Un giorno di ordinaria follia

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Un film di Joel Schumacher. Con Barbara Hershey, Robert Duvall, Michael Douglas, Tuesday Weld, Raymond J. Barry.
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Titolo originale Falling down. Drammatico, durata 112 min. - USA 1993. MYMONETRO Un giorno di ordinaria follia * * * - - valutazione media: 3,41 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
brucemyhero martedì 16 novembre 2010
un giorno di ordinaria follia. Valutazione 4 stelle su cinque
97%
No
3%

La domanda che viene da farsi, è: quanto Bill è veramente 'malato', o quanto la società in realtà mette al muro persone, che spesso e purtroppo poi, non riescono a gestire le tante troppe sconfitte e malefatte subite?. Bill è fondamentalmente un giusto, non travisa la realtà. E non riesce ad accettare le imposizioni di ciò che lo circonda, fino a raggiungere un limite oltre il quale vi è ciò che la maggioranza delle persone, definisce pazzia. Ma diciamolo chiaramente: a quanti di noi capita ogni giorno o settimana, di aver voglia di fare a 'modo proprio'. Di abbattere ciò che ci separa da una normalità che in questa società non esiste?. [+]

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giusepped88 domenica 3 maggio 2009
cadere giù, punto di non ritorno Valutazione 4 stelle su cinque
77%
No
23%

Un impiegato in giacca e cravatta aspetta in macchina in una strada molto intasata che il traffico inizi a scorrere un po'. Fuori fa caldo e si comincia a perdere la pazienza, una scena che si ripete spesso anche in Italia quando si va al lavoro in una grande città oppure quando si va in vacanza in massa. Il nostro impiegato allora cosa decide? Va a casa a piedi. Fin qui sembrerebbe tutto normale, ma mano a mano che andiamo avanti nel film scopriamo che non è così, il protagonista imbocca un tunnel pericoloso senza ritorno che lo compromette sempre di più: distrugge un negozio di un coreano, provoca una sparatoria, minaccia il direttore di un fast food, viene preso avvicinato da un neonazista che nasconde un arsenale, il suo odio verso la società cresce e finisce per maturare l'idea di uccidere sua moglie. [+]

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fabiusss mercoledì 7 maggio 2008
duefacce Valutazione 4 stelle su cinque
72%
No
28%

Sarebbe potuto essere un capolavoro se solo Schumacher si fosse arrischiato a penetrare nell'analisi della contorta psiche umana. Psiche che riflessa in parallelo attraverso i 2 protagonisti (il cattivo Michael Duglas e il buon poliziotto Robert Duvall) mette in evidenza le debolezze dell'uomo. Un uomo, infatti. Entrambi rappresentano la doppia faccia razionale/istintiva dell'uomo. Razionale che portato all'esasperazione significa succube della società e istintiva, anch'essa elevata all'eccesso, sinonimo di nevrosi e pazzia. Shumacher riesce a legare e dividere questa duplice visione fino al punto di esaltarne una al cospetto dell'altra. Vince così il razionale che riesce ad accettare e contenere i suoi impulsi. [+]

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paolomiki martedì 17 agosto 2010
amore puro Valutazione 5 stelle su cinque
91%
No
9%

L'amore puro è quello che hai per i figli.Puoi perdere il lavoro la moglie la testa... ma perdere un figlio è la cosa più atroce. Perderlo per mano di una moglie una delle tante troppe che quando si separano ti vogliono mutilare totalmente è pura follia.Questa  follia che è sempre più diffusa,la follia dell'essere umano che mutila un'altro essere umano impedendogli di vedere i propri figli (ma perchè?) solo perchè non si vive più insieme.Il dramma della separazione e della conseguente contesa dei figli del "dopo" è descritto in questo stupendo film in modo eccezionale perchè nella parte finale il protagonista dimostra il suo amore verso la figlia in modo drammatico ma significativo. [+]

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gertrude mercoledì 27 agosto 2014
povero bill... Valutazione 4 stelle su cinque
89%
No
11%

Bill, così vuole essere chiamato il protagonista interpretato da Michael Douglas, è bloccato nel traffico per lavori sotto ad un calvalcavia. Fa caldo, nessuna macchina sembra poter avanzare e qualche meccanismo nella testa del nostro pover uomo si inceppa. Non ce la fa più e abbandona la macchina andandosene a piedi. Man mano che la storia prosegue siamo proiettati non soltanto nella sua mente ma nelle vicende che lo hanno condotto a distruggere un negozio, a prendere a mazzate due aggressori, a farsi servire un panino grazie alla forza convincente di un mitra, e molto altro. Nel frattempo è anche l’ultimo giorno di servizio di un poliziotto (Robert Douvall) , costretto ad andare in pensione per la delicata situazione della moglie. [+]

