mr.rizzus
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mercoledì 17 febbraio 2021
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spettacolare
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mr.rizzus
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martedì 16 febbraio 2021
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bellissimo
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director's cult
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mercoledì 26 giugno 2013
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la dittatura della m**da
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Benvenuti nella dittatura della m**da. Location: l'Aquila. Cast: Silvio Berlusconi, Guido Bertolaso, gli aquilani. Special guest star: il terremoto e le macerie.
Questo è il ritratto che ne esce dal nuovo docu-film di Sabina Guzzanti.
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Benvenuti nella dittatura della m**da. Location: l'Aquila. Cast: Silvio Berlusconi, Guido Bertolaso, gli aquilani. Special guest star: il terremoto e le macerie.
Questo è il ritratto che ne esce dal nuovo docu-film di Sabina Guzzanti.
Utilizzando inizialmente le tecniche narrative dei documentari di Michael Moore, la regista mostra lo sfruttamento di una tragedia per riparare a un danno d'immagine dovuta a un'estate infausta fatta di escort, ragazzine, veline e (presunte) parlamentari.la regista vira verso il giornalismo d'inchiesta e indaga svelando che c'è del marcio nella protezione civile. Quello che non dicono i telegiornali è che con una leggina piccina e si da il benestare per costruire selvaggiamente. Ed ecco prendere una delle nostre città d'arte italiane e trasformarla in una new town, una sorta di prova generale per (appunto) la dittatura della m**da.
Non mancano le critiche all'opposizione, praticamente trasparente e inesistente. Questo i tg non ce lo raccontano.
Sappiamo solo delle venti-trenta visite del cavaliere ad assicurarsi che vada tutto bene alla "sua creatura". Alla fine del film un senso di sgomento e inquietudine perdura. Draquila è un documento-dossier, quasi una puntata allungata di Report e Annozero (i programmi preferiti del Premier ndr.) che fa riflettere e fa molta paura. Come un film dell'orrore sui vampiri.
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tiamaster
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mercoledì 12 ottobre 2011
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guzzanti=micheal moore
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PREMETTO:io ho 13 anni quindi delle faccende dell'aquila non ci ho mai capito nulla,ma qui guzzanti riesce a far chiarezza,per quanto possibile.Provocatorio:ecco il principale aggettivo di questo nuovo film della guzzanti,veramente bello,sembra farheneit 9/11 di micheal moore,infatti secondo me la guzzanti è il micheal moore italiano.Ora,se le cose che la guzzanti ha detto nel suo nuovo film sono vere,credo che la situazione sia veramente triste,che il fatto che imprenditori italiani gioiscano di disgrazie successe a loro conazionali sia ancora di più deprimente,certa gente (i qui nomi sono elencabili in minimo 1000 fogli) dovrebbero vergognarsi è dimettarsi qualunque sia la loro carica.di questi "farheneit 9/11" ne servirebbe uno l'anno.
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camillatoscani
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lunedì 11 luglio 2011
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l'italietta di berlusconi
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Il documentario dipinge l'Italietta di Berlusconi, che trae beneficio dalle disgrazie del popolo Aquilano. Come i due imprenditori, che intercettati telefonicamente, si esaltavano, progettando guadagni per la ricostruzione della città. Ricostruzione che il premier ha paventato, con una ricca campagna stampa, che è servita a prendere voti. Sappiamo benissimo che al momento attuale, gli sfollati sono ancora tantissimi. La Guzzanti col solito piglio deciso e soprattutto ironico, coglie nel segno. Ma attenzione: non facciamoci ingannare dalle risate che escono guardando il film.... qui siamo di fronte ad una catastrofe sociale e non c'è nulla da ridere, nè per quanto riguarda il terremoto, nè per quanto riguarda la situazione politico-economica dell'Italia.
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Il documentario dipinge l'Italietta di Berlusconi, che trae beneficio dalle disgrazie del popolo Aquilano. Come i due imprenditori, che intercettati telefonicamente, si esaltavano, progettando guadagni per la ricostruzione della città. Ricostruzione che il premier ha paventato, con una ricca campagna stampa, che è servita a prendere voti. Sappiamo benissimo che al momento attuale, gli sfollati sono ancora tantissimi. La Guzzanti col solito piglio deciso e soprattutto ironico, coglie nel segno. Ma attenzione: non facciamoci ingannare dalle risate che escono guardando il film.... qui siamo di fronte ad una catastrofe sociale e non c'è nulla da ridere, nè per quanto riguarda il terremoto, nè per quanto riguarda la situazione politico-economica dell'Italia. Un documentario memorabile, che fra qualche decennio, assumerà ancora più valore. Ora, pare che tutta la penisola, sia anestetizzata dal berlusconismo.
