Il cacciatore di aquiloni

Dall'omonimo best seller di Khaled Hosseini, "Il cacciatore di aquiloni" è la storia di due bambini. Hassan ed Amir (il secondo è uno dei mocciosi più terribili e detestabili mai apparsi sul grande schermo!) e di un codardo tradimento nell'Afghanistan pre-talebana. La devozione e la cattiveria sono i due temi portanti di una storia piuttosto brutta, comunque non priva di spunti di riflessione, ma odiosa in sè. Hassan, umile, vuole sinceramente bene all'amichetto Amir, e non c'è nulla che non farebbe per il suo bene. Amir lo ricambia con una moneta di latta, pronto a voltargli le spalle ed a sbarazzarsi di lui nonappena ricevuto un gesto estremo di devota e fraterna amicizia. Cresciuto, poi, in America, Amir farà ritorno in Afghanistan quando sarà adulto e quando la sua terra sarà stata devastata dal regime dei mullah. La storia vuole essere fastidiosamente didattica, spinge avanti con insistenza una morale lodevole, ma preconfezionata. Il sangue mi ribolle quando si parla di Talebani, e dalla pellicola traggo la conclusione che il loro seme malvagio ha potuto attecchire in Afghanistan perché ha trovato il terreno fertile di una popolazione debolissima in partenza.