Robin Hood |
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Un film di Ridley Scott.
Con Russell Crowe, Cate Blanchett, William Hurt, Mark Strong, Mark Addy.
continua»
Azione,
durata 148 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Universal Pictures
uscita mercoledì 12 maggio 2010.
MYMONETRO
Robin Hood
valutazione media:
2,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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D'accordo, ma qual'è il 'vero' Robin Hood?di Fabian T.Feedback: |
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| martedì 18 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Mi complimento per la tua puntuale recensione, sebbene non condivida l'idea di trovare brillante l'utilizzazione di un prequel su Robin Hood. A me sa molto di film pensato a tavolino piuttosto che frutto di un'idea originale. Anzi, dare tre stelle a una storia che storia non ha, forse è un po' azzardato. Sul film di Lester da te citato si potrebbe dire tantissimo, invece, in fatto di originalità. In quel caso la genialità non stava nello sfruttare gli avvenimenti precedenti, bensì dipingere la realtà di un eroe invecchiato, con tanto di acute riflessioni sulla morte, sull'amore, sull'avventura e sull'onore, sebbene con uno stile leggero. Se Giovanni (il grande Ian Holm) appare una macchietta, questo è dovuto anche al fatto che Robin Hood in fondo non è un eroe proponibile in un mondo smaliziato come il nostro, bensì una rappresentazione tragicomica in cui il paradosso sta nel vedere un uomo agiato trasformato in fuorilegge che (scandalo!) toglie addirittura ai ricchi per dare ai poveri. Una sorta di piccola e utopica rivoluzione sociale mai avvenuta. Insomma, un mondo alla rovescia che non può non essere arguto e ironico, alla faccia di coloro che tentano di carpire del realismo da una leggenda nata per rimanere tale (sebbene su presunti storici). E' un po' come dire: bene, adesso vediamo se sono davveri esistiti i licantropi o gli elfi e ci facciamo un film; questo a noi non importa, perché esse sono figure mitologico-letterarie, nate apposta per trascendere la realtà. Sono specchi della realtà, non la realtà stessa. Difficilmente ho apprezzato cose simili nel cinema ("King Arthur" di Fuqua è sciatto e improponibile); tra questi posso al massimo citare il meraviglioso "Tristano e Isotta" di K. Reynolds oppure l'ascetico "Lancillotto e Ginevra" di L. Bresson.
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