fabrizio friuli
|
sabato 30 ottobre 2021
|
no alle ingiustizie
|
|
|
|
Un brillante e giovane avvocato degli Stati Uniti , si rende conto di essere affetto da una malattia chiamata AIDS , e chiede il supporto di un altro avvocato che , pur essendo riluttante, decide di offrirgli il suo supporto perché I suoi superiori lo hanno licenziato dopo aver scoperto il suo segreto e in quel periodo , la malattia sessualmente trasmittibile era legata all' omosessualità, in realtà, credevano che fosse così. Col susseguirsi degli eventi, la causa viene vinta dai protagonisti, ma il giovane avvocato viene sconfitto dalla malattia , passando a miglior vita, pur avendo instaurato un rapporto di amicizia con colui che lo ha difeso al processo.
[+]
Un brillante e giovane avvocato degli Stati Uniti , si rende conto di essere affetto da una malattia chiamata AIDS , e chiede il supporto di un altro avvocato che , pur essendo riluttante, decide di offrirgli il suo supporto perché I suoi superiori lo hanno licenziato dopo aver scoperto il suo segreto e in quel periodo , la malattia sessualmente trasmittibile era legata all' omosessualità, in realtà, credevano che fosse così. Col susseguirsi degli eventi, la causa viene vinta dai protagonisti, ma il giovane avvocato viene sconfitto dalla malattia , passando a miglior vita, pur avendo instaurato un rapporto di amicizia con colui che lo ha difeso al processo.
Philadelphia è probabilmente uno dei primi lungometraggi a soffermarsi sul tema delicato della malattia chiamata AIDS , ed ovviamente viene anche introdotta la discriminazione perché in quel periodo quella malattia era temuta , inoltre , nemmeno uno dei protagonisti era prevenuto sull' omosessualità , decidendo tuttavia di schierarsi dalla parte del " debole " per vincere contro i " forti " riuscendo perfino a sconfiggerli e col tempo , impara ad apprezzare anche il giovane protagonista. Sicuramente il film vanta una valida sceneggiatura, dei dialoghi ben scritti e soprattutto, non esiste la stereotipizzazzione degli omosessuali, una delle doti dominanti della pellicola che vanta perfino un valido casting , infatti sono presenti Tom Hanks e Denzel Washington, nei panni impeccabili di due avvocati che appaiono differenti tra di loro , e non solo per il colore della pelle ( che non ha nessuna importanza ) o per l'orientamento sessuale , appaiono diversi per i loro ideali , ma ci può essere qualcosa che li accomuna , e ciò potrebbe essere la brama di garantire la giustizia, e questo viene mostrato soprattutto da colui che difende lo sventurato collega consumato dal suo male e dalla crudeltà dei suoi nemici , ma fortunatamente, il protagonista primario riceve il supporto dalla sua famiglia e dal suo compagno , e ciò dovrebbe essere osservato e ammirato dalla gente , ovvero , la famiglia che dà sempre il suo supporto , anche senza esitazione, purtoppo , l'esistenza di un tale modello di famiglia potrebbe essere un modello utopico da emulare, specialmente nella primordiale Italia , dove la discriminazione, l'ignoranza e l'inesistenza comprensione sono delle problematiche diffuse , o meglio , sono delle malattie distruttive, ancor più dell' AIDS. Quindi , questo lungometraggio è assolutamente degno di ottenere l' approvazione e il riconoscimento di tutti gli spettatori e dei critici competenti , ma per chi è retogrado ed ha un modo di pensare sbagliato , questo film è assolutamente vietato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabrizio friuli »
[ - ] lascia un commento a fabrizio friuli »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
lunedì 14 dicembre 2020
|
un film che non perde mai la sua attualità
|
|
|
|
Rivedo per l’ennesima volta questo capolavoro durante la pandemia da CoVid19. E Philadelhia riesce ad assumere un altro significato, l’ennesimo. Esiste una differenza enorme tra l’Hiv e il Covid, la prima era una malattia dannata, ad ammalarsi erano i drogati e gli omosessuali; il Covid è una malattia diffusa, non fa differenze. Ma la condizione dell’infetto rimane la stessa, quella dell’altro, del contagiato, del positivo, dell’unto che può diventare untore. Una storia vecchia come quella dell’uomo. Ma se ci sono tanti modi per raccontare la vita delle persone che vivono dentro le malattie, Demme trova in Philadelphia una struttura narrativa perfetta.
