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giovedì 19 maggio 2022
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one eye non è muto
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Sceglie di non parlare, o di parlare attraverso il ragazzo.
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onufrio
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sabato 11 aprile 2020
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inferno e redenzione
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Opera sin troppo pretenziosa da parte di Refn, il quale racconta, senza parole, il viaggio all'inferno e redenzione del guerriero muto One-Eye, accompagnato da un giovane biondino, in un'avventura dai risvolti inquietanti, con immagini dure e crude, avvalendosi della sola comunicazione visiva, la pellicola non riesce a trasmettere allo spettatore i propri intenti iniziali perdendosi così nell'oblio.
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jordan
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sabato 25 febbraio 2017
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il peggior film mai visto
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Dopo le prime scene di lotta, ho dovuto lottare io per rimanere sveglio e continuare a vedere il film.
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khaleb83
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lunedì 23 maggio 2016
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delirante
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Valhalla Rising è un film assolutamente difficile non solo da comprendere, ma proprio da seguire; io stesso ne sono rimasto deluso a una prima visione. Ho dovuto attendere del tempo per incamerarlo, farlo decantare e poi rivederlo, facendomene un'opinione assolutamente migliore. Non stupisce quindi che molti non l'abbiano compreso, scambiandolo per una vuota esaltazione della violenza.
Il film va seguito con attenzione, senza lasciarsi sfuggire nessuno dei suoi quasi ininterrotti silenzi: paradossalmente questi parlano, raccontando molto di una storia che più che della violenza in sé, parla della lotta. Tra l'uomo e una natura che lo vede come un intruso, e nel triangolo tra religione, superstizione e fede.
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Valhalla Rising è un film assolutamente difficile non solo da comprendere, ma proprio da seguire; io stesso ne sono rimasto deluso a una prima visione. Ho dovuto attendere del tempo per incamerarlo, farlo decantare e poi rivederlo, facendomene un'opinione assolutamente migliore. Non stupisce quindi che molti non l'abbiano compreso, scambiandolo per una vuota esaltazione della violenza.
Il film va seguito con attenzione, senza lasciarsi sfuggire nessuno dei suoi quasi ininterrotti silenzi: paradossalmente questi parlano, raccontando molto di una storia che più che della violenza in sé, parla della lotta. Tra l'uomo e una natura che lo vede come un intruso, e nel triangolo tra religione, superstizione e fede. Un viaggio nella natura umana che atterrisce non perché gratuitamente violento, ma proprio perché la brutalità è assolutamente funzionale alla storia.
Che le scelte di Refn siano solitamente coraggiose non sorprende, ormai lo conosciamo. Certo, la recitazione è un po' il tallone d'Achille del film; un cast non brillante, e con i pochi dialoghi che avrebbero meritato una scrittura molto più elaborata ed epica, perdendo di visceralità per cercare il taglio più semplice. In compenso la fotografia è talmente maestosa da coprire tutto.
Non è sicuramente un film per tutti, men che meno per chi si aspetta una classica "storia di vichinghi". Ciò non toglie che sia un film delirante, difficile ma spettacolare.
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biso 93
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martedì 19 aprile 2016
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selvaggio e mistici
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Valhalla rising e' un film del 2009 diretto dal regista cult Nicolas Winding Refn. Personalmente rispetto molto questo regista, bravissimo con la macchina da presa, capace di esaltare alla perfezione cio' che ci vuole trasmettere; peccato pero' che a volte si perde un po nei suoi simbolismi e nelle sue immagini come nel caso di Only God Forgives. In questa sua precedente opera vi e' la stessa ferocia e lo stesso potente silenzio ma a differenza del suo ultimo flop in cui stonano tantissimo con la trama e l'ambientazione, in Valhalla rising a mio parere il silenzio e la ferocia ci stanno benissimo anzi, sono essenziali per narrare la storia del guerriero muto e pieno d'odio One-Eye, interpretato da un sempre bravissimo Mads Mikkelsen.
