simone
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lunedì 7 maggio 2007
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il capostipite del neothriller anni '80
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Uno dei grandi classici di Argento e anche uno dei suo film migliori. Forse quello in assoluto più rappresentativo. Un giallo schizoide, dominato da una iperviolenza sublimata, vertiginoso e follemente metacinematografico. Praticamente un grande spasso per pubblico e critica. I punti di forza sono soprattutto due: il colpo di scena finale (ancora oggi, dopo il Sesto senso, risulta quanotmento sorprendente, ma all'epoca era semplicemente rivoluzionario, molto oltre qualunque cosa avesse fatto chiunque - Argento compreso; le coreografie degli omicidi: il primo, quello della cleptomane è praticamente il manuale di una scena di omicidio (notate la sincronia tra musica, luci e gesti! il montaggio è pazzesco!!); quello del giornalista è iperteso e soprattutto inaspettato; e poi c'è il celebre omicidio "alla luce del sole" (non svelo oltre per non rovinarlo a chi non ha visto ancora il film).
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Uno dei grandi classici di Argento e anche uno dei suo film migliori. Forse quello in assoluto più rappresentativo. Un giallo schizoide, dominato da una iperviolenza sublimata, vertiginoso e follemente metacinematografico. Praticamente un grande spasso per pubblico e critica. I punti di forza sono soprattutto due: il colpo di scena finale (ancora oggi, dopo il Sesto senso, risulta quanotmento sorprendente, ma all'epoca era semplicemente rivoluzionario, molto oltre qualunque cosa avesse fatto chiunque - Argento compreso; le coreografie degli omicidi: il primo, quello della cleptomane è praticamente il manuale di una scena di omicidio (notate la sincronia tra musica, luci e gesti! il montaggio è pazzesco!!); quello del giornalista è iperteso e soprattutto inaspettato; e poi c'è il celebre omicidio "alla luce del sole" (non svelo oltre per non rovinarlo a chi non ha visto ancora il film). C'è più cinema dentro questo film che nell'intera filmografia di Lynch. Una fotografia stellare, scenografie e ambientazioni che hanno fatto epoca e hanno praticamente inventato l'iconografia del thriller, italiano e non, degli anni '80, musica elettronica vertiginosa e pulsante. Imitatissimo e inarrivabile. Chi ama il cinema non può non gioire.
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sickboy
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lunedì 24 ottobre 2005
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le tenebre dell'anima
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Ritorno al thriller per Dario Argento dopo le esperienze nel soprannaturale di "Suspiria" e "Inferno". A dispetto del titolo questa volta l'incubo si svolge nella luce più totale :
adesso, non più buio e spazi in penombra ma spazi illuminati da fulgida luce, non più luoghi fuori dal tempo, ma spazi urbani e modernità, non più vecchi palazzi con i loro corridoi sinistri e soffitte ammuffite, ma arredamenti high-tech e luoghi asettici, non più incubi ancestrali ed arcane paure, ma la lucida follia della "ragione" con i suoi assurdi schemi e limiti.
Tutto questo per dirci che la minaccia ci abita vicino, senza cercarla in vecchi manieri o fra le trame di vecchi libri ingialliti. Tutto ciò per dirci che le "tenebre" abitano anche nelle nostre città illuminate a neon e supertecnologiche, perchè si trovano nell'uomo, dentro di esso, pronte a venir fuori in ogni momento.
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Ritorno al thriller per Dario Argento dopo le esperienze nel soprannaturale di "Suspiria" e "Inferno". A dispetto del titolo questa volta l'incubo si svolge nella luce più totale :
adesso, non più buio e spazi in penombra ma spazi illuminati da fulgida luce, non più luoghi fuori dal tempo, ma spazi urbani e modernità, non più vecchi palazzi con i loro corridoi sinistri e soffitte ammuffite, ma arredamenti high-tech e luoghi asettici, non più incubi ancestrali ed arcane paure, ma la lucida follia della "ragione" con i suoi assurdi schemi e limiti.