[+]
Rivedo per l’ennesima volta questo capolavoro durante la pandemia da CoVid19. E Philadelhia riesce ad assumere un altro significato, l’ennesimo. Esiste una differenza enorme tra l’Hiv e il Covid, la prima era una malattia dannata, ad ammalarsi erano i drogati e gli omosessuali; il Covid è una malattia diffusa, non fa differenze. Ma la condizione dell’infetto rimane la stessa, quella dell’altro, del contagiato, del positivo, dell’unto che può diventare untore. Una storia vecchia come quella dell’uomo. Ma se ci sono tanti modi per raccontare la vita delle persone che vivono dentro le malattie, Demme trova in Philadelphia una struttura narrativa perfetta. Dalla splendida canzone di Bruce Springsteen che apre lo scenario su un giovane e brillante avvocato americano che pagherà a caro prezzo la sua malattia. Non con la vita, il dono più prezioso che abbiamo, ma di cui non disponiamo; ma con la perdita della dignità a seguito del licenziamento nel prestigioso studio legale in cui lavora. Il protagonista, Andrew Beckett è magistralmente interpretato da uno stratosferico Tom Hanks che ha vinto giustamente l’Oscar. Ma il cast è stellare, Denzel Washington su tutti. Tutti hanno visto Philadelphia, questa recensione è scritta a oltre 25 anni dalle uscite nelle sale cinematografiche. Ma è un film che va rivisto come si rileggono i grandi libri. Perché il suo messaggio, la sua cifra narrativa rimangono sempre attuali. Uno dei migliori film di sempre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialo
|
lunedì 11 maggio 2020
|
dramma costruito a tavolino per commuovere e far riflettere
|
|
|
|
Jonathan Demme è un regista che ha saputo costruire bene le storie, lasciando il segno nel Cinema con Il silenzio degli innocenti. Il suo più riuscito. Non disdegnando comunque docufilm dedicati a musicisti, come Neil Young o "il nostro" Enzo Avitabile. Philadelphia è considerato un cult anni '90, su una sceneggiatura di Ron Nyswaner. Film che tratta il tema dell'Aids che all'inizio di quel decennio era diventato una piaga mondiale. Ma anche delle implicazioni sociali che esso comportava a chi si ammalava di quella terribile malattia. Oggi in buona parte mitigate. La storia è stata costruita per toccare il cuore e sensibilizzare su un tema molto delicato. Sebbene l'occhio più vigile non può non accorgersi che tutto sia compiuto con evidente linearità ma anche scontatezza.
[+]
Jonathan Demme è un regista che ha saputo costruire bene le storie, lasciando il segno nel Cinema con Il silenzio degli innocenti. Il suo più riuscito. Non disdegnando comunque docufilm dedicati a musicisti, come Neil Young o "il nostro" Enzo Avitabile. Philadelphia è considerato un cult anni '90, su una sceneggiatura di Ron Nyswaner. Film che tratta il tema dell'Aids che all'inizio di quel decennio era diventato una piaga mondiale. Ma anche delle implicazioni sociali che esso comportava a chi si ammalava di quella terribile malattia. Oggi in buona parte mitigate. La storia è stata costruita per toccare il cuore e sensibilizzare su un tema molto delicato. Sebbene l'occhio più vigile non può non accorgersi che tutto sia compiuto con evidente linearità ma anche scontatezza. A tratti ruffianeria. Ogni particolare è funzionale allo scopo finale. Resta comunque la grande interpretazione dei due attori protagonisti, Tom Hanks e Denzel Washington. Soprattutto del primo, capace della grande trasformazione che la malattia comporta. Ma anche l'omonimo brano di apertura di Bruce Springsteen, tra l'altro fra i più apprezzati della sua carriera.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
greatsteven
|
sabato 8 settembre 2018
|
la battaglia d'un avvocato difeso da un collega.
