no_data
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martedì 14 agosto 2012
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disturbante....
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Dire che questo film è solo "un cartone animato sulla guerra" è sminuirlo o non averlo compreso.Una tomba per le lucciole è probabilmente dopo la città incantata il miglior film d'animazione della storia del cinema (e non c'è disney che tenga).Crudissimo,potente e realistico è uno dei cartoni animati più disturbanti mai concepiti, capace di descrivere la guerra meglio di molte altre super produzioni,capace di far immedisemare completamente lo spettatore nei prottagonisti.Il finale è,nel senso più positivo del termine,agghiacciante,da pelle d'oca,che ti si imprime dentro.è l'unico cartone che in vita mia mia ha fatto piangere.
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Dire che questo film è solo "un cartone animato sulla guerra" è sminuirlo o non averlo compreso.Una tomba per le lucciole è probabilmente dopo la città incantata il miglior film d'animazione della storia del cinema (e non c'è disney che tenga).Crudissimo,potente e realistico è uno dei cartoni animati più disturbanti mai concepiti, capace di descrivere la guerra meglio di molte altre super produzioni,capace di far immedisemare completamente lo spettatore nei prottagonisti.Il finale è,nel senso più positivo del termine,agghiacciante,da pelle d'oca,che ti si imprime dentro.è l'unico cartone che in vita mia mia ha fatto piangere.Non per bambini.
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giovanni di giulio
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venerdì 14 gennaio 2011
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una tomba per le lucciole-analisi e commento
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Riflettendo profondamente sull’impatto deformante che la guerra ha sull’uomo, il regista Isao Takahata da vita ad un’intensa pellicola in stile anime narrando la sconvolgente vicenda di due giovani fratelli a cui la guerra ha violentemente strappato i genitori.
Dopo un litigio con la zia che si è offerta di accudirli, i due bambini fuggono divenendo irreparabilmente vittime della fame e della situazione disagiata in cui scelgono di vivere.
Un lungometraggio espressivamente forte, in cui la violenza -non gratuita-, le urla e i pianti rivelano l’irrazionalità e la follia della logica bellica, ponendo in rilievo una delle conseguenze più struggenti della sua messa in atto, ovvero il sacrificio dei bambini la cui infanzia viene tragicamente distorta dalla necessità di sopravvivere.
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Riflettendo profondamente sull’impatto deformante che la guerra ha sull’uomo, il regista Isao Takahata da vita ad un’intensa pellicola in stile anime narrando la sconvolgente vicenda di due giovani fratelli a cui la guerra ha violentemente strappato i genitori.
Dopo un litigio con la zia che si è offerta di accudirli, i due bambini fuggono divenendo irreparabilmente vittime della fame e della situazione disagiata in cui scelgono di vivere.
Un lungometraggio espressivamente forte, in cui la violenza -non gratuita-, le urla e i pianti rivelano l’irrazionalità e la follia della logica bellica, ponendo in rilievo una delle conseguenze più struggenti della sua messa in atto, ovvero il sacrificio dei bambini la cui infanzia viene tragicamente distorta dalla necessità di sopravvivere. Estremamente espressivo risulta il volto della piccola Seita, la cui ingenuità si manifesta in delicati quanto tragici quadretti di vita quotidiana che il regista anima con maestria dando rilievo gesti e movenze che nella loro banalità e ordinarietà dimostrano una cura maniacale per il dettaglio. Gli inediti toni cupi, caratterizzati a tratti da una straziante crudezza -insostenibile, a mio parere, da un pubblico giovane- pongono, inoltre, lo spettatore nella medesima sensazione di impotenza che opprime costantemente i due protagonisti, sin dalla prima battuta del film:
” la sera del 21 Settembre 1945 io morii!”
Particolarmente commovente è la scena in cui Seita, sfinita dalla fame e in uno stato di annebbiamento mentale, offre al fratello più grande due polpette di fango rappreso.
"Una tomba per le lucciole" è, in sostanza, un lungometraggio straordinariamente complesso che, mantenendo rigorosamente un tono di avvolgente poesia, è in grado di accostare sequenze divertite e ironiche a sequenze dall'impatto visivo straniante, offrendo, durante alcuni passaggi, lo spunto per elevare la comune vicenda dei due fratelli ad una brillante metafora della vita stessa.