Tutto questo per dirci che la minaccia ci abita vicino, senza cercarla in vecchi manieri o fra le trame di vecchi libri ingialliti. Tutto ciò per dirci che le "tenebre" abitano anche nelle nostre città illuminate a neon e supertecnologiche, perchè si trovano nell'uomo, dentro di esso, pronte a venir fuori in ogni momento.
Su questo messaggio si snoda l'ottavo film di Argento, thriller violentissimo che, nel finale a colpi d'accetta, si fa quasi insostenibile. E' questo, secondo me, il limite del film : Argento non ha bisogno di mostrare nei dettagli il "grand guignol" dei delitti, perchè il suo talento visionario si esprime benissimo prima, di certo non necessita di catturare pubblico con la "macelleria". Il suo cinema è fatto di molte altre cose e qualità. Infatti, oltre al "difetto" citato sopra e nonostante secondo me Tenebre non sia fra i suoi film migliori, comunque resta il fatto che anche questa volta, grazie alle sue doti, ne risulti tutto sommato un film fascinoso e intrigante, non privo, dunque, di quegli "ingredienti" che ne fanno un marchio di fabbrica : colonna sonora sempre adatta, sfoggi di tecnica notevoli (la seguenza del duplice omicidio delle lesbiche), doppio finale e continui colpi di scena, le visioni e tutto ciò che precede gli omicidi, quel suo modo mai banale e comune di mettere in scena l'orrore ecc. Dunque comunque un thriller "argentiano", sempre degno di essere visto, anche se il regista può fare di più e meglio e lo ha dimostrato in altre occasioni.
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(di gianfranco)
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nicolò
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martedì 1 maggio 2007
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l'oscurità secondo il maestro dell'horror italiano
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Dopo "Suspiria" e "Inferno" Dario Argento tornava al thriller di una volta con questo "Tenebre" che, a dispetto del titolo ingannevole - che poteva farlo sembrare il capitolo conclusivo della saga iniziata con i 2 precedenti -, è un robusto giallo d'indagine in cui, secondo la formula tipicamente argentiana, si snodano i più classici elementi dell'horror sanguinolento e gore. Morti ammazzati a non finire ed effetti speciali efficaci, ma anche una logica e un livello di suspense altissimo. Non c'è storia in questo film, solo atmosfera, e lenti movimenti della macchina da presa: ne è un esempio il lunghissimo dolly, commentato dalla musica dei Goblin (che per la prima volta, senza Marangolo, firmano come Simonetti-Pignatelli-Morante), sulla casa delle due lesbiche, che verranno entrambe massacrate dal killer.
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Dopo "Suspiria" e "Inferno" Dario Argento tornava al thriller di una volta con questo "Tenebre" che, a dispetto del titolo ingannevole - che poteva farlo sembrare il capitolo conclusivo della saga iniziata con i 2 precedenti -, è un robusto giallo d'indagine in cui, secondo la formula tipicamente argentiana, si snodano i più classici elementi dell'horror sanguinolento e gore. Morti ammazzati a non finire ed effetti speciali efficaci, ma anche una logica e un livello di suspense altissimo. Non c'è storia in questo film, solo atmosfera, e lenti movimenti della macchina da presa: ne è un esempio il lunghissimo dolly, commentato dalla musica dei Goblin (che per la prima volta, senza Marangolo, firmano come Simonetti-Pignatelli-Morante), sulla casa delle due lesbiche, che verranno entrambe massacrate dal killer. "Tenebre" è comunque un film di transizione, come lo è stato "Profondo rosso", fra l'Argento del primo periodo alla Hitchcock e quello che volge verso la dimensione fiabesca di "Suspiria" e "Phenomena". A tutt'oggi un vero e proprio cult, con un buon cast - in cui spicca la prova di Gemma come poliziotto e Saxon, poi protagonista del primo "Nightmare" - e i brevi cammei di Eva Robin's e del regista Lamberto Bava, allora assistente di Argento.
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nino p.
