La nostra vita |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Elio Germano, Giorgio Colangeli, Luca Zingaretti, Isabella Ragonese, Raoul Bova.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia, Francia 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 21 maggio 2010.
MYMONETRO
La nostra vita
valutazione media:
3,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Prova d'autore
di Lietta Tornabuoni L'Espresso
Parabola moralistica per un bel film caldo, affettuoso, di un realismo di grande naturalezza. La giovane famiglia di un operaio edile romano viene travolta dal dolore per la morte di parto della moglie ragazza; come per vendicarsi della sfortuna e della pena, lui si concentra sui soldi e sulle cose, si vuole piccolo imprenditore, non riesce; si indebita, fallisce, mentre le sue disavventure esemplificano rapporti e illegalità del settore; rinuncia e ritrova una serenità. Nulla di straordinario, ma tutto il film (l’unico a rappresentare l’Italia in concorso al Festival di Cannes) ha una vitalità e una schiettezza rare, commoventi. Vediamo il pusher, figura immancabile nella periferia quanto nel centro di Roma. È Luca Zingaretti, con i capelli lunghi sulle spalle: in lui nulla di torbido nè di oscuro, è un buon uomo e un buon amico, sa badare a un neonato, cucinare, prestare soldi. La banalità è bandita dal personaggio, cosi come è bandita dalla giovane coppia coniugale protagonista amorosa, vivace, sensuale, complice, o dai rapporti sinceri del padre con i figli bambini. Non sono banali i parenti né gli amici: la sorella troppo materna, il fratello Raoul Bova vigile urbano cauto e solidale, la grande nigeriana convivente del pusher, la straniera che sbuffa -sempre soldi soldi soldi, voi italiani non pensate ad altro», le domeniche a tavola nella casetta al mare, l’interesse e l’aiuto reciproco. Anche se la sceneggiatura di Rulli e Petraglia è solida, ben costruita (appena moralistica, si è detto), i pregi del film appartengono soprattutto al regista, al suo amore comprensivo per i personaggi, alla sua ricerca di verità non stereotipate, alla sua attenzione per ambienti popolari niente affatto ovvii. Gli interpreti ben scelti e ben diretti, oltre al protagonista perfetto Elio Germano, sono bravi; bisogna ricordare la grazia energica di Isabella Ragonese, giovane moglie troppo poco presente.
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