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Valhalla rising e' un film del 2009 diretto dal regista cult Nicolas Winding Refn. Personalmente rispetto molto questo regista, bravissimo con la macchina da presa, capace di esaltare alla perfezione cio' che ci vuole trasmettere; peccato pero' che a volte si perde un po nei suoi simbolismi e nelle sue immagini come nel caso di Only God Forgives. In questa sua precedente opera vi e' la stessa ferocia e lo stesso potente silenzio ma a differenza del suo ultimo flop in cui stonano tantissimo con la trama e l'ambientazione, in Valhalla rising a mio parere il silenzio e la ferocia ci stanno benissimo anzi, sono essenziali per narrare la storia del guerriero muto e pieno d'odio One-Eye, interpretato da un sempre bravissimo Mads Mikkelsen. Il simbolismo e il silenzio di questo film sono molto piu' contestualizzati e funzionali al film stesso rispetto al film con Ryan Gosling. Detto questo comunque qualche dialogo in piu' e qualche altra battaglia non avrebbe di certo sminuito la pellicola. Lento e mistico, VR non e' un film per tutti ma se avete visto ed apprezzato film come Aguirre furore di Dio, da cui il film prende ispirazione, almeno in parte, non rimarrete delusi.
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giuseppetoro
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martedì 14 luglio 2015
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a me non è piaciuto!!
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Film strano..difficile da seguire senza effetti..negativo!!
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noia1
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mercoledì 15 ottobre 2014
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non servono le parole. solo sangue e fruscii.
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Un guerriero si libera dalla propria schiavitù iniziando un viaggio senza ritorno.
Un film contro, tra Tarantino, Guy Pearce e i tanti altri nuovi arrivati, tra le varie formule sempre più innovative di presentare sceneggiature al limite del grottesco e sempre più brillanti, arriva Refn con quest’ allucinata sovrapposizioni d’immagini emblematiche. Sembra quasi di essere al cospetto di una serie di fotografie messe in fila più che lo svolgimento di una vera e propria trama, in ogni caso ho paura di proporre la mia recensione dato che quasi tutti quelli che lo hanno visto ritengono sia deludente come film.
Un’allegoria niente affatto elaborata, per quanto si possa invece pensare ad una prima occhiata, l’alienazione dell’uomo attraverso l’esempio della religione e il conseguente rapporto che assume quest’ultimo rispetto alla natura.
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Un guerriero si libera dalla propria schiavitù iniziando un viaggio senza ritorno.
Un film contro, tra Tarantino, Guy Pearce e i tanti altri nuovi arrivati, tra le varie formule sempre più innovative di presentare sceneggiature al limite del grottesco e sempre più brillanti, arriva Refn con quest’ allucinata sovrapposizioni d’immagini emblematiche. Sembra quasi di essere al cospetto di una serie di fotografie messe in fila più che lo svolgimento di una vera e propria trama, in ogni caso ho paura di proporre la mia recensione dato che quasi tutti quelli che lo hanno visto ritengono sia deludente come film.
Un’allegoria niente affatto elaborata, per quanto si possa invece pensare ad una prima occhiata, l’alienazione dell’uomo attraverso l’esempio della religione e il conseguente rapporto che assume quest’ultimo rispetto alla natura. Oneeye, silenzioso ed empatico guerriero pagano (e per questo soggetto ai più oscuri istinti primordiali), viene visto di cattivo occhio dai cristiani ormai distanti dalla propria natura e quindi anche dal guerriero solitario. Emblematico è l’arrivo alla radura, destinazione contraria alle aspettative dei cristiani desiderosi d’arricchirsi dei tesori che la guerra tenutasi presso Gerusalemme contro gl’infedeli avrebbe loro portato. Oneeye porta l’intero gruppo nel bel mezzo di una foresta, posto che il gruppo ormai accecato dalla sete di tesori ritiene l’inferno e la loro guida – Oneeye – è per questo ritenuto il diavolo.
Le rappresentazioni e una domanda posta proprio all’inizio fa capire poi che non si tratta di un semplice percorso, è un vero e proprio viaggio interiore rappresentato come un inno alla natura, non per niente non un solo motivo climatico viene risparmiato, il guerriero poi quasi come un dio, finito il proprio percorso si sacrifica per salvare chi è più puro e non accecato da ciò che non è essenziale come invece fanno tutti gli altri.
Un viaggio straniante, lento e paradossalmente disseminato da scariche di violenza al limite del sopportabile, ci sono tempi lunghissimi dove pare non accada niente e dove invece in ogni attimo succede quasi troppo, bisogna stare attenti però. Tutti muoiono ma solo uno farà della propria morte un motivo di rinascita perché sarà l’unico a non essere distratto da altro che non fosse la pura e semplice attrazione per ciò che è più naturale, la natura stessa.