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sabato 14 febbraio 2009
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la dimensione thriller di dario argento
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"Tenebre" rappresenta un punto di ritorno al genere thriller puro dopo le riuscite escursioni del regista romano nel genere horror. Il film è convincente soprattutto per una trama caratterizzata da una serie di situazioni che s'intersecano bene fra loro per poi risolversi in un sorprendente finale. "Tenebre" è anche un film nel quale certe scene di tensione iniziano a rasentare una certa ripetitività di stile, ma tutto sommato rispetto alla media di certi mediocri films del genere thriller, esso si caratterizza per un'eccellente scenografia e grandi colpi di scena resi davvero molto bene. Bella la colonna sonora che conferisce al film, a tratti, addirittura una bellezza eterea.
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nicolòmatta
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martedì 13 aprile 2010
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tenebre
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Se con il delirio gotico-surreale di Suspiria (1977) e Inferno (1980) Dario Argento poteva fare a meno della logica narrativa, qui non si può perché c'è lo schema del giallo classico. Eresia. Ma il cinema di Argento deve molto anche a Tenebre, un film dove il rito di morte è sempre più frequente, accentuato, esasperato; si ricorre ad efficaci ed innovativi metodi di ripresa (p.e. il dolly sulla casa delle due lesbiche) e c'è il numero esorbitante di 12 morti ammazzati, uno dopo l'altro, all'arma bianca (lo stesso n. di Reazione a catena, 1971, di Mario Bava). Si torna a Roma: stavolta c'è uno scrittore americano, Peter Neal (Anthony Franciosa) ,di passaggio per la capitale italiana per presentare il suo nuovo libro, un romanzo giallo intitolato appunto Tenebre.
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Se con il delirio gotico-surreale di Suspiria (1977) e Inferno (1980) Dario Argento poteva fare a meno della logica narrativa, qui non si può perché c'è lo schema del giallo classico. Eresia. Ma il cinema di Argento deve molto anche a Tenebre, un film dove il rito di morte è sempre più frequente, accentuato, esasperato; si ricorre ad efficaci ed innovativi metodi di ripresa (p.e. il dolly sulla casa delle due lesbiche) e c'è il numero esorbitante di 12 morti ammazzati, uno dopo l'altro, all'arma bianca (lo stesso n. di Reazione a catena, 1971, di Mario Bava). Si torna a Roma: stavolta c'è uno scrittore americano, Peter Neal (Anthony Franciosa) ,di passaggio per la capitale italiana per presentare il suo nuovo libro, un romanzo giallo intitolato appunto Tenebre. Vuole il caso che un maniaco omicida si ispiri alle pagine del suo libro per compiere i suoi delitti efferati, minacciando via telefono il malcapitato romanziere. Nel frattempo ha già colpito: la prima vittima è una cleptomane che viene soffocata con le pagine di carta e sgozzata con un rasoio da barbiere. La polizia italiana, come al solito, non è abituata a delitti così feroci e non riesce ad individuare il colpevole che continua a colpire: prima è la volta di due lesbiche, poi di Maria (Lara Wendel), la figlia del portiere dell'albergo in cui alloggia Neal: in fuga da un dobermann che l'ha assalita, la sfortunata vittima si ritrova nella casa dell'assassino e scopre la verità a sue spese. Tocca quindi al giornalista Cristiano Berti (John Steiner) e all'autista di Peter, il giovane Gianni (Christian Borromeo) che ha assistito al precedente omicidio. Nel susseguirsi di morti e di colpi di scena (che per risparmiarvi il fascino della sorpresa non posso raccontare) apprendiamo che l'assassino è un maniaco ossessionato da un antefatto di sangue nel suo passato. Prima di arrivare alla sensazionale conclusione, il modus operandi di Argento procede con la solita cura nei particolari sanguinolenti e inclini al grand guignol, ampiamente supportati dagli effetti speciali di Giovanni Corridori, già assistente di Sergio Leone. Nonostante l'inadeguatezza di alcuni attori, la scelta di inserire molti personaggi è efficace: pone allo spettatore più dubbi sull'identità dell'assassino e lo fa sospettare di chiunque. Curiosità: durante una trasmissione su reti Mediaset la scena in cui Veronica Lario viene mutilata è stata tagliata pesantemente. Ordini di Silvio? Occhio, comunque, all'allora giovanissima Eva Robin's (accreditata come Eva Robins) del flashback. E chi sono Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e Massimo Morante, autori delle musiche? Ovviamente i Goblin che, però, si sono firmati con i loro veri nomi per la mancanza di Agostino Marangolo, quarto membro del gruppo progressive rock.