|
|
|
|
PHILADELPHIA (USA, 1993) di JONATHAN DEMME. Interpretato da TOM HANKS, DENZEL WASHINGTON, JASON ROBARDS JR., MARY STEENBURGEN, ANTONIO BANDERAS, RON VAWTER, ROBERT RIDGELY, CHARLES NAPIER, LISA SUMMEROUR, OBBA BABATUNDé, ANN DOWD, ROGER CORMAN, ANDRé B. BLAKE
Andrew Beckett è un brillante avvocato, proveniente da una numerosa famiglia, che lavora per la White-Wheeler, una delle maggiori società giudiziarie di Philadelphia. Un giorno riceve dai suoi superiori una promozione, ma dopo qualche tempo, dall’oggi al domani, si ritrova licenziato, con la pretesa d’aver smarrito un fascicolo e anche le insinuazioni di non essere sempre stato all’altezza dei compiti affidatigli.
[+]
PHILADELPHIA (USA, 1993) di JONATHAN DEMME. Interpretato da TOM HANKS, DENZEL WASHINGTON, JASON ROBARDS JR., MARY STEENBURGEN, ANTONIO BANDERAS, RON VAWTER, ROBERT RIDGELY, CHARLES NAPIER, LISA SUMMEROUR, OBBA BABATUNDé, ANN DOWD, ROGER CORMAN, ANDRé B. BLAKE
Andrew Beckett è un brillante avvocato, proveniente da una numerosa famiglia, che lavora per la White-Wheeler, una delle maggiori società giudiziarie di Philadelphia. Un giorno riceve dai suoi superiori una promozione, ma dopo qualche tempo, dall’oggi al domani, si ritrova licenziato, con la pretesa d’aver smarrito un fascicolo e anche le insinuazioni di non essere sempre stato all’altezza dei compiti affidatigli. La vera ragione, però, per cui Wheeler e soci han deciso all’unanimità di liquidarlo è che hanno scoperto che soffre di Aids, in quanto omosessuale. Pur di riavere il suo posto, Andy si rivolge a nove avvocati, finché non reincontra un collega conosciuto casualmente qualche mese prima, Joe Miller, diventato di recente padre, che ha sempre nutrito una certa ripugnanza verso gli omosessuali. Non vedendovi il sussistere d’una causa, Joe rifiuta, ma quando vede Andrew reperire informazioni sulle forme di discriminazione non tollerate dalla legge degli Stati Uniti, cambia idea e raccoglie la sua richiesta appellandosi nientemeno che alla Corte Suprema. La vicenda è seguita molto da vicino anche da Liza, moglie di Joe, da Miguel Alvarez, compagno di Andrew, e dall’intera famiglia di quest’ultimo. Il processo dura circa un anno, emergono molti elementi rilevanti – il fatto che Andy abbia sempre nascosto la sua omosessualità ai colleghi; il pensiero di essi che lo stesso agisse da giureconsulto impreparato e incompetente; il clima di odio e paura che da sempre imperversava nelle aule della società giudiziaria nei confronti degli appartenenti a determinanti gruppi per via di certi comportamenti –, ma alla fine la causa è vinta da Andrew e Joe. Ma proprio il giorno del trionfo Andy ha una crisi e viene ricoverato in ospedale. Joe va a trovarlo e si scambiano le reciproche congratulazioni, poi, quando il compagno Miguel rimane con l’ammalato, gli scambia l’ultimo bacio. Al funerale, vengono proiettati i filmati che ritraggono i momenti indimenticabili dell’infanzia di Andrew Beckett con tutti i suoi affettuosi famigliari. Saggio legale sull’accettazione delle diversità e sull’abbattimento delle barriere culturali a favore di una società che privilegi le attitudini e i talenti di ciascuno a discapito delle tendenze comportamentali di ogni sorta, non solo in merito al sesso. Per quanto Miller disprezzi i gay, dà la priorità al suo mestiere (che sa fare con un ottimo senso dell’umorismo) di avvocato difensore per un cliente che è stato privato dei suoi diritti e della sua dignità senza una motivazione plausibile. Dal canto suo, Beckett (un T. Hanks sbiancato in volto, smagrito e coi capelli radi e grigi, giustamente premiato col suo primo Oscar per la sua magnifica interpretazione, molto sentita e profonda) è consapevole dei rischi