Centochiodi |
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Un film di Ermanno Olmi.
Con Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara, Andrea Lanfredi.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 92 min.
- Italia 2007.
- 01 Distribution
uscita venerdì 30 marzo 2007.
MYMONETRO
Centochiodi
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vera discussione...
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| mercoledì 18 aprile 2007 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il mio contraddittorio con Tritacarne si è sviluppato partendo da due opposte posizioni, e la mia citazione dell’apostolo Giacomo riguardo al binomio fede-opere si è reso pertinente per ovviare ad una carenza di chiarezza nei riguardi del mio interlocutore che insisteva sul concetto di un Dio quasi unicamente “materiale”. Per superare il rischio di un fraintendimento della mia opinione a proposito del film, credo sia congruo che lei vada a leggersi i miei precedenti commenti. Sarebbe da folle pensare ad una giustificazione da parte di Dio della sofferenza incoraggiata da una qualche dottrina; sinceramente questo suo pensiero ho fatto fatica a decifrarlo, se non rapportandolo al sadismo cui fa riferimento, senza però che si ravveda, in alcuno dei commenti esposti. Mi creda, decontestualizzando alcune frasi qua e là disseminate come risposte, il rischio di essere equivocati è altamente pericoloso. Nei miei commenti precedenti è stata mia premura evidenziare sostanzialmente tre concetti: 1) Apprezzo Olmi considerandolo il poeta del cinema italiano, ma con decisione e motivazioni ho espresso la mia incondivisione al messaggio del film, a mio parere ambiguo e contraddittorio, sia dal punto di vista umano che religioso; spiace per Olmi, che ci ha regalato capolavori di poesia come "L'albero degli zoccoli" e "La leggenda del santo bevitore", annuncia questo "Centochiodi" come l'ultimo suo film (ci ripensi, maestro, abbiamo bisogno di un altro suo vero capolavoro); 2) Più volte ho estrinsecato, non l’importanza, bensì l’indispensabile benessere dei libri, soprattutto, nel caso specifico, delle Sacre Scritture, ignorando le quali lo stesso Olmi non avrebbe potuto confezionare questo film, né tanto meno inventare il personaggio del professorino; 3) L’immagine dei libri inchiodati, non solo vorrebbe raffigurare la sconcertante metafora di Cristo inchiodato alla croce, ma è assolutamente dissacrante culturalmente e offende il patrimonio culturale di un popolo che vorrebbe, non sottovivere, e nemmeno sopravvivere in una società mediaticamente ipocrita e cinica , ma semplicemente vivere. Vivere, pur nella sofferenza, che purtroppo esiste a causa di una misteriosa progettazione divina; certamente l’Orto degli Ulivi è la simbologia dell’umana realtà della vita, cui nemmeno Dio stesso, fattosi uomo come noi, si è voluto sottrarre, sperimentando la profonda tristezza dell’abbandono e della paura geminata da una fredda solitudine. A tale proposito cito Pasolini: “La solitudine è fatta per gli uomini forti”, e, poiché si è sempre soli, occorre immunizzarsi con la sostenibilità estrema della sofferenza fino all’angoscia, per raggiungere alfine la liberazione dalle contraddizioni, soprattutto dalla difficoltà di concepire l’indecifrabile Silenzio di Dio nei confronti, non di un male relativo come la morte, ma dei mali assoluti, come le guerre, gli stermini, gli olocausti. Di queste tematiche sono piene le librerie e le biblioteche, i cui libri, grazie a Dio, stanno al posto che integralmente e istintivamente loro compete, ad opera di intensi autori, esegeti, teologi e scrittori (ne cito qualcuno): il colto biblista Gianfranco Ravasi, il tormentato teologo Sergio Quinzio, il vigoroso poeta David Maria Turoldo. Ecco, ritornano i Libri, senza i quali non staremmo qui a discutere, i Libri amati da chi, come me, ne legge e ne scrive.
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