Fratelli d'Italia |
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Un film di Claudio Giovannesi.
Con Alin Delbaci, Masha Carbonetti, Nader Sarhan
Documentario,
durata 90 min.
- Italia 2009.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 7 maggio 2010.
MYMONETRO
Fratelli d'Italia
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Alin, Masha, Nader nostri fratelli d' Italia
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Questa settimana scegliamo di segnalare con evidenza un documentario. Perché merita. E poi, se questo fosse il timore, non è affatto noioso. Racconta una questione di cui si parla continuamente, ma nel linguaggio giornalistico e politico sempre indicata come un' emergenza e come un "problema", in una maniera molto semplicee autentica. Che ci dice, senza scorciatoie o facilonerie o luoghi comuni buonisti, che non è solo un problema ma anche e soprattutto parte del nostro panorama di vita quotidiana. Fratelli d' Italia (già nel suo titolo il doc di Claudio Giovannesi - 32 anni - indica una chiave di lettura) punta la sua attenzione su un territorio, Ostia (alle porte della capitale), in cui l' incidenza di abitanti non italiani è altissima. E in particolare su una scuola, l' istituto tecnico commerciale "Paolo Toscanelli". Sceglie tre vicende, due ragazzi e una ragazza, adolescenti, immigrati di seconda generazione. Le loro origini affondano in Romania (Alin), Bielorussia (Masha), Egitto (Nader) ma tutti e tre parlano romano anche se non hanno perso l' uso della lingua madre. Alin ha 17 anni, è nato in Romania e risiede in Italia da quando ne aveva 13. Non riesce a integrarsi tra i compagni italiani, frequenta soprattutto la fidanzatina, rumena anche lei, e se ne va in giro in motorino. Fa disperare la professoressa di italiano. Si comporta male, risponde male, se la prende con lei ritenendo che lo discrimini se lo sgrida per la sua condotta o lo rimprovera per il suo scarso rendimento. Ma l' insegnante è brava, tiene vivo il dialogo, tiene a lui e glielo fa capire. «Io lo so che non sei un ragazzo facile. Ma a me quelli facili non mi piacciono». Masha a 18 anni ed è stata adottata da una famiglia italiana nella quale è perfettamente integrata. È davvero la sua famiglia. Ma si porta dentro un tarlo. Il ricordo confuso della madre biologica, quello dei maltrattamenti subìti e dell' abbandono. E il pensiero del fratello che è rimasto in Bielorussia, senza le stesse opportunità che ha avute lei. Si sentono, quando si telefonano Masha s' intristisce e piange. Ha deciso di fare un viaggio, di rivedere il fratello, e ne discute in casa. Animatamente, bruscamente, affettuosamente. Sa che può contare su di loro, ma sa anche che un pezzo di sé è altrove. Nader, 16 anni, va malissimo a scuola e si dà parecchio da fare con le ragazze. Il suo problema non è tanto il "fuori" (dove peraltro si esercita in spacconate tipo proclamarsi fascista o addirittura nazista e nell' auspicare che "negri" ed ebrei vengano bruciati) ma il "dentro". La sua famiglia araba, soprattutto la madre che non vuol saperne delle frequentazioni femminili del figlio, non approva che il suo costume e la sua mentalità siano contaminati. Io rispetto gli italiani, dice accorata la mamma, ma sono diversi da noi e noi da loro. Uno spaccato molto interessante. Che senza proclami né pregiudizi mette a fuoco le cose indicando la vera grande priorità: l' istruzione, la formazione, la scuola.
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