempo, quindi di denaro, su mega pannelli digitali, per trovare i ladri temporali e soprattutto per garantire l'impermeabilità del quartiere "bene", quello in cui quelli del ghetto non possono entrare, per intendersi.
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Bella l'idea della vita a tempo, con tanto di timer sottopelle (ma, neanche una parola al riguardo?). 25 anni massimo a meno che non ti guadagni prolungamenti lavorando, o rubando. Ma l'età fisica si blocca comunque a 25 anni, anche se ne hai 100. Vieni pagato in minuti ore anni e nei casinò ti giochi i millenni o gli eoni. Eh si perchè ci sono gli immortali, la casta, i bancari del tempo e poi i guardiani del tempo, i timekeeper, che controllano i movimenti di tempo, quindi di denaro, su mega pannelli digitali, per trovare i ladri temporali e soprattutto per garantire l'impermeabilità del quartiere "bene", quello in cui quelli del ghetto non possono entrare, per intendersi. Ma Will Salas-Timberlake (meglio come cantante, comunque) ci riesce. Poco dopo aver visto la madre "scadere", incontra infatti nel bar del quartiere un malcapitato riccone, con 105 anni in saccoccia, anzi sul braccio, che fa bel vanto in pubblico di cotanta ricchezza. I ladri lo indivuano e lo braccano, ma Will lo salva dandogli rifugio in un palazzo semideserto. Durante la notte il riccone, stufo di una vita senza capo ne coda, regala tutto il suo tempo trasferendolo a Will, tenendosi giusto quei dieci minuti per andare a spegnersi sopra un ponte. Inizia così la "vendetta" di Will, che, improvvisamente ricco, riesce ad entrare nella città proibita; in un ristorante, mangiando n fretta, viene subito adocchiato da due occhi verdi e luminosi, quelli di Sylvia Weis, figlia e coetanea (sono tutti al massimo 25enni) di Philip Weis, il magnate del tempo, produttore e distributore dei caricatori temporali, distribuiti su larga scala dalle banche del tempo. In una memorabile mano di poker, Will toglie a Weis circa un millenniio, che gli viene però poco dopo confiscato dai timekeeper, in quanto il soggetto è sospettato di furto ed omicidio, non credendo alla storia del regalo. Will però si rifiuta di tornare nel ghetto e scappa prendendo in ostaggio Sylvia, con la quale era iniziata un'intensa relazione, e facendone quindi merce da riscatto. Inizia così una fuga tanto turbinosa quanto fumettara, con inseguimenti mozzafiato e voli impossibili, e loro senza un graffio; i due si danno poi all'assalto alle banche, alla Bonnie e Clyde, e alla distribuzione robinhoodiana del tempo tra la gente.
Soggetto 7; Attori 6-; Regia e sceneggiatura: 5+ Comunque nel complesso film guardabile.
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cavedano
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martedì 15 aprile 2014
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non male..
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Idea molto originale e film che scorre senza particolari complicazioni, sicuramente l'idea poteva essere sviluppata meglio ma visionando il film si trascorre una piacevole ora e mezza.
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toty bottalla
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mercoledì 22 gennaio 2014
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video game di storia fantascientifica!
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Tempo al posto del denaro, l'avidità umana rappresentata in un film che sembra un videogioco playstation in cui tutto è freddo ed evanescente, nonostante tutto credo che, per realizzare questa roba a qualcuno deve piacere...beato lui! Saluti.
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