che ha sempre corso celando la sua natura, ma quando si vede costretto ad uscire allo scoperto, non si tira indietro e affronta la realtà declamando, addirittura come teste al processo che lo osserva come parte lesa, il suo attaccamento viscerale al diritto come prolungamento ed estensione dei fatti della vita quotidiana, nonché come applicazione della sua dote innata alla giurisdizione in favore dell’esplicazione giuridica tanto all’esperto quanto al profano. La storia, sebbene inventata di sana pianta, sembra vera, per quanto sa commuovere, incantare e interessare: la costruzione della sceneggiatura rivela un’impalcatura che trascende il pathos passando attraverso l’ironia e l’analisi attenta e approfondita delle scelte umane che conducono ad atteggiarsi o secondo natura o secondo le varie necessità imposte dalle circostanze. Oltre al già citato e bravissimo Hanks, abbiamo un D. Washington che si fa valere ripetendo con puntuale comicità la battuta della spiegazione «come se avesse sei anni», strappa l’applauso con la digressione gastronomica durante l’arringa al processo e in generale stupisce positivamente per come perora con senso della giustizia e del dovere, ammirevoli per un servitore della legge che conosca la sua missione. Affianco a loro, si muovono un Banderas fidanzato esemplare e sanguigno, una Steenburgen avvocatessa della difesa che non demorde contro l’avversario finché non molla l’osso di fronte al verdetto conclusivo e un J. Robards che gioca il ruolo di Charles Wheeler recitando sotto le righe, ma senza disdegnare una alacrità pungente e toccante. J. Demme dirige il traffico con laboriosità dando la precedenza alle inquadrature in primo piano in cui gli interpreti guardano direttamente nell’obiettivo della telecamera, gestisce i contributi tecnici (scenografia e montaggio in primis) affinché funzionino come funziona bene la puntigliosa scansione del tempo prevista dalla vicenda e attribuisce un peso notevole alla colonna sonora, che vanta la stupenda Streets of Philadelphia di Bruce Springsteen (anch’essa si conquistò una statuetta), brani di Peter Gabriel e Neil Young e arie cantate con meravigliosa intensità da Maria Callas (esemplare il momento di sublime poesia che vivono Hanks e Washington in casa del primo quando questi alza il volume della musica e spiega all’altro l’ambientazione dell’opera cui l’aria si rifà).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greatsteven »
[ - ] lascia un commento a greatsteven »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
martedì 28 giugno 2016
|
cinico e romantico
|
|
|
|
A parte l'ottima sceneggiatura, dialoghi forbiti e mai banali, ed un cast di livello altissimo,questo è stato uno dei primi film a denunciare sopprusi e cattivi comportamenti nei confronti degli omosessuali ed in buona parte dei malati di AIDS.
La storia raccontata non lascia dubbi su chi siano i carnefici e chi la vittima.
Hanks e Washington sono strepitosi, il processo lo è ancora di più, ogni intervento alla sbarra dei testimoni diventa motivo di riflessione e dibattito tra gli spettatori.
Giustizia trionferà, forse con i contorni eccessivi dello "studiato a tavolino" come avverte la recensione, ma va più che bene così.
[+]
A parte l'ottima sceneggiatura, dialoghi forbiti e mai banali, ed un cast di livello altissimo,questo è stato uno dei primi film a denunciare sopprusi e cattivi comportamenti nei confronti degli omosessuali ed in buona parte dei malati di AIDS.
La storia raccontata non lascia dubbi su chi siano i carnefici e chi la vittima.
Hanks e Washington sono strepitosi, il processo lo è ancora di più, ogni intervento alla sbarra dei testimoni diventa motivo di riflessione e dibattito tra gli spettatori.