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ilconterik
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martedì 28 giugno 2011
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duro e commovente: capolavoro da non perdere
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Il film uscì nel 1988 in Giappone, in coppia con “Il mio vicino Totoro” di Hayao Miyazaki e fu diretto da Isao Takahata, socio fondatore dell’ormai celeberrimo Studio Ghibli. Lo studio, fondato appena tre anni prima, dopo “Laputa: il castello nel cielo” scelse per la sua seconda produzione uno schema di distribuzione alquanto inusuale: vendette la visione dei due film con un unico biglietto. Di fatto le due pellicole, anche se ebbero successo, non realizzarono grandi incassi al botteghino, ma Totoro fece la fortuna dello studio a livello di merchandising, tanto da divenire in seguito il suo logo ufficiale.
La vicenda, tratta dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, si svolge durante la Seconda Guerra mondiale e ci racconta gli ultimi mesi di vita di Seita, uno sfortunato ragazzino.
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Il film uscì nel 1988 in Giappone, in coppia con “Il mio vicino Totoro” di Hayao Miyazaki e fu diretto da Isao Takahata, socio fondatore dell’ormai celeberrimo Studio Ghibli. Lo studio, fondato appena tre anni prima, dopo “Laputa: il castello nel cielo” scelse per la sua seconda produzione uno schema di distribuzione alquanto inusuale: vendette la visione dei due film con un unico biglietto. Di fatto le due pellicole, anche se ebbero successo, non realizzarono grandi incassi al botteghino, ma Totoro fece la fortuna dello studio a livello di merchandising, tanto da divenire in seguito il suo logo ufficiale.
La vicenda, tratta dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, si svolge durante la Seconda Guerra mondiale e ci racconta gli ultimi mesi di vita di Seita, uno sfortunato ragazzino. Dopo la perdita della madre e del padre (ufficiale della marina giapponese), il giovane deve badare alla piccola sorella Setsuko e cercare di sopravvivere fino alla fine del conflitto. Incapace di prendere parte attivamente alla difesa della propria patria, si allontana progressivamente dalla società, isolandosi con l’amata sorellina in un rifugio anti-bombe in piena campagna. Ma la vita durante la guerra è dura, e l’isolamento che dapprima sembrava la soluzione più sicura diventa la prigione che lo porterà inesorabilmente al fallimento.
Le immagini sono forti e commoventi, di una tale crudezza da aver relegato la pellicola al solo mercato dell’home video in Italia. Sebbene il film non sia affatto facile da guardare, ritengo che sia doveroso farlo, non solo perchè di fatto è un piccolo capolavoro, ma anche perchè riesce a restituire una vivida e sincera immagine della durezza della vita in campagna durante il grande conflitto armato che ha messo in ginocchio il Giappone.
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laurence316
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domenica 18 maggio 2014
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capolavoro assoluto dell'animazione giapponese
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Diretto dal meno noto Isao Takahata, co-fondatore con Miyazaki del mitico Studio Ghibli, è uno dei migliori film d'animazione che si siano mai visti. E l'unico che può concorrere a titolo di miglior film della storia dell'animazione giapponese e non solo con La città incantata. Diametralmente opposto a Miyazaki, soprattutto per il forte pessimismo che pervade quest'opera, Takahata è un autore che ha sofferto di un ingiusto oblio in occidente, sorte che è toccata anche a questo film distribuito in Italia solo per l'home-video, nell'anno del ben più celebre Il mio vicino Totoro. Ma siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, un vertice, che racconta una delle più tristi e sconsolanti storie mai rese attraverso un film d'animazione, racconta delle vittime innocenti della guerra, di qualsiasi guerra, i bambini.
