Synecdoche, New York |
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Un film di Charlie Kaufman.
Con Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson.
continua»
Commedia,
durata 124 min.
- USA 2008.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 19 giugno 2014.
MYMONETRO
Synecdoche, New York ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Uno dei film più belli e complessi degli anni 2000
di cineman94Feedback: |
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lunedì 25 agosto 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Difficilmente, nel corso degli anni, mi sono trovato davanti a film particolarmente complessi e tematicamente "nuovi" nella narrazione cinematografica. Inoltre, mai come in questo caso mi sono trovato davanti ad un simile capolavoro in quanto a profondità, complessità, creatività ed argomentazioni, tutto racchiuso in maniera intensa, struggente in una storia che fa di vita, morte, malattia, realismo e surrealismo le sue colonne portanti mettendo in scena uno spettacolo che, proprio grazie a questo studio esistenzialista e psicologico, culmina in un turbine di emozioni che portano lo spettatore a riflettere, grazie ad un protagonista (interpretato da un mastodontico, incredibile ed intenso Philip Seymour Hoffman), un regista di teatro, che già dal nome, Caden Cotard, è un'allegoria al decadimento psicofisico e che decide di intraprendere una strada ambiziosa, realizzare la più grande opera teatrale della sua vita, o meglio sulla sua vita, decidendo di rappresentare "una parte per il tutto" (riprendendo appunto il concetto di Sineddoche presente nel titolo del film). Ecco quindi dove si cela il vero cuore del film, in una trama che fonde insieme elementi che sarebbero altrimenti difficili da trattare, creando un universo nell'universo affascinante, in cui "ogni singola persona è protagonista della sua storia", mettendo in gioco elementi che fanno riferimento tanto al cinema quanto al teatro, aumentando quindi in maniera esponenziale la natura intellettuale del film, grazie ad una regia favolosa che attrae lo spettatore ad ogni inquadratura, lo ipnotizza e non lo lascia più, rendendo anch'egli parte della storia ed interagendo con lui, allo scopo di coinvolgerlo, proprio come un regista farebbe ad un attore che sta aspettando di entrare in scena. I dialoghi sono bellissimi da ascoltare, di una naturalezza ed emotività incredibili, che sanno essere dolci, pacati ma anche crudi o tristemente ironici, allegorie della vita stessa. Questo non è solo un film, non è solo la storia di una vita, non è solo complessità, vita o morte, realismo, surrealismo, no! È tutto questo e qualcosa in più, qualcosa che nessun film, nessun libro, nessuna serie TV o altro sia mai riuscito a darmi: un'esperienza che rimane indelebile agli occhi e al cuore di chi lo guarda. Questo è Synecdoche, New York e per me questo è abbastanza!
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