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alex41
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domenica 5 febbraio 2012
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il dario argento più sadico
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Dopo cult come Profondo Rosso e Suspiria, il maestro dell'horror italiano torna con il suo ennesimo capolavoro. Il risultato è un film spietato, splatter, ricco di suspense (questo è inutile sottolinearlo poiché la suspense è presente sempre in tutti i suoi film, ma qui veramente è il punto più alto dei suoi film), con un cast soprattutto molto americano di professionisti (Franciosa e Saxon), e soprattutto le musiche, non più le vecchie inquietanti overture dei Goblin ma bensì una colonna sonora più pop e spettrale, quasi da casa dell'orrore dei parchi divertimento. Anche la regia offre buoni spunti, buoni movimenti di macchina, e un finale mozzafiato, uno dei migliori dei film di Dario. Lo consiglio sia ai grandi fan del regista che a chi ama gli horror; vi assicuro che a me è piaciuto molto più questo che quegli slasher americani insulti come Venerdì 13: Il Ritorno o Shriek.
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Dopo cult come Profondo Rosso e Suspiria, il maestro dell'horror italiano torna con il suo ennesimo capolavoro. Il risultato è un film spietato, splatter, ricco di suspense (questo è inutile sottolinearlo poiché la suspense è presente sempre in tutti i suoi film, ma qui veramente è il punto più alto dei suoi film), con un cast soprattutto molto americano di professionisti (Franciosa e Saxon), e soprattutto le musiche, non più le vecchie inquietanti overture dei Goblin ma bensì una colonna sonora più pop e spettrale, quasi da casa dell'orrore dei parchi divertimento. Anche la regia offre buoni spunti, buoni movimenti di macchina, e un finale mozzafiato, uno dei migliori dei film di Dario. Lo consiglio sia ai grandi fan del regista che a chi ama gli horror; vi assicuro che a me è piaciuto molto più questo che quegli slasher americani insulti come Venerdì 13: Il Ritorno o Shriek. Un grande omaggio ai film giallo-thriller, da vedere e rivedere...possibilmente da soli.
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stramonio70
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venerdì 29 settembre 2017
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quando l' argento ancora brillava...
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Fino alla fine degli anni '80 Dario Argento ancora sfornava film di tutto rispetto in grado di competere con le più importanti produzioni americane, "Tenebre" è uno di quelli. Trama avvincente, musiche perfette (dei Goblin), "gore" quanto basta e l'immancabile, shockante finale a sorpresa. I dialoghi forse rivisti oggi risultano un po' banali ma bisogna tener conto che il film è del 1982 (e non del 1983 come riporta il sito!), in compenso però ci pensa l'ottimo cast a compensare (Anthony Franciosa, John Saxon, John Steiner, Giuliano Gemma e Daria Nicolodi). Il bodycount conta ben 12 vittime, uno dei più alti nei film del regista.
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Fino alla fine degli anni '80 Dario Argento ancora sfornava film di tutto rispetto in grado di competere con le più importanti produzioni americane, "Tenebre" è uno di quelli. Trama avvincente, musiche perfette (dei Goblin), "gore" quanto basta e l'immancabile, shockante finale a sorpresa. I dialoghi forse rivisti oggi risultano un po' banali ma bisogna tener conto che il film è del 1982 (e non del 1983 come riporta il sito!), in compenso però ci pensa l'ottimo cast a compensare (Anthony Franciosa, John Saxon, John Steiner, Giuliano Gemma e Daria Nicolodi). Il bodycount conta ben 12 vittime, uno dei più alti nei film del regista. Quando penso a questo film e lo paragono all'ultimo film di Argento che ho visto (quella "puttanata" di Dracula 3D) mi viene quasi da piangere. Com'è possibile che un bravo regista dal passato glorioso si sia ridotto a cadere così in basso? Demenza senile? Colpa del nefasto influsso di sua figlia Asia? Forse entrambe le cose. Tenebre comunque appartiene all'epoca d'oro del regista ed è un titolo da vedere assolutamente...
