valterino
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mercoledì 31 marzo 2010
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un nuovo filone
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Molti troveranno in questo film espedienti scontati (i condannati a cui è promessa la liberazione, da running man a death race), ammiccamenti agli utenti di videogiochi (Home di Sony è perfettamente riprodotto) insomma trovate un pò ovvie, ma tantè, questo genere di temi ed ambientazioni saranno sempre piu parte dell'iconografia cinematrografica da oggi in poi, e questo film è in qualche modo quello che indica la rotta.
Connettività con prestazioni strabilianti e interfacce prive di qualsiasi gadget fisico, linguaggio televisivo sboccato anche nei presentatori, violenza in pay per view, sono precursioni di un futuro possibile, anche se non ineluttabile.
Il film viaggi a ritmi alti e a tratti coinvolge, anche se non ci si puo immedesimare nel protagonista piu di tanto.
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Molti troveranno in questo film espedienti scontati (i condannati a cui è promessa la liberazione, da running man a death race), ammiccamenti agli utenti di videogiochi (Home di Sony è perfettamente riprodotto) insomma trovate un pò ovvie, ma tantè, questo genere di temi ed ambientazioni saranno sempre piu parte dell'iconografia cinematrografica da oggi in poi, e questo film è in qualche modo quello che indica la rotta.
Connettività con prestazioni strabilianti e interfacce prive di qualsiasi gadget fisico, linguaggio televisivo sboccato anche nei presentatori, violenza in pay per view, sono precursioni di un futuro possibile, anche se non ineluttabile.
Il film viaggi a ritmi alti e a tratti coinvolge, anche se non ci si puo immedesimare nel protagonista piu di tanto. Alcune situazioni potevano essere dipanate con maggiore fantasia: il supercattivo vuole che il padre uccida sua figlia? eccessivo e forse un po assurdo, in questi momenti la regia cade e allo spettatore è dato il messaggio che si tratta solo di fandonie. occorre giocare meglio con le emozioni per tenere alto l'hipe.
In conclusione comunque, si lascia guardare, e piacerà ai fan di Death Race e forse anche agli addicted di Call of Duty e similari.
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il critico
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sabato 3 aprile 2010
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gamer
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In un futuro non molto lontano, Ken Castle ha inventato due giochi dove tu "telecomandi" un essere umano in carne ed ossa, ma uno di quesi giochi si chiama "Slayers" dove i condannati a morte sono controllati a distanza per fare un terribile scontro, uno di questi si chiama Kable che ormai è ad un passo dalla libertà infatti ha raggiunto i 27-28 round senza morire e per essere libero deve finire il trentesimo round, ma Kable si ribella e scoprirà la verità sul suo "reato".Mark Neveldine e Brian Taylor abbandonano Chev Chelios nei due divertenti e buffi "Crank", ora si concentrono su Kable (Gerard Butler) e lo psicopatico Ken Castle (Micheal C.
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In un futuro non molto lontano, Ken Castle ha inventato due giochi dove tu "telecomandi" un essere umano in carne ed ossa, ma uno di quesi giochi si chiama "Slayers" dove i condannati a morte sono controllati a distanza per fare un terribile scontro, uno di questi si chiama Kable che ormai è ad un passo dalla libertà infatti ha raggiunto i 27-28 round senza morire e per essere libero deve finire il trentesimo round, ma Kable si ribella e scoprirà la verità sul suo "reato".Mark Neveldine e Brian Taylor abbandonano Chev Chelios nei due divertenti e buffi "Crank", ora si concentrono su Kable (Gerard Butler) e lo psicopatico Ken Castle (Micheal C. Hall).La pellicola ha certamente un cast più famoso e conosciuto rispetto a "Crank" e "Crank:high voltage", ma la qualità non supera i due precedenti film, infatti è molto (e forse troppo) simile a "Death Race" e chiariamoci, le scene d'azione funzionano perfettamente sono le altre scene che non funzionano. Però molti del cast sono stati ottimi soprattutto Micheal C. Hall. In conclusione sono 95 minuti che passano di fretta in un film girato come un videogioco sparatutto, il senso la pellicola c'è l'ha, cast ottimo, scene d'azione adrenaliniche e dialoghi tremendi, comunque i due registi hanno dimostrato di aver talento non solo con Chev Chelios ma possono essere i futuri professionisti del genere.