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johnny fritz venerdì 22 aprile 2011
quando la misura è colma Valutazione 3 stelle su cinque
86%
No
14%

Il mondo, probabilmente, si divide in oppressi ed oppressori. Quella di William Foster (Michael Douglas) è la dimensione pubblica della tragedia: il remissivo e represso travet californiano sembra raccogliere incondizionatamente l’invito di Howard Beale («Io voglio che voi vi incazziate!») – perché tutto va male e non è normale. I drammi sono quelli quotidiani, ordinari, appunto, com’è ordinaria la follia, il riflesso di uno stato di cose che ha ormai varcato i limiti della tollerabilità. Quella di Martin Prendergast (Robert Duvall), invece, è la dimensione privata: non è più disposto ad accettare la mortificazione del proprio talento, della propria ambizione, della propria professionalità, e cedere così alle paranoie della moglie (dove finisce il malessere e dove comincia la maschera?) ed al disprezzo dei colleghi. [+]

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giu/da(g) giovedì 20 gennaio 2011
sospensione del giudizio Valutazione 3 stelle su cinque
83%
No
17%

William D Foster (Michael Douglas) , afflitto dal divorzio e da un lavoro non appagante decide di andare a casa per il compleanno della piccola figlia, ma reagirà violentemente a chiunque gli sbarri la strada. Contemporaneamente l'ispettore Prendergast (Robert Duvall) nel giorno di pensionamento si ritrova a dover fermare Foster. Costruito sul doppio binario Douglas/Duvall Un giorno di ordinaria follia ci spinge su quel sottile filo che separa lucidità da pazzia. Foster, nonostante la sua folle implacabilità, non è cattivo e potrebbe ai nostri occhi apparire come una sorta di eroe moderno che lotta contro quelle piccole ingiustizie quotidiane che ci riserva la vita, principalmente perché molti di noi avranno pensato, almeno una volta di sfogare la propria rabbia davanti al traffico incomprensibilmente bloccato o in un market dove non si possono cambiare banconote in spiccioli ("Sto difendendo i miei diritti di consumatore"). [+]

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salvatore scaglia lunedì 26 dicembre 2011
tra colpa personale e sociale Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

La pellicola di Schumacher sottolinea, anzitutto, i problemi tipici della metropoli: vita febbrile, traffico paralizzato, automobilisti urlanti, cantieri aperti ... esprimono le difficoltà personali e familiari prima che sociali. Così il poliziotto pensionando (Duvall) e il forsennato (Douglas) hanno entrambi, alle spalle, un quadro matrimoniale non facile, anche se diverse sono le loro reazioni. Certo, il cittadino che dà di matto non è giustificato - secondo la reprimenda finale del sergente che sta per andare in pensione - nel fare della città il teatro delle proprie azioni di violenza. Tuttavia, durante lo scorrere delle immagini, si è spesso indotti a confondere vittime e colpevoli: non si comprende bene, cioè, se colpevole sia il folle o, piuttosto, chi l'ha licenziato, chi si gode spazi immensi di verde per farne il territorio della propria gang, un elitario campo da golf ovvero una villa esclusiva. [+]

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brando fioravanti martedì 3 aprile 2012
ti avrei ucciso io Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Un uomo rimane bloccato nel traffico mentre si dirige dalla propria figlia, improvvisamente scende e continua il percorso a piedi. In preda alla sua crisi nervosa comincia ad avere un comportamento violento e incontrollabile. Alla fine verrà ucciso da un poliziotto in un duello come nei far west. Ma in realtà il protagonista aveva una pistola giocattolo da sfoderare, si lascia uccidere. Dopo l'irrimediabile disastro doveva scegliere se morire o continuare a vivere dietro le sbarre. La metropoli è caotica e il poco spazio verde si riserva alle ville dei chirurghi e ai borghesi giocatori di golf, invece di farci un luogo per famiglie. Questo non giustifica tanta violenza. [+]

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nefas-scire giovedì 12 aprile 2012
taxi driver anni 90! Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Un film con tanti spunti, dalla violenza fisica a quella psicologica delle pubblicità,dei luoghi comuni sulle persone, ai luoghi comuni sull' economia e la politica.Dalle facili critiche alla società al tentativo di riscatto umano del cattivo di turno (un ottimo Michael Douglas) che senza lavoro, il divorzio recente, si perde nella violenza in maniera ineluttabile.Da spettatore ti si presenta la dualità tra il buono e il cattivo, con un buono pieno di dubbi e un cattivo che ha intrapreso una strada senza ritorno.Un altrettanto bravo Robert Duvall che riesce a far emozionare in un film volutamente con pochi attimi di pathos, che riesce a dare caratterizzazione psicologica al personaggio, eccezione anche questa del film. [+]

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