Giustizia trionferà, forse con i contorni eccessivi dello "studiato a tavolino" come avverte la recensione, ma va più che bene così.
L'opera in sé meritava di arrivare al cuore di tutti.
Credo che rimanga una delle pellicole più meritevoli degli anni novanta,sia per realizzazione che per il grande impatto di denuncia sociale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
toty bottalla
|
venerdì 6 febbraio 2015
|
aids, omosessualità, diritto e sentimento!
|
|
|
|
Argomenti delicati in scena senza eroi e superman che si svolgono su una sceneggiatura incerta che però migliora strada facendo, la storia drammatica è trattata con rispetto e senza facili induzioni lacrimose finale compreso. Interpretazione grande di anks che replicherà ancor meglio in: "forrest gump" e "cast away" La morale secondo cui la malattia arriva come punizione suprema non funziona, a meno che charles wheeler non scagli la prima pietra! Saluti.
|
|
[+] lascia un commento a toty bottalla »
[ - ] lascia un commento a toty bottalla »
|
|
d'accordo? |
|
luigi chierico
|
mercoledì 2 aprile 2014
|
tutto intorno è sangue e fango ?...io son divino!.
|
|
|
|
Non starò a raccontarvi la vicenda del film nei suoi dettagli e risvolti, indispensabili per farne un capolavoro, se i protagonisti, la musica e le scene non ne facessero parte integrante.
Ecco quando il cinema è grande. Il delirio che accompagna l’umiliazione, la sofferenza, la disperazione, l’incomprensione è il motivo dominante in ogni momento della vicenda, che come in un brano musicale, è un crescendo sino all’atto finale che, col dramma, porta al silenzio prima, all’applauso dopo. Tutti gli attori vanno menzionati per l’impegno e la partecipazione ma sovrasta su tutti il protagonista interpretato da Tom Hanks, un grande, grandissimo Tom Hanks.
Il conflitto tra il bene e il male, tra quel che si ritiene sia il bene e quel che si ritiene sia il male, tra l’ingiustizia e la giustizia, spesso fondata sull’ipocrisia e la menzogna, l’amore che tutto sublima, anche ciò che, per non essere convenzionale, è intollerante.
[+]
Non starò a raccontarvi la vicenda del film nei suoi dettagli e risvolti, indispensabili per farne un capolavoro, se i protagonisti, la musica e le scene non ne facessero parte integrante.
Ecco quando il cinema è grande. Il delirio che accompagna l’umiliazione, la sofferenza, la disperazione, l’incomprensione è il motivo dominante in ogni momento della vicenda, che come in un brano musicale, è un crescendo sino all’atto finale che, col dramma, porta al silenzio prima, all’applauso dopo. Tutti gli attori vanno menzionati per l’impegno e la partecipazione ma sovrasta su tutti il protagonista interpretato da Tom Hanks, un grande, grandissimo Tom Hanks.
Il conflitto tra il bene e il male, tra quel che si ritiene sia il bene e quel che si ritiene sia il male, tra l’ingiustizia e la giustizia, spesso fondata sull’ipocrisia e la menzogna, l’amore che tutto sublima, anche ciò che, per non essere convenzionale, è intollerante.
Molti sono i momenti indimenticabili che toccano le corde del cuore e che vibrano anche loro, insieme alla musica che si ascolta. Uno per tutti merita di essere conservato nell’archivio della memoria: il momento in cui Andrew Beckett (Hanks), sublime, lacerato, ascolta e danza con una flebo all’ascolto di un brano dell’Andrea Chenier, che di seguito riporto. Il momento è così solenne che da solo, a pieno merito, gli sarebbe valso l’Oscar.
“La mamma è morta m’hanno posta a la porta della mia stanza; moriva e mi salvava!..
Guardo! Bruciava il loco di mia culla! Così fui sola! E intorno il nulla! Fame e miseria! Il bisogno e il periglio…caddi malata!...e Bersi, buona e pura, di sua bellezza ha fatto un mercato, un contratto per me! Porto sventura a chi bene mi vuole!
