Non so quanto Fuqua conosca la storia e quanto gli interessi una delle leggende più radicate dell'Europa. E, francamente, non so neppure perché invece di chiamare il suo film "King Arthur" non l'abbia chiamato "King Peppino". Insomma, da un punto di vista storico, mitico e logico non funziona niente. Sono belle soltanto alcune scene di movimento (anche se la battaglia finale a un certo punto è soltanto un gran casino e non si capisce chi stia vincendo e chi stia perdendo e dunque non c'è alcuna suspense). La storia non funziona: i romani si ritirarono dalla Britannia intorno al 410 mentre la battaglia di Badon Hill avvenne intorno al 500. Si parla di un esercito "papale" quando allora il papa non ne aveva affatto e viveva o nell'impero di Onorio (se nel 410) o nel regno dell'ostrogoto Teodorico (se nel 500). Il vescovo Germanius (che sarebbe Germano di Auxerre) era stato effettivamente un ufficiale romano (questa condizione viene data per scontata mentre per lo spettatore medio non lo è affatto) visitò la Britannia 2 volte (nel 429 e intorno al 440) e anche qui le date non tornano. Che ci fossero ville romane a nord del vallo di Adriano è puramente incredibile. Lo scontro di Badon Hill fu tra britanni e sassoni, ma certamente non vi furono coinvolti i Pitti di Scozia come mostra il film.
Quanto alla leggenda, se si tolgono le armature dei cavalieri nolto simili a quelle del 1200, è completamente devastata. Tavola rotonda, Excalibur, Merlino, Lancillotto, ecc. sono appiccicati senza senso in un contesto che non è il loro. Il tutto, poi, è condito con una melensa retorica sulla libertà che sembra quella di Bush per l'Iraq. Infine, i dialoghi sono tra il ridicolo e il penoso e, come spesso nei film storici, devono con due parole spiegare una situazione che ben pochi conoscono. Insomma un gran pasticcio.
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fidanzata di lancallotto
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mercoledì 8 agosto 2007
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giusto
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anche io la penso cosi scusa ma aproposito della battaglia chi è che ha vinto????
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(di lucio petrosidio)
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rpp
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martedì 4 settembre 2007
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sono in parte d'accordo
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è vero storicamente è una frana però è molto avvincente con le scene di azione e a me è piaciuto
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gaia berlutti
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venerdì 18 gennaio 2008
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sono d'accordo
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obu
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venerdì 1 febbraio 2008
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perfetto!
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Hai detto tutto. Le armature della terribile cavalleria Sarmatica non erano certo quelle pseudoromaniche che appaiono nel film, senza contare che addirittura tristano porta un cappello Unno!
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shagrath
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martedì 26 dicembre 2023
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mi permetto di dissentire
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La storia funziona perfettamente, proprio perché la figura del re Artù storico si confonde tra le nebbie del tempo e può essere abbinata a più contesti, compresi però tra il II e V secolo. Pare evidente quindi che il regista abbia voluto fare un ardito ma felice crossover attraverso tutto il tardo Impero Romano, restituendo un''immagine dei cavalieri arturiani sicuramente più fedele alla realtà rispetto al mito medievaleggiante. A riguardo c''erano eccome insediamenti romani oltre il vallo Adriano, se ne contano più di cento. Il vallo infatti non era una frontiera come si intende oggi, perché i romani non riconoscevano alcun confine né altro stato oltre il proprio, il vallo era per l''appunto una fortificazione militare per il controllo del territorio.
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La storia funziona perfettamente, proprio perché la figura del re Artù storico si confonde tra le nebbie del tempo e può essere abbinata a più contesti, compresi però tra il II e V secolo. Pare evidente quindi che il regista abbia voluto fare un ardito ma felice crossover attraverso tutto il tardo Impero Romano, restituendo un''immagine dei cavalieri arturiani sicuramente più fedele alla realtà rispetto al mito medievaleggiante. A riguardo c''erano eccome insediamenti romani oltre il vallo Adriano, se ne contano più di cento. Il vallo infatti non era una frontiera come si intende oggi, perché i romani non riconoscevano alcun confine né altro stato oltre il proprio, il vallo era per l''appunto una fortificazione militare per il controllo del territorio. Il film non mostra i Pitti di Scozia, ma i britanni (che vengono chiamati proprio britanni nel film). Che anche i britanni si dipingessero di blu è una cosa testimoniata persino da Giulio Cesare. Le armature dei cavalieri non sono simili a quelle del 1200, ma sono molto simili a quelle dei cavalieri catafratti in uso nel tardo impero, un reggimento dei quali era dislocato proprio in Britannia. Mi chiedo poi dove tu abbia visto la retorica sulla "libertà" furi contesto in questo film. La libertà infatti è un concetto affrontato non come un ideale astratto, ma più concretamente come la liberazione dalla schiavitù (nel caso dei cavalieri guadagnata dopo anni di servizio). Perché nell''Impero Romano c''era la schiavitù e non di certo la democrazia (cosa c''azzecca quindi Bush in Iraq, che diceva di voler esportare la democrazia e non certo di voler liberare gli schiavi, lo hai inteso solo tu). La morale, il tema ideologico del film, è casomai il senso del dovere, della fedeltà al proprio codice d''onore, della rettitudine e del destino che si compie: ed è nell''affermazione di questi valori che si ritrova tutta la leggenda arturiana. E non sono valori "appiccicati" furi contesto, ma restituiti coerentemente dalle figure di cavalieri coscritti che una volta ottenuta la libertà decidono di restare liberamente a fare il loro dovere (situazione storicamente accurata, dato che nonostante il ritiro dei romani nel 410 molti soldati romani in congedo decisero di rimanere senza salario a combattere per difendere la Britannia alleandosi coi locali). Bisognerebbe quindi mettere da parte il pregiudizio per cercare di capire e apprezzare il grande sforzo del film di rendere la leggenda arturiana un po'' più storicamente credibile e meno legata alla fiaba.
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