Ennesimo,e per ora ultimo,caso di possessione demoniaca al cinema.Dopo il celeberrimo L'Esorcista,classe 1973,depositario di un intero immaginario multigenerazionale e il più recente L'esorcismo di Emily
Rose,stavolta la ragazzina oggetto delle attenzioni del maligno è una donzella che pare angelicata -modi gentili,timida,ingenua- il cui volto s'illumina di gioia quando le vengono regalati un paio di scarponi/anfibi di color rosso scarlatto dall'operatrice di una piccola troupe televisiva messa su da un giovane predicatore nel sud degli Stati Uniti (la vicenda si svolge nella misterica Louisiana),il classico showman della sacra scrittura yankee.Carismatico animale da palcoscenico,tanto convinto nella forza della parola quanto assai scettico in materia di fede,razionalista,esperto -per eredità familiare- in esorcismi,il brillante prete intende praticare un finto esorcismo sulla ragazza,al fine di svelare l'infondatezza di simili rituali praticati da fin troppi esorcisti sparsi per l'America,le cui sciagurate gesta,lautamente ricompensate,sono state la causa di tragedie familiari.Costantemente tallonato dalla videocamera,l'uomo documenta i 'dietro le quinte' e i 'trucchi del mestiere' fotografando,al contempo,il clima culturale della comunità a cui la ragazza e la sua famiglia appartengono nonché l'ambiente circostante,fatto per lo più di campagne isolate e desolate: ne vien fuori un ritratto poco edificante dove povertà e squallore,arretratezza ed ignoranza dominano sovrani insieme ad un cieco ed ottuso bigottismo.La vicenda avrà dei risvolti decisamente inaspettati,molto terreni e poco soprannaturali,in cui la vorticosa verità degli eventi finirà col superare ben oltre la realtà immaginata.Film colto, profondo e intelligente che,contando sulla forza intrinseca del taglio documentaristico (capace di impregnare di verità le storie che racconta),costruisce una finta cronaca fluida e veloce,impreziosita da notevoli picchi di tensione,visivamente efficace e tecnicamente ben girata,che giocando sapientemente con gli stilemi del genere horror (a partire dall’evocativa locandina) e relative aspettative del pubblico,riesce nel duplice intento di tenere inchiodati alla poltrona e aprirsi a non banali ed inattese riflessioni sulla società americana e non solo: grado di alfabetizzazione,ruolo della religione,che subdolamente condiziona, influenza,plasma la vita delle persone e la loro forma mentis,capacità dell'essere umano di adattarsi al contesto socio-culturale in cui è collocato,assorbendone gli aspetti e interiorizzandoli a tal punto da sfociare in scioccanti ‘exploit comportamentali-corporali’ che nulla hanno di soprannaturale e/o maligno.Modo estremo per esprimere un disagio,confessare una sofferenza divenuta insostenibile,intercettare un contatto esterno e chiedere aiuto,ottenendo una risposta.In linea con l'idea di cinema del regista Eli Roth (Cabin Fever,Hostel,Hostel II) -qui produttore- per l'attenzione rivolta al martirio del corpo e per la forte componente storico/sociologica dei suoi contenuti,quest’opera è un horror travestito,un gioiello raro e perturbante,per nulla prevedibile anche se nel finale un po' tradisce la sua diversa natura,il suo perfetto andamento lento ma agile e brioso,reintegrandosi nello stile mockumentary: epilogo ad effetto,accelerazioni di tempi,fatti e riprese (in pochi istanti tutto precipita).Da vedere.
[+] lascia un commento a amandagriss »
[ - ] lascia un commento a amandagriss »
|