Fu in quel dolore che a me venne l’amore!...voce piena d’armonia e dice: “Vivi ancora! Io son la vita! Ne’ miei occhi è il tuo cielo! Tu non sei sola! Le lacrime tue io le raccolgo! Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo! Sorridi e spera! Io son l’amore!...
Tutto intorno è sangue e fango ?...Io son divino!...Io son l’oblio!..
Io sono il dio che sovra il mondo scende da l’empireo, fa della terra un ciel..Ah! io son l’amore!
E l’angelo si accosta, bacia e vi bacia la morte!..Corpo di moribonda è il corpo mio!
Prendilo, dunque!... Io sono già morta cosa!...”
Questo è il film: Andrew è cacciato dallo studio legale, tutto brucia attorno a lui. e venne la fame e l’AIDS, e porta sventura al suo compagno Miguel ( Antonio Banderas) che ha fatto mercato del suo corpo e che lo piangerà sul punto di morte, ma ad Andrew viene l’amore, è l’Amore anche se intorno a sé tutto è sangue e fango, la malattia ed il disprezzo del mondo.
Denzel Washington, nella parte dell’ avv. Joe Miller, dopo aver ascoltato con il suo cliente l’aria dell’Andrea Chenier di Umberto Giordano, ne resta folgorato, tornato casa prende in braccio sua figlia, si distende al fianco della moglie ed una lacrima solca il suo viso.
Se questo non è un autentico capolavoro da far venire I brividi e trafiggere il cuore e far ammutolire, allora non si va al cinema ma è meglio restare a casa.
Chigi
chibar22@libero.it
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luigi chierico »
[ - ] lascia un commento a luigi chierico »
|
|
d'accordo? |
|
fsromait
|
mercoledì 2 aprile 2014
|
una lunga, tenera, pur dolorosa, carezza
|
|
|
|
A distanza di oltre vent'anni, "Philadelphia" di Jonathan Demme risulta ancora un film appassionante e vibrante che nella sua tragicità narrata, pur emozionando profondamente, non dilania mai lo spettatore bensì, prendendolo quasi per mano col garbo dei suadenti commenti musicali (ovviamente non ultimo quello del "boss" Bruce), lo conduce ai vertici dell'elegia.
La storia, che ricalca i tradizionali canovacci dell'ingiustizia sociale perennemente perpetrata attraverso i secoli e nelle diverse culture umane, è nota: un brillante giovane avvocato gay (Tom Hanks) si scopre malato terminale di AIDS; il prestigioso studio legale, presso cui lavora da qualche anno, con in testa il carismatico titolare (Jason Robards, già "Cheyenne" in "C'era una volta il West" e attore prediletto di Sergio Leone), lo licenzia con una scusa; egli decide di fare causa allo studio e, dopo iniziali difficoltà, approda a un decisamente più umile, benché estremamente capace e incisivamente diretto, avvocato di colore (Denzel Washington).
[+]
A distanza di oltre vent'anni, "Philadelphia" di Jonathan Demme risulta ancora un film appassionante e vibrante che nella sua tragicità narrata, pur emozionando profondamente, non dilania mai lo spettatore bensì, prendendolo quasi per mano col garbo dei suadenti commenti musicali (ovviamente non ultimo quello del "boss" Bruce), lo conduce ai vertici dell'elegia.
La storia, che ricalca i tradizionali canovacci dell'ingiustizia sociale perennemente perpetrata attraverso i secoli e nelle diverse culture umane, è nota: un brillante giovane avvocato gay (Tom Hanks) si scopre malato terminale di AIDS; il prestigioso studio legale, presso cui lavora da qualche anno, con in testa il carismatico titolare (Jason Robards, già "Cheyenne" in "C'era una volta il West" e attore prediletto di Sergio Leone), lo licenzia con una scusa; egli decide di fare causa allo studio e, dopo iniziali difficoltà, approda a un decisamente più umile, benché estremamente capace e incisivamente diretto, avvocato di colore (Denzel Washington).
