Se l'incubo dell'anoressia irrompe all'improvviso in una vita "normale"
di Roberto Nepoti La Repubblica
Chiamando il causa Santa Teresa, il filosofo Giorgio Agamben afferma che l'anoressia non è disprezzo, ma una forma di valorizzazione di sé. Dolorosa, naturalmente, come dimostra anche questa piccola opera severa e sincera di Marco Pozzi, già studente dell'olmiana Ipotesi Cinema. La liceale Sara è ossessionata dal cibo e dal peso: ogni giorno ne perde un po', come annota scrupolosamente su post-it, etto dopo etto. Frattanto, registra l'assottigliamento delle proprie forme su un lenzuolo, contornandole col pennarello. Sara è una ragazza "normale", con famiglia "normale" e amiche "normali"; però nessuno, intorno a lei, si avvede di quel che sta accadendo. Pozzi non lo spiega a parole, ma con le immagini: basta guardare gli ambienti freddi, impersonali, silenziosi di ogni luogo (casa inclusa) frequentato dalla ragazzina, per avvertire una totale mancanza di calore, un deficit di affetti sufficiente a rendere quella vita così normale un inferno quotidiano. Brava la giovanissima protagonista; limitati dai ruoli i genitori Sonia Bergamasco e Gianmarco Tognazzi. Alla grande Isa Barzizza tocca la parte della nonna moribonda.
Da La Repubblica, 20 aprile 2012
di Roberto Nepoti, 20 aprile 2012