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great steven
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giovedì 8 agosto 2019
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appiattito da efferatezza e sconcerie varie.
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TENEBRE (IT, 1983) diretto da DARIO ARGENTO. Interpretato da ANTHONY FRANCIOSA, JOHN SAXON, GIULIANO GEMMA, DARIA NICOLODI, CHRISTIAN BORROMEO, MIRELLA D'ANGELO, VERONICA LARIO, ANIA PIERONI, CAROLA STAGNARO, JOHN STEINER, LARA WENDEL, ENNIO GIROLAMI
Da New York arriva a Roma Peter Neal, un celebre romanziere a presentare ad una conferenza stampa la sua ultima fatica, Tenebre. Ma fin da subito il suo soggiorno italiano è costellato da omicidi di donne che si susseguono con destabilizzante velocità, e proprio con la medesima modalità di assassinio descritta dallo scrittore nel libro, ossia mediante l’utilizzo di un rasoio. Il capitano di polizia Germani della Questura di Roma coinvolge immediatamente lo scrittore nelle indagini.
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TENEBRE (IT, 1983) diretto da DARIO ARGENTO. Interpretato da ANTHONY FRANCIOSA, JOHN SAXON, GIULIANO GEMMA, DARIA NICOLODI, CHRISTIAN BORROMEO, MIRELLA D'ANGELO, VERONICA LARIO, ANIA PIERONI, CAROLA STAGNARO, JOHN STEINER, LARA WENDEL, ENNIO GIROLAMI
Da New York arriva a Roma Peter Neal, un celebre romanziere a presentare ad una conferenza stampa la sua ultima fatica, Tenebre. Ma fin da subito il suo soggiorno italiano è costellato da omicidi di donne che si susseguono con destabilizzante velocità, e proprio con la medesima modalità di assassinio descritta dallo scrittore nel libro, ossia mediante l’utilizzo di un rasoio. Il capitano di polizia Germani della Questura di Roma coinvolge immediatamente lo scrittore nelle indagini. Nel frattempo muoiono ammazzate anche persone molto vicine per motivi di lavoro o sentimentali all’autore del volume, fra cui, nell’ordine, un critico letterario ossessionato dal discorso che egli fa sulla perversione umana nel giallo, il suo agente e la sua ex moglie, che da alcuni mesi frequentava quest’ultimo. Germani, dal momento in cui è portato dallo sviluppo delle indagini a seguire il processo lavorativo del soggetto minacciato (Neal) in merito alla stesura dei romanzi, arriva a scoprire che, da quando il critico ha imitato i gesti dell’assassino letterario per «eliminare la corruzione dalla società», rivelandosi dunque colpevole, Neal ha preso il suo posto dopo un attento esame dei suoi metodi rendendosi l’autore delle uccisioni successive. La morte finirà per incontrare tutti. Thriller di scarsissima suspense e interesse limitato alla costruzione di una vicenda avvincente che raggiunge il fastidioso record dell’accumulazione per quanto riguarda la macelleria: le vittime si contano almeno ad una dozzina. Intreccio approssimativo, colonna sonora sottotono, personaggi fiacchi, originalità zero, finale ridicolo. Pessimo uso pure della fotografia a colori. Un mare di imbarazzanti banalità è legato a doppio filo ad una violenza efferata fine a sé, deludente e inconcludente. Attori bravi e sprecati. In merito alla possibilità di edificare un dialogo credibile sulle forme concrete di deviazione che alienano la mente degli esseri umani spingendoli a commettere follie di tipo sanguinario, stendo un pietoso velo. Aiuto regista: Lamberto Bava.
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sickboy
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lunedì 6 settembre 2010
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Ritorno al thriller per Dario Argento dopo le esperienze nel soprannaturale di "Suspiria" e "Inferno". A dispetto del titolo questa volta l'incubo si svolge nella luce più totale : adesso, non più buio e spazi in penombra ma spazi illuminati da fulgida luce, non più luoghi fuori dal tempo, ma spazi urbani e modernità, non più vecchi palazzi con i loro corridoi sinistri e soffitte ammuffite, ma arredamenti high-tech e luoghi asettici, non più incubi ancestrali ed arcane paure, ma la lucida follia della "ragione" con i suoi assurdi schemi e limiti. Tutto questo per dirci che la minaccia ci abita vicino, senza cercarla in vecchi manieri o fra le trame di vecchi libri ingialliti.