Una triade: la triade del diritto legale (il film potrebbe anche titolarsi "Elogio del diritto"), per il quale il protagonista ha parole fascinose ed elucubrative ("io adoro il diritto"); la vicenda si dipana, con ritmo e senza mai annoiare, rimbalzando fra i tre avvocati/vertici di questo splendido triangolo di polarità umane. Attorno vive una piccola/grande folla di coprotagonisti e comprimari: la bella famiglia della parte lesa e l'ancor più ironica ma anche commovente famiglia dell'avvocato dell'accusa, il compagno del protagonista (un misurato e convincente Banderas), la restante elite legale del prestigioso studio, la folla anonima e dispersa della metropoli, con le invidie e le meschinità del quotidiano. Ma da sottolineare in particolare sono almeno due momenti, positivamente e magnificamente sopra le righe, da porre pertanto ai vertici del grande cinema: il finale "E' stato un piacere lavorare con Lei, avvocato", commiato umano/professionale di Washington a Hanks; e ancor più la centrale sequenza esegetica che il protagonista esegue circa la poetica insita nel canto dell'Andrea Chenier di Umberto Giordano (movimento di macchina verso l'alto, a indicare/rivelare allo spettatore le massime tensioni e altezze filmico-narrative), dove il profondo dolore, il fango e la morte, si tramutano improvvisamente in vita e gioia (ciò rimanda naturalmente a tanto altro cinema, tra cui le felliniane "passerelle" e "Cabirie").
Da vedere, rivedere e apprezzare ancora, questa lunga, tenera, pur dolorosa, carezza cinematografica evergreen!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fsromait »
[ - ] lascia un commento a fsromait »
|
|
d'accordo? |
|
luigi chierico
|
giovedì 20 giugno 2013
|
tutto intorno è sangue e fango ?...io son divino!.
|
|
|
|
Non starò a raccontarvi la vicenda del film nei suoi dettagli e risvolti, indispensabili per farne un capolavoro, se i protagonisti, la musica e le scene non ne facessero parte integrante.
Ecco quando il cinema è grande. Il delirio che accompagna l’umiliazione, la sofferenza, la disperazione, l’incomprensione è il motivo dominante in ogni momento della vicenda, che come in un brano musicale, è un crescendo sino all’atto finale che, col dramma, porta al silenzio prima, all’applauso dopo. Tutti gli attori vanno menzionati per l’impegno e la partecipazione ma sovrasta su tutti il protagonista interpretato da Tom Hanks, un grande, grandissimo Tom Hanks.
Il conflitto tra il bene e il male, tra quel che si ritiene sia il bene e quel che si ritiene sia il male, tra l’ingiustizia e la giustizia, spesso fondata sull’ipocrisia e la menzogna, l’amore che tutto sublima, anche ciò che, per non essere convenzionale, è intollerante.
[+]
Non starò a raccontarvi la vicenda del film nei suoi dettagli e risvolti, indispensabili per farne un capolavoro, se i protagonisti, la musica e le scene non ne facessero parte integrante.
Ecco quando il cinema è grande. Il delirio che accompagna l’umiliazione, la sofferenza, la disperazione, l’incomprensione è il motivo dominante in ogni momento della vicenda, che come in un brano musicale, è un crescendo sino all’atto finale che, col dramma, porta al silenzio prima, all’applauso dopo. Tutti gli attori vanno menzionati per l’impegno e la partecipazione ma sovrasta su tutti il protagonista interpretato da Tom Hanks, un grande, grandissimo Tom Hanks.
Il conflitto tra il bene e il male, tra quel che si ritiene sia il bene e quel che si ritiene sia il male, tra l’ingiustizia e la giustizia, spesso fondata sull’ipocrisia e la menzogna, l’amore che tutto sublima, anche ciò che, per non essere convenzionale, è intollerante.
Molti sono i momenti indimenticabili che toccano le corde del cuore e che vibrano anche loro, insieme alla musica che si ascolta. Uno per tutti merita di essere conservato nell’archivio della memoria: il momento in cui Hanks, sublime, lacerato, ascolta e danza con una flebo un brano dell’Andrea Chenier, che di seguito riporto. Il momento è così solenne che da solo, a pieno merito, gli sarebbe valso l’Oscar.