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Diretto dal meno noto Isao Takahata, co-fondatore con Miyazaki del mitico Studio Ghibli, è uno dei migliori film d'animazione che si siano mai visti. E l'unico che può concorrere a titolo di miglior film della storia dell'animazione giapponese e non solo con La città incantata. Diametralmente opposto a Miyazaki, soprattutto per il forte pessimismo che pervade quest'opera, Takahata è un autore che ha sofferto di un ingiusto oblio in occidente, sorte che è toccata anche a questo film distribuito in Italia solo per l'home-video, nell'anno del ben più celebre Il mio vicino Totoro. Ma siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, un vertice, che racconta una delle più tristi e sconsolanti storie mai rese attraverso un film d'animazione, racconta delle vittime innocenti della guerra, di qualsiasi guerra, i bambini. Duro, realistico e potente, è un film che lascia un macigno sullo stomaco. Per fortuna il solito mal doppiaggio televisivo dell'edizione italiana non riesce a sminuire la forza anche figurativa di questo capolavoro, in cui i gesti, le azioni, gli atti di pietà, contanto molto di più delle parole. Poetico e lirico, fa riflettere, anche sorridere, per poi spiazzare nell'assoluta tristezza del finale, tragico, privo di una qualsiasi lieta fine.
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[+] e' uscito al cinema nel 2015
(di bea4702)
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andrea levorato
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martedì 20 settembre 2011
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capolavoro dell'animazione antimilitarista
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Una tomba per le lucciole *****
Produzione: Giappone 1988
Genere: Drammatico, Animazione
Regia: Isao Takahata
Trama:
1945: In Giappone imperversano i bombardamenti statunitensi. Un 14enne , Seita, e la sua sorellina di 4 anni, Setsuko, sono rimasti orfani. Il fratello arriva a far di tutto per il bene della piccola, ma neppure questo basterà e gli stenti la porteranno alla morte.
Mini recensione:
“Grave of the fireflies” è questo. È la tragedia più nera. Eppure è trattato in un modo talmente onesto da farne il migliore nel suo genere insieme al più frivolo, ma non per questo meno bello, “Spirited Away”.
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Una tomba per le lucciole *****
Produzione: Giappone 1988
Genere: Drammatico, Animazione
Regia: Isao Takahata
Trama:
1945: In Giappone imperversano i bombardamenti statunitensi. Un 14enne , Seita, e la sua sorellina di 4 anni, Setsuko, sono rimasti orfani. Il fratello arriva a far di tutto per il bene della piccola, ma neppure questo basterà e gli stenti la porteranno alla morte.
Mini recensione:
“Grave of the fireflies” è questo. È la tragedia più nera. Eppure è trattato in un modo talmente onesto da farne il migliore nel suo genere insieme al più frivolo, ma non per questo meno bello, “Spirited Away”.
Questa 2° (arrivata dopo "Nausicaà della valle del vento") opera dello studio Ghibli fa pensare, inoltre, a quanto il più grande esponente della critica popolare internazionale, la rivista inglese Empire, insieme ad una lauta fetta della critica mondiale si sia intestardita a considerare “Toy Story” (e seguiti) insuperabile per quanto concerne l’animazione. Non fraintendetemi, “Toy Story” è davvero un buon film, ma forse uno dei meno belli della Pixar, che di per sé capolavori non ne ha fatti (forse Monsters & Co.). Lo studio Ghibli il traguardo, invece, l’ha raggiunto con prima questo gioiello che sto recensendo, poi con “Spirited Away”. Ma se volete iniziare da "Una tomba per le lucciole" signore e signori… ammirerete un capolavoro!
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marcos
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lunedì 5 giugno 2017
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aggiungo solo...
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Bellissimo e tristissimo...
Se è certamente fortissimo il messaggio antimilitarista, a me sembra che le scelte del giovane Seita rappresentino un inno di libertà e dignità: rifiuta la violenza ma anche le meschinità del mondo degli adulti, è un giovane uomo LIBERO come solo un adolesciente può essere, e questo sarà la sua condanna.
Le fontane di lacrime che credo siano scaturite dagli occhi di tutti quelli che l'hanno visto, forse sono le lacrime degli ideali della nostra vita giovanile traditi dai compromessi che abbiamo dovuto fare per sopravvivere? E' il nostro insopportabile dolore esistenziale che si libera dal profondo dell'inconscio, specchiatici nel protagonista? Se così fosse, a Takahata il sommo merito di aver creato un'opera d'arte di ordine ancora superiore.
