chesko
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mercoledì 1 ottobre 2008
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16 blocks - alcune persone cambiano.. altre no..
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Richard Donner dirige dall’alto della sua esperienza nel genere, un eccellente film d’azione basato sul coraggio di cambiare, sulla forza della verità che prima o poi viene a galla..
La storia riguarda gli abusi di potere esercitati da un gruppo di poliziotti detti “mastini di New York” che per nascondere le illegalità commesse sono disposti ad uccidere, come già hanno fatto in passato.
Una mattina come tante il detective Jack Mosley deve scortare dal distretto di polizia al palazzo del tribunale, un detenuto Eddie Bunker, ignaro del pericolo a cui va in contro con la sua testimonianza per un reato minore.
Per Jack è una mansione noiosa come un’altra e all’apparenza semplice, sono le 8:02 e l’udienza al vicino tribunale distante 16 isolati è prevista per le 10:00.
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Richard Donner dirige dall’alto della sua esperienza nel genere, un eccellente film d’azione basato sul coraggio di cambiare, sulla forza della verità che prima o poi viene a galla..
La storia riguarda gli abusi di potere esercitati da un gruppo di poliziotti detti “mastini di New York” che per nascondere le illegalità commesse sono disposti ad uccidere, come già hanno fatto in passato.
Una mattina come tante il detective Jack Mosley deve scortare dal distretto di polizia al palazzo del tribunale, un detenuto Eddie Bunker, ignaro del pericolo a cui va in contro con la sua testimonianza per un reato minore.
Per Jack è una mansione noiosa come un’altra e all’apparenza semplice, sono le 8:02 e l’udienza al vicino tribunale distante 16 isolati è prevista per le 10:00.
Frank Nugent, poliziotto amico di Jack, vuole però morto il testimone ed è da lì che parte l’incessante ritmo del film…
L’incontro tra i protagonisti scatenerà una serie di eventi che cambieranno le loro coscienze, è il gioco del destino che fa continuare l’infinita guerra, intrinseca ed estrinseca alle persone, tra quello che è giusto e quello che non è giusto fare, tra il bene e il male.
Donner regista che ama il poliziesco d’azione, ne è la dimostrazione la serie di Arma Letale, crea un film che scorre quasi in tempo reale in una New York caotica dove le emozioni dei protagonisti e la tensione la fanno da padroni.
Ottimo il cast dove fanno parte oltre al famoso Bruce Willis, David Morse e Mos Def.
Bruce Willis si conferma un grande attore interpretando Jack Mosley, poliziotto di fine carriera con l’aria da fallito, fuori forma, alcolizzato, introverso che non ha più voglia di vivere.
David Morse è Frank Nugent il poliziotto “cattivo” capo e mente dei “mastini di New York” pronto come sempre ad insabbiare la verità con qualsiasi mezzo.
Dante Terrel Smith alias Mos Def, promettente musicista e attore, interpreta risultando poi la rivelazione del film, Eddie Bunker, il piccolo criminale dal cuore tenero che sta cambiando e coltiva il sogno di aprire una pasticceria.
Alla fine questo film trasmette emozione e speranza, dimostrando che con le idee giuste si possono fare ottimi film d’azione senza l’uso di incredibili effetti speciali.
Credo sia giusto non svelare il finale e mascherare il più possibile i colpi di scena del film, spero di esserci riuscito ed auguro a tutti una buona visione…
Francesco Ciabatti.
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antonello villani
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giovedì 6 aprile 2006
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un poliziesco quasi impeccabile
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Strano vedere l’eroe di “Die Hard” alcolizzato, zoppo e con qualche chilo di troppo. Abbandonati i panni dello scavezzacollo che ha fatto innamorare milioni di donne sensibili al fascino del macho con canotta in bella mostra, Bruce Willis passa dalla parte dei vinti interpretando un agente incaricato di portare al vicino Tribunale –appena sedici isolati o, nel linguaggio corrente, blocks- un criminale che deve testimoniare davanti al Grand Jury. Forte dell’esperienza maturata in “Arma Letale”, Richard Donner dirige in tempo reale un poliziesco adrenalinico concentrando gli sforzi in pochi chilometri quadrati; così si riscoprono gli angoli poco conosciuti della Grande Mela, mentre i vicoli di Chinatown diventano un perfetto nascondiglio per i due fuggiaschi.
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Strano vedere l’eroe di “Die Hard” alcolizzato, zoppo e con qualche chilo di troppo. Abbandonati i panni dello scavezzacollo che ha fatto innamorare milioni di donne sensibili al fascino del macho con canotta in bella mostra, Bruce Willis passa dalla parte dei vinti interpretando un agente incaricato di portare al vicino Tribunale –appena sedici isolati o, nel linguaggio corrente, blocks- un criminale che deve testimoniare davanti al Grand Jury. Forte dell’esperienza maturata in “Arma Letale”, Richard Donner dirige in tempo reale un poliziesco adrenalinico concentrando gli sforzi in pochi chilometri quadrati; così si riscoprono gli angoli poco conosciuti della Grande Mela, mentre i vicoli di Chinatown diventano un perfetto nascondiglio per i due fuggiaschi. Inseguimenti e sparatorie, crimini e misfatti per una storia che tiene incollati alla poltrona grazie alla sceneggiatura molto ben calibrata: tra l’agente sul viale del tramonto che si riscatta con la confessione dell’ultima ora ed il testimone scomodo che decide di cambiare vita aprendo una pasticceria a Seattle nascerà un’amicizia al di là di ogni convenzione, insieme lotteranno contro poliziotti corrotti che cercano di insabbiare le indagini. Due ore palpitanti per ribadire che i buoni non stanno da una parte sola ed anche i cattivi possono rigare dritto è un messaggio trito e ritrito, ma la forza espressiva dei protagonisti fa dimenticare la retorica nascosta nell’happy end. Ritmo e azione alle stelle, il film di Donner ricalca lo schema di alcuni vecchi successi con il poliziotto che fa il mea culpa puntando il dito contro i suoi vecchi colleghi. Insomma, anche se non brilla per originalità “Solo due ore” resta un poliziesco di ottima fattura: il regista americano non osa e ci propina un finale buonista con la torta di compleanno spedita dal testimone ormai redento. Ma le candeline gli costano il capolavoro assoluto.