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francesco2
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lunedì 11 aprile 2011
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realtà virtuale ed autentiche tragedie
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"Draquila" mi è parso un film(?), documentario(?), fazioso e scontato quanto intelligente e persino necessario in certi momenti. E' il film della Guzzanti meno riuscito, secondo me, dei tre che ho visto: altra ironia, anche senza la stessa urgenza, aveva "Viva Zapatero", più particolare era l'imperfetto "Le ragioni dell'aragosta", cui qualcuno forse potrebbe muovere dei rimproveri consueti per il cinema di casa nostra: guardare soltanto al proprio ombelico.
Ma per cercare di analizzarlo e capirlo meglio, utile forse sarebbe soprattutto il paragone con l'ancor più discontinuo "Videocracy". Entrambe queste opere, infatti, fondono i pensieri di due filosofi, Baudrillard e Foucault. Del primo, credo, traducono o vorrebbero farlo il ruolo dei media, che arrivano ad inventare una realtà virtuale che si sostituisce a quella concreta.
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"Draquila" mi è parso un film(?), documentario(?), fazioso e scontato quanto intelligente e persino necessario in certi momenti. E' il film della Guzzanti meno riuscito, secondo me, dei tre che ho visto: altra ironia, anche senza la stessa urgenza, aveva "Viva Zapatero", più particolare era l'imperfetto "Le ragioni dell'aragosta", cui qualcuno forse potrebbe muovere dei rimproveri consueti per il cinema di casa nostra: guardare soltanto al proprio ombelico.
Ma per cercare di analizzarlo e capirlo meglio, utile forse sarebbe soprattutto il paragone con l'ancor più discontinuo "Videocracy". Entrambe queste opere, infatti, fondono i pensieri di due filosofi, Baudrillard e Foucault. Del primo, credo, traducono o vorrebbero farlo il ruolo dei media, che arrivano ad inventare una realtà virtuale che si sostituisce a quella concreta. Ma anche del secondo prendono qualcosa, il potere come dispositivo totalizzante e coercitivo
La parte migliore del film di Gandini, infatti, era quella in cui con un commento sonoro appena accennato ma volutamente disturbante, si parlava della villa di Mora come residenza di un personaggio(?) da un lato, che ospitava aspiranti figure del mondo dello spettacolo, e quartier generale di un "Deux ex-machina" dall'altro la politica diventava spettacolo, e in più quest'ultimo determinava le leggi della politica stessa, in un voluto ed occulto(??) cortocircuito. La Guzzanti, ovviamente, qui trae ispirazione da un avvenimento tragico ben più specifico, ma in varie situazioni si perde in banali testimonianze in bilico tra "Chi l'ha visto"? ed il peggior Santoro; ma essendo un giullare , come spregiativamente il nostro premier bolla i nostri comici autoprestatosi alla politica, non le manca la tecnica alla Michael Moore nonché del più discutibile "Religolous": autoproporsi come intervistatrice che sveli la "verita" tramite interviste decisamente di parte,ed oltretutto meno costruttive rispetto a quelle del regista di "Bowling for a Columbine", capace di altre riflessioni rispetto alle scene, per quanto autocritiche rispetto al centrosinistra, in cui si inquadrano le tende vuote del PD.
Per spiegare meglio il senso delle mie riflessioni iniziali, volevo richiamare l'attenzione di chi mi legga sulla musichetta sottile e penetrante che talora anche in "Draquila" fa capolino. E che anche qui non vuole limitarsi a smascherare le bugie del governo, ma viene usata -Mi pare- quando la regista-attrice vuole, al di là del conflitto d'interessi berlusconiano, denunciare la realtà virtuale che ci propinano i media, sempre in bilico tra vero e falso. Lei stessa, del resto, si presenta all'inizio nei panni di Berlusconi; l'unica imitazione del film, certo. Ma è un momento, per quanto isolato, in cui lei stessa è partecipe, anzi artefice, della contaminazione tra vero e falso. O tra spettacolo e politica. Ma in quest’ultimo caso, cosa è il vero e cosa il falso?
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luca scialò
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sabato 26 marzo 2011
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docu-film sull'aquila e la protezione civile
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Docu-film sul terremoto che ha ferito gravemente L'Aquila, su come stanno davvero le cose al di là degli scimmiottamenti e delle censure di alcuni principali media. Soprattutto, al di là di ciò che chi è al Governo vuol far credere. Come ogni docu-film che si rispetti, dà voce a chi ha subito sulla propria pelle quella tragedia, e per di più ha subito pure la prepotenza dello Stato che gli impone le sue scelte. C'è chi è morto sotto le macerie, perché qualcuno che aveva il dovere di informarlo del pericolo imminente, non l'ha fatto. E c'è chi è sopravvissuto, ma ha perso tutto o quasi, ed è costretto a vivere in tenda o in una casa artificiale che non sente propria.
