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Cronenberg si dimostra questa volta raffinato ed elegante nel linguaggio e nelle ambientazioni, misurato nel trasporre una storia vera, ricercato nella scenografia, che del tutto rispecchia un mondo di intellettuali dell'epoca.
Ci si interroga sull'origine dei sogni e sulla sessualità come espressione del proprio io (liberazione o repressione?), sulle ossessioni (masochismo-piaceri infantili-analità), spaziando a temi come la diversità di razza, il monoteismo, le non-coincidenze.
Eccellenti interpretrazioni del protagonista Jung (Fassbender) che analizza e viene analizzato poi dalla paziente Keira Knightley, e triangolarmente da Freud (Mortensen).
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