Mads Mikkelsen perfetto come sempre ma qui addirittura memorabile, quasi fosse un dio, dando così alla propria morte quasi un significato mistico, imponente, sofferto, incorruttibile perché non è avido, non è distratto, non si preoccupa di articolare parole, non servono quando si usa il linguaggio della natura.
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carnauser
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domenica 27 luglio 2014
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un film profondissimo.
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Non mi stupisco che alcuni non abbiano colto la natura profonda di questo film.
Natura che è difficile cogliere quando la prima impressione che si ha è il rifiuto di una violenza che la nostra società impregnata di buoni valori, spesso solo di facciata, non comprende e allontana.
Sentimento diffuso, che porta spesso a fare film che di storico non hanno nulla, ma sono solo il ritratto in costume di questa società, un po' come andare in vacanza in un villaggio turistico che nulla ti fa comprendere della natura del posto in cui vi trovate.
Valhalla Rising è appunto tutto l'opposto.
Se guardate oltre, se la vostra educazione o natura ve lo permette, scoprirete un viaggio interiore come in pochi film.
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Non mi stupisco che alcuni non abbiano colto la natura profonda di questo film.
Natura che è difficile cogliere quando la prima impressione che si ha è il rifiuto di una violenza che la nostra società impregnata di buoni valori, spesso solo di facciata, non comprende e allontana.
Sentimento diffuso, che porta spesso a fare film che di storico non hanno nulla, ma sono solo il ritratto in costume di questa società, un po' come andare in vacanza in un villaggio turistico che nulla ti fa comprendere della natura del posto in cui vi trovate.
Valhalla Rising è appunto tutto l'opposto.
Se guardate oltre, se la vostra educazione o natura ve lo permette, scoprirete un viaggio interiore come in pochi film.
Un incubo realista e tetro da cui non è facile svegliarsi, ma che sicuramente una volta superato vi permetterà di vedere la realtà con occhio diverso, come appunto dopo un viaggio (senza villaggio turistico).
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pessimoelemento
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lunedì 16 giugno 2014
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una delusione
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Di questo sopravvalutato regista avevo visto solo un film, appartenente alla trilogia The Pusher, che mi era piaciuto, anche se non ci avevo visto nulla di speciale. Non so perchè ma mi aspettavo molto da Valhalla Rising, forse perchè l'argomento mi interessava, un film ambientato in un periodo storico affascinante, incentrato su un popolo guerriero, i vichinghi. Mi sembrava che ci fosse sufficiente carne al fuoco per farne un ottimo film. Mi aspettavo che un regista europeo, uno che veniva dal cinema indipendente, potesse cogliere la palla al balzo.
Sono rimasto tremendamente deluso.
Ammetto: in Winding Refn c'è del talento, ma anche tanta presunzione.
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Di questo sopravvalutato regista avevo visto solo un film, appartenente alla trilogia The Pusher, che mi era piaciuto, anche se non ci avevo visto nulla di speciale. Non so perchè ma mi aspettavo molto da Valhalla Rising, forse perchè l'argomento mi interessava, un film ambientato in un periodo storico affascinante, incentrato su un popolo guerriero, i vichinghi. Mi sembrava che ci fosse sufficiente carne al fuoco per farne un ottimo film. Mi aspettavo che un regista europeo, uno che veniva dal cinema indipendente, potesse cogliere la palla al balzo.
Sono rimasto tremendamente deluso.
Ammetto: in Winding Refn c'è del talento, ma anche tanta presunzione. Valhalla Rising è un'opera che trasuda odiose velleità da cosidetto cinema d'autore, un film incomprensibile, che si fa beffe dello spettatore guardandolo dall'alto come a voler dire: se non mi capisci è perchè non hai i mezzi per farlo. E dire che l'inizio non era male e se Refn fosse stato un pò più umile e avesse puntato sulle due caratteristiche sempre vincenti quando si tratta di raccontare una storia, ovvero chiarezza e semplicità, forse avremmo avuto un film e non un gigantesco e sterile atto di masturbazione artistica.
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no_data
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sabato 4 gennaio 2014
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essenziale.
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