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activa44
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sabato 26 marzo 2011
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ottimo film per videogiocatori incalliti.
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Gamer,è un film d'azione molto intrigante come storia e come riprese nelle scene più d'azione.Questo è un film che a primo occhio può apparire solamente discreto,ma che esaminato con più cura può risultare un film veramente ottimo.Con un cast strepitoso,un audio e una colonna sonora azzeccatissima e tante scene molto adrenaliniche e piùttosto ironiche questo film può colpire i videogiocatori moderni di giochi esempio Call of Duty.Consiglio questo film ai videogiocatori moderni.
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kildem
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lunedì 21 febbraio 2011
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le denuncie non piacciono mai
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The Gamer è un film diretto, a tratti comico, a tratti viscido, su come diventerà la nostra società se ci lasciamo coinvolgere dalla tecnologia, ma sopratutto dai videogiochi.
Un mondo in cui tutto è attiva più nella rete che nel mondo reale, in cui tutto ruota attorno alla propria "second life", non importa chi tu sia nella "vera realtà".
La perdita di limiti, la perdita di sé stessi e del proprio corpo e cervello.
Lo consiglio assolutamente.
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elgatoloco
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venerdì 20 dicembre 2019
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prospettiva distopica
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Una distopia(utopia rovesciata)senza appello, quella proposta da Mark Neveldine e Brian Taylor in"Gamer"(2009), dove la società dello spettacolo di tradizione post-tecnotronica, situazionistica e altro, fusa con la dromologia individuata da Paul Virilio, ci propone gli scenati più inquietanti possibili. la "caccia all'uomo", peraltro reale fino ai tempi del KU KUx Klan più attivo, diviene, distopicamente , caccia generalizzata tramite dei videogames(appunto)particolari "hasta la vida"per virtù di una società che caldeggia e propone ciò(ossia il fatto che il perdente, anche solo per un'inezia venga ucciso)come modello e come sostanziale ideale.
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Una distopia(utopia rovesciata)senza appello, quella proposta da Mark Neveldine e Brian Taylor in"Gamer"(2009), dove la società dello spettacolo di tradizione post-tecnotronica, situazionistica e altro, fusa con la dromologia individuata da Paul Virilio, ci propone gli scenati più inquietanti possibili. la "caccia all'uomo", peraltro reale fino ai tempi del KU KUx Klan più attivo, diviene, distopicamente , caccia generalizzata tramite dei videogames(appunto)particolari "hasta la vida"per virtù di una società che caldeggia e propone ciò(ossia il fatto che il perdente, anche solo per un'inezia venga ucciso)come modello e come sostanziale ideale. Anche propprio tecnicamene, i due autori ci danno uno spaccato di ciò che potrebbe diventare(o lo è già in nuce, questa la domanda quasi implicita.?..)una società nella quale non dico manchi una concecezione del mondo fondante ma anche solo ogni regolamentazione che non sia la violenza e il"game"individuato come mollla, appunto"regolatrice". Gli e le interpreti in un film "carico"di immagini(come ovvio, rispondendo a quanto brevemente caratterizzato all'inizio)"funzionano"quali esecutori/esecutrici di un disegno che è quello di un'anomia perseguita con costanza, con totale volontà di"intontire"gli spettatori fino a fargionare o, sempre paradossalmente, "ravvedere"rispetto a quanto sembra incombere pericolosamente sul nostro"mondo", comunque lo si voglia poi definire, esssendo le formule descrittive da un lato efficaci a livello di uso corrente(o non corrente, dipende dalal'atteggiamwento), dall'altro semppre in pericolo di divenire solo"flatus vocis", il che sarebbe certamente nefasto per chi vogiia cercare, appunto, di descrivere e di caratterizzare.... El Gato
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mrpandemonio
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domenica 18 ottobre 2020
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purtroppo ho perso
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Ottima idea. Le persone hanno la possibilità di prendere il controllo di un paio di detenuti condannati a morte per farli partecipare a una battaglia all'ultimo sangue. I detenuti, se riescono a sopravvivere, possono guadagnarsi la libertà.
