Hellboy - The Golden Army

Qualcuno si è lamentato del fatto che gli argomenti delle mie stroncature non sempre riguardano argomenti di strettissima attualità. E' vero, lo ammetto, spesso vado a ricercare opere che sono state realizzate in tempi non recentissimi. A mio avviso, tuttavia, si tratta di romanzi, film, musica e serial TV che in qualche maniera ci coinvolgono anche nel presente, perchè da una loro giusta valutazione dipende anche il modo in cui ci approcciamo a ciò che ci viene proposto oggi. Tanto per non perdere le cattive abitudini, vorrei occuparmi, stavolta, di un documento scritto (né un saggio, né un romanzo, né una novella), che non risale alle ultime settimane e nemmeno al secolo scorso, ma che fu concepito e pubblicato oltre otto secoli fa. Il problema è che se ne parla ancora, se ne scrivono libri, è riportato con enfasi su qualsiasi testo storico scolastico ed universitario. Come avrete evinto dal titolo, si tratta della MAGNA CARTA, un documento del 1215, emesso dal Re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra (John Lackland). Giovanni era il fratello (cattivo, secondo la saga di Robin Hood, anche nella ricostruzione disneyana) di Riccardo Cuor di Leone. Alla morte di ques'ultimo era salito al trono che aveva già tentato di usurpare mentre Riccardo era cristianamente impegnato nella crociata. Il problema è che per qualche strano motivo, gli storici vogliono spacciare la Magna Carta per il primo esempio storico di “Costituzione” e di grande pilastro della democrazia e dei diritti dell'uomo. Certo che inglesi e francesi sono straordinari nel decantare le proprie conquiste in fatto di diritti e di libertà (si potrebbe parlare anche della Rivoluzione Francese, ma non è questo il giusto luogo), ma noi non siamo secondi a nessuno quanto a mancanza di spirito critico. La Magna Carta è infatti solamente una concessione (di autonomia giudiziaria) che il Re fa a un gruppo di baroni ribelli, suoi vassalli, che lo avevano minacciato militarmente. Ma allora come è possibile che il documento sia stato così male interpretato? Beh, perchè ci sono alcuni articoli che letti a distanza di secoli potrebbero sembrare innovativi e libertari, ma in realtà non lo sono affatto. Il primo articolo è quello che prevede l'impossibilità del Re di imporre nuove tasse senza il consenso del Parlamento. Ah, dirà qualcuno, grande mossa democratica. Sì, ma solo se ci scordiamo che il Parlamento inglese del 1215 era formato proprio da quei baroni ribelli e non espresso tramite voto dalla popolazione. Altro articolo importante è quello che riguarda il processo da garantire a tutti gli uomini liberi (sic!) prima di poterli condannare. Ma come avveniva il processo? E chi giudicava? Sempre i baroni ribelli nei territori di propria competenza o il re per i suoi. Insomma, quisquilie, come direbbe Totò. E nel dar tutta questa importanza alla Magna Carta ci si dimentica la democrazia ateniese, la repubblica di Roma con tanto di Tribuni della Plebe (e persino il Senato che accompagnò tutta l'epoca imperiale) e centinaia di altri esempi di maggiore legalitarismo e partecipazione diretta del popolo nell'amministrazione della res publica, anche in epoca medievale. Insomma, cerchiamo di non farci fregare da chi è bravissimo a pubblicizzare conquiste sociali del proprio paese, scordandosi di altre pagine della storia, molto più gloriose e significative.