oscar
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martedì 8 febbraio 2005
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sottovalutato!
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Una storia semplice ma corraggiosa, dove si cerca di sfuggire dagli sterotipi senza reazioni scontate e senza lieto fine. Si cerca di affrontare alcuni temi difficili come la dipendenza da alcool e da droghe in maniera leggera ma non banale. Un film che aiuta a riflettere senza "deprimere". La bollock tiene bene il ruolo ed eleva il valore del film. Da vedere. Sottovalutato!
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kondor17
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lunedì 20 luglio 2015
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magari andasse sempre così...
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Bravi attori per un film ben fatto, ma eccessivamente utopico. Una giovane donna dedita all'alcol e alle droghe, arriva completamente sballata al matrimonio della sorella e ne combina di tutti i colori, sfondando addirittura una casa con la limousine del l'autista. Se succede da noi, ti ritirano la patente, vai dentro e hai centinaia di migliaia di euro di danni da pagare di tasca tua, perché l'assicurazione non copre. Negli usa no (ma sarà vero?), la pena sono 4 settimane di purgatorio in una clinica di lusso, con tanto di foresta e laghetti. Descritto invece molto bene, grazie anche a un'ottima Bullock, lo stato d'animo e le prove, i gradini, che un tossicodipendente deve affrontare e che in fondo sono l'unica vera via d'uscita dal tunnel: il lavoro sociale, le rinunce, la condivisione, l'umiltà nel chiedere aiuto e la disponibilità a darlo.
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Bravi attori per un film ben fatto, ma eccessivamente utopico. Una giovane donna dedita all'alcol e alle droghe, arriva completamente sballata al matrimonio della sorella e ne combina di tutti i colori, sfondando addirittura una casa con la limousine del l'autista. Se succede da noi, ti ritirano la patente, vai dentro e hai centinaia di migliaia di euro di danni da pagare di tasca tua, perché l'assicurazione non copre. Negli usa no (ma sarà vero?), la pena sono 4 settimane di purgatorio in una clinica di lusso, con tanto di foresta e laghetti. Descritto invece molto bene, grazie anche a un'ottima Bullock, lo stato d'animo e le prove, i gradini, che un tossicodipendente deve affrontare e che in fondo sono l'unica vera via d'uscita dal tunnel: il lavoro sociale, le rinunce, la condivisione, l'umiltà nel chiedere aiuto e la disponibilità a darlo. Non tutti ci riescono, la via d'uscita è una via di rinunce, bisogna imparare a dire di no a cose che prima si cercavano ossessivamente, dopo la dipendenza fisica subentra quella psocologica, e superare questa è ancora più difficile. Tutto questo è reso bene in un film decisamente piacevole e scorrevole. Fa un certo effetto oggi vedere le torri gemelle nella skyline di new york. Voto 7
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