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Bellissimo e tristissimo...
Se è certamente fortissimo il messaggio antimilitarista, a me sembra che le scelte del giovane Seita rappresentino un inno di libertà e dignità: rifiuta la violenza ma anche le meschinità del mondo degli adulti, è un giovane uomo LIBERO come solo un adolesciente può essere, e questo sarà la sua condanna.
Le fontane di lacrime che credo siano scaturite dagli occhi di tutti quelli che l'hanno visto, forse sono le lacrime degli ideali della nostra vita giovanile traditi dai compromessi che abbiamo dovuto fare per sopravvivere? E' il nostro insopportabile dolore esistenziale che si libera dal profondo dell'inconscio, specchiatici nel protagonista? Se così fosse, a Takahata il sommo merito di aver creato un'opera d'arte di ordine ancora superiore...
Ultimo: la situazione dei due fratelli, soprattutto nelle scene finali, mi ricordano da vicino i due homeless di To Des Ka Den di Akira Kurosawa.
Grazie a tutti dell'attenzione
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bea4702
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venerdì 19 agosto 2016
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la breve vita delle lucciole
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Ogni singolo fotogramma di questo capolavoro del cinema d'animazione è un pugno nello stomaco,reso con disegni fatti con maestria e realismo unici (specialità del regista Takahata Isao),anche ispirandosi (per la narrazione) alle tecniche cinematografiche del cinema neorealista italiano.
Le scene infatti ci mettono davanti la realtà,senza filtri per rendere più "digeribile" la pillola allo spettatore. Il film ci presenta la terribile realtà della seconda guerra mondiale vissuta dal popolo giapponese : i bombardamenti aerei pressoché quotidiani,la fame,la perdita dei familiari e della casa e la distruzione completa della propria città ...
Questa realtà vista con gli occhi di due fratelli,Seita (14 anni) e Setsuko (4 anni),due bambini innocenti che cercano di evadere dalla loro tremenda situazione trovando la gioia nelle piccole cose,come delle caramelle alla frutta e la luce emanata dalle lucciole nella notte.
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Ogni singolo fotogramma di questo capolavoro del cinema d'animazione è un pugno nello stomaco,reso con disegni fatti con maestria e realismo unici (specialità del regista Takahata Isao),anche ispirandosi (per la narrazione) alle tecniche cinematografiche del cinema neorealista italiano.
Le scene infatti ci mettono davanti la realtà,senza filtri per rendere più "digeribile" la pillola allo spettatore. Il film ci presenta la terribile realtà della seconda guerra mondiale vissuta dal popolo giapponese : i bombardamenti aerei pressoché quotidiani,la fame,la perdita dei familiari e della casa e la distruzione completa della propria città ...
Questa realtà vista con gli occhi di due fratelli,Seita (14 anni) e Setsuko (4 anni),due bambini innocenti che cercano di evadere dalla loro tremenda situazione trovando la gioia nelle piccole cose,come delle caramelle alla frutta e la luce emanata dalle lucciole nella notte.
La storia è inoltre tratta dall'omonimo romanzo semi-autobiografico dello scrittore Nosaka Akiyuki,che narra la sua disturbante esperienza senza segni di punteggiatura come virgole e punti,perché la sua sofferenza è talmente intensa da dover essere sfogata senza pause.
Simbolica la domanda posta dalla piccola Setsuko al fratello verso la metà del film : "Ma come mai le lucciole muoiono subito?",metafora sulla breve vita dei kamikaze e delle altre vittime della guerra.
Il messaggio di Takahata è in parte pacifista ed antimilitarista e in parte serve da lezione alla generazione degli anni 80,infatti gli adolescenti giapponesi in quel periodo erano meno rispettosi nei confronti degli adulti,viziati dal benessere economico del Giappone di quegli anni. Questo si può intendere soprattutto dal comportamento "irresponsabile" (parole del regista) del protagonista e dalla scena finale,che sembra quasi mettere a confronto il Giappone degli anni 40 con quello degli anni 80,con i due fratelli seduti su una panca in mezzo alla natura di una collina che osservano degli imponenti grattacieli illuminati nella notte (ficcando anche in mezzo il suo concetto preferito,ovvero la "scomparsa" della natura,conseguenza della violenta urbanizzazione attuata dagli esseri umani).
