La tomba delle lucciole |
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Un film di Isao Takahata.
Con Tsutomu Tatsumi, Ayano Shiraishi, Yoshiko Shinohara, Akemi Yamaguchi, Corrado Conforti.
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Titolo originale Hotaru no haka.
Animazione,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Giappone 1988.
- Koch Media
uscita martedì 10 novembre 2015.
MYMONETRO
La tomba delle lucciole ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Neorealismo animato
di jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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giovedì 22 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Una tomba per le lucciole venne proiettato per la prima volta il 16 aprile 1988 insieme al film "Il mio vicino Totoro" di Mihazaki che lo precedeva. Mai scelta fu più infelice: i due lungometraggi sono molto diversi tra di loro, tanto più che il primo si presenta come solare e gioioso mentre questo è cupo e manca di lieto fine. Nonostante le prime traumatiche proiezioni (con annesse lamentele da parte delle associazioni dei genitori per i traumi infantili dei propri figli) il fim col tempo è diventato un vero e proprio cult da cui è impossibile rimanere indifferenti. Con questo film lo Studio Ghibli abbandona le tinte avventurose dei precedenti film e fa entrare il cinema d'animazione nel mondo degli adulti. La storia, infatti, si volge in un momento preciso della storia giapponese, nel giugno 1945, alla fine della guerra con un Giappone ferito e irrimediabilmente sconfitto dalle bombe. I due fratellini Seita e Setsuko, rimasti orfani dopo uno dei tanti bombardamenti, cercano di sopravvivere in un mondo fatto di macerie e distruzione. Sensibili come piccole lucciole non riusciranno nel loro intento ed entrambi moriranno per mancanza di cibo. Il film si apre con immagini buie e la frase del protagonista che annuncia la data della sua morte lasciandoci già intendere il destino tragico che aspetta loro. Non ci sono fantasiosi esseri magici o effetti speciali: il tratto marrone delle matite ci colpisce con tutto il suo crudo realismo e le ambientazioni rispecchiano quelle del Giappone del dopoguerra con una forte matrice espressionista. Il tutto in una trama che ricorda i film Neorealisti italiani in tutto il loro tragicoe poetico verismo. In questo quadro destabilizzante si ergono le figure innocenti ed emblematiche dei due bambini intenti a ricostruirsi un'esistenza come in una specie di gioco. Takahata firma così il suo capolavoro, un gioiello di sperimentazioni tematiche e tecniche che lo ha reso un maestro del cinema d'animazione, non solo giapponese.
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