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Ritorno al thriller per Dario Argento dopo le esperienze nel soprannaturale di "Suspiria" e "Inferno". A dispetto del titolo questa volta l'incubo si svolge nella luce più totale : adesso, non più buio e spazi in penombra ma spazi illuminati da fulgida luce, non più luoghi fuori dal tempo, ma spazi urbani e modernità, non più vecchi palazzi con i loro corridoi sinistri e soffitte ammuffite, ma arredamenti high-tech e luoghi asettici, non più incubi ancestrali ed arcane paure, ma la lucida follia della "ragione" con i suoi assurdi schemi e limiti. Tutto questo per dirci che la minaccia ci abita vicino, senza cercarla in vecchi manieri o fra le trame di vecchi libri ingialliti. Tutto ciò per dirci che le "tenebre" abitano anche nelle nostre città illuminate a neon e supertecnologiche, perchè si trovano nell'uomo, dentro di esso, pronte a venir fuori in ogni momento. Su questo messaggio si snoda l'ottavo film di Argento, thriller violentissimo che, nel finale a colpi d'accetta, si fa quasi insostenibile. E' questo, secondo me, il limite del film : Argento non ha bisogno di mostrare nei dettagli il "grand guignol" dei delitti, perchè il suo talento visionario si esprime benissimo prima, di certo non necessita di catturare pubblico con la "macelleria". Il suo cinema è fatto di molte altre cose e qualità. Infatti, oltre al "difetto" citato sopra e nonostante secondo me Tenebre non sia fra i suoi film migliori, comunque resta il fatto che anche questa volta, grazie alle sue doti, ne risulti tutto sommato un film fascinoso e intrigante, non privo, dunque, di quegli "ingredienti" che ne fanno un marchio di fabbrica : colonna sonora sempre adatta, sfoggi di tecnica notevoli (la seguenza del duplice omicidio delle lesbiche), doppio finale e continui colpi di scena, le visioni e tutto ciò che precede gli omicidi, quel suo modo mai banale e comune di mettere in scena l'orrore ecc. Dunque comunque un thriller "argentiano", sempre degno di essere visto, anche se il regista può fare di più e meglio e lo ha dimostrato in altre occasioni.
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gianfranco
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mercoledì 22 novembre 2023
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tenebre argentiane
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Tenebre narra la vicenda del popolare autore di gialli Peter ò Neal,che è in visita a Roma per un tour promozionale per il suo ultimo best seller,il cui titolo è per l'appunto Tenebre.Al suo arrivo,lo scrittore viene da subito informato che qualcuno è stato assassinato e che le pagine del suo romanzo sono state trovate infilate nella gola della vittima.Naturalmente,Neal ha un alibi,in quanto era ancora sul volo diretto per Roma,quando è avvenuto l'omicidio,ma nonostante ciò gli viene detto di rimanere in guardia,dato che il suo romanzo sembra essere stato il catalizzatore del delitto.Peter è accompagnato dalla sua assistente personale,Anne(interpretata dalla sempre bravissima Daria Nicolodi),che lavora al suo servizio da sei anni ed è oramai diventata il suo braccio destro.
