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"Mindhunters"/"Nella mente del serial killer"è un tipico esempio di quel tipo di cinema in cui l'intenzione/il progetto iniziale(se era quello)va a infrangersi contro la realizzazione: titolo ma anche prima parte del film sono sotto l'insegna della logica, mentre poi il film si basa su effetti speciali, sulla sorpresa, sugli effettacci grandguignoleschi(quanto avviene improvvisamente, a mo'di spauracchio-.il gatto scuoiato etc.). Effetti/effettacci che "funzionano", anche a livello di psicologia della percezione, su un certo numero di spettatori/spettatrici, non su altri/altre, ma anche sulle stesse persone"funzionano"a seconda dell'umore, della stanchezza, dell'attenzione/attentività, della"disposizione"di fondo, che, chiaramente non è/può essere mai la stessa. Non conosco dati sul"successo"del film, che si inseriva in un filone di indubbio successo, ma mi risulta/ritengo che esso non sia stato propriamente travolgente, almeno rispetto ad altri film; gli appassionati di"CSI"(per farla breve)et similia saranno rimasti interdetti, forse, o convinti da certi momenti del film, meno dal complesso dello stesso, ma ciò vale anche per chi segue altri generi(l'horror, cui il film occhieggia, genere con il quale flirta in continuazione, senza riuscire . minimamente a fare una sintesi feconda, una"contaminatio"di genere). Attori/attrici funzionali a quanto il regista si proponeva, senza alcuno"sprazzo"di particolare "genialità", anzi diremmo di"creatività". Un prodotto confezionato a tavolino e che non sfugge, nel bene come nel male, a una routine iper-programmata. El Gato
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