A differenza di Game Therapy o Spy Kids 3, si punta direttamente sulla collaborazione stretta tra il giocatore e il bot. Se l'avessero fatto tipo così sarebbe stato un film ottimo, ma purtroppo qui si fa decisamente peggio.
Partiamo per gradi.
La trama è un deja vu continuo prendendo ispirazione da tarantino e uwe boll. Lo so che quest'ultimo è assai odiato, ma almeno lui lo avrebbe diretto meglio.
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Ottima idea. Le persone hanno la possibilità di prendere il controllo di un paio di detenuti condannati a morte per farli partecipare a una battaglia all'ultimo sangue. I detenuti, se riescono a sopravvivere, possono guadagnarsi la libertà.
A differenza di Game Therapy o Spy Kids 3, si punta direttamente sulla collaborazione stretta tra il giocatore e il bot. Se l'avessero fatto tipo così sarebbe stato un film ottimo, ma purtroppo qui si fa decisamente peggio.
Partiamo per gradi.
La trama è un deja vu continuo prendendo ispirazione da tarantino e uwe boll. Lo so che quest'ultimo è assai odiato, ma almeno lui lo avrebbe diretto meglio.
Il punto è che la trama non segue uno schema preciso. Prima ho detto che le persone hanno il controllo dei detenuti peccato che questo contatto è inesistente andando a sminchiare tutto. Ad esempio la frase della locandina è di sicuro d'attenzione, anche se ai fini della trama è una frase appiccicata. Non c'è un inizio. Nel senso che inizia subito senza un solo passaggio introdutivo. Per tutto il tempo mi sono chiesto se sarebbe apparso il giocatore e alla fine quando appare sono rimasto deluso. Attraverso le mani, quindi una specie di realtà virtuale, riesce a comandare il detenuto verso l'arena.
Oltre al fatto che mi aspettavo di vedere i classici strumenti da videogiocatore, manca la possibilità di vederne altri. Questo toglie la possibilità di creare questo mondo affascinante come se ci fossero solo loro. Non si salva neanche l'altro mondo simile a un simulatore di vita che molte volte avevo la nausea per lo disgusto. Centra poco con la trama aggiunto apposta per allungarla.
L'azione. Sembra strano, adoro i blockbuster per via dell'azione esagerata, qui l'ho odiata tanto. Oltre a essere fatta male con un montaggio per nulla frenetico, solo distorto, si raggiunge dei livelli imbarazzanti come tutta la scena iniziale. Non ho trovato emozioni buone, solo cattive tipo la rabbia dell'enorme potenziale sprecato. Mi sono bastati pochi minuti per ricredermi sul film dato che mi ispirò ai tempi. Ok, può essere stato fatto a basso budget e questo in teoria può giustificare la CGI, ma l'idea di darmi l'incipit originale rigirandolo come un calzino e non farmi vedere circa metà delle scene per via di tagli al millesimo di secondo. Si viene presentato il creatore, cattivo, che si è capito subito proprio perché c'è l'attore che ha interpretato Dexter.
Parlando dei personaggi, c'è il sosia di Russell Crowe, Gerard Butler, c'è Percy Jackson interpretare il ragazzo giocatore che fa poche scene e di sicuro la migliore è quando viene interrogato dal detective cattivo.
Chico, Jim Bravura o Tej Parker e una breve apparizione di Peter Petrelli. Insomma, un grande cast per un film che non si regge in piedi. Purtroppo, la storia di Kable lascia a desiderare visto che oltre a essere la solita manca l'elemento più importante. Come è diventato un detenuto?
Le uniche cose che salvo sono la scena fuori controllo dell'auto e giusto il finale che riesce a rientrare un po' nella trama.
Anche la fotografia è fatta malissimo dai toni bianchi accecanti e grigio scuro fastidioso.
In conclusione: ottima idea di fondo, film orribile. Cast grandioso.
