Senso di appartenenza.
C’è un uomo che può a pieno diritto condividere con l’aquila il primato dello spazio alato. Quest’uomo è abituato a "Prendere il volo". Cosa può significare, "prendere il volo". Viaggiare con la mente? Andar dritti, giù, per le scale? Ricercare la libertà? Oppure... fuggire, sparire, dileguarsi. O forse, e perché no, un invito all’intraprendenza? Cerco di procedere con ordine e punto il mio sguardo, casuale ma non pettegolo, su di un uomo. Quest’uomo, in grado di difendersi dalle insidie di una Natura che ama sfidare chi sogna e si impegna per rendere reali e concreti gli oggetti del proprio desiderio, è pronto a tutto.
Nel corso della propria vita, prima o poi capita di dover affrontare eventi dolorosi. La morte di una persona cara, del nostro cane, una storia d’amore finita, un investimento finanziario fallimentare, un licenziamento. Mr. Ryan si interessa di licenziamenti.
Il licenziamento, per chi lo subisce, può essere causa di gravi, gravissimi disturbi psichici. Il dolore causato dallo stesso, può trasformarsi in angoscia, troppo spesso in chiusura esistenziale, il passo successivo ed “estremo” è il suicidio. Tutte queste “percosse interiori, mentali” possono essere trasformate in forze dirompenti, in nuova energia psichica, in crescente autostima, in voglia di ri-vivere. Ryan Bingham (G. Clooney) offre le sue competenze professionali a quelle aziende che devono licenziare persone. Percorre i cieli degli U.S.A. in lungo ed in largo. Migliaia sono i colloqui “motivazionali” che effettua, per non parlare di quelle percorse. L’aereo è la sua prima casa e questa casa è mentalmente arredata con gusto ed abitata con piacere.
I suoi viaggi si svolgono all’interno di un programma frequent flyer dell’American Airlines. Il suo “status” è eccellente. L’obiettivo che gli sta a cuore è quello di raggiungere dieci milioni di miglia. Incredibile, dieci milioni di miglia. Tante le persone che si incontrano durante i vari spostamenti. Una di queste, Alex (Vera Farmiga) , lo affascina, lo cattura, i suoi viaggi diventano così un po’ meno strumentali ed un po’ più umani. Nasce tra i due una relazione. Terzo ingresso in scena. Una giovane laureata, Natalie Keener (Anna Kendric) sta sostenendo in modo veemente, un suo progetto che consente il licenziamento “da terra”, nel senso che, lo sfortunato interlocutore, seduto davanti al monitor, riceve il benservito via internet. Ryan è costretto a rientrare in sede. Assiste ad una dimostrazione ed espone tutte le sue perplessità. Sostiene che la signorina Natalie non ha ben presente che questo tipo di professione ha bisogno di una “semantica linguistica umana” e non di “una gestione informatica dei sentimenti umani”. Ma si sa, quando si possono risparmiare milioni di dollari a tutto discapito del benessere psichico…, non ci si pensa due volte. Anzi, non ci si pensa proprio. Ryan suggerisce al suo capo di affidarle Natalie, potrà così “sul campo” verificare se le sue teorie meritano di essere riviste. Inizia per Natalie un’avventura senza precedenti, impara i ritmi e le tecniche del volo, gli approcci iniziali non sono felici. Tra l'altro, la novella flyer, assaggia sul proprio corpo i segni che lasciano le parole informali, prive del bon ton umano-relazionale. Il fidanzato la scarica con un SMS.
Mi fermo qui per non togliere allo spettatore il gusto della scoperta…., l’intreccio è bello e corposo. Amore, affetto, benessere economico, malessere psicofisico, maturità e gioventù, esperienza e noviziato, certezze ed incertezze, isolamento e compagnia, tristezza e gioia ce n’è per tutti. Questi temi sono presentati con eleganza e tanta sobrietà. Quasi sottovoce. Quando raggiungi un obiettivo conquistato con sacrificio “voli” sempre più su. Se poi questo obiettivo ti dicono che lo hai raggiunto mentre sei “su”, come ti senti? Come si sentirà Ryan al termine del suo viaggio? Ai kilometri percorsi, dovrà aggiungere ancora qualche metro?
Anche Ulisse è stato un flyer, in un certo senso, ritornato ad Itaca, ritrova moglie e figlio. Durante tutto il suo peregrinare, non ha mai dimenticato la meta finale. Il ritorno a casa. La sua casa, i suoi affetti, la stabilità emotiva. Ritrova, in conclusione, ciò che ha lasciato. Le sue origini. Anche in Ryan ci sono tracce di Ulisse. Io credo.
Benvenuti a bordo e buon viaggio.
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