Ad ogni modo questo è un film meraviglioso,che fa riflettere e commuovere,e che (a mio parere) tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.
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luca scial�
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giovedì 13 giugno 2013
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oltre un semplice cartoon
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Un piccolo villaggio del Giappone, Kobe, è come tanti attaccato dalle bombe incendiarie durante la seconda guerra mondiale. Un fratello e una sorella, Setsuko e Seita, perdono la madre e vanno a vivere dalla zia. La quale però fa pesare loro la propria ospitalità. Setsuko decide per orgoglio di andarsene e di trovare un tetto in un rifugio scavato nelle colline mai usato da nessuno. Ma la sorellina, di soli 4 anni, si ammala lentamente per la malnutrizione. Inoltre una nuova disgrazia li travolge: il padre, militare della marina, è morto in guerra. La loro speranza è come la lucina fioca delle lucciole, le stesse che illuminano le loro tristi e preoccupate notti.
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Un piccolo villaggio del Giappone, Kobe, è come tanti attaccato dalle bombe incendiarie durante la seconda guerra mondiale. Un fratello e una sorella, Setsuko e Seita, perdono la madre e vanno a vivere dalla zia. La quale però fa pesare loro la propria ospitalità. Setsuko decide per orgoglio di andarsene e di trovare un tetto in un rifugio scavato nelle colline mai usato da nessuno. Ma la sorellina, di soli 4 anni, si ammala lentamente per la malnutrizione. Inoltre una nuova disgrazia li travolge: il padre, militare della marina, è morto in guerra. La loro speranza è come la lucina fioca delle lucciole, le stesse che illuminano le loro tristi e preoccupate notti.
Può un cartone animato rappresentare al meglio il dramma della seconda guerra mondiale? Isao Takahata ci dimostra di sì, trasponendo un romanzo di Akiyuki Nosaka. Il suo è un piccolo capolavoro, perchè ci presenta il dramma e lo strazio della guerra senza marcare troppo la mano, nè esagerando con patetiche e ruffiane forzature. Intervalla la drammaticità della storia con con momenti di speranza, spensieratezza. Lasciando allo spettatore almeno la lusinga che in fonto tutto non sia perduto. La dolcezza della piccola Seita e gli sforzi di un ragazzino obbligato a diventare già uomo come Setsuko, ti restano dentro come un monito affinchè certi drammi non accadano più. Anche se purtroppo sappiamo che di Seita e Setsuko in giro per il mondo ce ne sono stati e ce ne sono ancora tanti altri.
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[+] setsuko è la bambina,seita il ragazzo
(di bea4702)
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lady libro
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venerdì 12 luglio 2013
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due fratelli e una guerra
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Alla faccia di chi dice che i film d’animazione sono per bambini (cosa che io non mi stancherò mai di smentire)!
Se un bambino vedesse questo film, scapperebbe terrorizzato dopo due minuti.
Perché “Una tomba per le lucciole” (diretto da Isao Takahata nel 1988 e prodotto da quella fabbrica di capolavori quale è lo Studio Ghibli) è molto più di una semplice pellicola: è la realtà, è la vita, la morte, l’orrore e quel poco di felicità che scorre come un rapido soffio di vento in tutta la sua fuggevole brevità.
Siamo a Kobe, in Giappone, nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale e assistiamo alle vicende di due bambini, Seita e Setsuko, rispettivamente fratello maggiore e sorella minore, che si ritrovano loro malgrado orfani, senza casa, soli al mondo, senza nessuno che li possa aiutare.
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Alla faccia di chi dice che i film d’animazione sono per bambini (cosa che io non mi stancherò mai di smentire)!
Se un bambino vedesse questo film, scapperebbe terrorizzato dopo due minuti.
Perché “Una tomba per le lucciole” (diretto da Isao Takahata nel 1988 e prodotto da quella fabbrica di capolavori quale è lo Studio Ghibli) è molto più di una semplice pellicola: è la realtà, è la vita, la morte, l’orrore e quel poco di felicità che scorre come un rapido soffio di vento in tutta la sua fuggevole brevità.