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dario carta
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venerdì 28 maggio 2010
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virtuosismo visivo
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E’ oggi piuttosto evidente la tendenza alla cultura del gioco,l’affermazione di una tendenza alla tecnologia ludica diffusa in quell’organico societario estremamente reattivo se messo di fronte a qualsiasi tipo di manifestazione che favorisca l’accesso al concetto alternativo di realtà virtuale.
Il cinema,oggi più che mai mezzo traduttore del linguaggio umano,è il disegno più efficace per figurare la storia e l’evoluzione dell’immaginario.
Di qui,gli assidui impegni delle Produzioni nel vagliare racconti e script che si trovino allineati con l’urgenza di trasporre nel visivo i limiti di una fantasia insofferente al termine inadeguato di fantascienza.
Neveldine e Taylor,a loro agio nel dominio psichedelico e iperattivo che si sono creati con i due capitoli di “Crank”,esibiscono un altro passpartout per la connessione alla dimensione ipercinetica a loro molto cara,scrivendo e dirigendo questo “Gamer”,grottesca deflagrazione di nanotecnologia,intelligenza artificiale e social networking.
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E’ oggi piuttosto evidente la tendenza alla cultura del gioco,l’affermazione di una tendenza alla tecnologia ludica diffusa in quell’organico societario estremamente reattivo se messo di fronte a qualsiasi tipo di manifestazione che favorisca l’accesso al concetto alternativo di realtà virtuale.
Il cinema,oggi più che mai mezzo traduttore del linguaggio umano,è il disegno più efficace per figurare la storia e l’evoluzione dell’immaginario.
Di qui,gli assidui impegni delle Produzioni nel vagliare racconti e script che si trovino allineati con l’urgenza di trasporre nel visivo i limiti di una fantasia insofferente al termine inadeguato di fantascienza.
Neveldine e Taylor,a loro agio nel dominio psichedelico e iperattivo che si sono creati con i due capitoli di “Crank”,esibiscono un altro passpartout per la connessione alla dimensione ipercinetica a loro molto cara,scrivendo e dirigendo questo “Gamer”,grottesca deflagrazione di nanotecnologia,intelligenza artificiale e social networking. “Gamer” è l’esaltazione degli algoritmi digitali,un gioco d’immagini virtuali in una trasposizione iperfantastica della realtà sociale proiettata in un futuro invaso da videogames interattivi,dove le sequenze scorrono ossessive per 90 minuti di incoerenza e ripetitività.
Nel 2034 il controllo della mente è una realtà assemblata in sofisticati software,a formare i videogames attraverso i quali è possibile interagire con il comportamento delle persone,intervenendo su di esso e regolandone la natura.
Lo spregiudicato miliardario informatico Ken Castle (Michael C. Hall),realizza Society e Slayers,due giochi dove i personaggi sono dei detenuti condannati a morte cui viene data la possibilità di guadagnarsi la libertà se in grado di superare 30 prove.
Campione di Slayers è Kable (Gerard Butler),controllato dal giovane Simon,che si impegna a portare Kable alla libertà.
Film diretto dalla coppia di registi sull’onda della frenesia,riciclando l’idea della sfida (“12 Round”,”Death Race”,”L’implacabile”) e forzando la mano sul dinamismo visivo,ma perdendo per strada il guizzo del loro primo lavoro.
Ci si può azzardare a leggere fra le righe del sottotesto un vivo attacco all’insidia mediatica, dal Grande Fratello alla perdita di coscienza di un’identità sociale persa nel limbo cinetico,ma è più probabile che questi aspetti neppure rientrassero nelle intenzioni degli autori ed il risultato è un film che resta anonimo anche agli occhi della spettacolarizzazione addotta ai più farneticanti livelli visivi e che si svuota del minimo senso meditativo e di personificazione dei personaggi.
Le rarefatte idee indotte nell’eccentrica sceneggiatura non emergono in superficie e le possibili sottotrame dell’esistenza di un universo virtuale parallelo (“The Matrix”) o il deterioramento di un mondo tecnicizzato sbiadiscono in un nevrastenico racconto sulla violenza metafisica (“Rollelball”,”L’implacabile”).
