Troppo Amici, Praticamente Fratelli |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con Vincent Elbaz, Isabelle Carré, François-Xavier Demaison, Audrey Dana, Omar Sy.
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Titolo originale Tellement proches.
Commedia,
durata 102 min.
- Francia 2009.
- Moviemax
uscita giovedì 6 dicembre 2012.
MYMONETRO
Troppo Amici, Praticamente Fratelli
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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venerdì 7 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo il successo di "Quasi amici" era quasi d'obbligo andare a ripescare l'opera precedente di Nakache e Toledano, e così ecco "Troppo amici" che anche titolo richiama palesemente il successo dell'altra pellicola. Decisamente meno intonato però questo ritratto di famiglia in più interni, quasi che ognuno suonasse una melodia diversa e che la sovrapposizione delle partiture desse vita ad una dissonante composizione a troppe voci, a troppe paradossali deviazioni, a troppi scarti narrativi. Al centro della trama tre fratelli con le rispettive famiglie: Nathalie, sposata con Alain da cui ha avuto due pestiferi bambini, Jean-Pierre, avvocato d'ufficio sposato con Catherine e padre di una bambina fin troppo perfetta, e Roxane, la nevrotica di famiglia, che frequenta un giovane medico di colore, Bruno. Le peripezie di questo eterogeneo gruppo di persone e personalità non fatica a creare un conflitto perenne perchè Alain rimpiange il lavoro di animatore turistico, flirta con la baby sitter e non riesce a trovare un lavoro fisso deludendo così Nathalie che lo vorrebbe responsabile e maturo - ma se ne accorge solo dopo due figli e tanti anni di matrimonio di aver sposato un bambinone? - Catherine iscrive la figlia ad una scuola ebraica perchè di prestigio e si lascia affascinare dalla cultura yiddish al punto da vestirsi come un'ebrea ortodossa e farsi chiamare Rebecca, Roxane martorizza il povero dottorino nella speranza di avere anche lei un figlio come i fratelli e Lucien, il figlio più grande di Alain e Nathalie, dà prova di sè scappando dalla gita scolastica. Naturalmente alla fine le nevrosi si appianeranno, le coppie in crisi si ricomporranno e con un salto nel futuro assisteremo al debutto di Lucien sul palcoscenico, con un finale talmente costruito ed emotivamente ricattatorio da risultare indigesto. Alcuni spunti narrativi vanno decisamente salvati, il confronto familiare e personale con le proprie aspettative, con i successi altrui ed i propri fallimenti è sincero e se meglio sviluppato avrebbe potuto dar vita a ben altri contenuti, ma prevale su tutto un tono survoltato, scene parossistiche e sbilenche che non danno modo ai personaggi di rivelare la propria natura più profonda e vera. Si intravede qua e là qualche malinconia e qualche sguardo inquieto, ma naviga in acque troppo turbolente per poter essere apprezzato. Il cast fà il suo onesto lavoro e gli attori sono attenti a caricare le sfumature estreme dei propri personaggi, ma come dicevamo all'inizio non sempre tante melodie fanno un concerto polifonico, a volte, come in questo caso, fanno più che altro chiasso. Un garbato, a volte anche divertente e simpatico chiasso, ma senza note di alta qualità.
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