Siamo a Kobe, in Giappone, nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale e assistiamo alle vicende di due bambini, Seita e Setsuko, rispettivamente fratello maggiore e sorella minore, che si ritrovano loro malgrado orfani, senza casa, soli al mondo, senza nessuno che li possa aiutare.
Per provare a trattenere quel poco di felicità rimasto in quell’epoca nefanda e spinto dall’affetto smisurato che nutre nei confronti della sorellina, Seita farà di tutto per occuparsi di lei, nascondendole l’orrore dei bombardamenti e della morte e creando un mondo tutto loro dove tentare di vivere in pace e lontano dal terrore, ma ben presto i due protagonisti dovranno fare i conti con la mancanza di cibo e provviste che sta decimando migliaia di persone e ben presto anche l’ultima illusione di felicità svanirà del tutto per far posto prepotentemente alle conseguenze della guerra…
Non è assolutamente un film per tutti. E’crudo, spietato, vero e reale e non risparmia senza esclusione di colpi il cuore di nessuno.
La brutalità e la spietatezza di un mondo meschino, malato dalla guerra, emergono pesantemente e non lasciano via di scampo.
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jackiechan90
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giovedì 22 ottobre 2015
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neorealismo animato
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"Una tomba per le lucciole venne proiettato per la prima volta il 16 aprile 1988 insieme al film "Il mio vicino Totoro" di Mihazaki che lo precedeva. Mai scelta fu più infelice: i due lungometraggi sono molto diversi tra di loro, tanto più che il primo si presenta come solare e gioioso mentre questo è cupo e manca di lieto fine. Nonostante le prime traumatiche proiezioni (con annesse lamentele da parte delle associazioni dei genitori per i traumi infantili dei propri figli) il fim col tempo è diventato un vero e proprio cult da cui è impossibile rimanere indifferenti. Con questo film lo Studio Ghibli abbandona le tinte avventurose dei precedenti film e fa entrare il cinema d'animazione nel mondo degli adulti.
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"Una tomba per le lucciole venne proiettato per la prima volta il 16 aprile 1988 insieme al film "Il mio vicino Totoro" di Mihazaki che lo precedeva. Mai scelta fu più infelice: i due lungometraggi sono molto diversi tra di loro, tanto più che il primo si presenta come solare e gioioso mentre questo è cupo e manca di lieto fine. Nonostante le prime traumatiche proiezioni (con annesse lamentele da parte delle associazioni dei genitori per i traumi infantili dei propri figli) il fim col tempo è diventato un vero e proprio cult da cui è impossibile rimanere indifferenti. Con questo film lo Studio Ghibli abbandona le tinte avventurose dei precedenti film e fa entrare il cinema d'animazione nel mondo degli adulti. La storia, infatti, si volge in un momento preciso della storia giapponese, nel giugno 1945, alla fine della guerra con un Giappone ferito e irrimediabilmente sconfitto dalle bombe. I due fratellini Seita e Setsuko, rimasti orfani dopo uno dei tanti bombardamenti, cercano di sopravvivere in un mondo fatto di macerie e distruzione. Sensibili come piccole lucciole non riusciranno nel loro intento ed entrambi moriranno per mancanza di cibo. Il film si apre con immagini buie e la frase del protagonista che annuncia la data della sua morte lasciandoci già intendere il destino tragico che aspetta loro. Non ci sono fantasiosi esseri magici o effetti speciali: il tratto marrone delle matite ci colpisce con tutto il suo crudo realismo e le ambientazioni rispecchiano quelle del Giappone del dopoguerra con una forte matrice espressionista. Il tutto in una trama che ricorda i film Neorealisti italiani in tutto il loro tragicoe poetico verismo. In questo quadro destabilizzante si ergono le figure innocenti ed emblematiche dei due bambini intenti a ricostruirsi un'esistenza come in una specie di gioco. Takahata firma così il suo capolavoro, un gioiello di sperimentazioni tematiche e tecniche che lo ha reso un maestro del cinema d'animazione, non solo giapponese.
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