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Tenebre narra la vicenda del popolare autore di gialli Peter ò Neal,che è in visita a Roma per un tour promozionale per il suo ultimo best seller,il cui titolo è per l'appunto Tenebre.Al suo arrivo,lo scrittore viene da subito informato che qualcuno è stato assassinato e che le pagine del suo romanzo sono state trovate infilate nella gola della vittima.Naturalmente,Neal ha un alibi,in quanto era ancora sul volo diretto per Roma,quando è avvenuto l'omicidio,ma nonostante ciò gli viene detto di rimanere in guardia,dato che il suo romanzo sembra essere stato il catalizzatore del delitto.Peter è accompagnato dalla sua assistente personale,Anne(interpretata dalla sempre bravissima Daria Nicolodi),che lavora al suo servizio da sei anni ed è oramai diventata il suo braccio destro.Entrambi vengono accolti all'aeroporto dal suo agente,Bullmer,il quale non solo ha organizzato una serie di interviste,ma anche di apparizioni televisive ,per aiutarlo a promuovere il suo libro,che è già un successo.Ad ogni modo,la polizia non ha alcuna idea di chi abbia potuto commettere l'omicidio ed è ancora più confusa,man mano che gli altri omicidi continuano a susseguirsi in maniera incalzante.In primo luogo,và detto che è abbastanza anomalo che Argento abbia deciso di intitolare questo film Tenebre.Il titolo stesso significa Oscurità o Assenza di luce e sono davvero poche nel film le scene che sono girate nell'oscurità.La maggior parte dei delitti,infatti,avviene in stanze ben illuminate,o in pieno giorno o in luoghi estremamente affollati e questo rappresenta un vero e proprio cambiamento,rispetto ai soliti film gialli italiani,usciti negli anni settanta.Durante il film,abbiamo qualche flash back in cui vediamo una giovane donna con dei tacchi rossi attirare a sè alcuni uomini,provocandoli con sguardi ammiccanti.Queste scene dei flash -back sono girate in modo confuso,quasi come se fossero parte di un sogno.Astutamente,Argento inserisce questo elemento,senza rivelare chi sta facendo questi sogni e perchè,per far si che il mistero si infittisca sempre di più,man mano che il film và avanti.Ad un certo punto,Peter è intervistato da un giornalista televisivo,le cui domande sembrano portare all'idea che lo scrittore sia una specie di misogino che odia le donne in generale.In effetti,non è affatto una scelta casuale quella di Argento nel volersi focalizzare per più di una scena sul giornalista,dipingendolo come un personaggio un pò sopra le righe,strambo e ambiguo,quasi irritante nel suo modo di porsi e di rivolgersi allo scrittore ò Neal.Ad ogni modo,chiudendo questa breve parentesi e come si è detto all'inizio,anche se in Tenebre non sono presenti quei colori sgargianti che contraddistinguono il lavoro di Argento,in compenso ci sono delle riprese a dir poco sorprendenti,una su tutte quella realizzata nella casa delle due donne lesbiche,in cui la telecamera striscia lentamente sul muro,sopra il tetto e giù dall'altro lato,in un'unica ripresa fluida.è qualcosa di davvero spettacolare,(anche se un pò inutile),da cui tuttavia si arguisce quanto Argento(così come De Palma e Fulci),sia stato fortemente influenzato dai film del maestro Hitchcock,prima di iniziare a girare i sui film.Altro punto di forza di Tenebre è nella grande musica dei Goblin.Una musica che si imprime nei timpani dello spettatore attraverso il suo suono profondamente disturbante e usata da Argento per anticipare l'orribile modo con cui le sue vittime saranno barbaramente uccise,quasi ad esaltare il sadismo e la follia del suo assassino.Memorabile è la lunghissima sequenza in cui Lara Wendel è dapprima inseguita,poi ferocemente aggredita da un dobermann.Sequenza studiata in ogni minimo particolare e di cui il geniale Argento si avvale,per depistare un pò lo spettatore,il quale non può fare a meno di chiedersi come reagirebbe,se si trovasse nella stessa situazione in cui il personaggio interpretato dalla splendida Wendel è costretto per sua sfortuna a trovarsi.Tra l'altro,Lara Wendel è talmente brava,da riuscire a rendere la scena credibile e coinvolgente all'ennesima potenza,sino ad ammaliarci completamente.In definitiva,possiamo quindi dire cheTenebre sia un ottimo esempio di come dovrebbe essere un buon giallo e sebbene presenti una sceneggiatura non priva di qualche pecca,a tratti incongruente e che avrebbe sicuramente potuto essere meglio sviluppata e in alcuni punti approfondita,rimane comunque un thriller emozionante ,sanguinoso,intrigante e misterioso al tempo stesso,tanto da sembrare persino fantastico,rievocando quelle stesse atmosfere magiche e deliranti che Argento aveva magistralmente saputo creare nel suo horror gotico,(oltre che nel suo capolavoro per antonomasia),Suspiria.
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