Butler,dispiace rilevarlo,è un eroe piatto,come la sua corsa,che lo vede impegnato senza convinzione in un ruolo avaro di identità.
L’accusa alla corruzione delle sfere di governo inquinate da inciucci di una politica interessata e la considerazione sul sistema carcerario al collasso,sono elementi seminati alla rinfusa nel film,che si lascia dominare dal ritmo nevrotico e si guarda bene dal raccontare storie di uomini ma resta compiaciuto della propria natura elegiaca di consumismo virtuale.
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papermiss
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venerdì 23 luglio 2010
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i motivi per cui guardare un film
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Avete mai voglia di film "massì"? Dai, sapete cosa intendo. Non possiamo passare la vita a guardarci "2001 odissea nello spazio" o "La scelta di Sophie", anche se magari alle altre persone diciamo che è così, perché noi di film ce ne intendiamo, eh? A volte si ha voglia di guardare i film-massì e non c'è niente di male. Quelli con la trama più esile della cartavelina, quelli con i personaggi profondi come una pozzanghera, ma CHISSENEFREGA, con un sacco di azione come piace ammè: automobili che esplodono, personaggi che si tuffano di testa dagli elicotteri, sparatorie con proiettili infiniti, i colpi di striscio alla Jack Slater (riconoscete la citazione?) e tutte quelle altre cose succulente e, beh, poco impegnate.
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Avete mai voglia di film "massì"? Dai, sapete cosa intendo. Non possiamo passare la vita a guardarci "2001 odissea nello spazio" o "La scelta di Sophie", anche se magari alle altre persone diciamo che è così, perché noi di film ce ne intendiamo, eh? A volte si ha voglia di guardare i film-massì e non c'è niente di male. Quelli con la trama più esile della cartavelina, quelli con i personaggi profondi come una pozzanghera, ma CHISSENEFREGA, con un sacco di azione come piace ammè: automobili che esplodono, personaggi che si tuffano di testa dagli elicotteri, sparatorie con proiettili infiniti, i colpi di striscio alla Jack Slater (riconoscete la citazione?) e tutte quelle altre cose succulente e, beh, poco impegnate. Quelle che, alla fine del film, alla protesta della fidanzata/amico/sorella "Ma come è riuscito a scappare dalla prigione? Non ha senso" voi rispondete "Massì", perché è proprio così: "massì", voi avete visto il film per altri motivi.
Beh, sappiate che Gamer non è nemmeno quello. Tralasciando la trama, che comunque fa schifo, è priva di senso nel modo più totale e assoluto, e nonostante le premesse interessanti mette troppa carne sul fuoco e la lascia bruciare; lasciando da parte la trama, comunque: NON È POSSIBILE girare in questo modo un film d'azione. No, no, NO! L'unico punto di forza dei film "massì", l'unico motivo per cui perdoniamo incongruenze, scarsa caratterizzazione e chi più ne ha più ne metta è appunto L'AZIONE, le scene di esplosioni, gli inseguimenti, le sparatorie, e TU mi rovini anche quelle?
Il film è girato in maniera che più fastidiosa di così non si può: si vuole chiaramente dare un'idea di "frenesia" ai combattimenti, ma il risultato è solo confusionario e nauseante per lo spettatore, che non riesce a seguire i movimenti dei personaggi senza avere fastidiose fitte nel retro delle palpebre. Le scene non hanno fluidità, sono montate come un brutto video musicale, con immotivati stacchi di telecamera, rotazioni e altre schifezze varie che non permettono allo spettatore di immergersi nell'azione, di godere della fluidità dei movimenti e di emozionarsi per le scene spettacolari. L'unica cosa che provoca è fastidio e un vago senso di nausea.
E io lo sapevo a cosa sarei andata incontro. Io non volevo altro che un po' di sana azione, Gerald Butler e un sacco di scazzottamenti. Per la miseria, ci voleva tanto? No, non credo.
Sconsigliato al 100%.
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[+] hai colto nel (mio) segno
(di kamaglione)
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