Antonello Villani
(Salerno)
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reiver
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sabato 11 agosto 2007
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fare un buon film d'azione e' ancora possibile
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Azione può ancora essere sinonimo di qualità.Basta avere un buon soggetto,un sceneggiatura che abbia senso e ritmo,bravi attori e un regista esperto,che evita la tentazione (inaugurata,forse pochi lo sanno,da "Venerdì 13") di inserire finali e sottofinali,alla ricerca di colpi di scena capaci di stupire il pubblico.In questo film c'è tutto questo,e anche qualcosa di più:la sorpresa Mos Def,per esempio,ma soprattutto un Bruce Willis d'annata (fosse sempre così fortunato nella scelta dei film!).
L'incasso americano è stato discreto,quello italiano purtroppo insufficiente:nell'era dei blockbuster e dei finti film d'autore,ottimi esempi di artigianato cinematografico come "Solo 2 ore" finiscono per rimanere schiacciati.
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Azione può ancora essere sinonimo di qualità.Basta avere un buon soggetto,un sceneggiatura che abbia senso e ritmo,bravi attori e un regista esperto,che evita la tentazione (inaugurata,forse pochi lo sanno,da "Venerdì 13") di inserire finali e sottofinali,alla ricerca di colpi di scena capaci di stupire il pubblico.In questo film c'è tutto questo,e anche qualcosa di più:la sorpresa Mos Def,per esempio,ma soprattutto un Bruce Willis d'annata (fosse sempre così fortunato nella scelta dei film!).
L'incasso americano è stato discreto,quello italiano purtroppo insufficiente:nell'era dei blockbuster e dei finti film d'autore,ottimi esempi di artigianato cinematografico come "Solo 2 ore" finiscono per rimanere schiacciati.
Un plauso finale per Donner,che con l'età non ha perso lo smalto,e ha guadagnato in intelligenza registica:ce ne fossero di più registi come lui,il cinema americano non dovrebbe affrontare la crisi d'idee che sta vivendo.
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ash006
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mercoledì 17 ottobre 2007
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tecnicamente buono, ma poco innovativo
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Il poliziotto ormai in declino Jack Mosley (Willis), divorziato, sottotono e dedito all’alcool, si ritrova a dover scortare un detenuto in tribunale; questi testimonierebbe contro alcuni colleghi di Jack per aver subito ingiusta violenza. Il problema incombe quando i due dovranno percorrere sedici isolati a New York in sole due ore con quei poliziotti alle calcagna, decisamente avversi a farsi distruggere la carriera. Scatta un’incessante caccia all’uomo, attraverso strade trafficate, vie degradate, autobus e case popolari.
Il buon thriller poliziesco-urbano di Donner rivisita gli stili e i ritmi del genere che trova in Die hard, e nell’Arma Letale dello stesso Donner i migliori rappresentanti.
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Il poliziotto ormai in declino Jack Mosley (Willis), divorziato, sottotono e dedito all’alcool, si ritrova a dover scortare un detenuto in tribunale; questi testimonierebbe contro alcuni colleghi di Jack per aver subito ingiusta violenza. Il problema incombe quando i due dovranno percorrere sedici isolati a New York in sole due ore con quei poliziotti alle calcagna, decisamente avversi a farsi distruggere la carriera. Scatta un’incessante caccia all’uomo, attraverso strade trafficate, vie degradate, autobus e case popolari.
Il buon thriller poliziesco-urbano di Donner rivisita gli stili e i ritmi del genere che trova in Die hard, e nell’Arma Letale dello stesso Donner i migliori rappresentanti. L’unità temporale e spaziale è qui mantenuta, utilizzando la sincronia tra tempo reale e rappresentato per enfatizzare il senso di precarietà della vicenda. La camera a mano segue sempre le prede e il bravo inseguitore David Morse, ma nasconde furbamente i trucchi dei due poliziotti rivali per commettere o sfuggire a un’imboscata; ne esce un prodotto tecnicamente buono per intrattenere, ma che si contiene in toni “soft” senza tentare di spingersi oltre, specie nelle scene adrenaliniche (cosa di cui un film d’azione può risentire): Mosley appare la versione pessimistica e meno empatica di John MacLane e si conosce troppo poco di lui anche per un po’ di compassione. Donner infine vorrebbe riflettere sul contrasto tra gli interessi personali dei poliziotti e il senso del dovere (che svela i motivi della caccia all’uomo), ma rimane abbastanza in superficie, senza (giustamente) impegnare una pellicola priva di grandi aspirazioni.
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