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Docu-film sul terremoto che ha ferito gravemente L'Aquila, su come stanno davvero le cose al di là degli scimmiottamenti e delle censure di alcuni principali media. Soprattutto, al di là di ciò che chi è al Governo vuol far credere. Come ogni docu-film che si rispetti, dà voce a chi ha subito sulla propria pelle quella tragedia, e per di più ha subito pure la prepotenza dello Stato che gli impone le sue scelte. C'è chi è morto sotto le macerie, perché qualcuno che aveva il dovere di informarlo del pericolo imminente, non l'ha fatto. E c'è chi è sopravvissuto, ma ha perso tutto o quasi, ed è costretto a vivere in tenda o in una casa artificiale che non sente propria.
Ampio spazio è dedicato anche alla Protezione civile, la quale negli ultimi anni ha accumulato in modo assurdo infiniti poteri e prelazioni su molti lavori e servizi pubblici; anche quelli che dovrebbero essere "ordinari".
Un film che trasmette rabbia, sgomento, voglia di reagire. Ma soprattutto informa. Cosa che in questo Paese sembra essere diventata sempre più una chimera e un pericolo per chi ci prova. Come avviene in ogni regime dittatoriale che si rispetti. E per questo che è riuscito e ha raggiunto l'obiettivo prefissato.
Quarto film per Sabina Guzzanti. La quale, dopo Viva Zapatero! e Le ragioni dell'aragosta, ha dimostrato di aver raggiunto una discreta maturità dietro la macchina da presa. E può fare proprio un genere non facile come quello appunto dei film documentari, soprattutto in un Paese spesso ostruzionista e disinteressato come il nostro.
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hgw xx/7
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mercoledì 9 marzo 2011
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film di interesse culturale???
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Qualcuno mi puo' spiegare come vengono assegnate le attribuzioni di Film di Interesse Culturale che compaiono spesso nei titoli di coda in film che ti chiedi che cosa abbiamo di culturale? Iero ho visto La Valigia sul Letto, un film da non commentare nemmeno tanto e' insipido, che sciorinava alla fine l'ambito riconoscimento, poi ho visto Draquila e niente, assolutamente niente riconoscimenti o contributi per un documentario verita' ul disfacimento in corso del paese. Nel cinema ci si lamenta dei tagli alla cultura, ma se devono tagliare film "culturali" come il primo citato non posso essere che d'accordo!
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tumau
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lunedì 7 marzo 2011
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doloroso
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Un film doloroso, ben lontano da quello che mi sarei aspettato e che ,da qualche anticipazione , fosse intuibile .
Una cronaca,ma meglio dire un amaro racconto della via crucis degli abitanti dell’Aquila.
Un terremoto è un evento naturale e, sembra, in gran parte imprevedibile.
Prevedibili sono invece le misure per assistere le vittime e la ricostruzione (oltreché attuare norme di edificazione e protezione che possano provocare danni limitati)
La storia di questo terremoto è la sintesi, purtroppo, di quello che avviene quando l’unico orizzonte è il denaro .
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Un film doloroso, ben lontano da quello che mi sarei aspettato e che ,da qualche anticipazione , fosse intuibile .
Una cronaca,ma meglio dire un amaro racconto della via crucis degli abitanti dell’Aquila.
Un terremoto è un evento naturale e, sembra, in gran parte imprevedibile.
Prevedibili sono invece le misure per assistere le vittime e la ricostruzione (oltreché attuare norme di edificazione e protezione che possano provocare danni limitati)
La storia di questo terremoto è la sintesi, purtroppo, di quello che avviene quando l’unico orizzonte è il denaro .
Un insieme di oltraggi, miserie, appropriazioni e cinismo assoluto di chi deve ,ripeto ,deve rappresentare le istituzioni.
Volti spezzati ma anche parole di dignità , di dolore pudico. Di illusioni indotte dall’apparato politico-televisivo in modo cinico per ottenere consenso ed impedire la protesta .
Vi segnalo due momenti “speciali”: l’intervista al redattore del Centro – quotidiano locale .Un uomo che si fida delle rassicurazioni date dalle autorità (non tutti sanno che il terremoto dette avvisaglie che non furono considerate preoccupanti ). Quest’uomo rassicura la sua famiglia perché le istituzioni così gli hanno detto . Gli muoiono due figli sotto le macerie . Angosciante ascoltare quell’uomo tradito da quella cosa che insegnava ai suoi figli – credeva nello stato e nelle persone che lo rappresentano – Sta li la tragedia di questi anni - Chi ha responsabilità non ne è né degno né consapevole. Rappresenta solo se stesso, la propria avidità e il “mandato” di chi lo ha messo in quella posizione. C’è anche un intervista ad un vecchio intellettuale: si oppone allo sgombero sollecitato e quasi imposto dalle forze dell’ordine. Racconta la sua esperienza con un italiano leggero e raffinato e conclude con un gesto di orgoglio e rivolta fanciullesca “non mi strappano dalla mia casa perché se vado via mi fottono “
E poi ascoltate le parole che chiudono il film. Riflettete su quelle parole.
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blindato007
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sabato 8 gennaio 2011
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illuminante
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