“La mamma è morta m’hanno posta a la porta della mia stanza; moriva e mi salvava!..
Poi a notte alta io con Bersi erravo, quando ad un tratto, un livido bagliore guizza e rischiara innanzi a’ passi miei la cupa via!
Guardo! Bruciava il loco di mia culla! Così fui sola! E intorno il nulla! Fame e miseria! Il bisogno e il periglio…caddi malata!...e Bersi, buona e pura, di sua bellezza ha fatto un mercato, un contratto per me! Porto sventura a chi bene mi vuole!
Fu in quel dolore che a me venne l’amore!...voce piena d’armonia e dice: “Vivi ancora! Io son la vita! Ne’ miei occhi è il tuo cielo! Tu non sei sola! Le lagrime tue io le raccolgo! Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo! Sorridi e spera! Io son l’amore!...
Tutto intorno è sangue e fango ?...Io son divino!...Io son l’oblio!..
Io sono il dio che sovra il mondo scende da l’empireo, fa della terra un ciel..Ah! io son l’amore!
E l’angelo si accosta, bacia e vi bacia la morte!..Corpo di moribonda è il corpo mio!
Prendilo, dunque!... Io sono già morta cosa!...”
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luigi chierico »
[ - ] lascia un commento a luigi chierico »
|
|
d'accordo? |
|
shiningeyes
|
venerdì 22 marzo 2013
|
dramma civile di notevole impatto.
|
|
|
|
Credo che tra la lista di film incentrati sulla tematica dell'AIDS “Philadelphia” è quello che si insinua ed entra con maggior forza nella mente dello spettatore.
Ci riesce perché mette a nudo la cruda realtà di chi soffre di questa tremenda malattia e ti sbatte violentemente i pregiudizi della gente sul tuo orientamento sessuale e sulla loro paura allarmistica ed esagerata del contagio.
Jonathan Demme fa in modo di farti riflettere e magari cambiare atteggiamento a chi si ritieni “diversi” o “disturbati”, grazie ad una regia di spietata verità, che ti fa venire un groppo in gola ad ogni minuto che passa nel film.
[+]
Credo che tra la lista di film incentrati sulla tematica dell'AIDS “Philadelphia” è quello che si insinua ed entra con maggior forza nella mente dello spettatore.
Ci riesce perché mette a nudo la cruda realtà di chi soffre di questa tremenda malattia e ti sbatte violentemente i pregiudizi della gente sul tuo orientamento sessuale e sulla loro paura allarmistica ed esagerata del contagio.
Jonathan Demme fa in modo di farti riflettere e magari cambiare atteggiamento a chi si ritieni “diversi” o “disturbati”, grazie ad una regia di spietata verità, che ti fa venire un groppo in gola ad ogni minuto che passa nel film.
L'intento civile del film è certamente riuscito bene, e penso che in fondo molta gente debba aver cambiato idea su questo difficile argomento dopo averlo visto.
Consideriamo anche un Tom Hanks in netta ascesa professionale, sottoposto ad una prova difficilissima, resa dal fatto che è dimagrito paurosamente per prendere le sembianze di un malato di AIDS; nulla da dire. Una prova eccezionale.
Nelle scene del processo contro i bigotti razzisti che hanno ingiustamente licenziato Andrew Beckett, a tenere banco ci pensa uno straripante Denzel Washigton, che rappresenta perfettamente l'uomo che cambia e si dimentica i preconcetti a favore della sua veste di avvocato che si batte contro le ingiustizie.
Il bello del film è rappresentato anche dal finale mezzo amaro e da trovate che mettono in mostra la caratteristica dei due protagonisti, entrambi sensibili, ed anche smontando qualche luogo comune sulla rapacità e cinismo della figura dell'avvocato.
E non posso neanche tralasciare le splendide colonne sonore di Springsteen e Young, che si mischiano deliziosamente con quelle della musica lirica, la preferita del personaggio principale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a shiningeyes »
[ - ] lascia un commento a shiningeyes »
|
|
d'accordo? |
|
|