E ora dove andiamo? |
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Un film di Nadine Labaki.
Con Nadine Labaki, Claude Baz Moussawbaa, Layla Hakim, Yvonne Maalouf, Antoinette Noufaily.
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Titolo originale Et maintenant, on va où?.
Drammatico,
durata 110 min.
- Francia, Libano, Egitto, Italia 2011.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 20 gennaio 2012.
MYMONETRO
E ora dove andiamo?
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"La bisbetica domata" ispira in mediorientedi Zoom e ControzoomFeedback: 6816 | altri commenti e recensioni di Zoom e Controzoom |
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domenica 5 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I bellissimi volti delle donne mediorientali, hanno gli occhi profondi di un linguaggio antico ed intenso. In questo film sono loro, le donne, che mettono in atto una geniale soluzione per risolvere il conflitto religioso che rischia di distruggere ogni possibilità di convivenza. Film ricco di spunti di intuizioni di proposte. La scena iniziale molto suggestiva, già pone davanti alla realtà del conflitto e sulla stessa realtà del conflitto tra cattolici e musulmani, il film si chiude. Il cimitero diviso in due, punto di partenza e punto di stasi. Ma negli spazi contrapposti, vivono uomini e donne anche se di due diversi credo. Pare che le donne abbiano più motivi di scambio, motivi dettati dalla sopravvivenza quotidiana e risolti dalla pragmaticità femminile. Le inquadrature mettono spesso in risalto la bellezza di questi tratti femminili, quasi in contrapposizione all'ambiente miserrimo dove i personaggi vivono. Un ambiente che non riesce ad essere del tutto indenne delle influenze e piacevolezze degli apporti della tecnologia. Si accontentano di quel che riescono ad avere, anche di un televisore da cavernicoli, ma salvando la genuinità dei sentimenti più profondi. Fatti e accadimenti possono essere definiti piccoli quadri d'autore, ma non del tutto coesi stilisticamente in una proposta tra commedia e drammaticità. E' la contrapposizione stilistica tra queste due peculiarità del film che non ha trovato una fluida soluzione, che penalizza in parte un film validissimo. L'inserimento di brani cantati e resi come sogno, gli episodi "buffi" in una contesto drammatico, sono troppo staccati e devianti, implicherebbero una diversa scelta di conduzione stilistica molto più sottile, molto più equilibrata. Splendida la scena della madre che sacrifica il proprio dolore perchè la morte del proprio figlio non sia motivo di scatenamento di ferocia tra i due gruppi opposti, come splendido è il tentativo di far passare per eletta-visionaria, l'altra donna che si fa tramite col volere della Madonna, nel tentativo di placare gli animi. Molte dunque le idee immesse e sviluppate, validdissime, ma rese in modo tale da essere troppo staccate dall'unicum stilistico. Ed infine, la meraviglia si concretizza nella soluzione finale, suggerita da un lontanissimo Shakespeare per la Bisbetica domata e qui riproposto in modo altrettanto efficace anche se con molte più alte intenzioni.
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