renato volpone
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sabato 9 luglio 2011
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il vero albero della vita
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Affidarsi a un albero per sopravvivere: per sopravvire alla morte dell'amore, della sicurezza, dell'affetto, della forza di un padre che colpito da un infarto si accascia e muore contro quest'albero gigantesco. L'albero parla di lui alla figlia di otto anni, parla di lui alla moglie affranta, parla di lui agli altri tre figli che sembrano non crederci, ma tutti sono legati irrimediabilmente alla vita prorompente di questo grande albero assesato. E' sete d'amore, è sete di certezze, è sete di felicità. Delicato, recitato benissino (la bambina protagonista è eccezionale), fotografia fantastica e musiche davvero splendide. Cinque stelle davvero meritate anche per l'originalità di questo soggetto che racconta con invenzioni nuove il dolore dell'elaborazione del lutto.
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Affidarsi a un albero per sopravvivere: per sopravvire alla morte dell'amore, della sicurezza, dell'affetto, della forza di un padre che colpito da un infarto si accascia e muore contro quest'albero gigantesco. L'albero parla di lui alla figlia di otto anni, parla di lui alla moglie affranta, parla di lui agli altri tre figli che sembrano non crederci, ma tutti sono legati irrimediabilmente alla vita prorompente di questo grande albero assesato. E' sete d'amore, è sete di certezze, è sete di felicità. Delicato, recitato benissino (la bambina protagonista è eccezionale), fotografia fantastica e musiche davvero splendide. Cinque stelle davvero meritate anche per l'originalità di questo soggetto che racconta con invenzioni nuove il dolore dell'elaborazione del lutto. Meraviglioso
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giorpost
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mercoledì 7 giugno 2017
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la natura dà, la natura toglie
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Dawn è una felice casalinga che vive con marito e figli nella provincia orientale del Queensland, Australia; ben presto il povero Peter, però, abbandona la vita terrena a causa di un improvviso arresto cardiaco, lasciando la moglie (di origini francesi) nel più totale sconforto e con 4 ragazzini da crescere senza nemmeno un lavoro. Tra essi spicca Simone, vispa e testarda bimba di 8 anni, l'unica della famiglia (almeno inizialmente) a non rassegnarsi alla scomparsa del padre; la piccola, infatti, si convince che lo spirito del genitore, al quale era molto legata, viva tra i rami di un grosso albero di fico che domina il terreno scosceso della casa di famiglia, sorta di semi-palafitta poggiata su piloni.
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Dawn è una felice casalinga che vive con marito e figli nella provincia orientale del Queensland, Australia; ben presto il povero Peter, però, abbandona la vita terrena a causa di un improvviso arresto cardiaco, lasciando la moglie (di origini francesi) nel più totale sconforto e con 4 ragazzini da crescere senza nemmeno un lavoro. Tra essi spicca Simone, vispa e testarda bimba di 8 anni, l'unica della famiglia (almeno inizialmente) a non rassegnarsi alla scomparsa del padre; la piccola, infatti, si convince che lo spirito del genitore, al quale era molto legata, viva tra i rami di un grosso albero di fico che domina il terreno scosceso della casa di famiglia, sorta di semi-palafitta poggiata su piloni. Quell'albero, chissà quanto antico, diviene in breve tempo rifugio e confessionale di Simone, la quale entra in perfetta simbiosi con la grande pianta -il padre- e con la natura che in essa appassisce o si rigenera a seconda della siccità. Proprio quest'ultima segna un punto di svolta della storia: a causa dell'atavica mancanza d'acqua le radici dell'albero si spingono fin dentro le tubature dello scarico provocando una mini-invasione di rospi nel bagno d casa. Costretta a cercare un idraulico nella più vicina cittadina, Dawn si ritrova all'improvviso con un lavoro da segretaria in un negozio di proprietà di un uomo che, per tratteggio e atteggiamenti, ricorda il compianto Peter. Saranno questi, George, e la piccola Simone a determinare una rinascita psicologica della (ancora) giovane vedova che riscopre vecchi istinti e si lascia trasportare nella credenza che il marito la guidi, o la giudichi, attraverso quell'albero che sta creando seri problemi strutturali alla casa, tanto da convincere tutti, o quasi, che sia arrivato il momento di farlo abbattere. O forse no...
L'Arbre (Fra, Aus, 2010) è un film fatto con pochi soldi, ma con tanti spunti. La pellicola, nonostante tratti di morte e dolore, è particolarmente solare vista l'ambientazione di fondo, quell'Australia autentica e profonda, quasi perennemente baciata dalla stella che ci da vita. Diretto da Julie Bertuccelli e tratto da un romanzo locale, L'albero è una riflessione sulla fragilità della vita e su quanto possa essere dura ripartire a seguito di un evento tanto duro quanto totalizzante come la morte. Tutti noi abbiamo un modo diverso di elaborare il lutto, quello scelto dalla protagonista risulta impacciato e stralunato, ma comunque credibile, anche se (a dire il vero) la Gainsbourg non mi ha mai convinto del tutto, e non solo in quest'opera. La bellezza dei paesaggi e la forza della natura si ergono a veri pilastri del film, allorquando ci fanno capire la potenza che possono sprigionare: l'uomo, in fondo, può davvero poco a cospetto della Madre Terra quando questa fa sul serio, vuoi che si tratti di radici inquietanti ed invadenti, vuoi che si tratti di uragani che spazzano via tutto.
Con un finale che ci lascia in sospeso (una nuova alba ed una nuova vita vanno cercati altrove, lontano), in questo lavoro risultano degni di nota gli interpreti d sostegno, a partire dalla promettente Morgana Davies.
Voto: 7
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